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Il contributo dei serramenti in termini di investimenti, ma soprattutto di risparmio energetico ottenuto è molto elevato. Lo evidenzia il rapporto annuale ENEA a cura di Andrea Ballocchi Se l’efficientamento energetico in edilizia è una risorsa enorme per l’Italia, per ridurre i consumi e le emissioni, i serramenti costituiscono lo strumento più importante. Lo attestano i dati raccolti nel rapporto annuale Efficienza energetica 2019 di ENEA. Risparmio energetico, investimenti ed efficienza Partiamo dagli investimenti: sul totale di oltre 3,3 miliardi di euro attivati nel 2018, più di un miliardo risulta destinato alla sostituzione dei serramenti. Detto in altri termini: un terzo (32,18%) del monte complessivo è da attribuire a questi componenti. Inoltre, i serramenti sono la voce più importante tra gli interventi eseguiti per fare efficienza sul patrimonio edilizio. Nel periodo 2014-2018 sono stati realizzati oltre un milione e 700mila interventi, di cui oltre 334mila nel 2018: 138.790 richieste sono pervenute per la sostituzione dei serramenti, costituendo il (41,45%). Arriviamo ai tagli sui consumi ottenuti: solo considerando il 2018 dai serramenti si calcolano risparmi per 381 GWh/anno, ovvero il 32,97% del totale annuale. I benefici dei serramenti I serramenti presentano diversi vantaggi: contano su una vita utile di 30 anni, che li pongono al massimo livello rispetto agli interventi possibili, tanto quanto la riqualificazione totale, la coibentazione dell’involucro – il cappotto termico – e le schermature solari. Tra i vari interventi risultano essere quelli dal costo/rendimento più basso: si parla infatti di 0,10 euro per kWh. Così si spiega la grande richiesta di questi componenti edilizi, che assomma a 4,17 milioni di pezzi nel 2018. Rinnovare casa con i serramenti Il patrimonio edilizio e immobiliare italiano, si sa, ha bisogno di essere migliorato quanto a prestazioni energetiche. Le detrazioni fiscali rappresentano una leva molto forte: e lo si nota sfogliando anche il rapporto annuale specifico, sempre realizzato dall’Agenzia Nazionale per l’Efficienza energetica. Da qui risulta che delle richieste pervenute nel 2018, per una superficie installata complessiva superiore a 1,85 milioni di metri quadrati, più della metà la metà degli investimenti attivati ha riguardato edifici costruiti negli anni Sessanta e Settanta, quindi assai energivori, con circa 540 milioni di euro di risorse attivate in questi due segmenti del patrimonio edilizio esistente. A proposito della tipologia costruttiva, lo stesso report illustra che: “circa 480 milioni di euro (pari a più del 44% del totale) sono stati destinati ad edifici con più di tre piani. In particolare, le spese per interventi su edifici con più di tre piani costruiti tra il Dopoguerra e gli anni Settanta sono pari a 360 milioni di euro, oltre un terzo del totale”. Pvc, vetro, alluminio o legno? Ma quali sono i tipi di serramenti che vanno per la maggiore? Più del 60% del mercato incentivato nel 2018 è in Pvc; per le tipologie di vetro, quello a bassa emissione copre il 71% delle risorse stanziate. In particolare, quelli in Pvc con vetro basso emissivo costituiscono circa il 45% degli investimenti attivati. Andando a vedere le rilevazioni dell’UNICMI, nel 2018 “si assiste ancora a un lieve incremento della domanda di serramenti e facciate continue”, che sfiora i 4,7 miliardi di euro, di cui 2,9 nel settore residenziale. Risulta confermata, rispetto al 2017, la quota di mercato (in valore) dei componenti in alluminio, pari al 37%, seppure ancora in lieve diminuzione per la riconversione di molte aziende alla produzione di serramenti in Pvc. Per quanto riguarda, invece, i quelli in legno l’anno scorso si è attestata intorno al 32%, a fronte del 33% dell’anno precedente. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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