Case bioclimatiche, che respirano

Le case bioclimatiche ci indicano un sistema abitativo che potrebbe dare un apporto importante alla risoluzione dei problemi ambientali e insieme offrono un modello economico sostenibile in grado di liberarci dal regime di dipendenza energetica attualmente in atto. Lo standard Passivhaus definisce edifici con le più elevate prestazioni energetiche, architetture praticamente autonome dai carburanti combustibili in ogni stagione. Ma le strade della bioclimatica sono molteplici, insieme alle varietà progettuali, nuovi modelli che recuperano antiche tecniche e strategie di climatizzazione. Possiamo dire che l’avanguardia della climatizzazione in edilizia è una singolare corsa a ritroso nel tempo.

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25 Verde, progetto di Luciano Pia realizzato a Torino
25 Verde, progetto di Luciano Pia realizzato a Torino


Il termine “sostenibilità” è oggi uno dei più usati e abusati nel nostro linguaggio quotidiano, soprattutto quando si parla di architettura e di abitare. Eppure, per molti versi, viviamo ancora secondo schemi che appartengono a cinquanta anni fa: consumiamo molto suolo in nuove costruzioni, utilizziamo una quantità eccessiva di cemento, costruiamo case ancora troppo energivore.

Le abitazioni che si differenziano da questi standard sono ancora delle eccezioni come quelle di Luciano Pia, architetto torinese maestro della bioclimatica che, all’ultima edizione di Cersaie, nel talk di Abitare per Café della Stampa, ha presentato due dei suoi più mirabili progetti, Hollywood House e 25 Verde, entrambi a Torino.

L’architettura bioclimatica recupera tutte quelle tecniche antiche come la torre del vento, le verande, l’uso dell’acqua e del verde, che l’uomo utilizzava un tempo per climatizzare i propri ambienti e che sono state praticamente dimenticate negli ultimi 150 anni per creare scatole che funzionano a combustibili ed elettricità.

Alcuni architetti come Luciano Pia riescono a coniugare nelle loro opere queste strategie con l’edilizia in scala industriale: corretta gestione del soleggiamento e dell’orientamento, ventilazione naturale e compenetrazione, anche simbolica, della struttura con la natura (la vegetazione assorbe il calore e ombreggia e al contempo assorbe il monossido di carbonio, causa della crisi ambientale).

All’ultima edizione di Cersaie, nel convegno “La sostenibilità “applicata” al complesso 25 Verde a Torino”, l’architetto insieme a Chiara Otella dello studio Linee Verdi, ha fatto una riflessione su due delle sue realizzazioni nate proprio con questo concept.

Case passive

Una tipologia di abitazioni che fa leva sui sistemi costruttivi della tradizione e, in certi casi li recupera, sono le case passive: attraverso il ricorso a specifici elementi strutturali (involucro termico, infissi con sistemi di tenuta all’aria o infissi bassoemissivi, ventilazione meccanica) risultano praticamente autonome da un punto di vista energetico, non hanno bisogno di ricorrere a fonti di energia combustibili ma attingono direttamente al sole al calore che producono le persone che le abitano.

Case bioclimatiche, le passivhouse

Oltre ad influire sui consumi energetici della famiglia, le case passive sono una soluzione molto avanzata contro il degrado ambientale; anche il livello della qualità abitativa è molto alto, grazie a livelli di umidità perfetti e costanti in ogni stagione. E tutto questo naturalmente influisce sul valore dell’immobile.

Storia, protocollo e certificazione all’estero e in Italia

La tipologia della casa passiva ha fatto un suo percorso istituzionale: nel 1988 l’Università di Lund in Svezia (nella persona di Bo Adamson) e l’Institut für Umwelt und Wohnen (Istituto per l’Ambiente e l’Edilizia) in Germania, con il fisico Wolfgang Feist, definiscono lo Standard Passivhaus.
Nel 1996 viene fondato il Passivhaus Institut, in Germania, organo di riferimento per la promozione dello Standard Passivhaus e, più di recente, l’iPHA, l’International Passive House Association, che si fa garante di tutti i valori e le realtà legate alla tipologia Passivhaus sorti nei decenni in tutti il mondo. In Italia è ZEPHIR Passivhaus Italia che detiene i valori dell’iPHA. All’attivo sono più di 30.000 gli edifici realizzati in tutto il mondo con la metodologia Passivhaus.

Gli assiomi dello standard Passivhaus

I 5 pilastri della Passivhaus

L’involucro termico

L’edificio deve essere ben sigillato. L’involucro crea una solida barriera per l’aria, fa in modo che l’aria non entri o esca e consente il controllo delle condizioni ambientali che vengono ottimizzate con la gestione appropriata delle aperture e degli infissi.

Rimozione dei ponti termici

Tutti gli elementi deputati all’isolamento devono essere progettati alla perfezione e nei minimi dettagli per eliminare quelli che sono i ponti termici (i punti in cui una casa convenzionale perde energia. Sono spesso punti deboli non contabilizzati nel tessuto edilizio, con conseguenti elevati disagi locali, umidità e muffe).

Controllo solare

Finestre e porte finestre devono essere di qualità, con doppi/tripli vetri, con una elevata potenza schermante (fattore solare g) e telai adeguatamente coibentati. L’apporto solare si gestisce, inoltre, anche differenziando le superfici vetrate per i diversi lati dell’edificio, in base alla disposizione e al clima ed evitando il surriscaldamento estivo.

Ventilazione meccanica controllata

Il sistema di VMC è molto funzionale per evitare le dispersioni e controllare la qualità dell’aria indoor.

Tenuta all’aria e rimozione delle correnti d’aria

Il funzionamento di tutti gli elementi assemblati può essere monitorato attraverso i test di pressione Blower Door.

La divulgazione dell’abitare sostenibile

ZEPHIR Passivhaus Italia, l’Istituto italiano ufficialmente accreditato dal Passivhaus Institut per rappresentarlo in Italia ha partecipato al progetto europeo “The nZEB Roadshow” che porta in giro per piazze e scuole i concetti di efficienza energetica, sostenibilità, salubrità e comfort abitativo, per stimolare la partecipazione attiva anche dei più piccoli.

Poche settimane fa si è conclusa la prima esperienza nella Scuola Primaria “Luigi Senesi” di Canale, Pergine Valsugana (TN), dove Francesco Nesi (direttore di ZEPHIR Passivhaus), insieme ai professionisti dell’istituto ha proposto agli alunni un percorso ludico – formativo sulle tematiche della sostenibilità.

Scuola di San Rocco Al Porto di Lodi progetto ZEPHIR Passivhaus
Scuola di San Rocco Al Porto di Lodi

Tra i progetti realizzati da ZEPHIR Passivhaus c’è anche la Scuola di San Rocco Al Porto di Lodi.

Progetti bioclimatici

Olive Passive House – Certificazione Phius 

Olive Passive House, casa bioclimatica con certificazione Phius

Questa residenza di 168 mq (circa) a Olivebridge, Ulster County (NY), è stata realizzata nel 2021 da Alessandro Ronfini di DEMO Architects ed è un monolite prefabbricato (sistema di pannelli assemblati su fondamenta di cemento) che alterna pieni e vuoti in maniera articolata per ottimizzare vista, luce e privacy.

Olive Passive House, casa bioclimatica con certificazione Phius

La struttura è certificata Phius, il principale programma di certificazione di edifici passivi in ​​Nord America.

I pannelli prefabbricati dell'Olive Passive House, casa bioclimatica certificata Phius

Funziona esclusivamente con energia elettrica e consuma circa l’80% in meno rispetto alla maggior parte delle case presenti sul territorio, grazie a una serie di accorgimenti progettuali: finestre a triplo vetro che massimizzano il calore solare durante l’inverno, pareti e tetto isolati con cellulosa a pacco denso, un materiale che contiene fino all’80% di carta e tessuto riciclati, involucro molto ermetico che riduce al minimo le perdite di energia durante tutto l’anno.

Passivhaus di Castelnuovo del Garda  – Passivhaus e Biosafe

Passivhaus di Castelnuovo del Garda di MAC Costruzioni Generali

Le Case Passive sono edifici che mantengono sempre una temperatura adeguata degli ambienti interni senza ricorrere agli impianti tradizionali.

La Passivhaus di Castelnuovo del Garda ha la peculiarità di essere anche certificata Biosafe (certificazione e monitoraggio dell’aria indoor) ed è progettata da MAC Costruzioni Generali secondo i seguenti criteri: orientamento con il fronte principale in direzione sud, con una deviazione di ± 30°; forma compatta misurata dal valore S/V, ovvero il rapporto tra la superficie in pianta (S) ed il volume di un edificio (V): tanto più basso è il valore S/V, tanto più semplice ed economico risulta realizzare un edificio Passivhaus.

Passivhaus di Castelnuovo del Garda di MAC Costruzioni Generali

È particolarmente importante progettare gli edifici più piccoli con una forma molto compatta, mentre quelli più grandi possono godere di una maggiore libertà nell’utilizzare forme più complesse.

Isolamento termico: riduce le dispersioni termiche, garantendo al contempo temperature superficiali interne più elevate in inverno e più contenute d’estate e un clima interno sempre piacevole (le strutture degli edifici Passivhaus normalmente hanno valori di trasmittanza termica (U) inferiori a 0,15 W/m2K); assenza di ponti termici; tenuta all’aria (il valore limite misurato a 50 Pascal con il test Blower-door non deve superare 0,60h-1).

Serramenti con alti livelli isolanti sotto il profilo termo-acustico, per esempio un triplo vetro. I requisiti di coibentazione termica (valori Uw minori di 0,85 W/m²K) richiesti dal Passivhaus Institut per i serramenti sono necessari per garantire elevati livelli di comfort termico negli spazi abitativi. Ventilazione meccanica: gli edifici Passivhaus sono dotati di sistemi di ventilazione meccanica (VMC) con recupero di calore ad alta efficienza (ɳ>75%), che garantisce il massimo di efficienza energetica grazie al recuperatore passivo e consumi elettrici ridotti.

Paseo del Otero – Palencia (Spagna)

Paseo del Otero, casa bioclimatica a Palencia in Spagna

“Paseo del Otero” di Sergio Torre Diez Arquitecto è un edificio nella  comunità di Castiglia e León, in Spagna, in attesa di certificazione dal German Passivhaus Institute, sarà la seconda Passivhaus Plus unifamiliare certificata costruita all’interno di una edificazione tradizionale (dopo “Casa Ceinos” dello stesso autore) che presenta il minimo consumo energetico (e il minor impatto ambientale) con il massimo comfort e salubrità degli interni. Inoltre, la poca energia richiesta è ottenuta attraverso risorse rinnovabili. Questa costruzione così originale dimostra che un altro modo di costruire è possibile, anche con una sola facciata su strada.

Interno di Paseo del Otero, casa bioclimatica a Palencia in Spagna

L’edificio presenta un consumo energetico quasi nullo e ha anche una propria produzione di energia primaria rinnovabile di 46 kWh/(mq/anno) e fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento molto bassi rispettivamente di 12 e 4 kWh/(mq/anno), che gli consentono di funzionare autonomamente per la maggior parte del tempo e di trasferire l’eccedenza alla rete, generando un certo ammortamento economico.

 

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