Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti Toggle Quali sono stati i progressi finora ottenuti e su quali aspetti state lavorando per migliorare?Quali sono i tratti peculiari di Solertix sul fotovoltaico in perovskite?Nel 2027, se tutto andrà come previsto, si avvierà la produzione…Che ruolo ha avuto FuturaSun nel percorso evolutivo di Solertix?Quali saranno le potenzialità applicative? In molti prevedono che il fotovoltaico in perovskite caratterizzerà il prossimo futuro della tecnologia solare. Tra le realtà che stanno puntando con particolare attenzione c’è l’italiana Solertix, acquisita nel 2023 da FuturSun. Alla conferenza della Rete Italiana Fotovoltaico, ha rivelato lo stato dell’arte e i prossimi obiettivi. Uno su tutti: la volontà di avviare nel 2027 la produzione dei primi moduli. «Nei nostri programmi, contiamo di arrivare per quell’anno ad avviare una prima linea di produzione di moduli su scala industriale, puntando ad andare su linee da 250 MW con moduli di dimensioni prossime a 2 metri quadri». Lo ha rivelato Francesco Di Giacomo, direttore tecnico e co-fondatore di Solertix, che abbiamo incontrato nell’occasione della conferenza. Quali sono stati i progressi finora ottenuti e su quali aspetti state lavorando per migliorare? «Abbiamo cominciato l’attività un anno fa, focalizzandoci sulla ricerca e sviluppo, sviluppando tecnologie e dispositivi per dimostrare di poter andare a realizzare moduli tandem con efficienze del 30%. Ora stiamo lavorando sulla preparazione delle prossime fasi, ovvero la progettazione e l’ottenimento dei finanziamenti per la nostra linea pilota di ricerca e sviluppo che ci porterà a dimostrare, su una scala di dimensione molto più elevata (dimensioni circa 30 x 30 cm), che possiamo ottenere le efficienze che abbiamo traguardato con la nostra tecnologia a quattro terminali (4T)». Quali sono i tratti peculiari di Solertix sul fotovoltaico in perovskite? «Intanto, a livello tecnologico, lavoriamo sul fotovoltaico in perovskite da tanti anni. Siamo stati i primi, in qualità di ricercatori (Solertix è una realtà nata dall’esperienza del CHOSE – centro di ricerca italiano Polo Solare Organico della Università di Roma Tor Vergata – nda), a dimostrare la fattibilità della produzione di moduli in perovskite già 10 anni fa. Quindi sappiamo molto bene come sviluppare questa tecnologia. Un’altra attività portata avanti quest’anno ha riguardato la parte brevettuale. Abbiamo optato per i moduli tandem perovskite/silicio a quattro terminali, che hanno vari punti su cui lavorare: proprio per questo abbiamo voluto depositare domande di brevetto, per affrontare e mitigare i problemi e superarli». Nel 2027, se tutto andrà come previsto, si avvierà la produzione… «Proprio così. Il 2027 è l’anno in cui ci si aspetta in generale l’entrata sul mercato di moduli a perovskite. L’impianto pilota di produzione che noi prevediamo sarà di 250 MW, con moduli standard. Se si riuscirà a cominciare, all’inizio del prossimo anno, con la linea pilota R&D da 1 MW e, in parallelo, a preparare anche la parte produttiva, abbiamo una roadmap serrata che ci consente di produrre a fine 2027». La vostra vuole essere tecnologia fotovoltaica in perovskite made in Italy? «Confermo. Il nostro piano è mantenere l’attività in Italia. Non sarà facile, però l’ambizione è di restare in Italia e, magari, sposare il nostro progetto di produzione a quello di FuturaSun». Che ruolo ha avuto FuturaSun nel percorso evolutivo di Solertix? «Oltre al contributo economico, che ci ha permesso di partire e di sostenere le attività fino ad oggi, è stato un partner prezioso perché, da esperto attore del mercato fotovoltaico, FuturaSun sa molto bene ciò che serve, a livello di soluzioni tecnologiche da attuare e di problemi (in particolare a livello di supply chain) da affrontare. Inoltre, hanno un forte contatto con la Cina, di cui vogliamo approfittare per velocizzare il nostro processo. Vale la pena di ricordare che il nostro modulo tandem è composto per una buona metà da perovskite, per il resto si tratta di tecnologia al silicio standard: pensiamo, quindi, di poter collaborare in modo sinergico per arrivare alla produzione». Quali saranno le potenzialità applicative? «Secondo la nostra roadmap, intendiamo arrivare al 2027 con moduli di efficienza intorno al 27%, contando di aumentarla, calando coi costi e riducendo il tasso di degradazione. Questo che vuol dire che all’inizio potremo traguardare in maniera più semplice il mercato residenziale. Poi, nel corso degli anni, intendiamo spostarci verso applicazioni su tetti industriali per arrivare più avanti all’utility scale. Quindi, col tempo, l’ambizione è di coprire tutto lo spettro applicativo dei pannelli di silicio standard». Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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