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Indice degli argomenti Toggle Efficienza energetica in Italia: stato dell’arte e ruolo delle ESCoTecnologie per l’efficienza e l’importanza delle CERPriorità per l’efficienza energetica in edilizia: norme, buon senso, progettazione… L’efficienza energetica in Italia potrebbe, anzi dovrebbe essere sfruttata maggiormente. Perché va considerata una fonte di energia rinnovabile, economica (a paragone con le altre fonti, valutando il costo del kWh elettrico), ed è quella relativamente più semplice da ottenere. Non per niente l’Agenzia internazionale dell’Energia la considera “the first fuel”, il primo combustibile su cui occorre investire. Nel report che IEA ha pubblicato pochi giorni fa lo ha scritto chiaramente: occorre triplicare gli investimenti annuali legati all’efficienza per un futuro sostenibile dal punto di vista energetico. Raggiungere l’obiettivo di raddoppiare il tasso dei progressi raggiunti richiederà il triplo degli investimenti annuali legati all’efficienza, dagli attuali 600 miliardi di dollari a 1800 miliardi di dollari entro il 2030. La volontà di puntare sull’efficientamento energetico è stata confermata anche alla COP28 in corso a Dubai. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato il Global Pledge on Renewables and Energy Efficiency insieme alla presidenza della COP28: è stato firmato da 119 paesi. Oltre a triplicare la capacità di generazione di energia rinnovabile installata a livello mondiale portandola ad almeno 11 Terawatt, l’impegno globale assunto dai firmatari è finalizzato a raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramento dell’efficienza energetica da circa il 2% a oltre il 4% ogni anno fino al 2030. Questa volontà corale potrà contribuire a gestire meglio l’energia, riducendo consumi, costi ed emissioni. Ma occorre lavorare sin da subito per raggiungere gli obiettivi sfidanti assunti, a livello mondiale e, in particolare, in Unione Europea. Questo implicherà investimenti e politiche più consistenti e soprattutto la volontà di cogliere le opportunità connesse al modello Energy Efficiency First, come l’UE da tempo considera questa preziosa alleata della transizione energetica ed ecologica. Resta da capire: in Italia come siamo messi? Efficienza energetica in Italia: stato dell’arte e ruolo delle ESCo La situazione che vive l’efficienza energetica in Italia l’ha delineata Claudio Giovanni Ferrari, presidente Federesco in occasione dell’evento dedicato al tema (appuntamento di avvicinamento a KEY 2024, organizzato da Prospecta Formazione). «In pochi ricordano che essa è la prima fonte energetica rinnovabile. Prima di tutto occorre ridurre il consumo di energia e il primo concetto che si dovrebbe impiegare è “Energy Efficiency First”», principio guida ampiamente riconosciuto nell’ambito delle politiche energetiche dell’UE. Il secondo è considerare il costo del chilowattora elettrico, variabile in funzione dei sistemi di produzione». L’energia che costa meno è quella dell’efficienza energetica. «Perché va considerata energia prodotta? Perché se si risparmia energia è possibile destinarla al sistema e automaticamente diventa patrimonio comune. Tutte le altre fonti di energia sono più onerose: per questo l’efficienza energetica, oltre che più economica, è trasversale a tutte le fonti». Certo, ammette Ferrari, fare un progetto di efficienza energetica è complesso ed è questa una delle possibili motivazioni che non hanno ancora decretato uno suo sviluppo consistente come ci si attenderebbe. Ma è fondamentale e prezioso il suo contributo, come è rilevante il valore delle Energy Service Company (società che si occupano di efficientamento energetico “chiavi in mano”) per elevare il livello di energy efficiency. Tra l’altro, il ruolo delle ESCo potrà essere potenziato, dato che – ricorda lo stesso Ferrari citando quanto riportato dal Corriere della Sera – in edilizia il modello dei bonus però dovrebbe cambiare, con le agevolazioni che non verrebbero più erogate ai contribuenti, ma i lavori saranno effettuati sulla base di accordi con un partner operativo che l’Esecutivo dovrà identificare. In futuro, per riuscire a concretizzare gli obiettivi sempre più sfidanti, il presidente Federesco propugna la costituzione di una ESCo pubblico/privata. L’idea, già portata avanti e proposta «da anni», sottolinea Ferrari, è motivata «dalla grande difficoltà nel realizzare interventi di efficienza in particolare per il settore pubblico». Ciò che auspica è la messa a punto di un meccanismo «che garantisca le ESCo e il sistema in generale da eventuali rischi di scarso rendimento, in termini di risparmio, dell’operazione. Se la società di servizi energetici si fa carico della performance dell’edificio, il valore economico è insito proprio nel risparmio che si crea. Quindi lo Stato dovrebbe mettere a punto delle strutture di supporto per la pubblica amministrazione in modo da definire gare in maniera univoca e per permettere al sistema edilizio italiano» di poter essere ristrutturato senza grossi esborsi, contando su edifici efficienti, in grado di evitare sprechi ed emissioni, caratterizzando il patrimonio esistente più confortevole. Tecnologie per l’efficienza e l’importanza delle CER Per fare efficienza energetica, in Italia e ovunque, c’è bisogno di soluzioni, sotto forma di tecnologie. In questo senso è importante sottolineare alcune tendenze dominanti: come ha illustrato Marco Rossi, energy efficiency specialist Viessmann e general manager Etanomics Italia e membro assoEGE. Il modello verso cui si deve puntare è quello che pone come attore rilevante il prosumer, che punta al massimo autoconsumo dalla propria produzione di energia. «Contare su un modello di questo genere comporta tre aspetti considerevoli: l’importanza di dimensionare gli impianti, la presenza di sistemi di accumulo e le corrette logiche di carica e scarica». La necessità di puntare a efficientare i consumi passa anche dalla necessità, specie per i professionisti dell’efficienza come energy manager ed EGE, di monitorare i costi dell’energia. «Quello italiano è un mercato dove il prezzo dell’energia elettrica è e sarà fortemente influenzato da quello del gas». Contare sulle giuste tecnologie è importante e in questo senso, oltre alle fonti rinnovabili vanno considerati anche la cogenerazione ad alto rendimento oltre alla elettrificazione diffusa e i sistemi ibridi, ma in uno scenario dove l’energia dovrà essere gestita con sempre maggiore consapevolezza, sarà importante lo sviluppo delle comunità energetiche: «se si guarda al futuro, parlando di energia, le CER saranno al centro, un elemento fondamentale, duraturo negli anni, con tante potenzialità». Priorità per l’efficienza energetica in edilizia: norme, buon senso, progettazione… Un altro aspetto fondamentale, oltre alle tecnologie è rappresentato dal giusto isolamento termico, presupposto imprescindibile per fare efficienza energetica in edilizia. Su questo aspetto Valeria Erba, presidente ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico), ha messo in luce il contesto in cui ci si muove. Citando la nuova direttiva “case green”, è bene ricordare che il 75% degli edifici dell’UE è energeticamente inefficiente, energivoro e impattante in termini di emissioni: «il miglioramento dell’efficienza energetica e del rendimento energetico attraverso un profondo rinnovamento ha enormi benefici sociali, economici e ambientali. Ecco allora che gli investimenti nell’efficienza energetica dovrebbero essere considerati come un’alta priorità a livello privato e pubblico». Da qui la necessità di rendere efficiente il patrimonio edilizio che, grazie a opportuni interventi che passano dall’isolamento delle pareti e della copertura alla sostituzione dei serramenti, permette un importante quota di risparmio (anche del 30% e oltre) sui consumi. Occorre puntare su soluzioni di isolamento, ma bisogna prestare attenzione alla prestazione del materiale da impiegare, in quanto l’isolante è il principale responsabile dell’isolamento termico. Serve considerarne la provenienza e la certificazione, ma a monte è bene comprendere l’importanza di una corretta progettazione. «Occorre progettare con in mente un prodotto preciso», sottolinea Erba, citando le norme a proposito. L’importanza di una adeguata progettazione, attenta e “sartoriale”, come sottolineato dalla presidente ANIT deve essere gestita facendo attenzione alle norme e anche al buon senso, ha rilevato Claudia Volonté, ingegnere edile, architetto e libera professionista. «È giusto avere norme che impongano il rispetto di requisiti minimi per certi interventi, come è giusto disporre di norme premianti e stimolanti per interventi “oltre il minimo”; non è corretto, invece, che queste stesse norme forzino scelte non volute nei progettisti e senza senso logico». Ha ricordato, inoltre, come pensare a una norma di efficientamento energetico che trascuri la componente sismica, in Italia, è una visione molto parziale. È possibile contare su un’ideale combinazione tra norme, progettazione e buon senso? Secondo Volonté al centro di questi tre aspetti ci può essere la direttiva europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), considerando anche una adeguata revisione del DPR 380/2001 (Testo Unico Edilizia), insieme alla necessità di un coordinamento tra tutti gli attori e un tavolo di lavoro tra: legislatore, imprese, professionisti, Agenza delle Entrate, ENEA. «C’è bisogno anche di un nuovo testo unico dei bonus contenente misure premianti e stimolanti per i progettisti (in maniera prioritaria l’involucro), oltre a creare un legame tra efficientamento energetico e adeguamento sismico. Infine, è necessario considerare tempistiche adeguate – come minimo decennali – e una stabilità normativa». … e sostenibilità In tutto questo panorama, va considerato che l’efficienza energetica ha un ruolo di alleato della transizione energetica, ma anche ecologica. Per questo il discorso della sostenibilità dei materiali – sempre parlando di efficienza energetica in edilizia – che possono davvero caratterizzare le abitazioni in modo da garantire le migliori condizioni di comfort e di salubrità. Paolo Rava, architetto e presidente ANAB, ha messo in luce gli aspetti da considerare in termini di architettura bioecologica, ponendo una certa attenzione sul ruolo dei materiali edilizi naturali, evidenziando sempre il ruolo cardine del progettista nell’intervento da condurre. «Dobbiamo mettere in primo piano l’etica del buon progettare. Proprio l’etica diventa l’elemento fondamentale perché si metta in campo strategie di risparmio energetico, sicurezza sismica, normative e modelli che possano costituire il modello ideale che coniughi risparmio ed efficientamento delle risorse». Così i materiali naturali, combinati a una progettazione ecosostenibile si candidano per essere ancora protagonisti per il futuro dell’edilizia, confortevole e in grado di elevare il grado di efficienza energetica, in Italia quanto mai necessaria. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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