Materie prime per la transizione energetica: il piano UE, le potenzialità, le lacune

La bozza di legge UE Critical Raw Materials Act indica come ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche dall’estero fondamentali per rinnovabili ed emobility. Ma c’è chi segnala limiti e perplessità

A cura di:

Materie prime per la transizione energetica: il piano UE, le potenzialità, le lacune

La necessità di materie prime per la transizione energetica, ecologica e digitale è una priorità che ha spinto la Commissione europea a proporre lo scorso marzo la Critical Raw Materials Act. La proposta di legge è la conseguenza di un aumento senza precedenti della domanda dei materiali chiave necessari per una doppia transizione di successo.

La stessa Commissione UE evidenzia, per esempio, che per le turbine eoliche onshore e offshore la domanda di metalli delle terre rare potrebbe aumentare rispettivamente di 4,5 volte entro il 2030 e di 5,5 volte entro il 2050, mentre per le batterie che alimentano i veicoli elettrici la domanda di litio potrebbe moltiplicarsi fino a 11 volte entro il 2030 e a 17 volte entro il 2050.

Oltre a un elenco aggiornato di materie prime critiche, la legge individua un elenco di materie prime strategiche fondamentali per le tecnologie utili alle ambizioni verdi e digitali dell’Europa e per le applicazioni di difesa e spaziali. Inoltre stabilisce che entro il 2030 l’UE conti su una percentuale almeno del 10% di materie prime estratte sul proprio territorio, oltre a contare sulla possibilità di trasformare almeno il 40% del consumo annuo. Inoltre in UE, il 15% del consumo annuale di ciascuna materia prima strategica dovrebbe provenire dal riciclo.

Scrive la Commissione:

“Se questi livelli saranno raggiunti, contribuiranno in modo significativo agli sforzi di diversificazione richiesti, al fine di garantire che, entro il 2030, non più del 65% del consumo annuo dell’Unione Europea di ciascuna materia prima strategica in qualsiasi fase pertinente della trasformazione provenga da un singolo Paese terzo”.

La legge è ambiziosa e le potenzialità notevoli, ma ci sono alcuni dubbi e lacune, legate alla mancanza di citazione dell’alluminio tra i materiali strategici, come pure le difficoltà legate alle potenzialità estrattive e di riciclo.

Materie prime per la transizione energetica: una partita strategica

La Critical Material Act nasce dalla necessità di adottare una strategia efficace per assicurare la reperibilità di materie prime per la transizione energetica. Come ha sottolineato Silvia Gross, professoressa di chimica inorganica dell’università di Padova “la transizione energetica è anche una delle più grandi transizioni di materiali della storia”.

L’Unione Europea ha intrapreso un’ambiziosa trasformazione industriale per realizzare una transizione verde e digitale. Garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche critiche (CRM) è al centro delle priorità politiche dell’UE per la doppia transizione, oltre che essenziale per aumentare le capacità di sicurezza nei settori della difesa e dello spazio.

Lo studio Foresight, pubblicato dalla Commissione UE prevede un aumento “senza precedenti” della domanda dei materiali chiave necessari per una transizione verde e digitale. Mentre si stima che la domanda di materie prime critiche aumenterà drasticamente, l’Europa fa molto affidamento sulle importazioni, spesso da fornitori di Paesi terzi, che ne detengono il monopolio.

Si consideri la Cina. Essa controlla: il 100% della fornitura globale di elementi di terre rare pesanti (HREE), cruciali per realizzare auto elettriche e ibride, ma anche per pannelli solari e turbine eoliche; il 91% della fornitura globale di magnesio; il 76% di quella di silicio metallico, materia prima fondamentale per gli impianti fotovoltaici. C’è poi da considerare la forte concentrazione di mercato per il cobalto – con la Repubblica Democratica del Congo che controlla oltre il 60% del mercato globale – per il platino, controllato al 71% dal Sudafrica, e per palladio, controllato al 40% dalla Russia.

Materie prime rare, una miniera di litio
Una miniera di litio

In questo quadro si può comprendere come l’UE oggi dipenda fortemente dalle importazioni per soddisfare il proprio fabbisogno interno di materie prime. Dalla Cina ottiene il 100% dei suoi HREE e l’85% delle terre rare leggere (LREE). Dalla Turchia proviene il 97% della fornitura di magnesio e il 99% della sua fornitura di boro; mentre dal Cile arriva il 79% della fornitura di litio.

Il raggiungimento della transizione digitale ed ecologica (di cui quella energetica è parte integrante), dipenderà anche dall’accesso sicuro e affidabile a una serie di materie prime. “Litio e terre rare, ma anche alluminio, rame e zinco sono ingredienti indispensabili per un’ampia gamma di tecnologie digitali e pulite, nonché per le infrastrutture della rete elettrica, i settori aerospaziale e della difesa”, segnalano Edoardo Righetti e Vasileios Rizos del Centre for European Policy Studies, a Bruxelles.

Materie prime critiche: tra obiettivi e dubbi

Proprio i due esperti europei, in un articolo su Intereconomics, hanno fatto il punto sul tema che riguarda la proposta di legge intitolata Critical Raw Materials Act su cui si basa, tra l’altro, la possibilità di contare sulle materie prime per la transizione energetica.

Segnalano che l’approvvigionamento futuro dell’UE di materie prime essenziali è esposto a rischi.

“Sebbene l’UE abbia da tempo riconosciuto il problema e abbia già presentato diverse iniziative, la crisi del COVID-19 e le recenti turbolenze nei mercati del gas hanno ulteriormente messo in luce le vulnerabilità sistemiche dell’UE. La necessità di un quadro normativo di sostegno, in particolare per l’estrazione e il riciclo nazionali, è emersa come condizione preliminare affinché l’UE raggiunga una sufficiente sicurezza dell’approvvigionamento. La nuova legge sui CRM segna un cambio di passo in questo senso”.

La proposta “stabilisce per la prima volta obiettivi per la fornitura di materie prime strategiche e critiche attraverso fonti dell’UE”. Tuttavia, l’effettivo potenziale dell’estrazione e del riciclo per contribuire alla domanda futura dell’UE deve essere adeguatamente valutato, insieme ai vincoli che potrebbero impedire lo sfruttamento di tale potenziale.

I tempi lunghi dei processi di autorizzazione per l’estrazione mineraria (l’orizzonte temporale per l’avvio di un progetto minerario nell’UE è in genere compreso tra 10 e 15 anni) pongono il contributo della produzione mineraria nell’UE “probabilmente limitato”.

Riciclo delle materie prime: “serve pragmatismo”

Sulla possibilità di riciclo si pongono delle criticità non indifferenti. Mancano infrastrutture di raccolta sufficienti e gli incentivi economici sono limitati. “Una domanda chiave a questo proposito è quanto velocemente volumi sostanziali di prodotti contenenti CRM raggiungeranno la fase di fine vita per essere riciclati”.

Sulle criticità legate a garantire un obiettivo ambizioso di riciclo si è espressa la stessa Confederazione europea delle industrie del riciclo (EuRIC). Il suo segretario generale Emmanuel Katrakis, pur confermando il forte sostegno agli ambiziosi obiettivi di contenuto riciclato”, ha richiesto però che essi siano “pragmatici”. E nel comunicato stampa, l’EuRIC giudica “essenziale” la definizione di “solidi obiettivi per il contenuto riciclato nei prodotti finali”.

Pur ribadendo che la Critical Raw Materials Act sia un passo nella giusta direzione verso la riduzione della dipendenza dalle materie prime critiche importate all’estero, vanno chiariti alcuni aspetti. Intanto la proposta non deve essere considerata separatamente “dall’ampia gamma di altre iniziative legislative dell’UE che potrebbero sopprimere o promuovere il riciclo e l’economia circolare”.

Questi includono il regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili e le prossime revisioni delle direttive sui veicoli fuori uso e sui RAEE. Infine, sono fondamentali i finanziamenti per gli investimenti nei progetti di riciclo delle materie prime critiche.

Critical Raw Materials Act: l’alluminio manca all’appello

Veniamo all’assenza dell’alluminio dal Critical Raw Materials Act. Esso è un componente basilare per tutte le applicazioni che riguardano la transizione energetica. Si pensi solo agli impianti fotovoltaici o a quelli eolici. L’associazione industriale European Aluminium ha espresso perplessità per l’omissione del materiale dalla proposta europea.

Anna-Michelle Asimakopoulou, vicepresidente della commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo, ha fatto notare che “Dall’inizio della legge sulle materie prime critiche, si è dato per scontato che l’alluminio facesse parte dell’elenco, ma a seguito di una spinta dell’ultimo minuto da parte di alcuni membri della Commissione del Collegio, l’alluminio è stato rimosso. Ciò nonostante la metodologia di selezione di tali materiali sia rimasta invariata”.

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento



Tema Tecnico

Le ultime notizie sull’argomento



Secured By miniOrange