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Tutti gli studi stimano che nel 2050 la popolazione urbana rappresenterà i due terzi della popolazione mondiale, mentre nel 1910 rappresentava solo il 10% di esso. Sappiamo che nel 2050 un miliardo cinquecento milioni di persone vivranno in città di oltre un milione di persone, 430 milioni di persone vivranno in megalopoli di oltre dieci milioni (fonte ONU). E’ quindi chiaro che il futuro dell’umanità è determinato dalla capacità delle città di adattarsi a questa trasformazione fondamentale e irreversibile della organizzazione territoriale della vita sul nostro pianeta. Pertanto, siamo entrati nell’era della concorrenza tra le città che sono divenute luoghi legati alla produttività. Ma se sono i luoghi della produttivtà essi devono anche essere inclusivi, e questo richiama la grande sfida dei prossimi decenni che è quella del conflitto della temporalità. Come conciliare il tempo delle transazioni finanziarie e il tempo della pianificazione? Come conciliare il tempo della programmazione e i tempi della governance? Diventa quindi essenziale, per integrare queste che possono apparire come contraddizioni insormontabili, determinare un obiettivo sufficientemente ambizioso per cui il processo di attuazione definisce l’orizzonte temporale coniugandolo con le risorse, le dinamiche territoriali, sociali ed economiche, determinando cosi le azioni da attuare “in un tempo urbanistico”. Gli ”attori dell’urbano” non devono solo confrontarsi con l’aumento della popolazione, ma anche con il rapido cambiamento delle forze sociali, economiche, demografiche e tecnologiche, e quindi al di là dell’invecchiamento ovvio degli “oggetti urbani”, il rinnovamento deve adattarsi alla realtà attuale ed al contempo anticipare il futuro. Stiamo parlando dell’utilità per la comunità e del suo sviluppo e quindi dobbiamo anche metterci in sintonia con le aspettative delle persone. Per riassumere all’estremo, si tratta di affrontare il governo del territorio e quindi devono essere prese in considerazione tutte le dinamiche che stanno alla base della vita e l’evoluzione di un tessuto urbano attraverso un metodo libero da modelli, che sono spesso troppo rigidi, un metodo che permette anche la più ampia partecipazione della “società civile” che costruirà cosi il suo futuro. In questa riunione si discuterà tutte queste questioni, confrontando gli orientamenti delle organizzazioni internazionali con le più importanti esperienze e i punti di vista dei principali attori, in particolare quelli del “urban”. Scarica l’invito e il programma La partecipazione è libera e gratuita ma è necessario registrarsi a [email protected] – tel 02 76008365 Il convegno, organizzato con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti di Milano, riconosce crediti formativi E’ prevista la traduzione simultanea dall’inglese e dal francese Consiglia questo evento ai tuoi amici Commenta questo evento
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