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Indice degli argomenti: Il protocollo sintetico a scala urbana Come è fatto il protocollo sintetico a scala urbana di ITACA? I criteri del protocollo sintetico a scala urbana Il nuovo protocollo sintetico a scala urbana di ITACA è un’evoluzione del protocollo originale nato nel 2016, rivisto con lo scopo di fornire parametri utili a misurare la sostenibilità urbana. Negli ultimi decenni, infatti, lo sviluppo delle città ha messo a dura prova gli equilibri ambientali, con fenomeni quali il consumo di suolo, un elevato dispendio energetico e l’inquinamento atmosferico. Positivo, invece, l’approccio sostenibile che prevede di rigenerare aree urbane degradate o dismesse, riducendo il consumo di suolo, aumentando la sicurezza, favorendo la riqualificazione degli edifici e degli spazi pubblici. La città del futuro, infatti, dovrà essere sviluppata in modo più “intelligente” e sostenibile rispetto a quanto fatto finora. Senza dimenticare l’aspetto di inclusività sociale e di partecipazione attiva del cittadino, fondamentali per migliorare la qualità della vita dei centri urbani. Anche a livello politico e normativo, inoltre, la direzione è sempre più quella di rendere la sostenibilità un valore irrinunciabile e fondamentale. In questo contesto, il protocollo ITACA si colloca come uno strumento operativo di semplice utilizzo e utile in tutte le fasi di sviluppo delle aree urbane. Il protocollo sintetico a scala urbana Come anticipato, il protocollo sintetico a scala urbana promosso dall’Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, è un’evoluzione di un documento presentato nel 2016. La nuova versione del protocollo è stata approvata nel mese di dicembre 2020 dal Consiglio Direttivo, a seguito delle attività svolte da un gruppo di lavoro interregionale. I motivi che hanno spinto a questa rielaborazione risiedono nell’impegno ambientale riconfermato durante lo scorso anno con il New Green Deal, nel richiamo dell’attenzione sugli obiettivi di sostenibilità e nello stanziamento di nuovi fondi (anche a seguito della pandemia, con il Recovery Fund). Questo quadro, infatti, fa nascere la necessità di strumenti concreti e facilmente applicabili per guidare le scelte dei progettisti impegnati nella riqualificazione urbana. Del resto, sono molte le città che si caratterizzano per edifici inefficienti e di scarsa qualità, cresciute a suon di elevato consumo di suolo, con spazi pubblici inadeguati e una scarsa qualità della vita. Gli ambiti di interventi sono molti, così come lo sono le sfide che ci si presentano di fronte, come la lotta ai cambiamenti climatici, l’integrazione sociale, l’accessibilità ai servizi o la risoluzione dei limiti dell’attuale modello di mobilità. Il protocollo sintetico a scala urbana di ITACA si presenta appunto come uno strumento per valutare la sostenibilità di un progetto di riqualificazione urbana o di un’area urbana già esistente. Come è fatto il protocollo sintetico a scala urbana di ITACA? Il protocollo sintetico a scala urbana di ITACA è un sistema multicriteria che, proprio come quello che viene utilizzato per valutare la sostenibilità degli edifici, prende in considerazione differenti parametri utili all’analisi di un contesto urbano. La struttura di questi protocolli è basata sull’SBTool, un sistema di valutazione definito a livello internazionale tramite la ricerca Green Building Challenge. Il protocollo è utile sia ai progettisti, che agli operatori direttamente coinvolti nelle operazioni di trasformazione urbana. Può essere applicato in diversi momenti, dalla fase progettuale, a quella di quotidiano esercizio di un progetto già realizzato. A seconda dei casi, quindi, diventa una base utile per ottenere indirizzi progettuali sostenibili, piuttosto che un sistema di monitoraggio una volta implementato il progetto. I parametri del protocollo, infatti, servono sia per prendere decisioni, che per valutare se si stanno raggiungendo determinati obiettivi di sostenibilità. In sostanza, ogni criterio richiede la definizione di un punteggio che dipende dalle prestazioni raggiunte dall’area urbana oggetto di analisi. Una volta considerati tutti i criteri, si ottiene un punteggio globale finale, che è un indice del livello di sostenibilità del contesto urbano. I criteri del protocollo sintetico a scala urbana L’obiettivo del lavoro di rielaborazione del protocollo era quello di rendere lo strumento più semplice e di individuare un numero contenuto di criteri utili alla valutazione, scegliendone meno di 20. Per ognuno di questi criteri, si sono delineati dei benchmarks di riferimento. Il lavoro è stato, fondamentalmente, l’eseguire una sintesi di quanto già previsto nel protocollo originario, più flessibile ma più ampio, tenendo in considerazione anche aspetti come le politiche e le normative inerenti allo sviluppo sostenibile e i Criteri Ambientali minimi. Ognuno dei criteri definiti ha un peso e può ricevere una valutazione che va da -1 a 5. In totale i criteri sono 15: Conservazione del suolo; Rilevanza dello spazio pubblico aperto; Permeabilità del suolo; Intensità del trattamento delle acque; Comunità energetiche nelle aree urbane; Emissioni di anidride carbonica; Sequestro di CO2; Verde naturalistico-Incremento delle superfici naturali; Varietà di verde e strategie salva acqua; Effetto isola di calore – Comfort termico delle aree esterne; Accesso al trasporto pubblico; Accessibilità ai percorsi pedonali; Mobilità attiva; Sicurezza stradale (monitoraggio) o sicurezza stradale (progetto); Prossimità ai servizi principali. 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