Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
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L’estate del 2022, come dimostrano già numerosi casi di cronaca dal Friuli alla Toscana, dal Lazio alla Sardegna, rischia di essere la peggiore degli ultimi anni per quello che riguarda gli incendi. Sarà anche peggiore di quelle del 2021 e del 2017 che sono state drammatiche. Il PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, garante della gestione sostenibile delle foreste) sottolinea come sia necessario affrontare siccità e temperature record mettendo in atto una gestione attiva dei boschi in ottica di prevenzione degli incendi. Perché bisogna essere realisti Quest’anno il periodo critico per i boschi italiani è cominciato già a giugno, molto prima del solito. Il riscaldamento globale rischia di mandare in fumo migliaia di ettari boschivi: gli ultimi sette anni sono stati i più caldi mai registrati sul nostro pianeta e per l’Europa quella del 2021 è stata l’estate più torrida di sempre (dati Copernicus Climate Change Service, maggio 2022). Allo stesso tempo salgono le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) che raggiungono il record annuale medio di colonna di circa 414 ppm, e il metano (CH4) che arriva a circa 1876 ppb. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: caldo record (48,8° in Sicilia nell’agosto 2021) e incendi intensi e prolungati, favoriti dalla siccità. Inoltre, si allarga il periodo in cui si rischiano i fenomeni estremi: questi non si limitano più solo a luglio e agosto, ma colpiscono ormai da giugno a ottobre. E infatti le statistiche degli incendi in Italia nel mese di giugno 2022 sono già più alte di quelle del giugno 2021. Come prevenire gli incendi nei boschi Per prevenire gli incendi è necessario promuovere una gestione attiva e un monitoraggio del patrimonio forestale, che ancora nel nostro Paese si praticano in modo insufficiente. Eppure prevenire conviene anche dal punto di vista economico: è stato calcolato, infatti, che spegnere un incendio costa fino a 8 volte più che prevenirlo. Tra le azioni importanti da mettere in pratica, ci sono ad esempio la programmazione nel taglio degli alberi, che agevola la crescita degli alberi giovani e riduce il numero di esemplari malati e secchi, più facilmente combustibili. Importante è anche la pulizia del sottobosco nelle aree di rischio e lo smaltimento costante dei rifiuti abbandonati in prossimità delle aree boschive, molto pericolosi per la salute nel caso prendessero fuoco. Bisogna poi prevedere dei punti d’acqua e preparare una viabilità forestale adeguata che consenta ai vigili del fuoco di intervenire con efficienza. Non è un caso che le aree boschive certificate PEFC e soggette a gestione attiva siano anche quelle meno colpite. Cosa possono fare i cittadini Anche i singoli cittadini possono dare il proprio contributo, ma dovrebbero per prima cosa essere sensibilizzati in merito all’importanza delle foreste. I boschi, infatti, tutelano l’equilibrio idrogeologico e producono ossigeno, oltre a immagazzinare grandi quantità di CO2 mitigando il surriscaldamento atmosferico. Quando vanno a fuoco, però, quella CO2 è rilasciata nell’ambiente. Inoltre i cittadini devono sempre tenere a mente le norme basilari di sicurezza: non accendere fuochi al di fuori delle aree apposite, evitare di farlo in presenza di vento, non bittare mozziconi per terra, smaltire i rifiuti nel modo corretto riportandoli a casa senza abbandonarli. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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