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Img by crediti: UNClimateChange Indice degli argomenti Toggle Il mercato globale del carbonio: ambizioni e criticità di un sistema controversoUn’opportunità per accelerare l’azione climaticaCritiche degli osservatori: una soluzione parziale per una sfida globaleVerso un futuro incerto: le prospettive del mercato globale del carbonio Alla COP29 di Baku, Azerbaigian, è stato siglato un accordo che stabilisce gli standard del nuovo sistema di crediti per il mercato globale del carbonio, nell’ambito dell’Articolo 6.4 dell’Accordo di Parigi. L’intesa è stata definita dalla presidenza azera come un grande successo, ma la rapidità della sua approvazione, avvenuta senza un dibattito tra le delegazioni, ha sollevato diverse critiche. L’accordo mira a creare un sistema di scambio di crediti di carbonio che renda l’azione climatica più accessibile, ma ONG e delegati esprimono preoccupazioni riguardo alla governance, alla trasparenza e alla reale efficacia delle misure adottate. Il mercato globale del carbonio: ambizioni e criticità di un sistema controverso Il mercato globale del carbonio è stato proposto come un meccanismo innovativo per accelerare la riduzione delle emissioni, incentivando i Paesi con crediti di carbonio che possono essere scambiati a livello internazionale. La presidenza della COP29 ha promosso l’intesa come uno strumento rivoluzionario che, attraverso un sistema di standard internazionali, renderà possibile investire in progetti di riduzione delle emissioni nei Paesi in via di sviluppo, stimolando una crescita sostenibile. L’intesa delinea una cornice operativa che permetterà di creare e scambiare crediti di carbonio in modo trasparente, garantendo l’integrità del sistema sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Il mercato del carbonio rappresenta uno strumento fondamentale per ridurre i costi dell’azione climatica globale, con potenziali risparmi di circa 250 miliardi di dollari annui per i Paesi che collaborano nelle loro strategie climatiche e la possibilità di assorbire 5 miliardi di tonnellate di CO2. Nonostante queste promesse, il processo decisionale dietro l’accordo ha suscitato reazioni fortemente critiche. La presidenza azera ha presentato il testo dell’Articolo 6.4 come un pacchetto chiuso, chiedendo ai delegati di approvarlo o rifiutarlo, senza possibilità di apportare modifiche. Una modalità anomala, che secondo molte delegazioni e osservatori potrebbe creare un pericoloso precedente per la governance delle Nazioni Unite, limitando la trasparenza del processo negoziale. Isa Mulder, di Carbon Market Watch, ha commentato: “L’accordo raggiunto crea un pessimo precedente per la trasparenza e la corretta governance.” Un’opportunità per accelerare l’azione climatica L’accordo sugli standard del mercato del carbonio, prevede la creazione di crediti di carbonio secondo parametri chiari e misurabili, assicurando che ogni riduzione delle emissioni sia reale, aggiuntiva e verificata. “Gli standard dell’Articolo 6.4 indirizzeranno le risorse verso il mondo in via di sviluppo,” ha dichiarato Mukhtar Babayev, presidente della COP29, sottolineando il potenziale del sistema per affrontare le diseguaglianze nelle risorse dedicate alla crisi climatica. “Se almeno due terzi dei Paesi non possono permettersi di ridurre rapidamente le emissioni, ogni nazione ne pagherà il prezzo”, ha dichiarato Simon Stiell, Segretario Esecutivo delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico. Ha quindi ribadito che la finanza climatica non deve essere vista come un atto di beneficenza, ma come un investimento di interesse globale. L’integrità del mercato del carbonio L’accordo include anche standard tecnici definiti dal Supervisory Body dell’Articolo 6.4, che garantiranno l’integrità del mercato del carbonio. Tuttavia, queste regole sono state giudicate da diversi osservatori come incomplete o insufficientemente dettagliate rispetto a quelle discusse nella COP28 a Dubai. Una delle principali preoccupazioni riguarda il rischio del doppio conteggio delle riduzioni di emissioni: i crediti potrebbero essere registrati più volte, sia nei bilanci nazionali sia in quelli aziendali, compromettendo la reale efficacia dei meccanismi di riduzione. Il testo dell’accordo non prevede, inoltre, istruzioni specifiche per valutare il rischio di inversione delle emissioni, cioè il rischio che il carbonio immagazzinato torni in atmosfera a causa di incendi, degrado delle foreste o cambiamenti ecologici. Critiche degli osservatori: una soluzione parziale per una sfida globale Oltre alle preoccupazioni per il processo di approvazione, molte ONG e delegazioni hanno sollevato dubbi sui contenuti stessi dell’accordo. La definizione vaga delle “rimozioni” di CO₂ incluse nell’Articolo 6.4 prevede il riconoscimento di tecnologie controverse che, secondo alcuni critici, potrebbero comportare rischi significativi per le comunità locali senza fornire veri benefici climatici. Un’altra questione controversa è la gestione del mercato volontario del carbonio, dove aziende e individui acquistano crediti per compensare autonomamente le proprie emissioni. La mancanza di regolamentazioni solide rischia di minare la fiducia in questi mercati, lasciando aperte molte domande su come sarà regolamentato il passaggio dal vecchio Clean Development Mechanism (CDM) del Protocollo di Kyoto al sistema delineato dall’Articolo 6.4. Le principali ONG ambientaliste, come Greenpeace, denunciano che l’accordo potrebbe rappresentare una falsa soluzione, utile per attrarre investimenti senza garantire una reale riduzione delle emissioni. Questo scenario, secondo molti osservatori, potrebbe frenare il supporto alla transizione ecologica, lasciando irrisolte le problematiche finanziarie e infrastrutturali che i Paesi in via di sviluppo affrontano nella lotta contro il cambiamento climatico. Verso un futuro incerto: le prospettive del mercato globale del carbonio Nonostante le ambizioni della COP29, l’accordo raggiunto a Baku rappresenta solo un primo passo verso un mercato globale del carbonio, che resta però condizionato da complessità normative. L’accordo sugli standard di carbonio non è definitivo e potrà essere perfezionato durante le prossime COP per adattarsi alle nuove sfide. Rimane ancora da definire l’Articolo 6.2, che regolerà lo scambio bilaterale e multilaterale di crediti di carbonio. Questa flessibilità è stata introdotta per facilitare l’approvazione del testo alla COP29, ma molti delegati temono che questa scelta possa compromettere l’efficacia a lungo termine del mercato globale del carbonio e limitare l’impatto immediato sulle emissioni globali. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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