Eolico offshore in Italia: i grandi gruppi puntano sul Mediterraneo

Nel Mare Nostrum sorgerà il più grande hub galleggiante al mondo per produrre idrogeno. È solo uno dei progetti di sviluppo dell’eolico offshore che si svilupperanno in Italia, mercato di grande interesse

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Eolico offshore in Italia

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Prenderà piede l’eolico offshore in Italia? Avviati i lavori per Baleolico, il primo parco eolico marino di tutto il Mediterraneo, a Taranto, pare che la corsa all’energia del vento in mare stia facendo i suoi primi passi.

Potrebbe essere un’autentica corsa, visto l’interesse al contesto italiano, previsto anche da un report del GWEC (Global Wind Energy Council, forum di riferimento internazionale per l’energia eolica). Nell’analisi, pubblicata lo scorso marzo, si legge che il Belpaese è un contesto nuovo per l’eolico offshore, ma attrattivo. “Come mercato mediterraneo offre potenziale e il governo italiano ha segnalato l’interesse per l’eolico offshore galleggiante”. Nella classifica top 30 mondiale dei mercati più interessanti, l’Italia figura in seconda posizione, tenendo conto di fattori quali il potenziale tecnico dell’eolico galleggiante, la politica condotta sulle rinnovabili e l’impegno sullo sviluppo dell’idrogeno. Lo stesso GWEC segnala il nostro tra i cinque Paesi che hanno un potenziale tecnico di eolico offshore galleggiante di 3,8 TW, pari a 2,6 volte l’attuale fabbisogno italiano di energia elettrica.

A supportare questa crescita di interesse verso il contesto italiano sono i vari annunci avvenuti in questi ultimi mesi che vedono il Belpaese al centro dell’interesse internazionale per lo sviluppo di parchi eolici offshore.

Sono almeno quattro le notizie di interesse, la prima delle quali riguarda la possibile realizzazione del più grande hub galleggiante al mondo per la produzione di idrogeno già nel 2027, idea nata da Aquaterra Energy e Seawind Ocean Technology per attuare un progetto da 3,2 GW nel Mediterraneo.

L’operatore svedese Hexicon e il partner italiano Avapa Energy si sono assicurati due siti nel Mediterraneo che intendono sviluppare per un totale di oltre 2,5GW di centrali elettriche offshore. GreenIT e Copenhagen Infrastructure Partners svilupperanno due parchi eolici offshore in Italia con una capacità di 750 MW. A questi si aggiunge il progetto del parco eolico offshore Lupiae Maris, da 525 MW, grazie alle turbine installate su fondamenta galleggianti nell’Adriatico meridionale tra Brindisi e Lecce. Non è certo finita qui la lista, perché anche altri operatori hanno mostrato interesse a sviluppare progetti, italiani e internazionali.

Eolico offshore in Italia per produrre idrogeno verde: possibile via libera al progetto da record

Partiamo da HyMed, presentato come il più grande progetto eolico galleggiante offshore e di produzione di idrogeno verde al mondo con una produzione di 3,2GW prevista entro il 2027 in acque ultra-profonde italiane. A volerlo realizzare sono l’operatore inglese Aquaterra Energy e l’olandese Seawind Ocean Technology.

Eolico offshore in Italia per produrre idrogeno verde

Il progetto è attualmente nella prima fase di autorizzazione, con la connessione alla rete e le valutazioni di impatto ambientale ben avviate, fa sapere Seawind.

Dovrebbe produrre 3,2 GW di elettricità, di cui più di 1 GW sarà costituito da idrogeno verde, che “è al centro della transizione energetica in Europa e questo progetto farà leva sui mercati dell’elettricità eolica e dell’idrogeno, a partire dall’Italia”, scrive in una nota. Lo stesso operatore olandese motiva la scelta di costruire un impianto di questo genere nel Mediterraneo, in quanto ritiene che sia l’area migliore per lo sviluppo di importanti progetti eolici offshore e per la realizzazione di sinergie transfrontaliere, al servizio dell’Europa e della regione Medio Oriente e Nord Africa (MENA).

Integrare le fonti rinnovabili per la produzione d’idrogeno verde è anche il campo di attività del gruppo italiano Hope, che ha creato con l’operatore paneuropeo Galileo (sede in Svizzera) una Joint Venture per lo sviluppo di un grande progetto eolico offshore galleggiante in Puglia con una potenza di 525 MW. La società di scopo, Lupiae Maris, realizzerà il progetto nel basso Adriatico, tra Brindisi e Lecce, con 35 turbine eoliche innovative della potenza di 15MW ciascuna. Galileo fa sapere:

“grazie alla tecnologia dell’offshore galleggiante, che permette l’accesso a fondali più profondi rispetto a quella con fondamenta fisse, l’impianto sarà posizionato a diversi chilometri dalla costa, con una distanza maggiore rispetto ai progetti offshore convenzionali”.

Lo sviluppo di Lupiae Maris permetterà di generare circa 1,5 miliardi di kWh, “ossia il fabbisogno annuo di oltre 500mila famiglie”, permettendo “di sostituire l’import di circa 150 milioni di metri cubi di gas naturale”, su base annua.

Hope è impegnato in altri progetti che vedono il connubio tra produzione di idrogeno verde ed eolico offshore in Italia: quest’estate ha presentato una domanda di concessione marittima per un sito al largo di Bari, dove prevede di costruire un parco eolico galleggiante da 1,2 GW, la cui elettricità verrebbe utilizzata per la produzione di green hydrogen a terra.

In Sicilia e in Sardegna due impianti da 2,5 GW

Sempre in tema di eolico offshore in Italia è il caso di parlare dell’attività della svedese Hexicon. Attiva in Italia attraverso la sua joint venture, AvenHexicon, con il partner italiano AvapaEnergy, quest’anno hanno presentato domande di concessione di rete e marittima per cinque siti nel Paese. Due di queste hanno ottenuto i diritti di priorità marittima, ha fatto sapere settimana scorsa la società svedese. La prima area, situata a sud della Sicilia, vedrà lo sviluppo di un impianto eolico offshore da 1,2 GW, mentre nella seconda area, situata a nord-ovest della Sardegna, s’intende realizzare un impianto da 1,3 GW. “Le due aree offshore sono ora prioritarie per lo sviluppo da parte di AvenHexicon”, specifica, segnalando che le domande sono state sottoposte al processo di notifica pubblica in conformità con i decreti legislativi pertinenti.

eolico offshore: In Sicilia e in Sardegna due impianti da 2,5 GW

La motivazione per cui puntare sull’Italia la offre la stessa Hexicon: il nostro Paese ha un grande potenziale per l’eolico offshore galleggiante. Ne è convinta anche la società spagnola Acciona Energía, che ha richiesto almeno “due concessioni al largo dell’Italia”, dove intende costruire parchi eolici galleggianti su scala commerciale. Il progressivo interesse verso l’eolico offshore ha portato l’azienda iberica, che in precedenza si concentrava principalmente su progetti eolici onshore, nell’ultimo anno a proporsi come sviluppatore o co-sviluppatore di diversi parchi eolici galleggianti e come principale azionista di una società di tecnologia eolica galleggiante.

Anche Plenitude (ENI) punta sull’eolico offshore in Italia

Su Sicilia e Sardegna si concentra l’interesse di un altro progetto dedicato all’eolico offshore in Italia, messo a punto da GreenIT e Copenhagen Infrastructure Partners. Essi svilupperanno due parchi eolici offshore in Italia con una capacità di 750 MW. L’operatore italiano – joint venture tra Plenitude (controllata da ENI) e CDP Equity – e quello danese intendono costruire piattaforme galleggianti in Sicilia e in Sardegna a oltre 35 km dalle rispettive coste.

L’accordo si riferisce allo sviluppo, alla costruzione e alla gestione di un progetto in Sicilia, al largo delle coste di Marsala, composto da 21 turbine con una potenza di circa 12MW ciascuna per una capacità totale di circa 250MW, e di un secondo parco eolico da sviluppare nella zona di mare prospiciente la costa sud-occidentale della Sardegna, composto da 42 turbine eoliche con una potenza di circa 12MW ciascuna per una capacità totale di oltre 500MW.

Spiega Copenhagen Infrastructure Partners:

“i due parchi eolici produrranno oltre 2.000 GWh/anno, equivalenti al consumo medio annuo di energia di circa 750mila famiglie nelle aree coinvolte, con un incremento di circa il 50% rispetto alla produzione media di un parco eolico onshore in Italia, a parità di capacità media installata”.

L’inizio delle operazioni è previsto per il 2026 in Sicilia e per il 2028 in Sardegna, al termine dell’iter autorizzativo e dopo la costruzione.

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