Scende ancora il contatore degli incentivi delle rinnovabili non fotovoltaiche

Pubblicati dal GSE i dati di aprile 2016: il contatore degli oneri delle rinnovabili diverse dal fotovoltaico è diminuito di 10 milioni di euro rispetto a marzo
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L’aggiornamento pubblicato dal GSE sul proprio sito del “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” riconosciuti agli impianti alimentati da fonti rinnovabili diversi da quelli fotovoltaici, segna al 30 aprile, 5,605 miliardi di euro, con una diminuzione di circa 10 milioni di euro rispetto al mese precedente che, con 5,615 miliardi di euro aveva già perso 19 milioni di euro rispetto a febbraio 2016.
Sul sito del Gestore leggiamo che la riduzione è dovuta al sovrapporsi di vari fattori, quali l’aggiornamento della producibilità degli impianti in TO, CIP6 e DM 6 luglio 2012, e la progressiva scadenza del periodo di incentivazione di impianti a CV e CIP6, cui si aggiunge l’attività di controllo da parte del GSE che ha determinato una riduzione del costo indicativo annuo di circa 2 milioni.
Il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi rappresenta una stima dell’onere annuo potenziale, già impegnato anche se non ancora interamente sostenuto, degli incentivi riconosciuti agli impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici. Il contatore dà conto degli oneri di incentivazione imputabili agli impianti incentivati con il provvedimento CIP 6 (quota rinnovabile), con i Certificati Verdi, con le Tariffe Onnicomprensive ai sensi del D.M. 18/12/2008, agli impianti incentivati mediante il Conto Energia per il Solare Termodinamico, agli impianti ammessi ai registri in posizione utile o vincitori delle procedure d’asta ai sensi del D.M. 6/7/2012 e agli impianti i cui Soggetti Responsabili hanno presentato richiesta di ammissione agli incentivi del D.M. 6/7/2012 a seguito dell’entrata in esercizio.
Ricordiamo che è siamo ancora in attesa della pubblicazione in GU del nuovo decreto sugli incentivi 2016 alle Fonti Rinnovabili diverse dal Fotovoltaico, dopo che la Commissione Europea ha dato il suo OK. Il decreto, che avrebbe dovuto regolare gli incentivi per il 2015 e il 2016, ha accumulato un ritardo di oltre 500 giorni.

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