Il Revamping fotovoltaico conviene, ecco perché

Revamping, ovvero riqualificazione di un impianto fotovoltaico che ha perso parte della propria produttività ed efficienza. Un mercato di grande interesse. La normativa del GSE. Una case history di successo a Rovigo. Ne parliamo con l’Ing Nicola Baggio Co-fondatore di FuturaSun.

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Revamping: vantaggi e potenzialità di un mercato

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I circa 650mila impianti fotovoltaici installati in Italia dal 2001 al 2014, che rappresentano circa l’80% del parco fotovoltaico del nostro paese, sono realizzati per la maggior parte in regime di Conto Energia e beneficiano di incentivi secondo le modalità previste dal GSE, purché siano garantite le performance in termini di produzione energetica. Molti di questi impianti con il tempo hanno perso parte della produttività ed efficienza a causa della naturale usura dei componenti o della scarsa attenzione alla qualità negli anni dei grandi incentivi e di conseguenza i proprietari perdono parte degli incentivi.

Revamping: che cos’è e i vantaggi

Gli interventi di revamping (dall’inglese to revamp, rimodernare) permettono di riqualificare e modernizzare impianti fotovoltaici esistenti ma non più performanti e possono interessare diversi aspetti più o meno significativi, che riguardano la sostituzione di pannelli e inverter, ma anche dei soli cablaggi o strutture di sostegno, lo spostamento di componenti elettriche o la realizzazione di nuove funzioni di monitoraggio digitali per la gestione semplificata e ottimizzata dell’impianto.

Il GSE ha definito le regole, ai sensi del DM 23/06/2016, con tutte le indicazioni da rispettare negli interventi di revamping. In particolare per gli interventi significativi entro 60 giorni dal loro completamento è necessario inviare una apposita comunicazione insieme ai documenti idonei a descrivere i lavori effettuati, secondo quanto previsto dalle Procedure. Per quelli meno significativi o per gli impianti di potenza pari o inferiore a 3 kW non è necessario inviare alcuna comunicazione.

Secondo il Renewable Energy Report 2021 dell’Energy&Strategy Group “un intervento di repowering applicato ad un impianto installato nel 2012 permetterebbe di raggiungere un aumento della produzione del sito anche superiore al 50-70%, a seconda delle condizioni dell’impianto preesistente e grazie alla possibilità di incrementare la potenza installata a parità di superficie”.

Va anche detto che gli interventi di revamping e repowering sono importanti per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNIEC che per il solo fotovoltaico prevedono di passare entro il 2030 dagli attuali 21,6 GW a 55 GW. 

L’Ing Nicola Baggio Co-fondatore di FuturaSun, CTO, Asset Manager e R&D Manager ci aiuta a capire i vantaggi e le potenzialità in Italia degli interventi di revamping.

Nicola Baggio Co-fondatore di FuturaSun, CTO, Asset Manager e R&D Manager 
Nicola Baggio

Quanto può aumentare la produttività di un impianto fotovoltaico dopo un intervento di revamping?

Molto dipende dallo stato in cui si trova l’impianto. Ipotizzando un impianto in buone condizioni, ma installato una decina di anni fa, grazie al revamping si potrebbe ottenere fino al 20% in più di produzione. Questo viene dato dall’effetto combinato di moduli nuovi con la potenza nominale iniziale dichiarata, quindi senza il degrado naturale avuto negli anni, da una maggiore resa in condizioni di basso irraggiamento o di alte temperature, da una maggiore efficienza dell’inverter e dalle tolleranze ammesse negli interventi da parte del GSE (1% e 5% a seconda della taglia dell’impianto).

C’è differenza tra repowering e revamping?

Il revamping si fa perché si deve. Il repowering perché si vuole. Ovvero, il revamping in genere si effettua là dove le rese non siano buone e quindi si vuole ripristinare un funzionamento in linea con il business plan. Nel fare un intervento di revamping è naturale che si utilizzino moduli molto più efficienti di quelli rimossi, quindi moduli che occupano meno spazio. Serviranno quindi meno moduli rispetto a quelli iniziali per raggiungere la stessa potenza complessiva autorizzata. A questo punto ci si potrebbe trovare con una parte del tetto o del terreno, anche del 40%, dove ci sono le strutture posate, ma… vuote. Viene quindi naturale pensare di sfruttare questo spazio per installare ulteriori moduli (cosiddetto potenziamento non incentivato) e connetterli ad un nuovo POD per produrre energia aggiuntiva: questo è il repowering.

Interventi di revamping e repowering: considerando il parco installato in Italia, di che numeri parliamo?

Difficile fare delle stime, ma il potenziale potrebbe essere tra i 500 MW e 1 GW/anno. Purtroppo questo è solo sulla carta poiché il grande timore di tutti gli operatori è intraprendere un percorso burocratico che possa creare dei problemi sull’impianto esistente. Di fatto, la troppa burocrazia soffoca la possibilità di fare vera manutenzione.

Quali sono gli obblighi normativi per il revamping di un impianto fotovoltaico?

Gli obblighi sono molteplici specie per gli impianti incentivati in Conto Energia. E’ necessario attenersi scrupolosamente ai disciplinari GSE sia per quanto riguarda i rifacimenti sia per la gestione dei RAEE eventualmente rimossi dall’impianto.

Le modalità definite dal GSE per conservare gli incentivi in caso di intervento di revamping sono chiare e di semplice attuazione?

Le modalità sono abbastanza chiare tuttavia non si capisce sinceramente tanto accanimento. Di fatto chi fa un intervento di revamping lo fa investendo risorse proprie, quasi certamente non pianificate all’inizio dell’investimento molti anni or sono, per ovviare a dei problemi tecnici sorti sull’impianto. Tutto ciò genera lavoro, IVA, e più energia pulita che dovrebbe essere lo scopo ultimo dei meccanismi incentivanti. Non si capisce quindi perché anche cambiare un singolo modulo comporti una trafila di documenti. Molto più semplice sarebbe se tutti gli interventi compatibili col titolo autorizzativo iniziale fossero consentiti nell’area dell’impianto senza necessità di ulteriori comunicazioni al GSE il quale dovrebbe limitarsi a verificare che l’impianto produca energia in linea con le aspettative in una determinata zona.

Gli interventi di revamping coinvolgono tutti i componenti di un impianto (moduli, inverter, collegamenti elettrici…)?

Molto spesso sì, poiché gli attuali moduli e anche gli inverter sono più efficienti e necessitano di essere accoppiati in modo diverso. Se possibile si cerca di evitare di sostituire anche i cavi e le strutture, ma con il crescere delle dimensioni dei wafer di cella, che comporta quindi un aumento cospicuo delle correnti, sarà necessario sempre di più sostituire anche i cavi.

Ci sono in commercio dei pannelli più adatti di altri per gli interventi di revamping?

Sì, in talune circostanze si possono ancora trovare dei moduli realizzati con dimensioni simili o uguali a quelle dei moduli sostituiti. Quindi almeno geometricamente si può semplificare il lavoro di sostituzione. In ogni caso però, le potenze dei moduli attuali sono ben maggiori e bisogna stare alla larga da chi, in modo truffaldino, propone moduli con potenze “troppo basse per essere vere” in modo da realizzare di fatto un potenziamento camuffato dell’impianto. Questo è illegale. E su questo il GSE vigila.

Revamping: ritorno dell’investimento in 2 anni per un intervento a Rovigo

Proprio FuturaSun è protagonista di un interessante intervento di revamping realizzato in provincia di Rovigo su un impianto fotovoltaico da 199 kWp che aveva rese ridotte del -40%. L’impianto, realizzato nel 2010 in regime di 2° Conto Energia, performava infatti sempre meno della produzione annua attesa di circa 209.000 kWh, con il rischio concreto, senza alcun intervento, di perdere incentivi per la mancata produzione, negli anni tra il 2021 e il 2030, per oltre 500mila euro.

Pannelli fotovoltaici Silk PRO da 375 Watt di FuturaSun per un intervento di revamping a Rovigo
L’installatore ESA Automazioni di San Martino di Venezze a Rovigo ha concluso in soli 28 giorni l’intervento di revamping

L’intervento di revamping ha previsto la sostituzione di tutti i 2095 moduli in film sottile con tecnologia amorfa con moduli 530 moduli Silk Pro 375M di FuturaSun certificati per applicazioni di questo tipo e che raggiungono la potenza di 375 Wp in soli 1,85 m2.

Grazie al revamping le rese dell’impianto sono aumentate oltre le previsioni, la produzione annua è infatti di  220.000 kWh, contro i precedenti 125.000 kWh e i 209.000 kWh del 2010, a impianto appena realizzato, un aumento di più del 40%/anno. A livello di incentivi annui oggi l’impianto percepisce 99.000 € contro i 56.000 € riconosciuti in assenza di intervento. Si stima che ci vorranno meno di due anni per recuperare l’investimento di 170.000 mila euro, sommando il contributo GSE ai maggiori introiti per i benefici dovuti allo scambio sul posto.

FuturaSun, moduli fotovoltaici Silk PRO
Moduli Silk PRO

I moduli Silk PRO da 375 Watt raggiungono il 20,54% di efficienza e sono formati da 120 mezze celle (half cut) PERC da 166 mm con 9 busbar. Si caratterizzano per alta efficienza, performance e durata grazie alla combinazione dei wafer di silicio da 166 mm con la tecnologia multi-busbar e il design half-cut. Sono formati da due sezioni indipendenti e garantiscono ottime rese anche in caso di ombreggiamenti sulla superficie, la parte in ombra non pregiudica la resa del pannello.

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