Emergenza smog in Italia, senza più tempo

Legambiente pubblica il Dossier ‘Mal’Aria di città 2016’ sull’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane

L’aria in Italia è sempre più malata ed irrespirabile, con 48 città (il 53% delle censite), che hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti di Pm10. Eppure il bel paese sembra fermo e non vengono attuate strategie per spingere l’acceleratore per migliorare la qualità dell’aria, diminuire le polveri sottili e sostenere una nuova mobilità.
Questo il dato più importante emerso dal Rapporto appena pubblicato da Legambiente “Mal’Aria di città 2016”, dossier annuale sull’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane. E se da una parte è indubbio che piova poco e non ci sia vento, è altresì vero che città come Milano, Torino o Roma sono ormai avvolte in un’aria irrespirabile e pericolosa a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili, dell’ozono e del biossido di azoto che causano, tra l’altro, danni alla salute dei cittadini e all’ambiente circostante. In Italia secondo i dati dell’Agenzia Europea dell’ambiente c’è uno dei peggiori bilanci europei sull’impatto dell’inquinamento dulla salute, con il record di morti per smog, con 59.500 decessi prematuri per il Pm2,5 – 3.300 per l’Ozono e 21.600 per gli NOx nel solo 2012.
90 le città censite dal dossier, il 53% delle quali presenta una situazione critica, avendo superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti di Pm10. Si tratta di dati in linea con quelli emersi nei Rapporti anche degli anni precedenti, il che vuol dire che, anche se la situazione non è peggiorata, non sono state attuate le strategie necessarie.
Maglia nera a Frosinone, Pavia, Vicenza, Milano e Torino.
A livello regionale, le regioni del nord Italia sono nella situazione più critica, soprattutto Veneto, Lombardia e Piemonte. Nel sud Italia molto male la Campania.

Per Legambiente è necessario che il Governo metta in atto una strategia nazionale chiara, con normative stringenti e vincolanti e che vengano potenziate mobilità sostenibile e l’uso dei mezzi pubblici. Bisognebbe inoltre incrementare il trasporto su ferro con 1000 treni per i pendolari, aumentare in tutte le città le piste ciclabili, limitare in città l’uso di auto e camion, prevedendo per esempio l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città. Basti pensare che oggi in Italia in città come Roma c’è una media di 62 auto ogni 100 abitanti, contro per esempio le 25 auto ogni 100 abitanti di Amsterdam e Parigi o le 31 di Londra. Tra le misure proposte, Legambiente spinge anche in direzione di una maggiore efficienza energetica e chiede di vietare, a partire dalla prossima stagione, l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici. 

Legambiente ricorda poi che sono ancora aperte 2 procedure d’infrazione contro l’Italia legate al mancato rispetto delle norme sulla qualità dell’aria, entrambe nella fase di messa in mora. La prima, la 2014_2047, avviata nel luglio 2014 riguarda la “cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e il superamento dei valori limite di PM10 in Italia”; mentre la seconda, la 2015_2043, avviata nel maggio 2015 riguarda “l’applicazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria ambiente ed in particolare obbligo di rispettare i livelli di biossido di azoto (NO2)”.

Rossella Muroni, la presidente nazionale di Legambiente – evidenzia in particolare che “il Governo deve abbandonare una volta per tutte le fonti fossili e replicando quelle esperienze anti-smog virtuose messe già in atto in molti comuni italiani in termini di mobilità sostenibile, efficienza energetica e verde urbano”.

Scarica il Dossier Legambiente Mal’Aria di città 2016

 

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