Edifici e definizioni: energia quasi zero, zero emissioni, alte prestazioni

Gli edifici oggi devono essere efficienti, performanti e a zero emissioni: obiettivi ambiziosi e non sempre semplici da raggiungere, soprattutto nel caso degli edifici esistenti. I target promossi a livello normativo, infatti, sono sfidanti.

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Edifici efficienti e sostenibili: definizioni e normativa

Edifici efficienti e sostenibili: cosa significa davvero? Quello dell’efficienza energetica e della sostenibilità è un tema di grande attualità, ma anche più articolato di quanto si possa immaginare. Non tanto perché è difficile o poco percorribile una progettazione che porti a risultati concreti in questa direzione, ma piuttosto per il fatto che si tende generalmente a fare un po’ di confusione e a sovrapporre concetti che, per quanto complementari o strettamente correlati, andrebbero approfonditi in modo specifico.

Si parla ormai quotidianamente di sostenibilità ed efficienza energetica e, se da un lato è positivo che il tema sia divenuto popolare e abbia raggiunto pienamente i non addetti ai lavori, dall’altro non sempre c’è chiarezza sui reali contenuti e sul significato di certi concetti.

Di seguito, si riportano le principali definizioni, cercando di fare chiarezza e distinguere tra: edifici a energia quasi zero, edifici a zero emissioni, edifici ad alta prestazione.

nZEB Nearly Energy Zero Building: cosa sono gli edifici a energia quasi zero

La sigla nZEB non è certamente una novità, anzi, già da diversi anni si parla di edifici a energia quasi zero, ponendo obblighi per le nuove costruzioni e obiettivi anche per la riqualificazione degli edifici esistenti. Nello specifico, per leggere la definizione di nZEB è possibile far riferimento alla Direttiva Europea 31/2010/UE che è stata recepita in Italia con il D.Lgs 192/2005, a sua volta seguito dal DM Requisiti Minimi nel 2015. Si sono così indicati anche i parametri e le caratteristiche che permettono di costruire un edificio a energia quasi zero, ponendo l’obbligo di nZEB per tutti i nuovi edifici realizzati a partire dal 2021. Conviviamo, quindi, con questi edifici particolarmente efficienti ormai da diversi anni, soprattutto se si considera che per gli edifici pubblici l’obbligo è partito nel 2019.

nZEB Nearly Energy Zero Building: cosa sono gli edifici a energia quasi zero

Un nZEB, quindi, è un edificio a elevatissime prestazioni energetiche, che si contraddistingue per un fabbisogno, quindi una richiesta di energia, talmente basso da essere paragonato allo zero (se non addirittura nullo). Per soddisfare la restante domanda, si dovrebbe ricorrere a energia prodotta da fonti rinnovabili, non necessariamente in loco, ma almeno nelle vicinanze. Il fabbisogno dipende fortemente dalla tipologia di edificio, dalle sue prestazioni, ma anche dalle attività che vi si svolgono all’interno, che incidono sulle conseguenti esigenze energetiche. Nella maggior parte dei casi, comunque, si parla di riscaldamento, ventilazione, acqua calda sanitaria e illuminazione.

ZEB Zero Emission Building: cosa sono gli edifici a emissioni zero

Un nZEB non è un ZEB. Per quanto le sigle possano portare a un po’ di confusione, si parla di due concetti differenti. Cambia, effettivamente, il punto di vista con cui si valutano le prestazioni dell’edificio. Mentre quando si parla di nZEB si fa riferimento ai soli consumi energetici, nel caso degli edifici a emissioni zero si introduce anche il tema delle emissioni imputabili all’edificio e al suo funzionamento.

ZEB Zero Emission Building: cosa sono gli edifici a emissioni zero

Il concetto è stato introdotto nel 2024 con la nuova EPBD (Energy Performance of Building Directive), nota come “Direttiva Case Green”, che riporta all’art. 2 la seguente definizione:

un edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I, con un fabbisogno di energia pari a zero o molto basso, che produce zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra”.

È chiaro, quindi, che si compie un ulteriore passo e si richiede di considerare non solo l’energia consumata, ma anche le emissioni causate. Anche in questo caso si introducono nuovi step di miglioramento obbligatori, con tutti i nuovi edifici pubblici che dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028.

Inoltre, la normativa include anche un Annex (II) che comprende tutte le misure per la decarbonizzazione del riscaldamento e del raffreddamento entro il 2040. Si parla, infatti, di calcolo del GWP, ossia del calcolo delle emissioni delle nuove costruzioni, già necessario nel 2028 per gli edifici superiori ai 1.000 m2. Lo scopo ultimo, grazie anche ai piani di ristrutturazione progressiva che devono ideare gli Stati membri, è raggiungere un parco immobiliare nazionale a emissioni zero entro il 2050. Gli interventi principali richiesti sono riconducibili anche all’efficientamento energetico, ma per le soluzioni destinate alla climatizzazione soprattutto, si pone l’accento sulle emissioni dirette generate. Da qui deriva anche il divieto di incentivare impianti a gas, come è stato deciso anche con la Legge di Bilancio 2025, che ha sospeso i bonus per le caldaie a gas.

HPB High Performance Building: cosa sono gli edifici ad alte prestazioni

Un’ultima definizione interessante riguarda gli edifici ad alte prestazioni, identificati con la sigla HPB. Nel suo Glossario, l’ENEA definisce questi edifici come immobili

“progettati, costruiti e che possono essere gestiti e manutenuti in modo da preservare o aumentare il valore economico nel tempo, in grado di assicurare nel corso dell’intera vita utile le condizioni di comfort, la salute e la produttività degli occupanti utilizzando tecnologie e sistemi energetici e idrici efficienti e, preferibilmente, materiali ecosostenibili”.

HPB High Performance Building: cosa sono gli edifici ad alte prestazioni

Anche in questo caso, la progettazione è la chiave per risultati efficaci e in linea con le aspettative, integrando diverse soluzioni con lo scopo di ottenere edifici performanti, ma anche economicamente di valore, senza mai far passare in secondo piano il benessere dei suoi occupanti. Quest’ultima definizione, per quanto senza uno specifico riferimento alle più recenti normative in ambito di risparmio energetico ed efficientamento, pone l’accento su una questione altrettanto significativa: la sostenibilità economica di un intervento, che deve garantire valore nel tempo. Un inserimento, dopo le definizioni di nZEB e ZEB che ha lo scopo di ricordare quanto sia fondamentale riuscire a bilanciare diversi interessi, che spesso rendono la progettazione e gli interventi di riqualificazione più complessi di quanto si possa credere.

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