Investimenti nelle rinnovabili in crescita nel 2024, ma a rischio frenata

Gli investimenti nelle rinnovabili in Italia continuano a crescere, sostenuti da un mercato dinamico e dall’interesse internazionale. Tuttavia, il settore si trova a un bivio: da una parte, il potenziale per raggiungere gli obiettivi del PNIEC entro il 2030, dall’altra, le difficoltà legate a un quadro normativo frammentato e spesso incoerente che rischia di rallentare il settore dal 2026. Il punto all’Italian Renewables Investment Forum 2024

Investimenti nelle rinnovabili in crescita nel 2024, ma a rischio frenata

Il settore delle energie rinnovabili in Italia sta vivendo una fase di forte espansione, con investimenti in aumento nel 2024, sostenuti anche da investitori internazionali. Tuttavia, il contesto normativo rischia di frenare questa crescita a partire dal 2026, creando incertezze sul raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). L’Italian Renewables Investment Forum 2024, organizzato da Green Horse Advisory e Althesys, ha messo in evidenza le principali problematiche e opportunità per gli investitori.

Italian Renewables Investment Forum 2024

La crescita degli investimenti nelle rinnovabili

Negli ultimi cinque anni, il settore delle energie rinnovabili ha visto un aumento significativo degli investimenti. Solo nel 2023, secondo i dati IREX, si sono registrati 80,1 miliardi di euro destinati a 1.180 operazioni, con una capacità complessiva di 50,9 GW e un incremento del 31% rispetto all’anno precedente.

Il fotovoltaico e l‘agrivoltaico hanno dominato la scena, rappresentando il 56% della nuova capacità installata. Anche l’eolico offshore e i sistemi di accumulo hanno guadagnato terreno, grazie all’interesse crescente da parte di investitori nazionali e internazionali.

L’Italia, che punta a coprire il 65% del fabbisogno elettrico con fonti rinnovabili entro il 2030, ha fatto passi avanti ma deve ancora colmare il divario con altri paesi europei. Attualmente, la quota di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili è del 36,8%, inferiore alla Spagna (52%) e alla Germania (50%), ma sopra la Francia (27%) che fa affidamento sull’energia nucleare.

A fronte di questi progressi, sono stati installati quasi 5 GW di nuova capacità dall’inizio del 2024. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi PNIEC, è necessario installare almeno 8 GW all’anno.

Le dinamiche positive del mercato sono sostenute da incentivi e dalle prospettive di crescita delle tecnologie di accumulo e dell’integrazione dell’agrivoltaico. Tuttavia, i rappresentanti del settore presenti all’Italian Renewables Investment Forum 2024 hanno evidenziato che le incertezze normative potrebbero rallentare gli investimenti e compromettere il raggiungimento degli obiettivi nazionali.

Le incertezze normative

Il quadro regolatorio italiano presenta numerose complessità che potrebbero frenare lo sviluppo del settore. In primo piano ci sono i decreti relativi alle Aree Idonee e all’Agricoltura, che potrebbero limitare l’espansione del fotovoltaico a causa dei divieti recentemente introdotti. L’attesa per il decreto FER X, ancora in fase di negoziazione con la Commissione Europea, e per il Testo Unico Rinnovabili, pensato per semplificare i processi autorizzativi, sta creando ulteriore incertezza tra gli operatori del mercato. C’è inoltre il tema dei prezzi: siamo infatti il Paese in Europa con  l’energia è più cara a causa della forte dipendenza dal gas.

Come ha spiegato Carlo Montella, co-fondatore di Green Horse Advisory la mancanza di una visione strategica e coordinata è uno degli aspetti più rilevanti per il futuro del settore: “Gli investitori sono pronti a scommettere sull’Italia, ma serve un contesto normativo chiaro e coerente. Le modifiche retroattive e la mancanza di stabilità minano la credibilità del paese”. Secondo Montella, per garantire il perseguimento degli obiettivi del PNIEC sarà essenziale un approccio più integrato che includa il rafforzamento delle infrastrutture di rete e l’adozione di nuove tecnologie di accumulo.

Anche Alessandro Marangoni, CEO di Althesys, ha evidenziato le incognite future, legate in parte al calo dei prezzi dell’energia elettrica in Europa e alla capacità della rete di far fronte alla distribuzione regionale della produzione rinnovabile, concentrata principalmente al Sud. Un altro fattore di incertezza è rappresentato dal ritorno del nucleare, recentemente annunciato dal Governo, che potrebbe influenzare le priorità degli investimenti nei prossimi anni.

Nonostante questi ostacoli, alcuni segnali positivi emergono. Il recente schema di incentivazione FER 2 per le rinnovabili innovative e l’impugnazione della moratoria della regione Sardegna sono passi avanti verso una maggiore chiarezza normativa. Tuttavia, il settore attende ancora un deciso intervento normativo che possa sostenere la crescita degli investimenti e garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati entro il 2030.

La chiave per il successo sta nella capacità del Governo e delle istituzioni di offrire una visione strategica stabile e di semplificare gli iter autorizzativi. Al contrario, il rischio è che gli investitori scelgano altri mercati più favorevoli, rallentando la crescita delle rinnovabili e compromettendo gli obiettivi climatici nazionali.

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