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Indice degli argomenti: Per ogni mattone riutilizzato si risparmiamo 0.5 kg di anidride carbonica Sostenibilità nel settore edilizio: ecco gli obiettivi di Rebrick Il termine economia circolare fa riferimento a un modello di produzione e consumo delle risorse che implica il loro riutilizzo. Questa concezione, in netta contrapposizione con l’economia lineare, vede nel riciclo una delle componenti più importanti: ciò che produciamo non è semplicemente “usa e getta”, ma trova una nuova vita e un nuovo utilizzo, in un sistema di gestione delle risorse più virtuoso e sostenibile. Questa filosofia è stata abbracciata anche dall’azienda danese Gamle Mursten che ha lanciato l’ambizioso progetto Rebrick, il cui obiettivo è quello di riutilizzare i mattoni usati, rifiuti di costruzioni che molto spesso vengono gettati in discarica. Una sfida davvero importante: Rebrick mira a cambiare totalmente il paradigma in Europa nell’ambito della gestione del riciclaggio dei rifiuti da demolizione. Anche i mattoni dunque possono avere una “nuova vita” e tornare ad essere delle risorse utili per un secondo utilizzo. Una gestione più sostenibile dei rifiuti da demolizione permette di generare nuovo valore. Clause Nielsen, coordinatore del progetto e membro dell’azienda Gamle Murtsen ha dichiarato: “Ci sono milioni di edifici di mattoni nel mondo. Ogni volta che uno di questi edifici viene demolito, i mattoni possono diventare parte di un nuovo edificio e di una nuova storia”. Trasformare i rifiuti in opportunità per costruire nuovi edifici non è un’utopia: il progetto Rebrick mira a realizzare un modo più efficiente di gestire questi prodotti di scarto, dando loro una nuova opportunità e riducendone l’impatto ambientale. Vediamo quindi nel dettaglio gli obiettivi di Gemle Mursten e di Rebrick. Per ogni mattone riutilizzato si risparmiamo 0.5 kg di anidride carbonica Come detto in precedenza, i mattoni “usati” nel settore edilizio sono un problema assai frequente. I rifiuti della demolizione di edifici (tra cui cemento, malta, mattoni) vengono frantumati e utilizzati come materiale aggregato per applicazioni di bassa qualità come materiale da riempimento nei sottofondi. Rebrick punta a cambiare questo paradigma, introducendo un nuovo modo di riciclare le materie di scarto da demolizione. Come funziona dunque il loro sistema? Abbiamo detto che il progetto Rebrick ha come obiettivo quello di recuperare i mattoni di argilla attraverso una tecnologia all’avanguardia che ne permette la pulizia automatizzata. La sfida per l’azienda danese è stata quella di cercare una tecnologia che consentisse di riutilizzare e pulire i mattoni senza ricorrere a prodotti chimici inquinanti e senza utilizzare acqua. Questo passaggio era essenziale per trasformare il materiale di scarto proveniente dai cantieri in un prodotto che fosse utile e pronto all’uso. Il ciclo sostenibile di Rebrick È da questo presupposto che il team di Rebrick ha brevettato il suo sistema di pulitura innovativa: i detriti dei mattoni vengono trasportati sui nastri al separatore che consente di recuperare i mattoni separandoli dalla malta e dagli altri materiali (quali cemento, fili, legno ecc). Il sistema automatizzato si occupa anche di separare ulteriormente i mattoni interi da quelli danneggiati. A questo punto i mattoni “di scarto” vengono ripuliti con un processo basato sulle vibrazioni: dopo la pulitura sono finalmente pronti a essere reintrodotti in commercio. Questi prodotti edilizi, una volta recuperati, possono essere riutilizzati nuovamente per nuove costruzioni piuttosto che venire gettati in discarica o essere utilizzati negli aggregati di bassa qualità. Sostenibilità nel settore edilizio: ecco gli obiettivi di Rebrick Il sistema brevettato dall’azienda danese permette quindi di risparmiare 0.5 kg di emissioni di CO2: la produzione di nuovi mattoni è decisamente molto più onerosa in termini di uso delle risorse e di energia utilizzata. È chiaro dunque che la capacità di poter riutilizzare i mattoni è davvero importante per ottenere un futuro più sostenibile: ridurre gli sprechi e dare nuova vita alle risorse disponibili ha un impatto ambientale davvero importante. Per questo motivo Rebrick si è posta i seguenti obiettivi: Sviluppare e modificare la tecnologia attuale di pulizia dei mattoni “usati” Esplorare le possibilità di mercato per i mattoni recuperati nei mercati europei Commercializzare l’utilizzo dei mattoni recuperati L’azienda danese si occuperà dunque di sviluppare questa tecnologia per ottenere una produzione di mattoni rigenerati su scala commerciale. Per questo motivo la produzione può essere personalizzata in base alle diverse esigenze regionali in Europa, valutando le differenze nei costi di manodopera, peso del mattone e tipi di malta. Anche l’edilizia deve porsi come obiettivo quello di diventare sempre più sostenibile: il progetto di Rebrick si pone nella giusta direzione per rendere questo settore green e all’avanguardia. Vedi anche: Mattoni vegetali: materiali edili performanti e green Edifici più sostenibili grazie ai mattoni viventi Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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