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Indice degli argomenti Toggle Lo studio condotto negli USAIl legame virtuoso tra fotovoltaico e crescita delle coltureFotovoltaico e biodiversità: le positive evidenze in Europa C’è un legame tra fotovoltaico e biodiversità. Gli effetti positivi connaturati dalla presenza di impianti solari sono confermati da diversi risultati avvalorati su base scientifica. Il più recente è stato pubblicato da un team di ricercatori dell’Argonne National Laboratory e del National Renewable Energy Laboratory, parte del Dipartimento dell’Energia (DoE) degli Stati Uniti. Durato cinque anni, lo studio ha esaminato due siti solari nel Minnesota gestiti da Enel Green Power North America, installati su terreni agricoli a riposo, coltivati con erbe e fiori selvatici autoctoni. Il risultato è stato sorprendente: in meno di cinque anni sono triplicati gli insetti, specie quelli impollinatori. La loro importanza è enorme se si pensa che essi impollinano più del 75% delle colture globali, un servizio valutato fino a 577 miliardi di dollari all’anno. Tuttavia il loro calo è sensibile e generalizzato in tutto il mondo, come rilevano diversi studi tra cui uno recente pubblicato sulla rivista scientifica Physical Review. La biodiversità globale degli insetti è in declino a causa della perdita di habitat, dei pesticidi e dei cambiamenti climatici. Il ripristino delle condizioni ideali per la vita degli insetti, abbinato a cambiamenti intelligenti nell’uso del territorio verso lo sviluppo di energie rinnovabili, potrebbe aiutare a invertire la rotta, segnalano gli scienziati dell’Argonne Lab. Ma ci sono diversi studi condotti anche in Europa che confermano questa indicazione. Lo studio condotto negli USA Secondo il Solar Futures Study del DoE, negli Stati Uniti saranno necessari circa 4 milioni di ettari di terreno per lo sviluppo solare su larga scala entro il 2050, al fine di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della rete e di cambiamento climatico. Ma alcuni territori sono più adatti allo sviluppo del solare fotovoltaico rispetto ad altri. Nei due siti dove sorgono gli impianti fotovoltaici all’esame del team statunitense sono stati piantate erbe autoctone e piante da fiore all’inizio del 2018. Quanto hanno potuto evidenziare nel corso dell’indagine quinquennale è stato innanzitutto un aumento della diversità delle specie vegetali autoctone e dell’abbondanza di fiori. Inoltre, il team ha osservato un incremento nell’abbondanza e nella diversità degli insetti impollinatori autoctoni e degli insetti utili all’agricoltura, tra cui api mellifere, api autoctone, vespe, calabroni, sirfidi, farfalle e altri insetti. L’abbondanza totale degli insetti è triplicata, mentre il numero delle api autoctone è aumentato di ben 20 volte. A trarre vantaggio sono state anche le colture vicine. I ricercatori hanno scoperto, infatti, che gli impollinatori provenienti dai siti solari visitavano anche i fiori di soia nei campi coltivati adiacenti, procedendo all’impollinazione. Si è evidenziata, quindi, una combinazione virtuosa tra fotovoltaico e biodiversità: come ha messo in risalto l’équipe di ricercatori, in futuro verranno sviluppate grandi quantità di energia solare montata a terra, ma se adeguatamente posizionata, l’energia solare rispettosa dell’habitat potrà fornire benefici. Il legame virtuoso tra fotovoltaico e crescita delle colture Il team di ricerca dell’Argonne National Laboratory, coordinato dallo scienziato ambientale ed ecologo del paesaggio Leroy J. Watson aveva pubblicato qualche anno prima un’altra ricerca di grande interesse che metteva in evidenza il ruolo virtuoso e combinato tra fotovoltaico, biodiversità e agricoltura. In particolare gli studiosi avevano messo in evidenza come nei paesaggi agricoli che supportano anche lo sviluppo di energie rinnovabili come gli impianti di energia solare su larga scala possono esistere opportunità per conservare gli insetti impollinatori e ripristinare localmente i loro servizi ecosistemici. Watson e gli altri hanno identificato oltre 3.500 kmq di terreno agricolo vicino a 12 parchi fotovoltaici esistenti e pianificati che avrebbero potuto beneficiare di maggiori servizi di impollinazione attraverso la creazione di habitat dedicati agli insetti impollinatori. In particolare si sono concentrati su alcune colture che rappresentavano oltre il 90% dell’agricoltura vicino a queste strutture: soia, erba medica, cotone, mandorle e agrumi. Il loro lavoro ha stabilito che trasformare le aree coperte da questi parchi in habitat per gli insetti aumenterebbe significativamente la produttività dei campi circostanti, aiuterebbe a combattere il collasso delle popolazioni di insetti e fornirebbe molti altri servizi agli ecosistemi. Gli scienziati hanno stimato che se tutti i parchi fotovoltaici considerati dallo studio fossero ricoperti di erba e fiori selvatici potrebbero portare a un guadagno di 1,75 milioni di dollari per le colture di soia, 4 milioni di dollari per le mandorle e 233mila dollari per la produzione di mirtilli rossi. Per non parlare degli effetti ambientali benefici generati in termini di purificazione dell’acqua o sequestro del carbonio. Fotovoltaico e biodiversità: le positive evidenze in Europa In Europa diversi progetti di ricerca sono giunti ad analoghe conclusioni. Nei Paesi Bassi un team del TNO, organizzazione scientifica indipendente per la ricerca applicata, ha studiato l’impatto dei campi solari sulla qualità del suolo e sulla biodiversità ed è giunta alla conclusione che se ben progettati, gestiti e mantenuti, i parchi solari possono avere effetti benefici sulla biodiversità. In Germania, su iniziativa della BNE (Associazione federale dell’industria delle nuove energie) è stata condotta un’altra ricerca dedicata all’impatto del fotovoltaico sulla biodiversità. I dati sono stati raccolti da parchi di 9 Länder con una potenza totale di 75 MW. Quanto hanno evidenziato gli scienziati dello studio, coordinato da Rolf Peschel, è stato positivo: oltre alla scoperta di 25 specie di cavallette diverse, sinonimo di arricchimento della biodiversità, è emerso inoltre che i parchi fotovoltaici fungono da habitat estivo per anfibi e rettili, tra cui lucertole e rane. Infine, diverse specie di uccelli campagnoli stabiliscono i loro nidi anche al riparo dei pannelli, senza essere disturbati dalle macchine agricole e dalle operazioni in campo. Condotta qualche anno fa, la ricerca – intitolata “Biodiversità nei parchi solari” – è stata rinnovata di recente e ora si prevede che i primi risultati del nuovo lavoro scientifico verranno pubblicati nel 2025. Rispetto al primo studio, che esaminava soprattutto i parchi solari nelle aree di conversione nei nuovi Länder, l’aggiornamento esaminerà circa 30 sistemi all’aperto su terreni coltivabili a livello nazionale per lo sviluppo della biodiversità. Nel Regno Unito Solar Energy UK, in collaborazione con Clarkson & Woods, Wychwood Biodiversity e Lancaster University hanno condotto uno studio dopo aver messo a punto un approccio standardizzato al monitoraggio ecologico dei parchi solari. Questo rapporto pilota ha delineato i risultati di 37 siti solari operativi esaminati nel 2022 in tutto il Regno Unito. I risultati, anche questa volta, sono positivi: il rapporto ha evidenziato le relazioni positive che i parchi solari possono avere con l’ecologia, con particolare attenzione alla botanica e alla fauna, ai mammiferi e agli uccelli. Inoltre, una ricerca condotta dalla Lancaster University ha dimostrato che il terreno di un parco solare gestito per i fiori selvatici anziché per l’erba può aumentare il numero di calabroni fino a quattro volte. I benefici si estendono fino a un chilometro oltre il parco solare, a vantaggio degli agricoltori che hanno bisogno delle api per impollinare i loro raccolti. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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