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Indice degli argomenti: Economia verde e riduzione delle emissioni di CO2, a che punto siamo? L’energia e la Green Economy in Italia Il ruolo delle città nella Green Economy La Green Economy è un modello economico che si differenzia da quello tradizionale e si pone l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, favorendo invece lo sviluppo sostenibile e l’ecologia. L’economia verde punta a massimizzare non solo gli aspetti economici, ma anche quelli ambientali e sociali. Questo significa anche economia circolare, eco progettazione, energia rinnovabile, trasporti sostenibili, città intelligenti, digitalizzazione e molto altro. Una rivoluzione che in Italia, e non solo, è già cominciata e che deve proseguire in modo sempre più concreto. Tra i vari temi citati, in questo articolo ci si sofferma sul ruolo che hanno l’energia rinnovabile e lo sviluppo urbano. Economia verde e riduzione delle emissioni di CO2, a che punto siamo? Tra gli effetti sperati della Green Economy c’è chiaramente la riduzione delle emissioni di CO2 e in generale di gas climalteranti, in linea anche con quanto definito dall’Europa con i nuovi target per il 2030. In Italia, nel 2020 si è assistito ad un calo delle emissioni di gas serra del 9,8% rispetto all’anno precedente, principalmente a causa dello scoppio della pandemia e dell’arresto di molte attività. La riduzione principale, infatti, si è registrata nel settore dei trasporti (-16,8%), seguito da quello della produzione di energia elettrica. Secondo la relazione sulla Green Economy redatta da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il 2021 ha mostrato fin dai primi mesi un ritorno alla crescita delle emissioni, anche se si ipotizza che saranno comunque inferiori a quelle registrate nel 2019, in epoca pre-Covid. In ogni caso, ragionando con i dati alla mano è subito chiaro che, se ad oggi il calo delle emissioni rispetto al 1990 è del 28,8% e per il 2030 l’Europa ipotizza una riduzione del 55%, l’Italia ha di fronte un decennio davvero molto impegnativo. Ridurre in 10 anni le emissioni di oltre il 26% significa che ogni anno deve assicurare una riduzione del 2,6% sul precedente, mentre finora il valore si ferma all’1%. L’energia e la Green Economy in Italia La Green Economy punta sull’energia rinnovabile per soddisfare il fabbisogno richiesto in modo sostenibile. La crescita di questa forma di energia, purtroppo, in Italia prosegue in modo decisamente troppo lento. Secondo le stime del GSE, nel 2020 il consumo energetico da fonti rinnovabile è di circa 21,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), in calo rispetto all’anno precedente. Le rinnovabili termiche, in particolare, coprono meno del 20% del fabbisogno di calore in Italia. Ferma anche la crescita nel settore dei trasporti, mentre è maggiormente positivo il dato sulla produzione di energia elettrica, dove le rinnovabili hanno coperto il 42% della produzione totale. In particolare, è il fotovoltaico ad aver registrato la crescita più importante (+9,6%). Ma quando si parla di energia e Green Economy, le rinnovabili non sono l’unico punto da affrontare, in quanto a loro si affianca il tema del risparmio energetico. In questo caso, il report cita i dati raccolti dal Mise nel 2020, dai quali si evince che i consumi primari di energia si sono ridotti del 9,2% rispetto al 2019. Un calo che però si spiega di nuovo con la pandemia, che ha segnato anche una riduzione del Pil dell’8,9%. Nello stesso periodo, però, sono stati messi in campo fondi per la riqualificazione energetica, con il lancio del Superbonus. Molti edifici (a giugno 2021 erano stati ammessi 19.000 interventi), quindi, sono stati oggetto di importanti interventi nell’ultimo anno. Non è ancora possibile stimare l’effettivo impatto di queste misure, ma il patrimonio edilizio italiano richiede importanti interventi di efficientamento e la strada della riqualificazione è sicuramente da percorrere. Il ruolo delle città nella Green Economy Trascurare le città quando si valutano soluzioni per rendere l’economia più sostenibile sarebbe un grave errore, soprattutto se si considera che secondo le stime entro il 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà proprio nei centri urbani. Qui, però, non si concentrano solo le persone, ma anche le fonti di emissioni globali di gas serra. Proprio per questo, si parla sempre più spesso di decarbonizzazione delle città, ossia di una trasformazione che porti alla totale indipendenza dalla fonti fossili. Che si tratti di città intelligenti o città sostenibili, la neutralità climatica è uno dei principali obiettivi di tutti gli studi legati allo sviluppo urbano futuro. Riqualificare e rilanciare le città in chiave green, oltretutto, ha importanti benefici anche da un punto di vista sociale, in quanto migliora la qualità della vita delle persone. Durante il Green City Network di luglio 2021 è stata presentata la “Carta delle città vero la neutralità climatica”, a cui hanno aderito già 45 città italiane. Il documento delinea 5 ambiti di intervento principali attraverso i quali, con un approccio multisettoriale, le città possono raggiungere la neutralità climatica. Da non trascurare le opportunità offerte dalla tecnologia e dalla digitalizzazione, che permettono di ricorrere a strumenti nuovi ed efficaci per ottimizzare ed efficientare attività e servizi. Ne sono un esempio le Smart Grid, la sensoristica per i rilievi della qualità ambientale, i contatori intelligenti, le applicazioni mobile per i cittadini. Gli esempi possono essere molti, ma in generale si tratta di sfruttare al meglio le potenzialità della tecnologia per migliorare le nostre città, rendendole intelligenti. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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