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Indice degli argomenti: Colonnine di ricarica: +35% nel 2021 Il divario tra nord e sud Italia Non ci sono sufficienti punti di ricarica veloce in autostrada I punti di ricarica presenti sul territorio sono o non sono sufficienti? Nel percorso verso un mondo a zero emissioni anche il settore automotive può e deve fare la sua parte. Cresce il numero delle auto elettriche vendute in tutto il mondo segnando l’avvio di una vera e propria “rivoluzione green”: nel 2021 le immatricolazioni delle e-car sono arrivate a registrare una crescita del +128,34%, un dato che equivale a ben 76.863 automobili immatricolate (fonte: Motus-E). Un trend di sviluppo che viene confermato anche dalle ricerche svolte dall’IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia. Secondo quanto riportato nell’articolo “Electric cars fend off supply challenges to more than double global sales” (a cura di Leonardo Paoli, Clean Energy Technologies analyst e Timur Gül, Head of the Energy Technology Policy Division) nel 2012 sono state vendute all’incirca 130.000 vetture elettriche nel mondo, mentre oggi lo stesso numero di e-car viene venduto nel giro di una sola settimana. Fonte IEA IEA ha registrato un trend di crescita “particolarmente impressionante” negli ultimi tre anni. Nonostante la pandemia abbia messo a dura prova il segmento automotive tradizionale, nel 2019 sono state vendute 2,2 milioni di automobili elettriche: un valore destinato a salire arrivando a toccare 3 milioni di vetture nel 2020 e 6,6 milioni nel 2021(rappresentando circa il 9% del mercato automobilistico globale). Come sottolineano Paoli e Gül: “Nel corso del 2021, le vendite mensili di auto elettriche sono state costantemente superiori di almeno il 50% rispetto al mese corrispondente del 2020”. Ad un gran numero di vetture elettriche vendute dovrebbe corrispondere anche un ingente numero di colonnine di ricarica necessarie per il funzionamento dell’automobile. Ma a che punto siamo in Italia con la distribuzione delle infrastrutture di ricarica? Abbiamo a disposizione abbastanza dispositivi per accompagnare l’espansione del mercato dell’e-mobility? Motus-E, associazione che raggruppa le principali realtà legate al mondo della mobilità elettrica, ha presentato un report sullo stato dell’arte legato alle infrastrutture di ricarica pubblica presenti nel nostro Paese. Colonnine di ricarica: +35% nel 2021 Il report realizzato da Motus-E ha come finalità quella di mostrare l’attuale situazione attraverso dati aggiornati a dicembre 2021, confrontandoli con i principali stati europei. In particolare lo studio analizza solamente le “infrastrutture su suolo pubblico o privato ad accesso pubblico, mentre sono escluse dalla rilevazione le ricariche private o accessibili con limitazioni all’utenza”. Come riporta Motus-E, le colonnine di ricarica seguono un trend di crescita. Al 31 dicembre il report segnala che in Italia risultano installati 26.024 punti di ricarica e 13.233 infrastrutture (tra colonnine e stazioni) in circa 10.503 location aperte al pubblico. Fonte Motus-E Citando il report notiamo che “Rispetto alla rilevazione del report precedente, durante il 2021 i punti di ricarica sono cresciuti di +6.700, mentre le infrastrutture di ricarica di +3.514, con una crescita rispettivamente del +35% e del 36%”. Se si confrontano i dati raccolti nel 2019 (10.647 punti di ricarica), Motus-E evidenzia una crescita del +143% con un tasso di crescita media annua del +48,4%. Mentre le infrastrutture di ricarica aumentano di anno in anno, circa il 13% di esse attualmente non è utilizzabile. Il motivo è legato alla difficoltà nel finalizzare il collegamento alla rete elettrica oppure alla mancanza di autorizzazioni necessarie. Motus-E segnala però che il “valore delle infrastrutture inattive è migliorato notevolmente durante l’anno, a dicembre 2020 era pari al 22%, sceso al 15% a giugno, ed al 12% a settembre”. Un segnale positivo che testimonia il maggiore impegno nel miglioramento dei procedimenti di autorizzazione da parte delle amministrazioni e dei distributori locali. Il divario tra nord e sud Italia Il report mette in evidenza il divario territoriale tra nord e sud Italia: circa il 57% delle infrastrutture si trova nella parte nord ella Penisola, mentre il 23% al centro e solamente il 20% al sud e nelle isole. Ma vediamo nel dettaglio come sono distribuite geograficamente. In Lombardia sono presenti 4.542 punti di ricarica (circa il 17%). Tra le Regioni virtuose troviamo anche il Lazio e il Piemonte con il 10% ciascuna, mentre seguono Veneto ed Emilia-Romagna al 9% e la Toscana all’8%. Queste sei Regioni rappresentano il 65% del totale dei punti in Italia. Il report dà evidenza del fatto che le infrastrutture di ricarica sono più capillari nel centro-nord Italia e nelle grandi città. Il mercato della mobilità elettrica si sta diffondendo maggiormente nelle città metropolitane: su Roma si segnalano 1673 punti di ricarica nel Comune, a Milano 717, a Napoli 211 e a Torino 211. Fonte Motus-E La ricerca vuole però far riflettere su un aspetto importante: nonostante ci sia differenza tra le diverse Regioni, in Italia il mercato della mobilità sostenibile si sta espandendo sempre di più. L’esempio del Molise è il più lampante: la Regione, che presenta in assoluto il numero di punti di ricarica più basso, è allo stesso tempo quella in cui il rapporto tra punti di ricarica e vetture immatricolate è più alto. Non ci sono sufficienti punti di ricarica veloce in autostrada Se la situazione sembra in fase di sviluppo nelle città, in autostrada sono presenti 118 punti di ricarica pubblici di cui il 78% ricaricano a potenze superiori ai 43 kW. Motus-E segnala che “Ad oggi è percepita come un disagio per l’utente l’assenza di un numero sufficiente di stazioni di ricarica nelle aree di servizio e lungo le arterie autostradali, che invece avrebbero bisogno di una più capillare diffusione di punti di ricarica, in particolare di quelli ad alta potenza o HPC (con potenze di almeno 150 kW) proprio per facilitare viaggi e spostamenti su tratti extraurbani”. Su una rete autostradale di 7318 km, i punti di ricarica veloce dovrebbero essere 40 ogni 100 km. Ma per accedere ai medesimi il guidatore deve uscire dall’autostrada e servirsi presso le infrastrutture installate su strade extraurbane (o vicino ai caselli autostradali). I punti di ricarica presenti sul territorio sono o non sono sufficienti? Dopo aver mostrato una panoramica inerente ai punti di ricarica, alle infrastrutture e alla loro distribuzione nel territorio italiano arriviamo a rispondere alla fatidica domanda: “ci sono abbastanza punti di ricarica”?. Il report presentato da Motus-E mostra che l’Italia ha più punti di ricarica per veicolo di Paesi come la Francia, Regno Unito, Germania o Norvegia. Ciò significa che in Italia è la penetrazione dei veicoli elettrici ad essere più carente e non la presenza di infrastrutture di ricarica pubbliche sul territorio. Motus-E sottolinea che l’analisi svolta “vuole evidenziare che il rapporto tra infrastrutture di ricarica pubblica e veicoli elettrici è più che adeguato, nonostante ovviamente un mercato dei veicoli elettrici molto inferiore rispetto agli altri Paesi Europei”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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