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A cura di: Tommaso Tautonico È il più grande progetto di parco solare urbano aperto al pubblico del mondo. A progettarlo è lo studio di architettura Carlo Ratti Associati, insieme all’architetto Italo Rota e all’urbanista Richard Burdett, in occasione della candidatura di Roma per l’Esposizione Universale del 2030, con il tema “Persone e Territori, Insieme: Rigenerazione Urbana, Inclusione e Innovazione”. Roma ha presentato la sua proposta al Bureau International des Expositions (BIE), ma la decisione sarà presa a novembre sulla base di un voto a cui parteciperanno i 170 Stati membri del BIE. “Expo 2030 Roma mira a aprire nuovi orizzonti per le fiere mondiali e altri eventi su larga scala” dichiara Carlo Ratti, socio fondatore di CRA e direttore del MIT Senseable City Lab. “Il nostro masterplan sperimenta processi collettivi di creazione di città, nuove strategie di condivisione dell’energia e trasformazioni urbane inclusive che vanno ben oltre i confini temporali e spaziali dell’evento” conclude. Lo schema progettuale verte principalmente sull’energia rinnovabile e sul principio della “condivisione dell’energia”, riconosciuta come una delle questioni più urgenti del 21° secolo. Expo Solar Farm intende creare un parco solare in cui ogni paese, attraverso la realizzazione di una piccola foresta energetica, dà il proprio contributo, alimentando il sito espositivo e decarbonizzando i quartieri circostanti. Indice degli argomenti A Tor Vergata la più grande Urban Solar Farm del mondoDecarbonizzare il quartiere con alberi energetici A Tor Vergata la più grande Urban Solar Farm del mondo La proposta della capitale è di ospitare Expo 2030 a Tor Vergata, una vasta area del comune di Roma in cui si trovano l’omonima università e un quartiere residenziale densamente abitato. Negli ultimi decenni il quartiere ha attraversato una fase di abbandono e il progetto mira a invertire tale processo attraverso uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Una volta terminata l’Esposizione Universale del 2030, tutti i padiglioni della manifestazione saranno utilizzati per diverse funzioni, dando forma a un nuovo distretto dell’innovazione nella capitale italiana. Un progetto che rinvigorirà il quartiere, contribuendo a decarbonizzarlo. Il masterplan suddivide il sito di Expo 2030 Roma in tre aree principali: la Città, il Boulevard e il Parco, disposti da ovest a est, segnando il passaggio tra il mondo artificiale e il mondo naturale, in armonia fra loro nella lotta al cambiamento climatico. La Città dell’Ovest funge da Expo Village, e dopo l’evento diventerà un’estensione del campus dell’Università di Tor Vergata. Il Boulevard, l’asse pedonale centrale, è un percorso attraverso tutti i padiglioni nazionali. Infine, il Parco a est è ricoperto da una vegetazione lussureggiante e da edifici tematici, tra cui “Pale Blue Dot”, un padiglione dedicato alla diffusione della conoscenza del mondo naturale. Il progetto per l’Expo 2030 Roma prevede anche la riqualificazione dell’imponente complesso sportivo progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. La struttura, localmente conosciuta come Le Vele, è abbandonata ormai da anni e diventerà uno dei padiglioni di punta dell’Esposizione Universale, che ospiterà importanti eventi pubblici. Il masterplan è stato sviluppato con diversi partner, tra cui ARUP per la sostenibilità, le infrastrutture e il calcolo dei costi, LAND per la progettazione del paesaggio e Systematica per lo studio della mobilità. Decarbonizzare il quartiere con alberi energetici Il parco solare coprirà un’area di 150.000 metri quadrati, e avrà una capacità produttiva di 36 megawatt di picco. Il progetto sarà composto da centinaia di alberi energetici che aprono e chiudono i loro pannelli durante il giorno, raccogliendo energia e parallelamente offrendo ombra ai visitatori. Visto dall’alto Expo Solar avrà un caratteristico aspetto a mosaico. A questa complessa rete energetica si affianca il padiglione Eco-system 0.0, l’edificio più alto dell’Expo, che fornisce il raffreddamento attraverso l’evaporazione. “Abbiamo concepito questo progetto come un’utopia realizzabile, che vuole essere un catalizzatore per nuovi progetti e idee” ha dichiarato l’architetto Italo Rota. “Il motore principale alla base di questo obiettivo è quello di far funzionare in sincronia gli ecosistemi naturali e le invenzioni tecnologiche, proprio come l’energia umana e naturale si intensificherebbero a vicenda. Questo nuovo approccio agli eventi temporanei potrebbe diventare la base di un nuovo modello di sviluppo urbano” conclude. Credit IMG CRA-Carlo Ratti Associati for Expo 2030 Roma Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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