La corsa delle rinnovabili italiane per soddisfare il 28% dei consumi al 2030

Anche se l’Italia dipende molto dall’estero per le importazioni di combustibili fossili, la quota delle rinnovabili nella produzione elettrica è passata dal 17% del 2007 al 36%. Il MED & Italian Energy Report

La corsa delle rinnovabili italiane per soddisfare il 28% dei consumi al 2030

Presentato nei giorni scorsi il primo Rapporto sul settore dell’energia in Italia e nel Mediterraneo “MED & Italian Energy Report”, realizzato dalla collaborazione tra Srm, Centro studi legato a Intesa Sanpaolo e l’ESL@Energy Center del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino e con il supporto del Joint Research Center della Commissione Europea.

Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM ha sottolineato il ruolo centrale dell’Italia nell’area del Mediterraneo, sia per quanto riguarda la produzione di energie rinnovabili e fossili, che per l’importanza dei suoi porti. Nel complesso il settore coinvolge 23.500 imprese attive, genera 177 mld. di fatturato e un valore aggiunto di 30 mld. di euro. E’ fondamentale investire in infrastrutture e tecnologie che aiutino la competitività e la crescita del paese.

La dipendenza dalle fossili

Lo studio evidenzia che il nostro paese è ancora molto dipendente dalle importazioni di combustibili fossili dall’estero che ci rende vulnerabili per quanto riguarda la sicurezza energetica, ma contemporaneamente il peso delle rinnovabili sta aumentando in maniera molto importante.

A livello mondiale ancora 1 miliardo di persone vive senza energia elettrica, il dato è in calo, infatti nel 2000 erano 1,7 miliardi. Il maggior accesso all’elettricità ha portato a un aumento dei consumi: oggi a livello globale sono consumati circa 14 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio, dato che si stima aumenterà del 30% entro il 2040 considerando l’aumento della popolazione. Le tre macroaree di Cina (22%), Stati Uniti (16%), UE28 (11,6%) rappresentano il 50% dei consumi, ma i paesi asiatici stanno guidando la crescita della domanda e dei consumi energetici.

 

Le fossili a livello mondiale soddisfano la maggior parte delle richieste energetiche, parliamo di petrolio per il 34,2%, carbone per il 27,6% e gas per il 23,4%. 

Le rinnovabili

Crescono le rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico ma la loro quota complessiva è ancora bassa, pari al 3,6% del totale e nel loro insieme rappresentano ancora meno del 2% della produzione globale di energia. Si evidenzia però l’importante aumento della capacità degli impianti green di 168 GW, che è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni e rappresenta i due terzi della crescita della capacità elettrica netta mondiale. 

I dati dell’Italia

Come dicevamo il nostro paese ha una forte dipendenza energetica dall’estero, pari al 78,6%, legata principalmente a importazioni di gas naturale (in una % superiore al 90%, contro una media del 70% in Europa e principalmente proveniente dalla Russia) e petrolio.

 

Le rinnovabili crescono in maniera importante, basti pensare che la quota sulla produzione lorda elettrica delle energie pulite è passata dal 17% del 2007 al 36% del 2018 e per quanto riguarda i consumi nel 2017 il 18,3% è stato coperto dalle rinnovabili, superando come sappiamo il target fissato dall’Europa per il 2020, pari al 17%. La sfida che l’Italia si trova oggi ad affrontare è rispettare il nuovo target del 28% al 2030.

 

In quasi tutte le regioni prevale nel mix energetico la fonte termoelettrica, con percentuali che arrivano anche all’80%, con alcune eccezioni in cui le rinnovabili, idroelettrico in primis sono superiori alle fossili, per esempio in Trentino A.A. il 17% della produzione lorda proviene da fonte termoelettrica ed il 78% da idro; in Umbria circa il 50% è coperto da idro e il Basilicata più del 60% da eolico.

In generale se nel nord Italia prevalgono idroelettrico e bioenergie, nel sud eolico e fotovoltaico.

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