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Indice degli argomenti: Gigafactory: i piani delle Case auto Gigafactory per energy storage ed emobility: a che punto siamo in Europa Prospettive e fattori critici Avanzano i progetti di gigafactory per l’energy storage e per l’emobility in Europa. Il più recente annuncio di progetto è giunto dal produttore di batterie anglo-coreano Eurocell. Pochi giorni fa ha annunciato la costruzione della sua prima fabbrica per produrre batterie per stoccaggio energetico e per applicazioni automobilistiche e di e-mobility. Intende costruirla in tempi rapidi, in modo da avviare la produzione già all’inizio del 2023 per arrivare al pieno potenziale entro il 2025. Per questo intende stanziare un investimento da 600 milioni di dollari. L’annuncio è solo l’ultimo di quelli che in queste settimane stanno rincorrendosi, a riprova del dinamismo che c’è nel settore e che è stato confermato anche da un recente report IPCEI Batteries: l’industria automobilistica europea è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE. Sufficienti celle di batteria prodotte in Europa saranno disponibili per assicurare una sostanziale elettrificazione delle tecnologie di guida in futuro. E fornisce dati molto lusinghieri sul prossimo futuro della elettrificazione in Europa e di produzione di celle e batterie per le auto elettriche. A partire dalla mappa che mostra 36 siti di gigafactory annunciati e in corso di costruzione in Europa. Gigafactory: i piani delle Case auto Ripartiamo dai piani industriali per gigafactory per l’energy storage e, in particolare, per l’emobility: in Europa ne stanno emergendo molti. Le case auto si rivelano particolarmente dinamiche, stante l’aumento di vendite di auto elettriche. Volkswagen Group, per bocca del capo delle operazioni Battery Cell, Sebastian Wolf, ha fatto sapere di avere intenzione di costruire cinque fabbriche di celle in Europa entro il 2030 e che sta investendo circa 2 miliardi di euro per creare e gestire la fabbrica di celle di Salzgitter. “Non siamo gli unici investitori nella creazione dell’intera catena del valore aggiunto in Europa, abbiamo anche dei forti partner coinvolti. Per questo Volkswagen sta fondando una società europea per riunire tutte le attività sotto un’unica organizzazione – dalla lavorazione delle materie prime, attraverso lo sviluppo della cella unificata, fino alla gestione delle gigafactory”. Wolf si riferisce alle cinque fabbriche giga che verranno realizzate dalla neonata società europea, la start-up svedese Northvolt AB, in cui Volkswagen ha una partecipazione di circa il 20%, che costruirà un’ulteriore fabbrica a Skellefteå nel nord della Svezia per produrre celle di batterie per il segmento automobilistico a partire dal 2023. Stellantis, da parte sua, aveva annunciato lo scorso luglio la realizzazione una terza gigafactory da realizzare a Termoli. A questo proposito, in questi giorni il gruppo automobilistico e il Governo italiano pare abbia trovato l’accordo per il progetto su cui Stellantis investirà 2,5 miliardi di euro, mentre circa 370 milioni sarebbero garantiti dallo Stato, come riporta Il Sole 24 Ore. Gigafactory per energy storage ed emobility: a che punto siamo in Europa La domanda oggi più urgente oggi è: le gigafactory per energy storage ed emobility che si stanno costruendo in Europa e, in generale, l’industria automobilistica europea riusciranno a centrare gli obiettivi posti dall’UE? Col pacchetto “fit for 55”, la Commissione ha presentato una proposta legislativa mirata ad aumentare il contributo del settore del trasporto stradale agli obiettivi climatici dell’UE. Da qui la proposta per il 2030 di ridurre le emissioni di CO2 delle nuove auto e dei furgoni di realizzare solo veicoli a zero emissioni dal 2035. In pratica, a oggi solo le auto elettriche sono in grado di garantire questi obiettivi. Ma ci saranno le condizioni per costruirne in numero adeguato a rispondere alle richieste del mercato? Una risposta la fornisce un report condotto da un team di ricerca tedesco che opera per IPCEI Batteries: gli attuali sviluppi del mercato mostrano che l’industria automobilistica europea è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE. Sarà disponibile una quantità sufficiente di celle per batterie prodotte in Europa per assicurare una sostanziale elettrificazione delle tecnologie di guida in futuro. Il report evidenzia l’enorme aumento della domanda di celle nell’industria auto. “La domanda estrapolata di celle Li-ion per autovetture e veicoli commerciali leggeri alimentati a batteria (BEV e PHEV) nell’UE dovrebbe essere tra 360 e 750 GWh/a nel 2030, che è circa 10-15 volte il volume di produzione nell’UE nel 2020”. A fronte di questo si assisterà alla espansione sensibile della capacità di produzione. Il volume di produzione di celle Li-ion in Europa (intesa come UE-27, Regno Unito, Norvegia, Serbia), giunta a circa 35 GWh nel 2020, o circa il 15% delle capacità di produzione globale, si prevede che aumenterà con percentuali variabili dal 28% fino al 43% sul volume di produzione globale entro il 2030, raggiungendo circa 600-870 GWh l’anno. Prospettive e fattori critici Certo, si dovranno realizzare tutte le condizioni utili. In ogni caso, scrivono, se la quota di veicoli elettrici a batteria nella produzione totale aumenterà per soddisfare i requisiti del regolamento UE attualmente in vigore “la domanda di celle dell’industria automobilistica sarebbe già coperta dal 2023 dalle capacità di produzione che si presume saranno garantite”. Non solo: entro il 2030, la produzione di celle per batterie supererebbe la domanda delle case automobilistiche europee del 65-140%, rendendo le celle per batterie prodotte in modo sostenibile in Europa disponibili per altre applicazioni nella mobilità, nell’immagazzinamento dell’energia e per soddisfare la domanda globale. “È quindi prevedibile che una quantità sufficiente di celle prodotte in Europa saranno disponibili nei prossimi anni per la conversione obbligatoria dell’industria automobilistica”. La conferma quindi c’è: le gigafactory per energy storage ed emobility e, in generale, l’industria europea del settore, risponderà adeguatamente alla richiesta del mercato. Non mancano certo le criticità, a partire dalla reperibilità di alcune materie prime causata dalla domanda di celle per batterie. Rispetto al 2021, la domanda nel 2030 dovrebbe essere undici volte superiore per il litio, sette volte superiore per la grafite naturale e quasi tre volte superiore per il nichel, per esempio. Per contrastare la minaccia della scarsità di materie prime, si stanno ponendo le basi per sviluppare adeguate capacità di riciclo. È anche in corso di valutazione l’impiego di depositi alternativi di materie prime e la ricerca sta lavorando su nuove sostanze chimiche che non impiegano materie prime difficili o critiche da reperire. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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