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Indice degli argomenti: Agenda 2030 e povertà energetica: un male che colpisce europei e italiani I piani dell’Europa e quelli dell’Italia: al via l’Osservatorio nazionale del MITE Lo sforzo dei Comuni: l’esempio di Padova, Modena e l’impegno di Parma C’è la povertà assoluta e la povertà energetica. Quest’ultima è una condizione che affligge circa 34 milioni di persone in Unione Europea. In Italia l’8% delle famiglie versa in questa condizione, evidenzia l’OIPE (Osservatorio italiano sulla povertà energetica) nell’ultimo report 2020. Significa che 2,1 milioni di famiglie non hanno la possibilità di riscaldare in modo adeguato la propria casa. Tutto ciò incide anche sulla salute fisica, oltre che sul benessere e sulla qualità della vita. Questa tendenza potrà solo peggiorare, con il caro energia che stiamo vivendo. Cosa è possibile fare per affrontare la situazione e cercare di risolverla? Innanzitutto occorre avere ben chiaro il quadro per poterlo affrontare: anche per questo è nata l’Energy Poverty Advisory Hub (EPAH) la principale iniziativa in Unione Europea che mira a sradicare la povertà energetica e ad accelerare la giusta transizione energetica delle amministrazioni locali europee. In Italia quest’anno il Ministero della transizione energetica ha dato vita all’Osservatorio Nazionale della povertà energetica, mentre diversi Comuni in Europa e in Italia si stanno impegnando con azioni e progetti per cambiare le cose. Un esempio è il Comune di Parma, che fa parte del progetto UE Cooltorise, legato alla povertà energetica estiva. Proprio così: con l’estate sempre più caratterizzata da temperature estreme, anche fronteggiare il caldo diventa difficile per chi ha difficoltà a poter pagare gli alti costi dell’energia necessaria ad azionare climatizzatori e ventilatori, ma soprattutto poter contare su una casa ben isolata termicamente. Agenda 2030 e povertà energetica: un male che colpisce europei e italiani La povertà energetica è la condizione in cui una famiglia non può permettersi di riscaldare (o raffrescare) la propria casa a una temperatura adeguata. È causata dal basso reddito, dagli alti prezzi dei combustibili, dalla scarsa efficienza energetica, dai prezzi inaccessibili delle abitazioni e dalla scarsa qualità energetica degli edifici. Circa il 75% del patrimonio edilizio in Unione Europea è inefficiente dal punto di vista energetico, ricorda la Commissione UE. Lo scorso inverno più di 35 milioni di europei non hanno potuto permettersi di tenere le loro case al caldo. È l’equivalente dell’intera popolazione di Grecia, Portogallo, Ungheria e Irlanda messe insieme che devono decidere tra il riscaldamento e il cibo in tavola. Quest’inverno la situazione si preannuncia ben peggiore. Anche in Italia l’energy poverty (o fuel poverty) potrebbe espandersi. La Cgia Mestre ha evidenziato che le famiglie italiane a rischio povertà energetica siano circa quattro milioni: quindi significa che più di nove milioni di persone versano in difficoltà da questo punto di vista. Si tratta di “dati allarmanti, anche perché sicuramente sottodimensionati, poiché sono stati stimati ben prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a partire dalla seconda metà del 2021”, segnala l’organizzazione sindacale. I piani dell’Europa e quelli dell’Italia: al via l’Osservatorio nazionale del MITE Per affrontare la situazione l’Europa ha emanato il pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, in cui incarica gli Stati membri di affrontare la questione della povertà energetica nei loro piani nazionali per l’energia e il clima e di proporre misure per mitigarla. Lo stesso Green Deal sottolinea la necessità di integrare l’obiettivo di mitigare la povertà energetica in sforzi più ampi per una transizione energetica sostenibile. Seguendo questa indicazione, diversi Stati membri hanno sviluppato strategie nazionali per affrontare la povertà energetica. In Italia è stato istituito quest’anno, per volontà del Ministero della Transizione ecologica, l’Osservatorio nazionale della povertà energetica che propone più interventi: innanzitutto, allo stesso MITE ad ARERA verranno chieste misure di contrasto alla povertà energetica, “anche attraverso la promozione di azioni di comunicazione, formazione e assistenza a soggetti pubblici ed enti rappresentativi dei portatori di interesse”. Inoltre intende svolgere attività di studio, analisi e supporto tecnico per la progettazione e l’attuazione di misure riguardanti il contrasto alla povertà energetica, effettuando ogni due anni, il monitoraggio del fenomeno della povertà energetica a livello nazionale. Fornirà poi supporto ai fini della cooperazione e con l’obiettivo di elaborare criteri per l’individuazione del numero di famiglie in condizioni di povertà energetica, promuovendo lo scambio di esperienze e di informazioni con le Regioni e gli altri enti pubblici locali. Lo sforzo dei Comuni: l’esempio di Padova, Modena… Da parte delle amministrazioni locali, c’è chi ha avviato proposte e iniziative. Padova si è mossa qualche anno fa col progetto PadovaFIT Expanded, progetto finanziato dalla Comunità Europea. Obiettivo: la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio privato in città. In pratica l’amministrazione ha voluto supportare la riqualificazione degli edifici ad uso abitativo nella città di Padova, in particolare i condomini, volendo riqualificare energeticamente circa 200 condomini cittadini. Sempre tra i progetti avviati a livello europeo l’EPAH ricorda 24 proposte, in rappresentanza di 35 Comuni europei, che riceveranno un sostegno diretto per intraprendere azioni locali contro la povertà energetica. Tra questi c’è il caso del Comune di Modena. In collaborazione con l’associazione Porta Aperta, intende sviluppare il programma Urban Network Investing Resources for an Energy Community (UNIRE), per la creazione di una comunità energetica locale a Modena, promosso dal Comune e da Porta Aperta. … e l’impegno di Parma per combattere la povertà energetica estiva C’è chi, invece, sta lavorando per ridurre il problema della povertà energetica estiva. È il Comune di Parma, tra i partner del progetto europeo Cooltorise, che intende ridurre l’incidenza della fuel poverty tra le famiglie europee in estate, migliorando le loro condizioni di abitabilità termica interna e riducendo il loro fabbisogno energetico durante la stagione calda, che a sua volta diminuirà la loro esposizione al calore e ai rischi per la salute legati al calore. Coordinato dall’Università Politecnica di Madrid, coinvolge partner di diversi Paesi europei. A livello europeo, riguarderà più di 7.240 cittadini che versano in condizione di povertà energetica: fine del progetto è lavorare con loro per ridurre la loro vulnerabilità alla povertà energetica estiva. Il Comune di Parma l’ha inserito nel proprio PAESC nel 2021 e rientra nel Patto per il Clima tra le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. «Le sempre più elevate temperature estive portano ad un aumento dell’apporto energetico degli impianti di raffrescamento, con conseguenti consumi, che diventano impegnativi. Ciò ha comportato la necessità di comprendere l’entità del fenomeno riguardante la povertà energetica estiva», racconta Enzo Bertolotti, responsabile della Struttura Operativa Energia e Clima ed Energy Manager del Comune di Parma. L’Amministrazione partecipa con la Struttura Operativa Energia e Clima e ha avviato azioni pilota nei condomini gestiti da ACER e in particolare quelli autogestiti dagli stessi condomini che vi abitano. «Intende creare un rapporto diretto con i residenti di 60 condomini, i cui rappresentanti (capi scala/presidenti di autogestione) sono direttamente coinvolti nella formazione e nella conoscenza dei consumi con corsi mirati a generare una maggiore consapevolezza sul tema. L’intento è fornire anche consigli utili per possibili interventi finalizzati al risparmio energetico». L’idea è fare una disseminazione di conoscenza, affidata agli stessi responsabili dei condomini, che si occuperanno di informare gli stessi coinquilini. Il Comune di Parma ha anche intenzione di creare uno sportello dedicato alla povertà energetica. Già la stessa amministrazione ha avviato uno sportello Superbonus. Non solo: l’idea che si fa strada è di avviare anche un discorso sulle comunità energetiche: «l’intenzione, con la modalità di formazione avviata col progetto Cooltorise, è di creare una base di conoscenza utile per avviare in futuro il tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili», conclude Bertolotti. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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