Effetto Covid-19 sul clima, calo record per emissioni e consumi di energia nel 2020

Analisi dell’Enea sul sistema energetico italiano. Il 30% della riduzione è legato a fattori ‘virtuosi’, come la riduzione dell’intensità energetica e il minor utilizzo di fonti fossili, e per il 70% alla contrazione del Pil. Nell’anno meno 12% per le emissioni, e taglio del 40% rispetto ai livelli del 2005. La riduzione dei consumi arriva al 10% sull’anno, e non è mai andata così in basso da 76 anni a questa parte. Ma migliora l’indice della transizione energetica

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Effetto Covid-19 sul clima, calo record per emissioni e consumi di energia nel 2020

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L’effetto Covid-19, meglio dire anche quello del lockdown, si fa sentire sul clima. E in modo pesante, facendo segnare in Italia un calo record per emissioni e consumi di energia nel 2020. A certificarlo l’analisi del sistema energetico messo a punto dall’Enea, in cui si fa presente come il 30% della riduzione delle emissioni sia dovuto a fattori ‘virtuosi’ (la riduzione dell’intensità energetica e il minor utilizzo di fonti fossili) e il 70% alla contrazione della produttività del Paese, del Pil.

Mai così in basso da 76 anni

Il 2020 – scrive l’Enea – sarà ricordato come l’anno del calo record dei consumi di energia con un meno 10% rispetto al 2019, e delle emissioni di CO2 con una riduzione del 12% che ci portano ora a valori inferiori del 40% rispetto ai livelli del 2005. Secondo il ricercatore dell’Enea, Francesco Gracceva, “le emissioni di CO2 sono diminuite più dei consumi di energia”, il 12% rispetto al 10%, perché “il decremento ha riguardato soprattutto fonti fossili e, in particolare, quelle a maggiore intensità carbonica come petrolio e carbone”.

Calo record delle emissioni nel 2020

La caduta del 10% dei consumi di energia nel 2020 rispetto al 2019 – messa in evidenza dall’Enea – è una contrazione record da 76 anni a questa parte. “La contrazione della domanda di energia è la più elevata dal biennio 1943-44 – prosegue Gracceva – quando l’Italia era in piena Seconda guerra mondiale. Nell’ultima grande crisi economica, nel 2009, i consumi si sono ridotti ‘solo’ del 5,7%”. Il blocco e le chiusure a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus spiega perché “il calo dei consumi di energia sia stato maggiore di quello del Pil, con conseguente riduzione dell’intensità energetica”.

Migliora la transizione energetica

L’analisi mostra “un notevole miglioramento dell’indice Ispred, elaborato dall’Agenzia per misurare la transizione energetica”: più 38% è il dato, grazie al “forte miglioramento di prezzi (più 80%) e decarbonizzazione (più 40%)”.

E’ però in leggero peggioramento la sicurezza energetica, per via delle difficoltà nel settore elettrico e nella raffinazione, e il forte calo dell’utilizzo degli impianti.

“Il settore elettrico – osserva Gracceva – si è trovato a dover gestire il forte incremento della generazione rinnovabile non programmabile che ha raggiunto nuovi massimi storici (20% su base mensile a maggio, oltre il 70% su base oraria), con costi crescenti per la gestione in sicurezza del sistema. Ed è a livelli critici il margine di capacità installata necessario a coprire la domanda”.

Aumenta importazione eco-tecnologia

Il documento dell’Enea parla poi del “forte aumento”, pari a un più 27% per un valore di 2,2 miliardi di euro, delle importazioni di tecnologie a basso impatto di carbonio; cosa che riguarda soprattutto veicoli elettrici, ibridi e batterie che sono arrivati a coprire il 56% di questo pezzo di importazioni, con un deciso aumento rispetto al 2019 quando era al 33%.

Il disavanzo commerciale per le tecnologie green è stato di 1,1 miliardi di euro, il 60% in più rispetto al 2019, a fronte di una riduzione del 14% dell’importazione totale di merci. Tra le notizie “positive” messe in rilievo dall’Enea c’è il raggiungimento del pareggio commerciale nel fotovoltaico e un lieve aumento delle esportazioni di veicoli elettrici ibridi plug-in.

Domanda e prezzi

Il 60% del calo dei consumi di energia primaria riguarda il petrolio, a causa della forte riduzione del traffico stradale e aereo. La richiesta di energia elettrica è diminuita del 5,3%, con un calo particolarmente marcato tra marzo ed aprile, quando la chiusura delle attività produttive ha ridotto i consumi elettrici industriali di circa il 30% su base annua. Con il progressivo allentamento delle misure la riduzione si è via via alleggerita: dal meno 14% del secondo trimestre al meno 2,5% del terzo e al meno 0,4% del quarto, con punte positive tra novembre e dicembre.

I prezzi dell’energia elettrica – viene osservato dall’analisi – per le imprese sono diminuiti del 15% per tutte le fasce di consumo, collocandosi intorno ai minimi del decennio. Per i consumatori domestici la riduzione del prezzo è stata di circa il 10%.

Il gas: il prezzo per le imprese ha subito cali superiori al 20%, con valori vicini ai minimi decennali, soprattutto per le imprese più grandi; anche se da fine estate si sono registrati aumenti che hanno comportato una risalita delle bollette, sia per le utenze industriali che per quelle domestiche. Un punto importante – messo in rilievo dall’Enea – è la riduzione del differenziale di prezzo di elettricità e gas tra quello che si paga in Italia e quello che si paga nel resto dell’Unione europea (sia all’ingrosso che nei consumi finali).

Il capitolo rinnovabili, crescita lenta

La quota di rinnovabili sui consumi finali è pari al 20% circa nel 2020, con una crescita del 2% rispetto al 2019. “Se i consumi totali fossero rimasti sui livelli del 2019 la quota di fonti di energia rinnovabile – dice ancora Gracceva – si sarebbe fermata poco oltre il 18,1%, a conferma del fatto che la progressione verso il target stabilito nel Piano nazionale integrato energia e clima per il 2030 rimane lenta, e ancor più lontano risulta il nuovo target Ue”. Per il 2020 si regista infatti “un ulteriore rallentamento delle installazioni di nuova capacità elettrica rinnovabile, ferme a circa un quarto di quanto sarebbe necessario per raggiungere gli obiettivi 2030”.

Nel mix energetico le rinnovabili sono “stabili”: più 1% quelle elettriche. Sul versante opposto la forte diminuzione di petrolio e carbone ha spinto al minimo storico dal 1961 la quota di combustibili fossili, al 72% (era al 74% nel 2019). Il gas si conferma prima fonte energetica in Italia con il 37,4%, anche se i consumi sono in calo del 5,6% rispetto all’anno prima; sono in “forte diminuzione” le importazioni nette di elettricità (meno 13%). L’elettrificazione del sistema energetico italiano scala di livello, e aumenta la quota di consumi di energia coperti da elettricità, che sale al 21% nel 2020, segnando nuovo

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