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Il Gruppo di ricerca sugli usi finali dell’energia eERG, attivo presso il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, ha presentato un interessante documento sul ruolo degli edifici nell’inquinamento atmosferico, maggiori responsabili, secondo il rapporto 2014 della Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) dell’inquinamento, prima di industria e trasporti. Il rapporto sottolinea che “le combustioni nelle residenze dominano le emissioni di PM10 e PM2,5 primari, e dal 2003 hanno aumentato le loro emissioni del 13 e 11% rispettivamente”. Inoltre dati recenti della Organizzazione Mondiale per la Sanità evidenziano che l’inquinamento dell’aria abbia un effetto maggiore sul rischio di mortalità – circa il 67% più alto di quanto assunto nelle precedenti linee guida. Se venissero attuate delle linee di intervento prioritarie si potrebbe migliorare sensibilmente questa situazione. In particolare l’analisi segnala che basterebbe investire fondi pubblici in “ristrutturazione energetica profonda” degli edifici esistenti, riducendone la domanda di energia di una cifra compresa tra il 50% e l’80%, con interventi di isolamento avanzato delle parti opache, riduzione dei ponti termici, sostituzione finestre, riduzione delle infiltrazioni d’aria e recupero di calore su aria in uscita, applicazione di protezioni solari esterne e realizzazione di ventilazione naturale notturna. Alcuni paesi stanno cercando di stimolare questi investimenti, per esempio nel Regno Unito sarà proibito dare in affitto edifici con certificato energetico in classe F o G. A Bruxelles tutti i nuovi edifici devono essere realizzati con elevata qualità dell’involucro, secondo uno standard equivalente a quello Passivhaus. In Germania è attivo un piano per ristrutturare energeticamente tutti gli edifici del paese entro il 2050. In italia inizia a esserci maggiore attenzione, per esempio il Comune di Milano, col supporto scientifico di eERG, sta effettuando una ristrutturazione energetica profonda su 3 edifici residenziali e una scuola. Per finanziare le azioni necessarie un rapporto pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale nel 2015 evidenzia che visto che i sussidi alle fonti di energia fossili ammontano al (6,5 %) del prodotto lordo mondiale, sarebbe sufficiente eliminare questi sussidi per produrre benefici “potenzialmente enormi: eliminare I sussidi post-tassazione nel 2015 potrebbe aumentare gli introiti dei governi di 2,9 trilioni di dollari (3,6% del prodotto lordo mondiale), ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20%, e dimezzare le morti premature dovute a inquinamento dell’aria”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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