Edificio a energia quasi zero K19



Realizzato a Milano si tratta di un edificio Near Zero Energy Building che si caratterizza per i bassi consumi e l’uso di soluzioni tecnologiche efficienti

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A Milano nel “Quartiere Piave”, in zona Porta Venezia, lo studio di progettazione LPzR ha realizzato due interventi residenziali incastonati tra edifici storici, case di ringhiera e opifici recuperati.

Si tratta di due edifici, per un totale di 15 appartamenti. Il primo di sette piani realizzato ex novo al posto di un’officina ormai dismessa, il secondo ha invece previsto un progetto di recupero di un garage degli anni ‘50 voltato a botte.

I due edifici sono collegati tra loro da un parcheggio sotterraneo.

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Gli edifici K19 Milano sono “Near Zero Energy Building”, in grado di produrre dunque praticamente tutta l’energia di cui hanno bisogno, assicurando massimo comfort per gli inquilini, grazie alle tecnologie adottate per ridurre il consumo e l’utilizzo di energie rinnovabili.

L’uso della geotermia per riscaldamento e raffrescamento e lo studio maniacale di tutti i dettagli dell’involucro hanno portato a una realizzazione estremamente efficiente, in cui architettura e tecnologia si combinano perfettamente.

L’intervento di ristrutturazione K19A è caratterizzato dal susseguirsi di volte a botte di altezze differenti che costituivano la copertura della precedente autorimessa. Il volume, completamente nascosto degli edifici circostanti è percepibile solo dall’alto.

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L’edificio è stato rivestito in zinco titanio e forato per ricavare gli spazi esterni.

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All’interno gli appartamenti sono distribuiti su più livelli, tutti sono dotati di loggia, terrazzo o patio.

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Gli spazi interni multilivello sono minimalisti e molto luminosi grazie alla presenza di grandi finestre zenitali.

Sia la facciata esterna che le parti comuni sono rivestite in pietra piasentina, materiale che connota i recenti progetti dello studio LPzR.

La nuova costruzione K19B che si sviluppa su una superficie lorda abitabile di 600 mq, si caratterizza per il continuum di superfici che diventano ora tetto e, ora parete, ravvivate da grandi rettangoli bianchi che interagiscono con i vuoti generati dalle finestre.

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I diversi volumi sono caratterizzati dai cromatismi contrastanti: il fusto, grigio neutro, in corrispondenza delle sottrazioni diventa di legno vivo, le logge contenute in cubi aggettanti – accentuano il loro virtuosismo strutturale grazie a un impalpabile colore bianco.

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Le facciate si distinguono per la composizione astratta di elementi geometrici, secondo schemi modulari ma non regolari.

I materiali sono rigorosamente italiani: tra essi  spiccano la preziosa pietra piasentina del Friuli che, con i suoi toni caldi di grigio, riveste l’edificio, e il legno di larice oliato.

Le parti comuni sono allestite con mobili antichi della collezione privata del committente, che contrastano con il minimalismo del progetto degli interni.

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