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Nel comune della bergamasca sono terminati i lavori di realizzazione dell’Arca di Noè: un edificio scolastico innovativo, ricercato e sostenibile, frutto del lavoro sapiente dello studio C+S Architects di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini. Con loro ha lavorato lo studio Capitanio Architetti. Un’architettura che si richiama al territorio e alla storia del design italiano A cura di: Pietro Mezzi La nuova scuola di Alzano Lombardo e, sulla destra, il nuovo muro di contenimento Indice degli argomenti Toggle Il progetto di C+S ArchitectsL’area della nuova scuolaLa fabbrica del sapere e il bianco di AlzanoLe figure di animali di Enzo MariTra architettura e paesaggioIl layout del complesso scolasticoI materialiGli spazi interniDemolizione e ricostruzione Alla ripresa della scuola dopo la pausa natalizia, lo scorso 7 gennaio 125 bambini di Alzano Lombardo, paese in provincia di Bergamo, hanno fatto per la prima volta il loro ingresso nella nuova scuola materna “Arca di Noè”: un padiglione scolastico di grande qualità architettonica, scandito da una serie di shed in copertura, e materica, grazie ai rivestimenti in mosaico di vetro bianco e i serramenti in bronzo. A tutto ciò si aggiunge il fatto che la nuova scuola è collocata nel parco storico di Villa Paglia. Particolari del tetto a shed (credits, C+S Architects) Un intervento importante, anche dal punto di vista economico: 5 milioni e mezzo di euro il costo delle opere, finanziate da Regione Lombardia, Gse, Fondazione Cariplo e dal comune di Alzano Lombardo. Il nuovo plesso scolastico si sviluppa su una porzione di 3.380 metri quadrati del complesso di Villa Paglia e del suo parco, vincolati entrambi dalla Soprintendenza ed estesi su una superficie di oltre 15 mila metri quadrati. Il progetto di C+S Architects A firmare il progetto è lo studio C+S Architects di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini; con loro hanno collaborato lo studio Capitanio di Bergamo, che ha svolto il coordinamento, la direzione lavori e si è occupato della sicurezza e i dei computi, e gli studi Myallonier per le strutture e MCZ per l’impiantistica, oltre ad Andrea Breviario per l’acustica e lo studio Castaldia per l’analisi geologica. Il pensiero dei progettisti “Il centro infanzia di Alzano Lombardo – sostengono Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini – è stata l’occasione per tradurre una parte dell’eredità di quel territorio e trasformarlo in una risorsa per la comunità. La trasformazione del parco di Villa Paglia è una di queste eredità che, alla scala urbana, si trasforma in potenzialità. Abbiamo concepito questo edificio scolastico immaginando la possibilità di realizzare uno spazio che possa essere usato da tutta la comunità, in tempi diversi e vissuto dagli studenti, dai docenti e dai ragazzi come un grande polo culturale trasparente e aperto che stimola la curiosità e lo scambio di esperienze e conoscenze”. L’area della nuova scuola L’area dove sorge la nuova scuola ha una superficie di 3.380 metri quadrati ed era l’area degli orti di Villa Paglia, a nord del giardino ornamentale, da cui è separata ad ovest da un pergolato costituito da una doppia fila di colonne in graniglia di cemento. A nord e ad est è delimitata da alti muri parte in pietra e parte in calcestruzzo che la separano rispettivamente da via Montelungo e da una proprietà privata. Altimetricamente è articolata su più livelli, con un dislivello medio di circa 3 metri e mezzo, separati da un muro di contenimento in ciottoli di fiume. La fabbrica del sapere e il bianco di Alzano In continuità con i muri di contenimento in sassi che disegnano la continuità tra le diverse quote del paesaggio della Val Seriana, il progetto fa propria la regola topografica della costruzione di muri di contenimento – il dna del luogo – innestando, sull’ingresso da via Montelungo, un nuovo muro in cemento armato pigmentato di rosso e disattivato con inerti a vista per creare continuità e armonia con il paesaggio circostante. Il muro di contenimento richiama le murature tipiche della zona In corrispondenza dell’ingresso, il muro diventa spazio per alloggiare i contatori, ma anche tessitura con la recinzione metallica che segue le pieghe della strada e un cancello rosso con il logo della nuova scuola. All’arrivo, da via Montelungo, della scuola si vedono solo gli shed di copertura, omaggio al glorioso passato industriale di Alzano, che suggeriscono la metafora della scuola come “fabbrica del sapere”. Un passato industriale che ha reso famosa Alzano Lombardo per il cemento bianco che ancora oggi si chiama “bianco Alzano”: un colore che definisce l’identità della nuova scuola, che gli architetti vogliono rivestita in tessere bianche di mosaico di vetro. Un dettaglio che è anche un omaggio ai maestri dell’architettura italiana del Dopoguerra. Le figure di animali di Enzo Mari Il muro di cemento rosso disattivato incide il paesaggio trasformandosi in una rampa-gioco che i bambini riconosceranno come identità della loro scuola. Una rampa, che è anche seduta, dove sono incise le figure degli animali del famoso puzzle che Enzo Mari ha disegnato per Danese nel 1957. Il muro di cemento rosso si trasforma in una rampa-gioco, su cui sono incise le figure degli animali del puzzle di Enzo Mari, disegnato per Danese nel 1957 “Ho proposto al team di progetto di incidere quegli animali lungo il percorso che conduce alla scuola in virtù dei miei giochi di bambina con gli animali di Enzo Mari – afferma l’architetto Segantini -. Ho voluto che la scuola diventasse un’arca di Noè, capace di salvare il mondo”. I disegni di Enzo Mari che hanno ispirato i progettisti Tra architettura e paesaggio Durante il percorso, la scuola comincia a comparire tra le faglie della rampa, che alla quota di ingresso diventa spazio: l’ippopotamo ospita il deposito passeggini e tricicli, il maiale e il toro diventano l’areazione della centrale termica. Le facciate della scuola È un tema delicato quello che affronta questo progetto: sta infatti sulla soglia tra architettura e paesaggio e viene sviluppato facendo conversare il volume del muro rosso grezzo della rampa incisa degli animali con un prezioso volume trasparente in tessere di mosaico di vetro bianco e grandi vetrate riquadrate da una struttura sottile in bronzo, che riflette il gioco colorato dei bambini e, allo stesso tempo, il paesaggio e il cambio delle stagioni del giardino secolare. E qui le facciate in mosaico di vetro bianco fanno il contraltare prezioso al paesaggio del muro colorato: i due materiali si incontrano a terra in una linea precisa: da un lato il cemento rosso grezzo scopato ai piedi del muro che cambia colore e diventa Levocel a grana fine bianco ai piedi della facciata di mosaico. Sezioni e particolare delle facciate (credits, C+S Architects) Quest’ultima, costruita con tessere di 14 millimetri lavorate in sezione, si accende di sfumature sempre diverse in ogni momento del giorno e della sera, giocando con le ombre e i riflessi delle luci e del paesaggio. La memoria industriale di Alzano Nonostante si sviluppi su un unico livello, la scuola esplode all’interno in altezza grazie a una sezione complessa che raccoglie la luce non solo dalle grandi vetrate della facciata, ma anche dalla copertura a shed, memoria della vocazione industriale dell’area bergamasca, che permane come identità di questa terra e che contribuirà a consolidarsi nell’esperienza dei bambini, trasformandosi in eredità futura. Il layout del complesso scolastico Il layout della scuola è tripartito. La flessibilità è l’elemento determinante del progetto. Nonostante sia stato dato un nome a tutti gli ambienti, il salone centrale e le relazioni con le ali laterali permettono di utilizzare gli spazi in molteplici modi e inventare metodi speciali per fare didattica, permettendo agli insegnanti di esprimere al massimo la propria creatività a vantaggio dell’educazione dei piccoli: tutti gli spazi si possono trasformare facilmente in laboratori per l’arte, spazi per attività digitali e teatrali, palestrine, spazi per il teatro. La stessa flessibilità permette l’utilizzo della scuola da parte della comunità anche oltre l’orario scolastico, grazie alla presenza del grande salone vuoto centrale che fa scorrere il verde del parco in tutte le direzioni attraverso le vetrate che ne delimitano lo spazio. Il salone è spazio centrale di distribuzione ma anche spazio multifunzionale, spazio delle potenzialità, dell’invenzione di eventi speciali. Due corti interne scavano l’edificio come “stanze speciali a cielo aperto”, permettendo anche ai più piccoli di stare all’aperto il più possibile senza pericoli, essendo pavimentate con un tappeto antishock morbido e popolato dagli stessi animali di Mari, colorati. La mensa della scuola Lo spazio centrale è scandito da una sequenza di lucernari a shed impostati a 2 metri e 40 centimetri, che portano la luce anche nelle zone più interne della scuola: una luce indiretta, diffusa, che fa da contraltare alla luminosità delle vetrate e delle corti. Dall’ingresso, la trasparenza delle corti permette di traguardare il giardino sul lato opposto. I materiali La scelta dei materiali è stata delicata: affida al legno i punti di contatto tra i bambini e lo spazio e favorisce l’intervisibilità tra tutti gli ambienti della scuola. Grande attenzione è stata posta all’utilizzo di materiali per garantire un’ottima acustica in ogni spazio. Lo spazio giochi “Abbiamo disegnato uno “spazio delle potenzialità” – afferma l’architetto Cappai – , dove ogni ambiente può essere trasformato dalla creatività degli insegnanti o della comunità che vi ruota intorno. Tutti gli spazi di distribuzione sono generosi e possono essere trasformati per attività speciali, anche in orario extra-scolastico. In questo modo la scuola diventa un epicentro per la comunità e ne rafforza l’identità”. Gli spazi interni Sul lato ovest si aprono le sei sezioni della scuola che si affacciano su parco di Villa Paglia, con i suoi alberi secolari e il pergolato storico, mentre verso il salone una porta a vetri e una grande vetrata raccontano lo scorrere della vita in ogni sezione. Il pavimento in linoleum bianco, steso sull’intera superficie della scuola (inclusi i servizi igienici), è inciso in ogni aula da un animale con un colore diverso, lo stesso colore utilizzato per le piastrelle di ceramica lucida del corrispondente bagno della sezione. Il pavimento in linoleum bianco, steso sull’intera superficie della scuola Ogni aula è attrezzata con una armadiatura fissa che si estende per tutta la sua lunghezza della sezione, mentre sul lato opposto gli stessi animali di Mari, questa volta in multistrato, diventano attrezzature didattiche e giochi a grande scala disegnati ad hoc. Uno dei bagni Ogni aula ha un’uscita diretta verso il porticato esterno, che rende omaggio al dettaglio di Terragni per l’asilo Sant’Elia di Como con una scansione di pilastri metallici su cui sono montate tende esterne che si avvicinano alla facciata senza toccarla. Sul sistema di pilastri staccati è anche inclusa l’illuminazione esterna della scuola. Sul lato opposto alle aule si trovano la palestra, l’infermeria, le aule insegnanti, la cucina con ingresso separato. Opposto all’ingresso è invece il generoso spazio della mensa, che si apre sul giardino e le aree giochi, due grandi cerchi in tappeto antishock colorato su cui di nuovo sono incise le sagome degli animali. Anche lo spazio della mensa è scandito dalla sequenza degli shed con una luce calda e diffusa che contrasta con la luce che, al tramonto, entra dalle grandi vetrate che affacciano sul giardino. Con l’impiego di energie alternative, l’edificio raggiunge alti livelli di efficienza energetica, rappresentando per la comunità di Alzano Lombardo il primo edificio pubblico classificato Nzeb. Demolizione e ricostruzione Il progetto è nato dalla consapevolezza che la precedente scuola degli anni Cinquanta non poteva essere efficientata e resa antisismica e cosi la scelta della demolizione e ricostruzione della scuola in un ambito diverso, con una migliore esposizione solare e climatica e una posizione più centrale rispetto alla città, al fine di facilitare l’accessibilità e la prossimità ai servizi pubblici, favorendo la didattica. I lavori, che hanno attraversato la fase del Covid, sono durati cinque anni. Cappai e Segantini lavorano da più di vent’anni su progetti di edilizia scolastica. Le loro scuole sono conosciute a livello internazionale e sono state utilizzate come best-practice per le linee guida del Miur ed state esposte alla 15^ Biennale di Architettura di Venezia. Planimetria della scuola (credits, C+S Architects) Sezione longitudinale (credits, C+S Architects) Pianta della scuola e delle sezioni con gli animali che le contraddistinguono (credits, C+S Architects) Progetto Scuola Materna Arca di Noè Committente: Comune di Alzano Lombardo Progetto: Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, C+S ARCHITECTS Project manager: Maria Alessandra Segantini con Tommaso Iaiza, Stefano Di Daniel, C+S Architects Coordinamento e direzione lavori: Remo Capitanio, con Alberto Valtulini e Marina Brambati, Studio Capitanio Architetti Progettazione strutturale: Sergio Myallonier, Myallonier Ingegneria Progettazione impianti: Enrico Zambonelli, Loris Doneda, MCZ Ingegneria Progettazione acustica: Andrea Breviario Progettazione geologica e geotecnica: Giulio Mazzoleni, Castaldia Fotografie: Alessandra Bello, Maria Alessandra Segantini Impresa di costruzioni: Impresa Perico Periodo: 2020-2024 Tema Tecnico Architettura sostenibile Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto