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A cura di: Tommaso Tetro Indice degli argomenti: La Carta La neutralità climatica Mobilità, economia circolare, taglio gas serra Disegnare le città Le città diventano sempre di più il nucleo dello sviluppo sostenibile. E il centro delle azioni per raggiungere la neutralità climatica. A questo punta la Carta anti-emissioni di gas serra lanciata dal Green city network agli inizi di luglio. In sostanza, l’obiettivo è spingere i grandi centri a un maggior impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. La Carta I punti fondamentali della Carta ruotano essenzialmente intorno a un nuovo protagonismo delle città per la transizione ecologica: efficienza energetica e aumento delle fonti rinnovabili; mobilità urbana sostenibile con riduzione delle automobili in circolazione; economia circolare e decarbonizzazione del sistema produttivo; assorbimento della CO2. Il contesto, Patto dei sindaci e Pnrr Il contesto in cui si inserisce la Carta è il Patto dei sindaci per il clima e l’energia; hanno aderito molte città italiane. A cui oggi si sommano anche le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da utilizzare per la mitigazione e per la resilienza. La neutralità climatica Per raggiungere la neutralità climatica è necessario integrare una serie di misure: mitigazione e di adattamento climatico; transizione alla neutralità e per garantire la qualità e la vivibilità delle città, puntando sulla qualità dell’aria, la rigenerazione urbana, la riqualificazione del patrimonio edilizio, la mobilità sostenibile, la gestione ecologica delle acque e lo sviluppo di infrastrutture verdi; riduzione delle emissioni di gas serra e per l’implementazione dell’economia circolare. Tra le altre cose è necessario ridurre i consumi complessivi di energia, in particolare quelli prodotti con combustibili fossili; raddoppiare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, garantendo che il 70% della produzione nazionale di elettricità derivi da fonti rinnovabili nonché coprire circa il 50% della domanda di calore con fonti rinnovabili termiche. Cosa devono fare le città Il ruolo delle città è di monitorare i consumi energetici e combattere gli sprechi di energia, definire programmi di valutazione, certificazione e riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, effettuare la mappatura della fonti rinnovabili presenti sul territorio, individuando aree disponibili per nuovi impianti, agevolare gli iter amministrativi per la realizzazione di impianti che producono energia rinnovabile, anche integrabili nel patrimonio edilizio esistente, promuovere le migliore possibilità di impiego delle fonti rinnovabili. Mobilità Per quanto riguarda la mobilità urbana sostenibile, si devono decarbonizzare i trasporti attraverso un quadro analitico della mobilità in città, avvalendosi del piano per la mobilità sostenibile teso in particolare modo a ridurre l’uso dell’automobile, promuovere le diverse modalità di trasporto, implementando il trasporto pubblico e quello in sharing, estendere zone pedonalizzate e a traffico limitato, ridurre la mobilità non necessaria (anche avvalendosi di modalità di lavoro a distanza), aumentare il numero di parcheggi di scambio ed estendere i divieti di sosta sulle strade, implementare ed estendere i percorsi delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali, e prevedere entro il 2030 il divieto nei centri urbani di circolazione delle auto a combustione interna diesel e benzina, oltre a promuovere l’elettrificazione, l’uso di carburanti sostenibili e l’idrogeno verde. Economia circolare Nell’ambito dell’economia circolare e della decarbonizzazione, le città dovranno compiere sforzi diretti sia al settore della produzione che a quello del consumo. Sono chiamate a fare informazione, diretta in particolare ai cittadini sul rapporto tra consumi e gas ad effetto serra, sostenere la transizione dei comparti industriali locali e delle singole imprese verso modelli circolari, incentivare le imprese a migliorare la propria efficienza energetica, puntando, per produzione e consumi, a quella derivante da fonti rinnovabili, promuovere la bioeconomia rigenerativa, puntare alle pratiche agro-ecologiche e biologiche, valorizzando le produzioni locali e a filiera corta. Taglio gas serra Una partita importante sarà quella legata agli assorbimenti di carbonio, che insieme alla cattura, sequestro e utilizzo tecnologico dello stesso, avranno un ruolo molto importante nel raggiungere la neutralità climatica. Dal momento che si prevede di raddoppiare, rispetto ai livelli attuali, gli assorbimenti entro il 2050, le città avranno il compito di tutelare i suoli come serbatoi di carbonio, recuperare, bonificare e rinaturalizzare i suoli, le aree urbane e periurbane degradate, aumentando la loro capacità di essere serbatoi di stoccaggio del carbonio, riforestare e valorizzare la biodiversità urbana, incrementando i parchi e i giardini cittadini, le pareti, le coperture e gli orti urbani. Disegnare le città In questo processo di cambiamento, lo stesso disegno delle città si trasforma. Il modello cui molte città italiane guardano è quello della ‘città in 15 minuti’, quella che pensa al cittadino e ai suoi bisogni, la vicinanza ai servizi fondamentali, il tempo che va ‘liberato’ dai vincoli degli spostamenti quotidiani casa-lavoro e traffico. Il modello di riferimento è quello proposto dal dipartimento di Innovazione territoriale dell’università La Sorbona di Parigi e preso come buono nella capitale francese: l’idea è che ogni cittadino possa svolgere, alla distanza di un quarto d’ora dalla propria casa, le sei funzioni sociali urbane fondamentali: vivere, lavorare, rifornirsi e acquistare beni, curarsi, apprendere, godere del proprio tempo libero. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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