Accordo al G20, al centro il benessere della società. Ma il documento non decolla

Si cerca di tenere insieme, i temi divisivi che si presentano con la transizione ecologica, la lotta ai cambiamenti climatici e la necessità di tenere l’aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi centigradi, soprattutto dopo la fase pandemica. Il nucleo del messaggio: “deve essere una transizione giusta che non lascia nessuno indietro”. Su due punti, l’accordo non è stato trovato, e il nodo finirà sul tavolo più politico al G20 con capi di Stato e di governo

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Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani alla conferenza stampa conclusiva del G20 di Napoli
Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani alla conferenza stampa conclusiva del G20 di Napoli. Img by Mise

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“Una società prospera, inclusiva, resiliente, sicura e sostenibile che non lasci indietro nessuno”. Questo il cuore del documento finale dei ministri ecologici del Pianeta riuniti al G20 Ambiente energia e clima a Napoli.

In questo modo si cerca di tenere insieme, i temi divisivi che si presentano con la transizione ecologica, la lotta ai cambiamenti climatici e la necessità di tenere l’aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi centigradi.

Dalla Cina all’India, dagli Stati Uniti alla Russia e ai Paesi europei, si è trovato d’accordo sul fatto che, soprattutto dopo la fase pandemica, la transizione energetica verso le energie rinnovabili è uno strumento per la crescita socio-economica, oltre a essere inclusiva e veloce, per la creazione di posti di lavoro.

Il nucleo del messaggio è uno: “deve essere una transizione giusta che non lascia nessuno indietro”. Nel complesso del documento la comunità internazionale del G20 – si osserva – riconosce alla scienza un ruolo fondamentale, e su cui la politica dovrà basarsi, a cominciare dalla stretta correlazione tra clima ed energia e dalla necessità di ridurre le emissioni globali, migliorando le azioni di adattamento.

Ma su due punti, l’accordo non è stato trovato. Tanto che si è dovuto rimandare lo scioglimento del nodo a un livello più politico, al G20 con capi di Stato e di governo.

Lotta ai cambiamenti climatici

Vengono riaffermati gli impegni dell’accordo di Parigi come il faro vincolante che dovrà condurre fino alla Cop26 a Glasgow, a fine anno. Obiettivo comune è mantenere la temperatura ben al di sotto dei 2 gradi centigradi, e a proseguire gli sforzi per limitarla a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali.

G20 di Napoli: Lotta ai cambiamenti climatici

I Paesi del G20 concordano nell’aumentare gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo affinché nessuno resti indietro. Rimane centrale il ruolo dell’impegno finanziario da 100 miliardi, con l’impegno ad aumentare i contributi ogni anno fino al 2025.

E un ruolo, per l’aumento di questi fondi, è richiesto in particolare alle istituzioni finanziarie per lo sviluppo, e alle banche multilaterali. La transizione è necessaria e indispensabile, però deve essere giusta, e assicurare sostegno e solidarietà alle categorie e ai Paesi più fragili. Viene riconosciuto all’unanimità il ruolo dei cambiamenti climatici nella perdita di biodiversità.

Accelerare verso l’energia pulita

Faro acceso sulla transizione energetica con un impegno preciso alla cooperazione nell’impiego e nella diffusione di tecnologie rinnovabili, necessarie alla transizione e strumento essenziale per promuovere e realizzare l’accordo di Parigi.

Gli impatti del clima sono già stati sperimentati in tutto il mondo, dimostrando la necessità di implementare le azioni di adattamento.

G20 di Napoli: Accelerare verso l’energia pulita

Tutti i Paesi sono attivi nella transizione energetica totale, impiegando i 2 miliardi di dollari delle risorse dei Climate investment funds. Viene messo in rilievo il grande potenziale delle rinnovabili offshore, dell’energia oceanica e della possibilità di implementare questo tipo di tecnologia.

L’efficienza energetica ha un ruolo chiave per la riduzione dei gas serra e la promozione della crescita economica sostenibile. Necessario agire su efficienza, modelli di produzione e consumo sostenibili e circolarità, consapevoli che nessun singolo carburante o tecnologia da solo possa consentire all’intero settore energetico di ridurre le emissioni.

Perno dell’economia energetica del futuro è l’idrogeno, in chiave della riduzione delle emissioni. Si riconosce la necessità di continuare a investire nelle tecnologie rinnovabili, insieme alla riduzione dell’uso del metano, e di procedere spediti verso la riduzione della povertà energetica.

Viene riconosciuto che sistemi energetici convenienti, affidabili, sostenibili e moderni sono essenziali per proteggere il nostro Pianeta e la sua popolazione. In evidenza gli sforzi in base ai contesti nazionali per raggiungere transizioni energetiche green ambiziose e realistiche, garantendo al contempo un approvvigionamento energetico stabile. Affermazione dell’impegno dell’Italia a ridurre le emissioni nel settore energetico, aumentando ulteriormente la cooperazione sulla diffusione delle tecnologie pulite. Anche Russia e Cina si sono impegnati a eliminare gradualmente la produzione di energia da carbone.

L’efficienza energetica è un fattore cruciale nelle transizioni di energia pulita e nella crescita economica, per questo il G20 si impegna ad aumentare le iniziative multilaterali già esistenti a livello mondiale.

I flussi finanziari

Viene data un’importanza centrale a come orientare gli sforzi finanziari ed economici dei Paesi del G20 verso gli obiettivi dell’accordo di Parigi, tenendo conto degli sforzi per sradicare la povertà, verso una transizione giusta e inclusiva.

L’allineamento dei flussi finanziari e degli sforzi per la ripresa con gli obiettivi dell’accordo di Parigi può rappresentare un’opportunità per la crescita economica facilitando gli investimenti per aumentare l’adozione di soluzioni già disponibili, tra le quali la generazione di energie rinnovabili e tecnologie a basse emissioni.

G20 di napoli: I flussi finanziari

E’ per questo che viene riconosciuta la necessità di sfruttare meglio l’intera gamma di leve e strumenti politici disponibili, inclusi i diversi pacchetti adottati per la ripresa da Covid-19.

Le strategie di adattamento e resilienza possono essere ulteriormente integrate nei flussi finanziari nazionali e internazionali anche attraverso la mobilitazione di ulteriori risorse pubbliche e private. In questo senso viene riconosciuta l’importanza di garantire la considerazione dei rischi climatici attuali e futuri in tutte le agende di investimento e politiche, verso lo sviluppo di standard di riferimento globali di rendicontazione.

Ripresa sostenibile e innovativa

È stato riconosciuto che le misure di ripresa in linea con l’accordo di Parigi e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite hanno il potenziale per portarci oltre l’approccio tradizionale, aumentare la resilienza economica e sociale globale. In questo senso l’introduzione di politiche, strumenti e tecnologie sostenibili possono consentire progressi sostanziali per un futuro resiliente ai cambiamenti climatici, che garantisca e fornisca sia un impulso al benessere sociale che alla crescita e allo sviluppo economico.

G20 di Napoli, Ripresa sostenibile e innovativa

Pur riconoscendo la necessità di continuare a dare priorità agli sforzi per far fronte al Covid-19, i G20 si impegnano a destinare una quota ambiziosa dei fondi per i piani nazionali di ripresa e resilienza a favore di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. C’è la raccomandazione di usare al meglio i Piani di ripresa per stimolare e ridurre i rischi di investimento nel settore privato, anche attraverso la promozione di strumenti di finanziamento congiunti pubblico-privato e partenariati pubblico-privato, per stimolare contemporaneamente la crescita economica, creare posti di lavoro, valorizzare le donne, i giovani e le categorie emarginate.

I Paesi del G20 sottolineano l’importanza di costruire un’efficace valutazione preventiva delle misure di ripresa a livello nazionale e di condividere le migliori esperienze, politiche e strutturali; così come il ruolo chiave che pacchetti nazionali ben progettati per la ripresa svolgono nel guidare le azioni a breve termine e nel definire e supportare strategie a lungo termine.

Innovazione, ricerca e sviluppo non solo rivestono un ruolo chiave per il futuro, ma per i Paesi del G20 è necessario aumentarne i livelli, sia nel settore pubblico che in quello privato sulla base anche di collaborazioni a livello internazionale. Bisogna prevedere la possibilità di politiche fiscali e di sussidi che promuovano gli investimenti verso l’innovazione sostenibile e progetti mirati che tengano conto sia degli aspetti economici che di sociali e ambientali.

Il ruolo delle città

Le città sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e, contemporaneamente, possono essere attori importantissimi nelle azioni di mitigazione. Per questo si favorisce, e incoraggia, azioni di governo che contemplino una collaborazione attiva e continua con le città e le aree metropolitane.

G20 di Napoli, Il ruolo delle città

In questa chiave sono importanti le iniziative dal basso come per esempio il Patto globale dei sindaci. Viene riconosciuta anche l’importanza di vivere in armonia con la natura, costruire la resilienza e accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra.

In ambito mobilità viene ribadita l’urgente necessità di promuoverne una sostenibile e conveniente, comprese tutte le relative infrastrutture, tenendo conto dell’analisi dell’intero ciclo di vita. Si incoraggia il progresso continuo nell’uso estensivo e negli investimenti delle tecnologie digitali, per l’integrazione di sistema dell’energia rinnovabile variabile, compresi lo stoccaggio di energia, le reti intelligenti, le centrali elettriche virtuali, la gestione dell’offerta e la gestione della domanda, nonché il ruolo dell’energia idroelettrica e della moderna bioenergia per la stabilità del sistema e l’interazione e il coordinamento tra fonte di energia-rete-accumulo-carico. Vengono sostenute la generazione distribuita sostenibile locale e le comunità energetiche come mezzi concreti per facilitare l’accessibilità, l’affidabilità, la redditività, l’accessibilità e la sostenibilità dell’energia.

Sono accolti con favore gli sforzi per migliorare la quantificazione e il monitoraggio delle soluzioni basate sulla natura al fine di informare, se del caso, le decisioni di pianificazione, i modelli finanziari e di business sostenibili.

I due punti su cui non c’è stato accordo

John Kerry, inviato speciale degli Stati Uniti per il clima e il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani al G20 di Napoli
John Kerry, inviato speciale degli Stati Uniti per il clima e il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani al G20 di Napoli. img by Mise

“Su due punti non abbiamo trovato l’accordo al G20 Ambiente e li abbiamo rinviati al G20 dei capi di stato e di governo: rimanere sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale al 2030 ed eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025 – osserva il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in chiusura di G20 – Usa, Europa, Giappone e Canada sono favorevoli, ma quattro o cinque Paesi, tra i quali Cina, India e Russia, hanno detto che non se la sentono di dare questa accelerazione, anche se vogliono rimanere nei limiti dell’accordo di Parigi. Abbiamo rinviato la decisione a un livello politico più alto, quello dei capi di Stato e di governo”.

 

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