Rigenerazione urbana: 5 progetti internazionali per plasmare le città del futuro

Rigenerazione urbana: facciamo un viaggio virtuale attraverso gli spazi urbani trasformati, per scoprire i progetti innovativi che hanno dato nuova vita al territorio

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Rigenerazione urbana: 5 progetti internazionali per plasmare le città del futuro

Edifici in stato di abbandono, zone poco sviluppate e quartieri degradati rappresentano spesso un problema significativo nelle moderne aree urbane. Oggi, la crescita delle città è strettamente legata alla capacità di ridefinire l’utilizzo degli spazi, integrando le necessità della comunità in un mondo in continuo cambiamento. I mutamenti sociali, economici e culturali costringono le città a rivedere e riorganizzare lo spazio abitativo, adottando nuovi principi e approcci nello sviluppo urbano.

I “vuoti urbani” e gli spazi sottoutilizzati rappresentano una grande opportunità per ripensare le funzioni territoriali, creando nuove sinergie tra settore pubblico, privato e terziario. La rigenerazione urbana ha l’obiettivo preciso di dare un nuovo impulso alla rinascita collettiva, incentivando il tessuto sociale a prendere consapevolezza e responsabilità nei confronti dell’area in cui dimora.

 La trasformazione di aree in stato di abbandono in luoghi vitali può innescare un impulso straordinario, creando opportunità di lavoro e promuovendo la crescita economica. Lo spostamento delle attività economiche verso le periferie ha lasciato molti centri urbani con alti tassi di disoccupazione, servizi di scarsa qualità e spazi pubblici fatiscenti. Questo ha escluso i residenti dalle opportunità dei quartieri più prosperi e ha minato il potenziale dei centri urbani di contribuire alla crescita delle città. Ed è proprio per questo che i progetti di riqualificazione portano ad una maggiore abitabilità del territorio e, di conseguenza, allo sviluppo di una nuova economia locale.

Affrontare questo problema richiede una varietà di approcci. La riqualificazione delle aree dismesse, strategie di densificazione e intensificazione, la diversificazione delle attività economiche, la conservazione e il riutilizzo del patrimonio, la riattivazione dello spazio pubblico e il rafforzamento dell’erogazione dei servizi sono tutte componenti chiave della rigenerazione urbana.

Scopriamo insieme cinque progetti di rigenerazione urbana che stanno ridefinendo il panorama delle città nel mondo. Dal recupero di aree industriali dismesse alla trasformazione di quartieri degradati, questi progetti incarnano l’innovazione e la creatività nel plasmare il futuro delle  comunità urbane.

Azabundai Hills – Tokyo

Azabundai Hills, progetto di rigenerazione urbana a Tokyo
credit img @Heatherwick Studio

Il cuore pulsante della metropoli giapponese si anima di nuovo con il progetto di rigenerazione urbana Azabudai Hills, guidato da Heatherwick Studio. Situato nel quartiere di Minato a Tokyo, Azabudai Hills è il risultato di quasi trent’anni di impegno continuo da parte dello sviluppatore giapponese Mori Building Co. Ltd.

Azabudai Hills si distingue come un progetto ad uso misto, comprendente complessi residenziali, spazi commerciali, una scuola, gallerie d’arte, due templi, uffici e ristoranti. Questa diversificazione funzionale conferisce al quartiere un carattere vibrante e dinamico, soddisfacendo le diverse esigenze della comunità locale e contribuendo alla sua vivacità. Le soluzioni architettoniche adottate mirano a minimizzare l’impatto ambientale, integrando tecnologie all’avanguardia per la gestione delle risorse e l’efficienza energetica.

Azabundai Hills, progetto di rigenerazione urbana a Tokyo
credit img @Heatherwick Studio

La connessione con la natura è al centro del progetto di rigenerazione curato da Heatherwick Studio. Azabudai Hills offre una sinergia perfetta tra l’ambiente urbano e la bellezza naturale, attraverso spazi verdi che invitano alla socializzazione e al relax.

Azabundai Hills, progetto di rigenerazione urbana a Tokyo
credit img @Heatherwick Studio

Azabudai Hills rappresenta un interessante esempio di come la rigenerazione urbana possa trasformare un’area in una comunità vibrante e sostenibile.

Gaîté Montparnasse – Parigi

Gaîté Montparnasse, progetto di rigenerazione urbana a Parigi
Cretit img Studio MVRDV_©Ossip van Duivenbode

Lo studio architettonico MVRDV, guidato da Winy Maas, ha donato nuova vita all’Îlot Vandamme, un complesso completato nel 1974 dall’architetto Pierre Dufau. Questo progetto, noto come “Gaîté Montparnasse”, rappresenta un’opportunità di rivitalizzare un’area urbana e di adattare un’iconica struttura agli standard e alle esigenze moderne.

Gaîté Montparnasse, progetto di rigenerazione urbana a Parigi
credit img Studio MVRDV_©Ossip van Duivenbode

Il complesso ideato originariamente da Pierre Dufau, celebre per la sua iconica torre dell’Hotel Pullman, si ergeva con una presenza indiscutibilmente distintiva nel tessuto urbano di Montparnasse.

La trasformazione ha introdotto un fronte stradale coeso lungo la facciata principale di Avenue du Maine. Le ampie finestre ora offrono una visione chiara delle attività ospitate all’interno, rompendo con l’atmosfera chiusa e austera del progetto originale. La facciata è stata resa visivamente giocosa e dinamica attraverso l’uso di diverse tonalità di rivestimento, piccoli arretramenti, sporgenze, balconi e finestre in grandi cornici a più piani.

Gaîté Montparnasse, progetto di rigenerazione urbana a Parigi
Credit img Studio MVRDV_©Ossip van Duivenbode

“Gaîté Montparnasse” non è solo una ristrutturazione estetica, ma anche una riorganizzazione funzionale del complesso. MVRDV ha razionalizzato le diverse destinazioni d’uso, concentrando alcune funzioni e ampliando lo spazio disponibile. Al cuore della trasformazione si trova l’attenzione verso una comunità più inclusiva. “Gaîté Montparnasse” ha dato vita a 62 unità abitative sociali e ha ospitato un asilo nido, creando così un ambiente più diversificato. La biblioteca comunale, precedentemente relegata sottoterra, è ora distribuita su due luminosi piani facilmente accessibili, rendendola un punto focale nella vita sociale del quartiere.

La hall di Gaîté Montparnasse, progetto di rigenerazione urbana a Parigi
credit img Studio MVRDV_©Ossip van Duivenbode

Il processo di trasformazione di un isolato urbano su così vasta scala diventa sempre più preciso, eppure non si conclude mai sottolinea Winy Maas, socio fondatore di MVRDV. “La conclusione del processo di trasformazione in corso rappresenta certamente una pietra miliare nella storia di questo isolato urbano, ma continuerà come un processo fai da te in continua evoluzione. Questo grande progetto non è finito; deve continuare”.

Il progetto appresenta un esempio di come l’architettura contemporanea possa rinnovare e riconfigurare le icone del passato per rispondere alle esigenze della società moderna. MVRDV ha abbracciato la sfida di trasformare un complesso architettonico datato in un’opera dinamica e sostenibile, contribuendo così a ridefinire l’identità di Montparnasse e a creare uno spazio urbano più vivace e accogliente per la comunità.

Battersea Power Station – Londra

Battersea Power Station, progetto di rigenerazione urbana a Londra
credit img @WilkinsonEyre

Londra, la città dalle mille storie e architetture, vede uno dei suoi simboli industriali rinascere grazie al progetto di riqualificazione urbana della Battersea Power Station. WilkinsonEyre, uno studio di architettura di fama mondiale, ha preso le redini di questo ambizioso progetto, adottando un approccio “heritage” che omaggia la storia del luogo.

L’architettura progettata da Sir Gilbert Scott, è stata un fulcro cruciale nella fornitura di elettricità a Londra fino al suo pensionamento nel 1983. I quattro iconici camini, il massiccio profilo in mattoni e le Sale delle Turbine sono ora restaurati e riconvertiti con maestria, diventando le caratteristiche dominanti dell’edificio.

Battersea Power Station, progetto di rigenerazione urbana a Londra
credit img @WilkinsonEyre

Gli interventi architettonici, eseguiti con rispetto per l’integrità storica del luogo, hanno dato vita a nuovi spazi per eventi, negozi, ristoranti e caffetterie.

Inoltre, ampi uffici open space e ville a cielo si ergono attorno a piazze giardino sul tetto sopra la Boiler House e le Turbine Halls, ampliando la destinazione della Battersea Power Station oltre la sua storia industriale. Uno degli aspetti più significativi della riqualificazione è l’attenzione al mantenimento del tessuto e delle finiture esistenti. Questo approccio ha permesso di sfruttare al massimo i volumi dell’edificio, rendendo la Battersea Power Station un luogo ideale per grandi realtà internazionali. Tra gli “inquilini” della rinnovata Battersea Power Station troviamo Apple, che occupa oltre 46.000 metri quadrati su sei piani, contribuendo a trasformare la Boiler House superiore in un moderno spazio-ufficio dal carattere industriale.

Gli interni della Battersea Power Station, progetto di rigenerazione urbana a Londra
credit img @WilkinsonEyre

Il progetto di riqualificazione di Battersea Power Station rappresenta il più grande sforzo di rigenerazione a Londra, aprendo le porte a visitatori e residenti.

Tuttavia, nonostante l’innovazione e il cambiamento portati dal progetto, sorge anche una riflessione critica sulla gentrificazione urbana e sull’evoluzione di un quartiere e alla sua trasformazione in un’area destinata esclusivamente a una classe sociale più elevata. Questo dilemma è discusso sulle pagine del Guardian, dove il giornalista Oliver Wainwright, si interroga sul destino della Battersea Power Station, chiedendosi se la sua metamorfosi abbia trasformato un simbolo industriale in un “rifugio elitario”. Con appartamenti di lusso, attrazioni di intrattenimento e il prestigioso campus Apple, la Battersea Power Station sembra avere attirato una clientela che potrebbe sollevare preoccupazioni sulla diversità sociale e sull’accessibilità.

Park Rise – Atene

Park Rise, progetto di rigenerazione urbana ad Atene
credit img @Ellinikon

Al centro dell’ambizioso piano di rigenerazione urbana Ellinikon, lo studio di architettura di fama mondiale, Bjarke Ingels Group (BIG), ha presentato il suo contributo attraverso il progetto residenziale Park Rise. Questo nuovo sviluppo nel quartiere di Ellinikon, noto come “Little Athens”, promette di ridefinire l’esperienza urbana con case moderne, spazi verdi, negozi, uffici e ospitalità.

Ellinikon incarna la metamorfosi contemporanea dell’antico sito dell’aeroporto internazionale di Atene in una vasta smart city che si estende su una superficie di 6,2 milioni di metri quadrati. Secondo Lamda Development, Ellinikon rappresenterà “il più grande progetto di rigenerazione urbana d’Europa”.

Un dettaglio di Park Rise, progetto di rigenerazione urbana ad Atene
credit img @Ellinikon

Al centro di Little Athens, il Park Rise di Bjarke Ingels Group si distinguerà con 88 unità residenziali di varie dimensioni, che variano da case con una a cinque camere da letto. La facciata dell’edificio, composta da una ripetizione di moduli, è il risultato di un’innovativa variazione dell’altezza dei nuclei del progetto. Il Park Rise offre una suggestiva vista sul Mar Egeo da un lato e sulle maestose montagne dell’Attica dall’altro.

Park Rise, progetto di rigenerazione urbana ad Atene
credit img @Ellinikon

Bjarke Ingels ha concepito la sua torre seguendo i dettami della progettazione green voluta per il masterplan di Ellinikon. Particolare attenzione è stata posta sul tema dell’efficienza energetica e dell’integrazione armoniosa con il paesaggio circostante.

Stockton Urban Park – Stockton-on-Tees (UK)

Stockton Urban Park, progetto di rigenerazione urbana a Stockton-on-Tees (UK)
credit img @Ryder

In un coraggioso tentativo di ridare vita al cuore urbano di Stockton-on-Tees, emerge uno dei progetti di rigenerazione urbana più rilevanti, portato avanti dallo studio di architettura Ryder con il sostegno del Consiglio Comunale di Stockton.

Grazie ad un finanziamento di 37 milioni di sterline, l’area di Stockton cambierà radicalmente volto: le prime fasi del progetto prevedono la demolizione del centro commerciale Castlegate in modo tale da far posto a un ampio parco lungo il fiume Tees.

Mentre molte città si precipitano a trasformare i grandi magazzini in disuso in appartamenti, o a colmare i negozi abbandonati con iniziative comunitarie temporanee e progetti di agricoltura urbana, il comune di Stockton si distingue con una proposta audace grazie alla quale la cittadinanza si “ricongiungerà” nuovamente con il fiume e si circonderà della bellezza della natura. La visione dello studio Ryder Architecture prevede la demolizione di metà della strada principale, sostituendola con un ampio parco urbano.

Stockton Urban Park, progetto di rigenerazione urbana a Stockton-on-Tees (UK)
credit img @Ryder

Costruito negli anni ’70, il centro commerciale Castlegate ha distorto il paesaggio urbano, chiudendo gli antichi sentieri vittoriani che portavano al fiume e contribuendo al degrado delle arterie principali di Stockton.

Il nuovo parco, esteso su ventimila metri quadrati, è concepito per diventare il cuore pulsante della comunità, arricchito da un verde rigoglioso, opere artistiche e da un ponte sul Tees che ripristinerà l’accesso al fiume. Le prospettive delineano un’area che persino supererà in dimensioni l’illustre Trafalgar Square di Londra, confermando l’ambizione e l’innovazione di questo progetto.

Stockton Urban Park, progetto di rigenerazione urbana a Stockton-on-Tees (UK)
credit img @Ryder

Il progetto sarà arricchito con l’espansione della già esistente piazza del mercato, insieme a un’area giochi e ad un’area verde destinata ad eventi all’aperto. Nella parte sud del sito, due nuovi edifici accoglieranno una biblioteca, un centro di assistenza clienti e la sede del consiglio comunale, rappresentando un’opportunità di consolidare e modernizzare gli attuali uffici.

Il nuovo ponte di Stockton Urban Park, progetto di rigenerazione urbana a Stockton-on-Tees (UK)
credit img @Ryder

Il Consiglio Comunale dimostra il suo impegno nel sostenere la comunità commerciale locale offrendo agli attuali inquilini del Castlegate Shopping Centre la possibilità di trasferirsi nelle unità vuote del vicino centro commerciale Wellington Square.


8/2/2023

Rigenerare è meglio che trasformare

Il futuro delle città europee dipende da come le diverse amministrazioni saranno in grado di “rigenerare” il patrimonio esistente fermando l’utilizzo di nuovo suolo e quindi le trasformazioni territoriali, a beneficio dell’originaria identità ecosistemica: in Italia sono molte le realtà virtuose che hanno adottato questo approccio e i progetti di rigenerazione urbana realizzati hanno un evidente valore aggiunto. Quella che sembra una sottile differenza tra i termini “ristrutturazione” e “rigenerazione” identifica in realtà un importante cambio di approccio del progettista che interviene non più solo su un edificio, ma su una porzione di territorio. Questa forma mentis è sempre più diffusa e si riflette sulla qualità di vita dei cittadini e sul valore aggiunto degli immobili.

a cura di Claudia Capperucci

Rigenerazione urbana per la transizione energetica sostenibile delle città

Il verbo “rigenerare” (dal latino re-generare, generare di nuovo) è trai vocaboli più utilizzati quando si parla di transizione ecologica e di politiche ambientali e ci indica chiaramente qual è l’approccio più funzionale per preservare il pianeta, ovvero la ricostituzione di ciò che già esiste nell’ottica di preservare ciò che ancora non è stato utilizzato. Questo approccio era già emerso in occasione degli Stati Generali della Green Economy del 2016 e oggi è il nodo centrale di tutte le politiche ambientali europee, a partire dal Green City Accord.

Rigenerare, riqualificare, ristrutturare

Il verbo “rigenerare” si distingue da “riqualificare” e “ristrutturare”, che normalmente si usano nel linguaggio dell’edilizia, perché allarga l’ambito d’azione della “bonifica” e della rinascita a tutti i fenomeni presenti sul territorio (oltre l’architettura), quindi all’aspetto sociale, urbano e ambientale e ridefinisce la qualità di vita della popolazione che vi risiede a trecentosessanta gradi.

In quest’ottica la rigenerazione urbana si contrappone alla trasformazione territoriale perché i suoi intenti sono sostanzialmente salvaguardare e ripristinare il suolo e le sue funzioni ecosistemiche. L’obiettivo della Commissione europea è l’occupazione netta di terreno pari a zero entro il 2050, ovvero l’arresto definitivo del consumo di suolo e della relativa trasformazione territoriale.

Come si evince dal rapporto sulle nuove periferie lombarde “Future Cities” presentato alla fine del 2022 da Scenari Immobiliari con il gruppo Unipol: “La chiave per la buona riuscita di una operazione di rigenerazione urbana è la messa a sistema di una offerta di servizi studiata per lo specifico ambito nel quale si opera, parametrata sul carattere dimensionale dell’operazione, capace di attrarre una popolazione eterogenea che concorra alla creazione di una nuova identità legata agli spazi rigenerati, con grande attenzione da un lato alla dimensione sociale e personale delle esigenze della vita quotidiana e dall’altro affine ai nuovi stili di vita maggiormente attenti al bello e al sostenibile, in ogni sua declinazione”.

Rigenerazione urbana per la transizione energetica sostenibile delle città

In Italia, seppur l’ultimo Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici di ENEA descriva un parco immobili sempre più efficiente, di fatto gli immobili nelle classi energetiche più basse (F e G) e quindi più vetusti sono ancora il 57% del totale e quindi il verbo “rigenerare” acquista un significato e un’urgenza particolari. Ma questo stato di fatto può rappresentare anche un’ottima opportunità per concentrare le risorse sul recupero delle strutture esistenti limitando al minimo le nuove realizzazioni e quindi il consumo di suolo. E gli esempi eccellenti ci sono già da diversi anni, tanto eccellenti da poter diventare modelli.

Rigenerazione urbana, alcuni esempi virtuosi

Nord – Milano

In Lombardia, la legge 31 del 28 novembre 2014 è stata determinante nel riportare al centro del dibattito le modalità per ridurre il consumo di suolo, insieme al rapporto tra interventi urbanistico-edilizi, iniziative sociali e ambientali e, come si legge nell’introduzione al rapporto “Future Cities”: “Da qui, lo sviluppo di misure indirizzate a favorire e orientare gli interventi di trasformazione territoriali, urbanistici ed edilizi verso la rigenerazione di aree già urbanizzate, degradate e dismesse, e il crescente interesse di investitori e sviluppatori per la realizzazione di operazioni complesse a diversa scala”.

La Lombardia è ad oggi una delle regioni più interessate dal fenomeno della rigenerazione urbana e, seppur la superficie riqualificata sia sensibilmente in calo rispetto al 2014, il 70% di questa è coperta da ambiti di rigenerazione urbana (221 chilometri quadrati), mentre il 30% pertiene ad interventi di trasformazione territoriale (90,5 chilometri quadrati). (Fonte Scenari Immobiliari)

Un modus operandi che ha avuto un riflesso positivo sul livello della qualità di vita dei cittadini, nonché sulle stime del mercato immobiliare, come conferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa: “A Milano negli ultimi dieci anni i prezzi sono aumentati del 19,3% ma dal 2017 al 2022 le case hanno accresciuto il loro valore del 43,2%. Uno dei motivi per cui il mercato immobiliare di Milano ha registrato e continua ancora a registrare un andamento decisamente positivo è legato ai numerosi interventi di riqualificazione in corso sul territorio che stanno valorizzando il patrimonio immobiliare cittadino. Parliamo di interventi come il prolungamento della metropolitana, il recupero di aree dismesse”.

Le aree e i quartieri che hanno beneficiato di interventi di rigenerazione sono: San Cristoforo, Ludovico Il Moro (progetto di Porta Naviglio Grande), Bovisa (con il progetto Mo.le.co.la), Viale Corsica, Santa Giulia, Viale Umbria.

Porta Naviglio Grande

Un complesso residenziale di circa 75 appartamenti, composto di due edifici, Icon e Vertigo, che sorgerà nel quartiere tra Piazza Ohm e via Richard, un quartiere storico della zona Navigli che ha avviato già da diversi anni un percorso di rigenerazione urbana.

Complesso residenziale Porta Naviglio Grande a Milano

Lo sviluppatore è AbitareIn S.p.A. Gli appartamenti sono realizzati secondo gli ultimi standard energetici ed ambientali: pannelli fotovoltaici che convertono la luce in energia elettrica, ampi spazi esterni, un giardino pensile sul tetto dove crescerà un orto urbano. Inoltre, il progetto prevede diversi servizi (Smart Work, Bike Lab, Delivery Room).

Bosconavigli

Bosconavigli di Stefano Boeri Architetti e Arassociati, promosso da Milano 5.0 con la progettazione paesaggistica di AG&P greenscape, è un progetto di riqualificazione urbana nel quartiere San Cristoforo.

Bosconavigli, progetto di riqualificazione urbana nel quartiere San Cristoforo a Milano
Credit immagini Studio Boeri Architetti/ Level Creative Studio

Circa 8 mila mq affacciati sul Naviglio Grande: un corpo unico immerso nel verde a sviluppo pensile (come a gradonate) che ospita giardini e ampie terrazze.

MoLeCoLa – Mobility Learning Community Lab

Il masterplan di MoLeCoLa nasce come intervento di ricucitura del tessuto urbano del quartiere di Bovisa oggi diviso dal tracciato dei binari ferroviari. Il team di Park Associati ha pensato al progetto ad un’area di circa 90.000 mq che si sviluppa in sinergia con gli altri interventi presenti sull’area e dialoga con il Politecnico.

MoLeCoLa, riqualificazione urbana nel quartiere Bovisa di Milano

Un reale esempio di rigenerazione urbana perché questo progetto è stato pensato per ricucire gli ambiti finora separati dai binari della ferrovia Milano Nord Bovisa, riqualificando la stazione ferroviaria come fulcro del quartiere rinnovato. Residenze, studentato, attività commerciali, coworking, headquarters di Ferrovie Nord progettati in maniera integrata con il disegno dello spazio pubblico, con aree verdi attrezzate e strutture prevalentemente i legno.

Spark One

Nel Business District di Santa Giulia, l’edificio Spark One rappresenta un’eccellenza in quanto ha ottenuto la certificazione LEED CS Platinum, il massimo livello riconosciuto dal Green Building Council degli Stati Uniti (USGBC).

Edificio Spark One a Milano Santa Giulia

Sviluppato da Lendlease. L’area in cui si trova è stata completamente rigenerata e restituita alla città a partire dalla bonifica del sito industriale dismesso delle ex- acciaierie Redaelli

Sud – Parco della Giustizia di Bari

Un esempio di rigenerazione urbana nel Sud Italia è l’area delle ex Casermette del quartiere Carrassi a Bari, dove sorgerà il nuovo Parco della Giustizia della città, ad opera di Atelier(s) Alfonso Femia. Tra i diversi siti sarà potenziata e, in certi casi realizzata, una connessione sia simbolica, sia materiale attraverso la predisposizione di corridoi verdi e piste ciclabili.

Nuovo Parco della Giustizia della città di Bari

Il Parco della Giustizia è stato definito un progetto di ri-unione e correlazione di parti frammentate della città, in quanto armonizza e mette in relazione elementi architettonici con elementi del paesaggio facendo da legante alla città nel suo insieme.

Un accordo trasversale per rigenerare le città in tutta Europa

Nato nel 2020 per iniziativa della Commissione Europea il Green City Accord è un’associazione che riunisce diverse città europee con l’intento di migliorare il territorio e la qualità di vita dei propri cittadini, contribuendo in maniera costruttiva agli obiettivi del Green New Deal europeo e alla transizione ecologica in generale. In Italia hanno aderito anche Milano e Roma Capitale oltre a molti piccoli comuni.

Il secondo punto della Carta per la Rigenerazione Urbana delle Green City è un monito a fermare il consumo di suolo per promuovere il recupero del patrimonio edilizio esistente: “La rigenerazione urbana rappresenta oggi la scelta strategica per ridare capacità d’attrazione alle città con il riutilizzo e l’uso efficiente del patrimonio edilizio esistente e delle aree già urbanizzate”, si legge. “Le iniziative per la rigenerazione vanno precedute da una ricognizione dei fabbisogni locali, delle aree già urbanizzate disponibili e del patrimonio edilizio degradato o inutilizzato: le aree dismesse, abbandonate e sottoutilizzate, non solo le tradizionali ex aree industriali ma anche tessuti urbani degradati, non pianificati e con mix funzionali casuali, ex infrastrutture ferroviarie e di altro tipo, ex insediamenti di aziende minori e di artigiani, nonché degli edifici degradati, abbandonati non più utilizzati, quelli abusivi e incompleti da recuperare se di qualità, o se opportuno da demolire, con recupero dei materiali riciclabili”.


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