NZEB: cosa sono gli edifici a energia quasi zero

Gli edifici NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building, rappresentano il futuro dell’edilizia sostenibile. Ogni paese membro UE ha recepito le Direttive Europee e definito criteri e requisiti per la realizzazione degli edifici ad energia quasi zeroDa gennaio 2021 è un parametro obbligatorio in Italia per tutti i nuovi edifici.
Ma cosa sono esattamente? Questo articolo risponde a queste e altre domande, fornendo una panoramica completa sui vantaggi e le caratteristiche di questi edifici a energia quasi zero. Vi proponiamo 11 progetti che rappresentano il percorso dell’architettura verso pratiche più rispettose dell’ambiente.

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NZEB: cosa sono gli edifici a energia quasi zero

Lo sviluppo sostenibile è considerato fondamentale per permettere una crescita che rispetti anche le possibilità e i diritti delle generazioni future.

Nel campo dell’edilizia, molto lavoro è già stato fatto e molto altro è ancora da fare. Tra le principali novità degli ultimi anni, ci sono gli NZEB ovvero edifici dalle prestazioni elevatissime, che puntano a sostenibilità e risparmio energetico.

Sono ormai alcuni decenni che si cerca di costruire in modo più rispettoso dell’ambiente e più consapevole, ma l’asticella degli obiettivi è sempre più alta.

Favorire la costruzione di nuovi edifici super efficienti e la ristrutturazione di quelli esistenti, è anche un meccanismo che aiuta il comparto edile, sempre più impegnato nel favorire la crescita di centri urbani (e non solo) più “green”.

Cosa sono gli NZEB e quali sono i vantaggi di un edificio a energia “quasi” zero

La sigla NZEB sta per Nearly Zero Energy Building, ovvero un edificio ad elevata efficienza energetica, il cui funzionamento richiede una quantità di energia davvero minima.

L’approccio nZeb è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e per la lotta contro i cambiamenti climatici, poiché il settore edile è responsabile del 40% del consumo energetico totale in Europa e rappresenta una delle principali fonti di emissioni di gas serra nell’UE. E’ per questo che il risparmio energetico, nel settore delle costruzioni, è considerato uno degli obiettivi primari per uno sviluppo sostenibile del comparto.

Cosa sono gli NZEB e quali sono i vantaggi di un edificio a energia “quasi” zero

Questo significa riqualificare gli edifici esistenti e costruirne di nuovi ad elevata efficienza. I principali consumi degli edifici, domestici e non solo, sono imputabili al riscaldamento, al raffrescamento, alla produzione di acqua calda sanitaria, all’elettricità per illuminazione e dispositivi elettronici e alla ventilazione meccanica.

Progettisti e tecnici, quindi, ricorrendo a soluzioni tecnologiche e progettuali, devono fare in modo che quei consumi si riducano tanto da essere quasi azzerati, per poi soddisfare la domanda restante tramite energia prodotta da fonte rinnovabile.

Grazie a interventi di riqualificazione efficiente è inoltre possibile trasformare un’abitazione da energivora a classe A o anche NZEB.

Un edificio NZEB è realizzato secondo i principi della progettazione sostenibile e bioclimatica, integrato nel contesto, correttamente orientato, in grado di sfruttare al meglio le risorse naturali come il sole e il vento, ben isolato, alimentato ad energia rinnovabile e dotato di impianti tecnologicamente avanzati.

Il calore deve essere captato il più possibile in inverno e fermato in estate, è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo e fare in modo che le dispersioni siano minime.

Cosa sono gli NZEB e quali sono i vantaggi di un edificio a energia “quasi” zero

E’ chiaro che la casa ad energia quasi zero deve considerare le stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico. Per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento.

Fatto ciò, l’energia che rimane necessaria per il funzionamento dell’edificio può essere fornita da fonti rinnovabili. È chiaro, quindi, che un edificio NZEB in un clima molto caldo sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo.

Tutto, in ogni caso, con lo scopo di ridurre il fabbisogno energetico dell’edificio. Risparmiare energia, significa anche ridurre le emissioni dovute alla produzione di energia e il consumo di risorse. Non va dimenticato, infine, che un NZEB si contraddistingue anche per le bassissime spese di gestione, offrendo così un comfort elevato e costi ridotti.

Il termine NZEB è stato utilizzato per la prima volta nel pacchetto di Direttive Europee EPBD (Energy Performance Building Directions) pubblicato nel 2010 e recentemente aggiornato.  Gli stati membri hanno dovuto impegnarsi nell’introduzione di normative nazionali che promuovessero la realizzazione di edifici energeticamente efficienti.

Normativa e obblighi per i nuovi edifici: NZEB obbligatori

Il concetto di NZEB, così come l’obbligo di edifici di questo tipo, è contenuto nella Direttiva Europea 2010/31/UE, chiamata anche EPBD. All’interno di questo testo si fa riferimento a dei termini temporali entro i quali tutti le nuove costruzioni pubbliche e private dovranno essere edifici ad energia quasi zero, iniziando con il pubblico e poi con il privato.

Inoltre, la direttiva prevedeva anche che ogni paese procedesse ad elaborare appositi piani di sviluppo per favorire l’aumento di nuovi NZEB, fissando obiettivi ed eventuali incentivi utili, tenendo in considerazione tradizioni e specificità locali.

Normativa e obblighi per i nuovi edifici: da gennaio NZEB obbligatori

Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico, il percorso è iniziato nel 2005, quando il D.Lgs 192/2005 introdusse il tema dell’efficienza energetica. Questo decreto venne modificato dal D.L. 63/2013, che poi divenne legge con la L. 90/2013. Proprio questa legge integrò quanto richiesto dalla EPBD ed introdusse anche il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili in loco.

Per favorire la crescita del numero degli edifici NZEB, si pensò anche ad un “Piano d’azione finalizzato ad aumentare il numero degli edifici a energia quasi zero”, detto PANZEB, pensato per dare una definizione precisa degli edifici ad energia quasi zero, sulla base anche di appositi indicatori numerici dei consumi energetici, ma anche per evidenziare eventuali politiche e misure finanziare volte a promuoverne lo sviluppo.

Infine, per un approccio più completo al tema, è entrato in vigore il DM 26 giugno del 2015 “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici”. Nel decreto sono definite le caratteristiche che un edificio deve rispettare, dei requisiti prestazionali minimi, per essere un edificio a energia quasi zero.

Con il 1° gennaio 2021 è introdotto nel nostro paese l’obbligo NZEB per tutti i nuovi edifici o per gli interventi che prevedono una demolizione e una successiva ricostruzione, per gli edifici pubblici la scadenza era fissata al 31 dicembre 2018. Tale obbligo in alcune regioni è stato anticipato: in Lombardia e in Emilia Romagna, ad esempio, tutti i nuovi edifici sono NZEB rispettivamente dal 2016 e dal 2019. A livello normativo, la materia è regolata dal nuovo D.Lgs 48/2020, che ha recepito la Direttiva Europea 844, nota come EPBD III.

Parallelamente ai lavori europei e nazionali per la redazione normativa, ci sono stati impegni locali che hanno introdotto standard e protocolli con la massima attenzione nei confronti dell’efficienza energetica. Esempi italiani sono quello di CasaClima e la certificazione PassivHaus.

La normativa, sia europea che italiana, per quanto sempre più completa, ancora non tratta in modo completo il tema degli edifici esistenti che, per altro, sono la maggioranza in tutta Europa.

Proprio questo argomento, infatti, dovrebbe essere cruciale per la trasformazione del patrimonio edilizio in un sistema sempre più efficiente soprattutto perché le modalità con cui intervenire sull’esistente sono spesso più complesse e le problematiche più numerose.

Un passo è stato fatto con la Direttiva Europea 2018/44, che ha previsto incentivi anche per la ristrutturazione di edifici pubblici e privati, purché porti ad elevati miglioramenti delle prestazioni energetiche.

La nuova direttiva EPBD (nota come Case Green) fissa obiettivi precisi per ridurre il consumo energetico complessivo degli edifici in tutta l’UE, con l’obiettivo di arrivare alla neutralità climatica al 2050. La direttiva prevede che dal 2030 siano edificati edifici zero emission buildings – ZEmB ( (dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica) e la ristrutturazione graduale degli immobili, a partire da quelli con le peggiori prestazioni. In particolare si dovranno ristrutturare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Gli Stati membri dovranno inoltre predisporre un percorso di trasformazione del proprio patrimonio edilizio in nZEB entro il 2050.

Quali sono le caratteristiche di un NZEB

Non esiste una vera e propria regola univoca per la costruzione di un edificio a energia quasi zero, ma piuttosto alcuni principi da rispettare per sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente.

Secondo la normativa, un NZEB ha un basso o nullo fabbisogno energetico sia in regime invernale che estivo, grazie a buone prestazioni termiche (basse trasmittanze ed elevata inerzia termica) e fa ampio uso di fonti rinnovabili e tecnologie impiantistiche efficienti.

I parametri e gli indici di riferimento per il calcolo delle prestazioni di un NZEB sono contenuti nel DM 26 giugno 2015, in cui si trovano valori e definizioni del coefficiente medio globale di scambio termico (H’T), l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile (Asol,est/Asup utile), l’indice di prestazione termica per il riscaldamento e per il raffrescamento (EPH,nd e EPC,nd) e, infine, l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio (EPgl,tot).

Si introduce, poi, il confronto dei valori calcolati di questi ultimi tre indici di prestazione (indici EP) dell’edificio reale, con quelli di un edificio di riferimento, rispetto ai quali devono essere inferiori. Le tabelle di riferimento per i parametri e le caratteristiche da rispettare sono contenuti nell’Appendice A del decreto.

Il cambio di passo si nota osservando le principali novità introdotte, come ad esempio la richiesta di calcolare l’energia consumata dall’edificio durante tutte le stagioni, mentre prima ci si concentrava solo sul fabbisogno invernale.

Da gennaio 2021, tutti i nuovi edifici realizzati sul territorio italiano devono rispettare queste indicazioni, con lo scopo di assicurare uno sviluppo sempre più sostenibile per il settore.

Quali sono le caratteristiche di un NZEB

Inoltre, proprio in merito alle tecnologie e alle innovazioni disponibili sul mercato, l’ENEA nel 2018 ha promosso l’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia quasi Zero grazie al quale è anche possibile ottenere statistiche e informazioni in merito a tecnologie utilizzate, procedure messe in atto e standard raggiunti.

A che punto siamo in Italia?

Per quanto ci si trovi solo all’inizio di un percorso che porterà alla sempre maggior diffusione degli NZEB, l’Italia mostra un trend positivo. A fine 2018, infatti, si contavano più di 1500 NZEB, in gran parte ad uso residenziale, generalmente certificati in classe A4.

Edifici NZEB, a che punto siamo in Italia?

La maggior parte degli NZEB, risulta distribuita in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto e quasi tutti ricorrono pressoché alle medesime soluzioni tecnologiche, con elevato isolamento, pompa di calore e fotovoltaico per la produzione di energia rinnovabile.

E gli edifici a zero emissioni? Cosa sono i NZCB

Gli edifici a energia quasi zero non sono l’unica soluzione per ridurre l’impatto ambientale del settore delle costruzioni e, nel corso degli anni, sono stati molti gli studi e le ricerche per un’architettura più sostenibile.

Un esempio è quello del recente concetto di NZCB, ovvero di edifici a emissioni quasi zero, ovvero che provocano una quantità di emissioni di gas serra nulla o quasi nulla per funzionare. In questo senso, ci si avvicina al tema della “carbon footprint”, un indicatore che misura le emissioni a carico di un servizio o di un prodotto, anche di un edificio. I gas serra sono più di uno, ma per questione di leggibilità dei risultati, vengono espressi in CO2 equivalente.

Cosa sono i NZCB, edifici a 0 emissioni

Si può quindi comprendere che la principale differenza tra il concetto di NZEB e quello di NZCB è proprio la focalizzazione, da un lato sull’energia richiesta dall’edificio e la relativa quota rinnovabile, dall’altro sulle emissioni dovute alla produzione dell’energia necessaria all’edificio. Anche se possono sembrare simili, va detto che nel secondo caso ogni fonte energetica utilizzata, interna o esterna che sia, viene valutata sulla base delle effettive emissioni provocate.

Alcuni esempi di edifici nZEB nel mondo

Come abbiamo visto la progettazione nZeb prevede l’implementazione di tecniche di progettazione sostenibile e bioclimatica, che comprendono l’orientamento ottimale dell’edificio per massimizzare l’uso della luce solare, l’isolamento termico avanzato per ridurre le dispersioni di calore e l’integrazione di sistemi di ventilazione naturali. Inoltre, gli edifici nZeb sono dotati di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come pannelli solari fotovoltaici e termici, pompe di calore e sistemi geotermici.

Vediamo insieme alcuni dei più spettacolari edifici a energia quasi zero realizzati nel mondo.

Heliotrope 

Siamo nel 1994 quando l’architetto tedesco Rolf Disch decide di progettare un’abitazione fortemente innovativa: Heliotrope (Friburgo, Germania) è un esempio di eccellenza nell’architettura sostenibile e rappresenta un significativo passo avanti verso un mondo a impatto zero.

 

Edificio NZEB Heliotrope in Germania
Heliotrope – img by Rolf Disch

Il tratto distintivo dell’Heliotrope è la sua struttura rotante. L’intera casa ruota su un asse centrale, permettendo all’edificio di seguire il sole durante tutta la giornata. La capacità di movimento è fondamentale per massimizzare l’efficienza energetica, consentendo ai pannelli solari montati sulla sommità di captare la massima quantità di luce solare possibile.

La facciata della casa, composta da vetro triplo con un valore U di 0,5, è progettata per ottimizzare l’isolamento termico. Durante l’inverno, la facciata viene orientata verso il sole, permettendo di catturare il massimo calore solare e riducendo la necessità di riscaldamento. Nei mesi estivi, l’edificio ruota per esporre il lato posteriore, altamente isolato (con un valore U di 0,12), che protegge la casa dal surriscaldamento.

I pannelli solari sono responsabili della produzione di acqua calda, mentre i pannelli fotovoltaici sul tetto generano energia elettrica in quantità superiore a quella necessaria per il funzionamento dell’edificio. Questo sistema integrato consente all’Heliotrope di operare con zero emissioni di CO2, garantendo il 100% di rigenerazione energetica.

K19 

Incastonati tra edifici storici, case di ringhiera e opifici recuperati, i due edifici di via Kramer 19 a Milano, noti come K19, nascono come residenze sostenibili realizzate dallo studio di progettazione LPzR.

K19, edificio NZEB a Milano
K19 – img by LPzR

Il primo edificio, composto da sette piani, è stato costruito ex novo al posto di un’officina dismessa. Il secondo, invece, rappresenta un progetto di recupero di un garage degli anni ‘50, caratterizzato da una struttura a volta a botte, ora trasformato in un sofisticato spazio residenziale. I due interventi, per un totale di 15 appartamenti, sono un esempio di come innovazione tecnologica e rispetto per l’ambiente possano coesistere in armonia con il contesto cittadino.

Gli edifici K19 sono certificati come Nearly Zero Energy Building e sono in grado di produrre quasi tutta l’energia di cui necessitano. Tale risultato è stato raggiunto grazie all’adozione di tecnologie avanzate che minimizzano il consumo energetico e massimizzano l’uso di energie rinnovabili. Lo studio di progettazione LPzR ha  individuato nella geotermia una soluzione green per provvedere al riscaldamento e al raffrescamento degli ambienti residenziali.

La progettazione degli involucri edilizi è stata curata nei minimi dettagli, garantendo un isolamento termico e acustico di altissimo livello. In questo modo i progettisti hanno creato le condizioni di comfort abitativo ottimale, riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Campus Bocconi a Milano

Studio SANAA ha realizzato il progetto del nuovo Campus dell’Università Bocconi a Milano.
Il progetto è stato inaugurato a fine novembre 2019 ed è un vero e proprio gioiello in termini di edilizia eco sostenibile: si tratta infatti di una struttura con sistemi di ventilazione e sistemi di illuminazione studiati per sfruttare al massimo i raggi solari, inserimento di pannelli fotovoltaici e un sistema di sfruttamento dell’acqua piovana.

Studio SANAA ha realizzato il progetto del nuovo Campus dell’Università Bocconi a Milano
Campus dell’Università Bocconi a Milano – Img by SDA Bocconi

Non solo “green”, ma anche esteticamente molto interessante: il Campus della Bocconi è stato progettato per sfruttare la sua multifunzionalità, essendo dotato di centro sportivo, piscine e dimore per gli studenti.

Indira Paryavaran Bhawan, Ministero dell’Ambiente e delle Foreste 

Nel panorama urbano di Nuova Delhi, l’Indira Paryavaran Bhawan è un edificio pioneristico nel campo della sostenibilità ambientale in India: si tratta infatti della prima architettura indiana a zero emissioni.

Indira Paryavaran Bhawan, Ministero dell'Ambiente e delle Foreste a Nuova Delhi
Indira Paryavaran Bhawan img by nzeb in India

Oltre il 75% della superficie dell’edificio è progettato per utilizzare la luce del giorno, riducendo la dipendenza da fonti di illuminazione artificiali. Inoltre, oltre il 50% dell’area esterna è coperto da vegetazione, che non solo migliora la qualità dell’aria circostante ma aiuta anche a mitigare gli effetti delle temperature elevate.

L’ installazione di pannelli solari ad alta efficienza produce energia rinnovabile sufficiente per coprire la maggior parte del fabbisogno energetico dell’edificio.

Unisphere 

Completato nel 2018, Unisphere (Silver Spring, Maryland) porta la progettazione sostenibile in Maryland. Unisphere è stato progettato con l’obiettivo di essere un Net Zero Site, il che significa che non avrà alcuna impronta di carbonio sull’ambiente. La quantità di energia elettrica e termica utilizzata sarà completamente generata in modo rinnovabile in loco.

Edificio nZEB Unisphere (Silver Spring, Maryland)
Unisphere – img by EwingCole

L’edificio utilizza oltre 3.000 pannelli solari ad alta efficienza, in grado di generare oltre 1 MW di energia in modo tale da compensare l’intero consumo energetico annuale dell’edificio, garantendo un bilancio energetico in pareggio.

La presenza di pozzi geotermici aumenta l’efficienza del sistema di riscaldamento e raffreddamento dell’edificio fino al 50%. Funzionando come scambiatori di calore con la terra, permettono la circolazione di acqua calda o fredda attraverso il sistema HVAC, a seconda della stagione. L’edificio è progettato per sfruttare la ventilazione naturale durante i periodi dell’anno in cui le condizioni esterne lo consentono. Questo sistema opera in tre fasi: automatica, manuale e assistita meccanicamente, garantendo un comfort ottimale e un utilizzo efficiente delle risorse.

ZBC 

Hong Kong celebra un passo significativo nel cammino della sostenibilità con il Zero Carbon Building (ZCB) di Ronald Lu & Partners, il primo edificio a energia quasi zero della città sviluppato dal Construction Industry Council in collaborazione con il governo della RAS.

Edificio nzeb Zero Carbon Building (ZCB) di Ronald Lu & Partners
Zero Carbon Building img Photo Ronald Lu&Partners

Il design del ZCB è stato concepito secondo i dettami dell’architettura passiva, attentamente progettato per migliorare la ventilazione naturale, l’illuminazione e la protezione solare. La forma costruttiva, l’orientamento, il layout e l’involucro dell’edificio sono stati progettati in modo sensibile al clima locale.

Uno degli obiettivi principali del ZCB è quello di raggiungere il traguardo “Energy Plus“, producendo più energia di quella necessaria su base annua. Questo surplus energetico compensa il carbonio incorporato nel processo di costruzione e nei materiali strutturali principali, rendendo il ZCB un esempio di ecoefficienza e innovazione nel design sostenibile.

Z6 Tower 

La torre Z6 a Pechino, Cina, porta la firma dell’illustre studio di architettura Foster + Partners. Situata nel cuore del quartiere centrale degli affari di Pechino, la torre Z6 è diventata il primo grattacielo per uffici della Cina a ottenere la certificazione “Net Zero Carbon Outstanding”. Questo prestigioso riconoscimento è stato ottenuto superando il “Net Zero Carbon Building Evaluation System”, sviluppato dal British Research Constitutional (BRE) e dal TÜV Rheinland Greater China, basato sugli standard BREEAM.

Edificio NZEB torre Z6 a Pechino, Cina
Z6 Tower – img by Foster + Partners

La Z6 Tower si distingue per la sua capacità di ridurre del 47% le emissioni di carbonio rispetto al livello di riferimento della nazione. Un risultato che è stato raggiunto grazie all’implementazione di sistemi meccanici innovativi, controlli intelligenti degli edifici, ascensori con feedback energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili in loco. Progettata in collaborazione con Sino Ocean Group, l’intento è di compensare il restante 53% delle emissioni attraverso l’uso di energie rinnovabili off-site dopo il completamento dell’edificio.

Interno Z6 Tower, edificio NZEB

L’edificio dà priorità al verde, alla ventilazione naturale e alla luce naturale. Le facciate dell’atrio favoriscono la ventilazione naturale che permette all’aria calda di salire e uscire dall’edificio. Inoltre, le terrazze esterne offrono percorsi diretti verso il parco adiacente. Ogni atrio, alto 20 metri, è progettato per portare luce naturale negli spazi degli uffici, migliorando l’efficienza e promuovendo il benessere dei dipendenti.

Joyce Centre for Partnership and Innovation

Il Joyce Center for Partnership and Innovation (JCPI) del Mohawk College (Hamilton, Canada), ha aperto le sue porte agli studenti nell’autunno del 2018, diventando rapidamente un simbolo di sostenibilità e innovazione nel settore educativo canadese.

Joyce Centre for Partnership and Innovation, edificio nzeb in Canada
Joyce Centre for Partnership and Innovation – img by B+H Architects

Progettato dagli studi B+H e McCallum Sather Architects, il JCPI è il primo edificio istituzionale ad essere certificato per entrambe le categorie Design e Performance secondo lo Zero del Canada Green Building Council (CaGBC).

Un grande atrio pieno di luce è lo spazio attorno al quale sono organizzate aule, spazi di co-working e laboratori. Questi ambienti sono modulabili e flessibili, favorendo un apprendimento dinamico e collaborativo.

Gli architetti hanno scelto di rispettare il paradigma della sostenibilità compiendo scelte oculate nella selezione dei materiali di provenienza locale, oltre ad orientare la progettazione per favorire il comfort interno e ridurre il consumo energetico della struttura.

Dalla sua inaugurazione, la struttura del campus ha prodotto più energia di quella che consuma, grazie all’utilizzo di energia solare e a un sistema geotermico su larga scala per il riscaldamento e il raffreddamento.

Vertikal Nydalen 

Snøhetta ha definito Vertikal Nydalen (Oslo, Norvegia) un progetto “a triplo zero”: zero emissioni di carbonio, zero consumo energetico netto, e zero rifiuti. L’edificio è orientato e progettato in modo tale da ridurre al minimo il bisogno di illuminazione artificiale durante il giorno, mentre un sistema di ventilazione naturale riduce la dipendenza dai sistemi di raffreddamento meccanico.

Edificio Nzeb: Vertikal Nydalen a Oslo, in Norvegia
Vertikal Nydalen

Particolarmente degno di nota è proprio lo studio della ventilazione naturale nell’edificio: la facciata angolare, progettata per creare differenze di pressione, consente all’aria di circolare in modo efficiente all’interno dell’edificio. Inoltre, le valvole intelligenti integrate nella facciata regolano il flusso d’aria in base alle esigenze specifiche offrendo ai suoi ospiti un livello di comfort termico ottimale.

New York Climate Exchange 

Nel 2028, New York City vedrà la nascita di un innovativo centro internazionale dedicato allo sviluppo di soluzioni per la crisi climatica: il New York Climate Exchange su Governors Island. Il campus, frutto della collaborazione tra la Stony Brook University e lo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill (SOM), sarà un punto di riferimento per la ricerca sul clima.

Edificio Nzeb New York Climate Exchange 
New York Climate Exchange – img by SOM

L’uso del legno per la nuova architettura, combinato con il riutilizzo adattivo degli edifici esistenti, ridurrà significativamente il carbonio incorporato, contribuendo così alla diminuzione delle emissioni complessive. Il campus sarà uno dei primi negli Stati Uniti a ottenere la certificazione True Zero Waste, che implica una gestione dei rifiuti che mira a non produrre alcun rifiuto destinato alle discariche. Inoltre, il campus soddisferà il 100% della domanda di acqua non potabile utilizzando acqua piovana e acque reflue trattate. Tutta l’elettricità necessaria sarà generata in loco attraverso fonti rinnovabili, creando persino un surplus di energia che potrà essere reimmesso nella rete elettrica cittadina.

Altro punto fondamentale per SOM è che ogni edificio del campus rispetti gli standard Living Building Challenge. Questo standard di certificazione, tra i più rigorosi al mondo, richiede che gli edifici siano autosufficienti in termini di energia, idrici e rifiuti, oltre a promuovere la salute e il benessere degli occupanti. Ad oggi, nessun edificio a New York City ha ancora raggiunto questo livello di sostenibilità.

BEEAH headquarters

Lo studio Zaha Hadid Architects ha realizzato il nuovo headquarter del gruppo BEEAH negli Emirati Arabi. Tra linee futuristiche e progettazione sostenibile, il BEEAH Headquarter è stato ideato per ottenere la certificazione LEED Platinum, riconoscimento di eccellenza nel campo dell’edilizia sostenibile. L’edificio è a zero emissioni nette e minimizza i consumi energetici grazie a tecnologie avanzate e a un sistema di gestione intelligente.

Edificio NZEB BEEAH headquarters
BEEAH headquarters – img by Zaha Hadid Architects

Il BEEAH Headquarters è dotato di un sistema di gestione intelligente che regola automaticamente l’illuminazione e la temperatura in base all’occupazione degli spazi e all’ora del giorno. L’energia necessaria per il funzionamento dell’edificio è fornita da un impianto fotovoltaico, che soddisfa interamente il fabbisogno energetico. L’energia in eccesso viene immagazzinata nei battery pack Tesla, garantendo una disponibilità continua, giorno e notte.

L’edificio dispone inoltre di un impianto di trattamento delle acque reflue alimentato dall’energia solare e di un sistema di riciclo delle acque, sottolineando ulteriormente l’impegno di BEEAH verso la sostenibilità.

BedZED 

A Londra troviamo il progetto BedZED: ossia un edificio che si trova a Hackbrig (Sutton) e si caratterizza perché è completamente ecosostenibile.

 

Progetto BedZED di Londra
Progetto BedZED di Londra

L’idea e il progetto sono stati curati dall’architetto Bill Dunster che ha realizzato questa struttura dotata di 82 abitazioni e 777 mq di pannelli solari.

Greenstone Building

4 piani ricoperti da celle fotovoltaiche: questo è il Greenstone Building sede di 16 agenzie federali governative. L’architettura dell’edificio è davvero particolare e studiata per ottenere la massima resa dalle fonti di energia rinnovabili.

Il quartier generale del “futuro”: il Greenstone Building
Il quartier generale del “futuro”: il Greenstone Building

Sul tetto è presente infatti un giardino che raccoglie acqua piovana, mentre il costo dell’energia elettrica viene abbattuto grazie alla facciata in vetro che lascia filtrare la luce.

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