Economia circolare e costruzioni: una ricerca Bocconi-Assimpredil

Il centro di ricerca Green dell’università milanese ha indagato difficoltà e potenzialità della circolarità nel settore edile. Dallo studio emerge che i principi dell’economia circolare vengono soprattutto applicati nelle tecniche di progettazione, nell’impiego di terre e rocce da scavo e nella raccolta selettiva dei rifiuti di cantiere. Misurato il grado di circolarità dell’impresa Ricci

Economia circolare e costruzioni: una ricerca Bocconi-Assimpredil

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Di recente, Assimpredil, l’associazione dei costruttori di Milano, Monza e Lodi aderente all’Ance, ha condotto una ricerca sull’economia circolare applicata al settore delle costruzioni. Lo studio è stato realizzato in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano.

Due gli obiettivi dell’indagine: analizzare le azioni a supporto dell’economia circolare già adottate nel settore e il loro grado di implementazione nelle fasi di progettazione, approvvigionamento delle materie prime, logistica, gestione del cantiere e produzione e raccolta dei rifiuti; studiare i fattori che spingono le aziende ad adottare comportamenti virtuosi, le barriere e le difficoltà che possono ostacolarli nonché i suggerimenti circa le azioni che i policy makers dovrebbero attuare per promuovere la diffusione dell’economia circolare in edilizia.

I principi di base che danno corpo al concetto di economia circolare sono: l’eco progettazione (progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione); la modularità e la versatilità (dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne); l’utilizzo delle energie rinnovabili (affidarsi a energie prodotte da fonti rinnovabili con il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili); l’approccio ecosistemico (pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti); il recupero dei materiali (favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità).

L’indagine è stata svolta attraverso un questionario alle imprese aderenti al gruppo Giovani imprenditori di Assimpredil, questionario che è stato sviluppato dal Centro di ricerca Green della Bocconi insieme ad Assimpredil-Ance nell’ambito delle attività di Geo, il Green Economy Observatory.

Per approfondire gli aspetti operativi, l’indagine ha previsto anche di analizzare la realtà e l’esperienza di un’impresa aderente al gruppo Giovani imprenditori Assimpredil (l’impresa Ricci con sedi a Roma, Milano e L’Aquila), sperimentando il check-up tool sviluppato da Geo per la valutazione della circolarità nelle aziende di diversi settori.

I principali risultati del questionario

Al questionario hanno risposto solo undici imprese tra quelle selezionate. In generale, si può dire che, dato il ridotto numero di risposte, non è stato possibile identificare delle caratteristiche tipo (dimensionali, di gestione operativa e di attività, dell’assetto di governance o degli strumenti adottati) attribuibili alle imprese con il maggior grado di adozione e implementazione dell’economia circolare. Tuttavia, alcune imprese (un terzo del campione) emergono come punte virtuose per le loro scelte strategiche e operative. Sono identificabili diversi ambiti in cui è più frequente che le imprese operino secondo i criteri dell’economia circolare: l’adozione di soluzioni tecniche in fase di progettazione dell’edificio; l’impiego di terre e rocce da scavo riciclate per riempimenti; la vagliatura e la raccolta selettiva dei rifiuti prodotti nel cantiere.

Economia circolare: i risultati del questionario Assimpredil

Dati del campione di imprese intervistate aderenti al gruppo Giovani imprenditori di Assimpredil (fonte, Bocconi-Assimpredil)

Le barriere culturali e comportamentali risultano nel complesso le più rilevanti, sebbene in un quadro in cui nessun fattore specifico emerga in maniera preponderante rispetto ad altri. La mancata inclusione di meccanismi incentivanti l’economia circolare nei capitolati d’appalto figura come la più importante.

I vantaggi che vengono considerati più rilevanti sono l’aumento dell’efficienza e la riduzione dei costi, seguito dall’acquisire un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza e dall’aumentare la soddisfazione dei clienti.

Rispetto ai suggerimenti circa le azioni di policy making, le imprese sono più propense a identificare come rilevante l’inserimento nei bandi di gara e nei capitolati d’appalto di soglie obbligatorie circa l’utilizzo dei materiali riciclati e di previsioni incentivanti circa il loro utilizzo, una maggiore diffusione di opportunità di formazione degli operatori direttamente impiegati nelle fasi cantieristiche e nel miglioramento della raccolta e selezione dei rifiuti condotti in cantiere.

Il check-up tool per misurare la circolarità

Il Green economy observatory ha anche sviluppato, per diversi settori economici, un check-up tool in grado di misurare il livello di circolarità delle aziende, che include tutte le fasi del ciclo di vita (design, approvvigionamenti, processo produttivo, logistica, fase d’uso, fine vita) e di evidenziare i punti di forza e di debolezza, con lo scopo di individuare possibili azioni di miglioramento per le aziende.

Per consentirne l’applicazione alle imprese edili, il check-up tool è stato adattato alla realtà del settore e alle fasi rilevanti dell’attività di costruzione e demolizione.

È stato quindi definito un cruscotto di circolarità, analogo a quello redatto per le aziende di altri settori produttivi. Il cruscotto rappresenta – su una scala percentuale – il livello di implementazione, da parte dell’impresa, delle azioni di circolarità considerate nel questionario, suddivise nelle diverse fasi. Alle azioni adottate è stato assegnato un punteggio sulla base della frequenza.

La sperimentazione sull’impresa Ricci

L’impresa romana Ricci, attiva sui mercati di Milano e Roma come general contractor per conto terzi, ha partecipato alla sperimentazione. L’indagine sul caso aziendale si è articolata in diverse fasi: raccolta e analisi della documentazione disponibile sulle attività, l’organizzazione e le certificazioni dell’impresa connesse ai temi della circolarità e della sostenibilità ambientale; compilazione da parte dell’impresa del questionario Geo-Assimpredil sugli approcci all’economia circolare; organizzazione di una serie di interviste all’impresa volte ad approfondire le risposte fornite al questionario.

Questi i risultati. Quando l’impresa è coinvolta in attività di progettazione, vi è attenzione agli impatti ambientali sia delle modalità costruttive, dei materiali e delle componenti dell’edificio. L’utilizzo di software Bim per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione è attualmente in corso di introduzione. Operando prevalentemente come general contractor per conto terzi, l’impresa ha possibilità limitate di incidere sulla circolarità in fase di progettazione dell’edificio o dell’intervento.

Per quanto riguarda l’attività di approvvigionamento di materiali e prodotti, valgono i vincoli dovuti al ruolo dell’impresa in qualità di general contractor. Nella selezione dei fornitori l’impresa tiene in considerazione una serie di criteri aggiornati ogni anno ed effettua una valutazione annuale, anche tramite l’utilizzo di un’apposita scheda di valutazione, che include la presenza di certificazioni di qualità e ambientali. L’impresa utilizza spesso aggregati riciclati, derivanti dalla lavorazione di rifiuti inerti provenienti da costruzioni e demolizioni.

Per la logistica, per quanto riguarda il parco mezzi, l’impresa dispone di 13 automezzi propri, di cui 8 in classe euro 5 o superiore. Il tasso di sostituzione è di circa ogni 3-4 anni. Per quanto riguarda le strategie di riduzione dei percorsi, l’impresa pone attenzione a ottimizzare il numero di viaggi tramite una programmazione settimanale di operai, mezzi e materiali. L’impresa è anche attenta a scegliere fornitori e merci tenendo in considerazione la distanza percorsa dai veicoli per l’approvvigionamento, sia per ottimizzare i costi e beneficiare di economie di prossimità, sia perché in alcuni casi è richiesto dal committente stesso di indicare la distanza di provenienza di alcuni materiali.

Per la gestione del cantiere, viene effettuato un monitoraggio degli impatti ambientali e dei consumi di energia e acqua attraverso software dedicati che monitorano i cantieri e le sedi operative. L’impresa inoltre adotta con frequenza elevata diverse altre pratiche circolari nell’ambito della gestione dei cantieri, tra le quali la riduzione delle polveri prodotte in loco, la minimizzazione dell’uso di imballaggi e l’adozione di strategie di riuso.

Per quanto riguarda la generazione di rifiuti, l’impresa Ricci adotta con frequenza elevata numerose pratiche circolari, tra cui l’adozione di trattamenti preventivi quali vagliatura, cernita, separazione, il monitoraggio con strumenti strutturati delle quantità e tipologie di rifiuti creati nel sito, l’elaborazione di rapporti quali-quantitativi relativi alla quantità e tipologia di rifiuti creati, la redazione della dichiarazione Mud anche nei casi in cui non è espressamente richiesto dalla normativa, lo svolgimento di analisi chimiche sui rifiuti da costruzione e di demolizione dei prodotti.

A livello di gestione dei rifiuti prodotti, in cantiere viene effettuata la raccolta selettiva per le tipologie di rifiuti. Circa la destinazione finale, i rifiuti prodotti in cantiere vengono conferiti in discarica e, laddove possibile, vengono inviati agli impianti di trattamento-recupero per la produzione di aggregati riciclati, selezionati sulla base di certificazioni.

Per la governance, le decisioni in merito ai temi dell’economia circolare all’interno dell’impresa sono a carico dei titolari. L’impresa sta valutando l’attivazione di un’unità funzionale interna, deputata alla gestione dei temi ambientali e di economia circolare ed eventualmente di una figura professionale dedicata.

Le possibili azioni di miglioramento

Nella sperimentazione sono state individuate anche le possibili azioni di miglioramento. La prima riguarda la possibilità di incorporare strategie e soluzioni di circolarità negli edifici in dalla fase di progettazione, anche avvalendosi di software quali il Bim. La seconda si riferisce all’approvvigionamento, dove margini di miglioramento sono possibili nell’utilizzo di strumenti dedicati per la valutazione e la scelta di prodotti e materiali, quali il software per il Life cycle assesment. Altro terreno di progresso riguarda la possibilità di avvalersi più frequentemente di procedure di riuso delle terre e rocce da scavo e la definizione di un piano di miglioramento ambientale con obiettivi quantitativi periodici da raggiungere.

Anche l’individuazione di una struttura interna dedicata ai temi della circolarità e della sostenibilità ambientale è vista come una delle possibili strade per accrescere la circolarità dei processi. Così come una valutazione complessiva dei costi e dei benefici derivanti dall’adozione di soluzioni realizzative nei progetti, anche in un’ottica di Life cycle costing, che possa fornire informazioni utili sia all’impresa stessa che ai committenti sulle soluzioni da adottare.

Altro terreno di miglioramento riguarda il rafforzamento delle azioni di sostenibilità delle attività non considerate principali dell’impresa, come la mobilità (introducendo, ad esempio, criteri ambientali nell’acquisto o noleggio dei mezzi di trasporto aziendali) o le attività d’ufficio (interventi di risparmio energetico e sistema di raccolta differenziata) oppure un rafforzamento della comunicazione ambientale dell’impresa, sia per divulgare le buone pratiche e le performance ambientali già raggiunte sia gli obiettivi di miglioramento che l’impresa si vorrà dare. In tal senso, un utile strumento di cui potrebbe dotarsi l’impresa può essere rappresentato dal Report o Bilancio di Sostenibilità.

L’indagine avviata con Assimpredil verrà estesa a un campione più ampio: infatti Ance Lombardia e centro di ricerca Green dell’università milanese hanno deciso di ampliare la base di indagine all’intera regione. Un lavoro di ricerca che prenderà il via a gennaio.

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