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Indice degli argomenti Toggle DL Agricoltura, CACER, Transizione 5.0 e i temi caldiAree idoneeObiettivo 2030: 70-75 GW di fonti rinnovabili in Italia. Ce la faremo? Sullo stato d’avanzamento dell’energia da fonti rinnovabili in Italia, il parere del GSE pesa parecchio. Non potrebbe essere altrimenti, dato che il Gestore dei Servizi Energetici, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, opera per la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, oltre che dell’efficienza energetica. È chiamato, tra le altre cose, a monitorare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità intermedi al 2030 del PNIEC, nonché a gestire i meccanismi di incentivazione per lo sviluppo degli impianti FER, degli interventi di efficienza energetica e della mobilità sostenibile: nel 2023 il GSE ha erogato destinati 15 miliardi di euro prevalentemente in conto esercizio. Paolo Arrigoni alla presentazione del Renewable Energy Report 2024 In occasione della presentazione del Renewable Energy Report, il presidente del GSE, Paolo Arrigoni, ha fatto il punto sul presente e sul prossimo futuro relativamente a molti temi aperti, su incentivi e nodi critici della transizione energetica in Italia. DL Agricoltura, CACER, Transizione 5.0 e i temi caldi Arrigoni ha toccato uno dei temi più caldi del momento, quello riguardante il DL Agricoltura, che limita l’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole. Ha ricordato che proprio in questi giorni, in Senato «ci sono state delle audizioni durante cui diversi soggetti hanno chiesto almeno di fare salvo l’agrivoltaico base e di estendere tra le aree cosiddette idonee anche i siti SIN (di interesse nazionale) e le aree perimetro entro i 500 metri delle aree industriali, commerciali o agricole: vedremo cosa accadrà durante la conversione». Nell’occasione ha ricordato le misure principali «che saranno protagoniste nei prossimi cinque anni»: la gestione delle CACER, ovvero le configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile, che fissa un obiettivo di 5 GW di potenza; la gestione del Fondo Nazionale Reddito Energetico, strumento pensato dal Governo per sostenere la realizzazione di impianti fotovoltaici domestici a servizio di unità immobiliari residenziali di famiglie in condizione di disagio economico. Pochi giorni fa è stato pubblicato il regolamento, 100 milioni per l’anno in corso e altri 100 milioni per il 2025. Tale fondo, ha ricordato Arrigoni, intende consentire alle famiglie con un ISEE basso di realizzare impianti fotovoltaici «senza pagare un euro, ma beneficiando dell’autoconsumo». Qui si stimano, entro la fine del prossimo anno, circa 30-31mila piccoli impianti fotovoltaici che possono avere una potenza tra 2 e 6 kW. «Poca cosa, magari, ma è significativa perché esprime un’attenzione verso il sociale». C’è poi la questione dell’Energy Release 2.0, la cui gestione è affidata al GSE col Decreto Legge 181/2023. «Qui si consente agli energivori di realizzare impianti a fonte rinnovabili con taglia minima di 200 kW per l’autoconsumo. Il ruolo che svolge il GSE è quello di “banca dell’energia”: anticipa l’energia a questi soggetti per tre anni, periodo durante il quale le imprese si impegnano a realizzare un impianto FER (fotovoltaico, eolico e anche idroelettrico), e quell’energia che ricevono in via anticipata tra tre anni la devono restituire in 20 anni». Si stima che da questo meccanismo si realizzino 5 GW di capacità installata. Inoltre, Arrigoni ha segnalato il piano Transizione 5.0. A tale proposito, ha affermato che nei giorni precedenti il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, «ha assicurato che entro giugno ci sarà il decreto attuativo». Il Presidente GSE ha ricordato due prossime procedure competitive decisamente importanti per l’erogazione degli incentivi: uno è il FERX, che ha un contingente di 67 GW nel prossimo quinquennio e sul quale ha prefigurato un doppio adeguamento Istat delle tariffe. L’altro è FER 2, che riguarda il meccanismo che va a incentivare le energie rinnovabili innovative come eolico offshore, il fotovoltaico flottante, la geotermia innovativa e a emissioni nulle e impianti a biogas e biomasse. In questo caso si parla di 4,4 GW. «Anche in questo caso siamo riusciti a introdurre il doppio adeguamento delle tariffe Istat. Non solo: si prevede una clausola attraverso il quale il GSE, dopo lo svolgimento della prima procedura competitiva (valida anche per il FERX), potrà monitorare la partecipazione a tali procedure e modificare anche i contingenti». Aree idonee A proposito dello stato di avanzamento delle fonti rinnovabili in Italia, Arrigoni ha affrontato anche il nodo delle Aree idonee. Il nuovo schema di decreto è in dirittura arrivo, dopo le modifiche al provvedimento dettate dai passaggi in commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità della Conferenza delle Regioni e il DL Agricoltura che ha rinnovato la parte relativa all’agrivoltaico. Sulle aree idonee, quanto finora fatto rischia, però, di essere superato. Il motivo è chiaro: «nel frattempo è arrivata la RED 3 che introduce le aree di accelerazione; quindi probabilmente le aree idonee, non dico che nascano già vecchie, ma bisogna considerare le aree di accelerazione perché qui non è prevista la VIA». Il GSE è chiamato, inoltre, a realizzare e gestire la PAI (piattaforma delle aree idonee), per supportare le regioni nel processo di individuazione di tali aree e dare maggiore impulso alla realizzazione di impianti FER (come previsto dal Dlgs 199/21), e di realizzare e gestire la piattaforma unica SUER, per la presentazione delle istanze di Autorizzazione Unica. È nata per semplificare l’invio e il monitoraggio delle istanze da parte degli operatori, così da supportare gli Enti procedenti nel procedimento di autorizzazione unica (sempre prevista dal Decreto legislativo 199/21). Obiettivo 2030: 70-75 GW di fonti rinnovabili in Italia. Ce la faremo? L’obiettivo posto in tema di sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia da qui al 2030, è sfidante: si richiede di installare altri 70-75 GW. Questi sono i numeri, «se non cambia l’ipotesi nella proposta di revisione del PNIEC che al 2030 richiedeva 131 GW di impianti FER installati. Ne avevamo 69 alla fine del 2023», ha precisato Arrigoni. Tuttavia, non è un obiettivo impossibile, rileva lo stesso presidente GSE. Gli strumenti incentivanti e le risorse ci sono: se si sommano i numeri da lui stesso ricordati da FER X a CACER, si tratta di un contingente di circa 82 GW, con un orizzonte temporale massimo che arriva al 2029. «Resta da capire – ed è questa la scommessa – quante delle prossime realizzazioni andranno a mercato, piuttosto che attraverso dei contratti a lungo termine come PPA, oppure se le prossime realizzazioni ricorreranno a questi meccanismi di incentivazione». Si sta discutendo molto con gli operatori del MASE su quella che deve essere la tariffa più adeguata a consentire una partecipazione proficua alle prossime procedure competitive. Lo richiedono gli operatori. C’è bisogno di fare le opportune valutazioni. In ogni caso, «non siamo più in condizioni di emergenza, come nel 2022, col caro energia, però siamo ancora su valori elevati»: ha ricordato i prezzi del gas (37 €/MWh circa) e dell’elettricità (a 100 €/MWh). Infine, ha sottolineo che il gap dell’Italia rispetto ai Paesi UE competitor, in particolare Francia e Germania, si è innalzato rispetto agli anni pre Covid. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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