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Indice degli argomenti: Come si è chiuso il 2021: il quadro energetico Quanta energia consumano gli edifici Perché in Italia gli edifici consumano tanta energia La sostenibilità dell’edilizia deve crescere e lo può fare attraverso interventi di riqualificazione degli edifici esistenti, che si pongono l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche. Consumare meno energia significa ridurre il consumo di risorse e le emissioni di CO2 imputabili agli edifici e al loro ciclo di vita. Allo stesso modo, sono d’aiuto impianti efficienti e soluzioni che permettono di sfruttare l’energia rinnovabile. Ecco il quadro dei consumi di energia in Italia. Come si è chiuso il 2021: il quadro energetico Secondo il rapporto che viene presentato ogni anno dall’ENEA, il 2021 è stato un anno in cui in tutto il mondo, inclusa l’Italia, si è vissuta una crescita abbastanza intensa della domanda di energia. Un dato interessante, considerando che nel corso dell’anno si sono registrati i primi significativi aumenti dei costi di acquisto della materia prima. Una conseguenza diretta di questo fenomeno è chiaramente la crescita delle emissioni di CO2, che a livello globale sono aumentate del 6%, superando i 36 miliardi di tonnellate. Si tratta di un valore senza precedenti, un vero e proprio record (purtroppo negativo). Focalizzando l’attenzione sull’Italia, emerge una crescita dei consumi di energia dell’8% sull’anno precedente, a seguito della ripresa economica vissuta a partire dal primo trimestre dell’anno. Una valore che fa recuperare quel rallentamento della domanda che si era vissuto nel 2020 durante la pandemia. Per quanto riguarda le fonti primarie, circa il 40% dell’aumento dei consumi energetici è imputabile ancora al petrolio, circa un terzo al gas naturale e il 20% all’elettricità importata. Le rinnovabili, invece, hanno vissuto un aumento poco significativo. Infine, le emissioni di CO2 sono aumentate dell’8,5%, superando la media europea. Quanta energia consumano gli edifici Facendo riferimento al solo ambito residenziale, si conferma un trend di crescita dei consumi di energia. Secondo il rapporto presentato dal MISE, in particolare è aumentato l’uso di petrolio e prodotti petroliferi del +4,8%, del gas naturale del 10,9%, dell’energia elettrica del +1,5% e, infine, le rinnovabili del +9,2%. Sul consumo totale di energia imputabile alle famiglie, che è pari a 49.279 ktep, il 66% è proprio utilizzata per fini domestici. In merito alle fonti, invece, emerge che quella più utilizzata per soddisfare la domanda energetica è il metano, seguito da legna ed elettricità. Secondo questi dati solo le famiglie sono responsabili del 30% dei consumi totali, con una crescita del 5,8% e una spesa totale di 76 miliardi di euro nel 2021. Non stupisce, a questo punto, scoprire che l’insieme degli edifici presenti in Italia oggi sia responsabile di ben il 45% dei consumi finali di energia, dovuti a riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, produzione di acqua calda sanitaria e funzionamento dei dispositivi elettronici. Altro dato significativo è che anche in termini di crescita dei consumi, è sempre il residenziale il settore che si distingue. L’unico dato positivo è relativo alla crescita delle rinnovabili, anche se una parte significativa di questa quota dipende dall’uso di impianti a legna e pellet. Si stanno diffondendo le pompe di calore, ma non ancora abbastanza per una vera elettrificazione degli edifici. Solo il 27% dei consumi, infatti, è soddisfatto mediante energia elettrica. Perché in Italia gli edifici consumano tanta energia I motivi per cui gli edifici in Italia sono responsabili di una così ampia fetta di consumi di energia dipendono dal fatto che gran parte del patrimonio edile non è efficiente e adeguato alle esigenze di oggi. Oltretutto, in ambito edile, la quota Fer nei consumi è ancora troppo bassa e supera di poco il 20%. Senza contare che la dipendenza dal gas rende il settore anche uno dei più esposti ai rischi derivanti dall’aumento dei prezzi dell’energia. Sono circa il 70% le abitazioni censite in Italia con più di 40 anni, che non ancora non sono state rinnovate o riqualificate. Una situazione particolarmente critica se si pensa ai risultati che si dovrebbero raggiungere entro il 2050 con il piano “Fit for 55” dell’Unione Europea. Emerge chiaramente, quindi, l’urgenza con cui si dovrebbe affrontare il tema della riqualificazione energetica degli edifici. È necessario intervenire su involucro e impianti, rendendo più performanti gli immobili, risanandoli e installando soluzioni tecnologiche efficienti. Non è un caso, quindi, che il Pnrr preveda investimenti di diversi miliardi per l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici, con l’obiettivo di riuscire a rinnovare ogni anno l’1,2% dell’esistente. Un obiettivo che non raggiunge il target europeo del 2,1%, per raggiungere il quale sarebbe necessario il doppio dell’investimento. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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