Biometano italiano: tecnologia e filiera supportano la produzione circolare

Con una tecnologia totalmente made in Italy e le opportunità di sfruttare rifiuti biologici e organici, il biometano italiano si sta sviluppando, mostrando le grandi potenzialità in termini economici e di sostenibilità, potendo assumere rilievo per la capacità di catturare la CO2. Un esempio lo fornisce un impianto recentemente inaugurato in Piemonte

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Impianto di biometano inaugurato in Piemonte che svolge sia produzione che rifornimento per l'autotrazione

Il biometano italiano intende contribuire alla transizione energetica. Si stima che al 2030 si potrebbero produrre oltre 6 miliardi di metri cubi di biometano agricolo. Nel frattempo si stanno realizzando 560 nuovi impianti, che si uniranno agli oltre cento già oggi operativi e che dovranno contribuire a centrare gli obiettivi fissati dal Pniec.

Enrico Calzavacca, vicepresidente del gruppo AB di Orzinuovi (Bs)La bontà di questo vettore energetico è che conta su tecnologia made in Italy. «Con il biometano è possibile produrre biocombustibile sostenibile totalmente italiano, rendendoci indipendenti da qualsiasi tipo di fornitura straniera, anche perché anche la tecnologia è italiana. Quindi, è chiaro il valore strategico». A dirlo è stato Enrico Calzavacca, vicepresidente del gruppo AB di Orzinuovi (Bs), in occasione dell’inaugurazione, in provincia di Novara, dell’impianto di biometano di Koster, azienda attiva nel settore della gestione ambientale, della valorizzazione dei rifiuti e della produzione di energia da fonti rinnovabili.

L’interesse dell’impianto per la produzione di biometano per autotrazione è legato anche al fatto che sarà alimentato da FORSU, sfalci agricoli e da liquami di allevamento, creando le condizioni per una produzione circolare. Il “cuore” dell’impianto è proprio la tecnologia del gruppo AB, che permette di trattare fino a 50mila tonnellate annue, generando 11,4 milioni di Smc di biogas e 6,4 milioni di Smc di biometano all’anno.

Stazione di rifornimento di biometano nel nuovo impianto di biometano di Koster
La stazione di rifornimento

Di particolare interesse è anche il fatto che oltre alla produzione, nei pressi dell’impianto c’è anche la stazione di rifornimento di biometano. La stessa Iveco, in occasione dell’inaugurazione dell’impianto novarese, ha consegnato sei nuovi veicoli, quattro dei quali alimentati a LNG e due a CNG.

Biometano italiano al centro di importanti provvedimenti

Diverse misure hanno riguardato di recente il biometano italiano. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato il decreto che approva l’aggiornamento delle Regole applicative della misura Biometano prevista dal PNRR. Il provvedimento recepisce le disposizioni introdotte dal DL Agricoltura con cui è stata introdotta la possibilità di stipulare accordi di compravendita di biometano tra i produttori e i clienti finali appartenenti ai settori hard-to-abate.

Sempre legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è da ricordare anche l’approvazione, da parte della Cabina di regia del PNRR della riallocazione di nuove risorse per lo sviluppo del biometano, all’interno della proposta di revisione tecnica del Piano.

Va ricordato, poi, che il GSE ha pubblicato gli esiti della prima procedura competitiva dedicata agli impianti a biogas e biomasse, nell’ambito del Decreto FER2. Contestualmente, sono stati resi disponibili anche gli avvisi pubblici relativi alla seconda procedura competitiva per gli impianti a biogas.

Si stanno creando, quindi, le condizioni per cercare di sostenere lo sviluppo del biometano, atteso a raggiungere gli sfidanti obiettivi fissati dal Pniec al 2030: produrre 5,7 miliardi di metri cubi/anno. Si dovrà passare da una produzione di circa 600 milioni di metri cubi a quasi 6 miliardi nel giro di pochi anni. Un’impresa ardua, ma ancora possibile.

Da scarto a combustibile: il processo di produzione del biometano

Il biometano è ottenuto dalla purificazione del biogas che, a seguito di opportuni trattamenti chimico-fisici, è idoneo alla successiva fase di compressione per essere immesso nella rete gas naturale. La produzione può avvenire mediante un nuovo impianto oppure tramite la conversione di un impianto di biogas.

Taglio del nastro del nuovo impianto di biometano in provincia di Novara
Taglio del nastro del nuovo impianto di biometano in provincia di Novara

Quello di San Nazzaro Sesia (Novara), da poco inaugurato, produce biometano gassoso per autotrazione, valorizzando FORSU, sfalci agricoli, liquami zootecnici e fanghi attraverso digestione anaerobica. L’upgrading del biogas è affidato alla tecnologia brevettata BIOCH4NGE di AB, che utilizza un sistema a membrane polimeriche selettive per separare il metano (CH₄) dalla CO₂ presente nel biogas grezzo.

Inoltre beneficia del meccanismo CIC (Certificati di Immissione in Consumo), un sistema italiano che incentiva l’utilizzo di biocarburanti e biometano per i trasporti e che contempla, come tetto incentivabile, fino a 1,1 miliardi di Sm3 all’anno.

«Questo è un impianto che si inquadra nel decreto interministeriale 2 marzo 2018 per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti – ha spiegato Calzavacca –. Proprio questo settore ha subito in modo sensibile l’incremento del prezzo del gas nel 2021 e 2022, stimolando l’adozione di biometano, l’unico biocarburante sostenibile e a basso impatto di CO2 e anche per questo una grande opportunità per il trasporto su gomme, già oggi, mentre per il trasporto marino lo sarà ulteriormente. C’è poi la richiesta del mondo industriale, dal riscaldamento alla produzione, che ha bisogno di decarbonizzare i propri consumi e che possono beneficiare dell’uso del biometano anziché il gas naturale».

A questo proposito, va ricordato il recente accordo tra Confindustria Brescia e CIB – Consorzio Italiano Biogas per la decarbonizzazione dell’industria metallurgica bresciana.

L’impiego di questo vettore energetico non richiede alcuna modifica sugli impianti, in quanto è perfettamente identico al gas naturale, con la differenza che permette risparmi consistenti sulle emissioni di biossido di carbonio. Seppure durante la combustione del biometano viene prodotta anidride carbonica, queste emissioni sono di origine biogenica; pertanto, il bilancio della CO2 è significativamente migliore rispetto a quello dei combustibili fossili.

Dai trasporti all’industria hard to abate alla cattura di CO2

Le potenzialità del biometano italiano sono interessanti non solo per l’autotrasporto, ma anche per l’industria hard-to-abate.

Il ruolo del Gruppo AB nel nuovo impianto di biometano in provincia di Novara

La sua produzione consente, inoltre, la cattura di CO2. Il Gruppo AB, a questo proposito, ha progettato un sistema specifico di liquefazione di anidride carbonica che consente di purificare e liquefare la miscela composta principalmente da CO2 proveniente dal sistema BIOCH4NGE, per ottenere CO₂ liquida adatta a impieghi industriali o alimentari. «Ci sono anche vari progetti, in cui siamo impegnati anche noi, che riguardano la produzione di e-fuel», ricorda Calzavacca.

Lo stimolo del PNRR

Il PNRR è stato di grande stimolo per il biometano italiano.

«Il DM 2022, realizzato a valle della disponibilità di fondi e di un contingente stanziato da parte del PNRR, ha consentito di avere in graduatoria 560 impianti, che verranno realizzati però da qui al 2026. Ha creato le condizioni per fare importanti investimenti, ha dato l’abbrivio per la crescita. Purtroppo abbiamo tempi molto stretti, ma confidiamo di riuscire a costruire molti impianti da qui al prossimo anno, consapevoli delle difficoltà che ciò comporta».

Tuttavia, il biometano non finirà certo col 2026. Si discute già da tempo delle misure successive per poter contare su ulteriori 5-6 anni con altre iniziative. «In ogni caso, se non ci sarà la disponibilità di fondi per finanziamenti in conto capitale, sarà importante garantire un’incentivazione per la produzione perché questo possa continuare a svilupparsi, per arrivare fino a mille impianti in Italia», ha concluso il vicepresidente di AB.

FAQ – Domande sul biometano

Cos’è esattamente il biometano?

Il biometano è un gas rinnovabile ottenuto dalla purificazione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica di matrici organiche come FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), scarti agricoli, liquami zootecnici e fanghi. Ha le stesse caratteristiche chimico-fisiche del gas naturale, ma è di origine biologica e a emissioni nette di CO₂ molto più basse.

Quali sono i vantaggi del biometano rispetto ad altri biocarburanti?

Il biometano è l’unico biocarburante rinnovabile che può essere immesso direttamente nella rete del gas naturale senza modifiche agli impianti esistenti. Offre un ciclo di vita a basse emissioni, contribuisce alla gestione sostenibile dei rifiuti e alla decarbonizzazione dei settori hard-to-abate, oltre a favorire l’indipendenza energetica grazie a tecnologie interamente italiane.

Qual è il ruolo del biometano nella strategia energetica nazionale?

Secondo il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), l’Italia punta a produrre 5,7 miliardi di metri cubi di biometano all’anno entro il 2030. Questo obiettivo è supportato da incentivi come il DM 2022 del PNRR, il meccanismo CIC e misure per l’industria e i trasporti, rendendo il biometano un pilastro della transizione ecologica e dell’economia circolare.

Come viene incentivata la produzione di biometano in Italia?

Il sistema italiano prevede diverse forme di supporto: finanziamenti in conto capitale attraverso il PNRR, incentivi tramite Certificati di Immissione in Consumo (CIC) e accordi di lungo termine con settori industriali ad alta intensità energetica. Inoltre, il Decreto Interministeriale del 2 marzo 2018 promuove l’uso del biometano nei trasporti con specifici schemi di sostegno.

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