Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
Indice: Diagnosi energetica: cos’è? Che scopo ha? Quando si deve fare la diagnosi energetica Come si svolge una diagnosi energetica I software per la diagnosi energetica L’obiettivo di efficienza energetica accomuna sia le nuove costruzioni che il patrimonio esistente, chiaramente con metodologie, strumenti e interventi molto differenti. Considerata la quantità di edifici costruiti in passato e contraddistinti da scarse prestazioni, il tema della riqualificazione è oggi di primaria importanza. L’approccio migliore parte da un’adeguata conoscenza dell’immobile, così da intervenire secondo le specifiche necessità del caso. Diagnosi energetica: cos’è? Che scopo ha? Secondo il decreto legislativo 141 del 2016, una diagnosi energetica è “una procedura sistematica finalizzata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferire in merito ai risultati”. Quindi, la diagnosi energetica, o energy audit, consiste in un processo conoscitivo dello stato di fatto, atto a prendere consapevolezza delle condizioni di un immobile e dei suoi consumi. La diagnosi energetica prevede di raccogliere tutte le informazioni in merito ai consumi energetici attuali, prendendo in considerazione poi le caratteristiche dell’involucro e degli impianti installati. Una diagnosi energetica viene svolta attraverso diversi step successivi, che possono raggiungere un grado di approfondimento diverso in base a ciò che l’auditor ritiene più opportuno. Lo scopo della diagnosi energetica è quello di raggiungere un livello di conoscenza e consapevolezza tali da poter scegliere gli interventi di riqualificazione più efficienti e idonei all’edificio. Questo procedimento viene svolto da un esperto in gestione dell’energia, certificato secondo la normativa tecnica di riferimento (UNI CEI EN 16247), la cui esperienza garantisce l’utilizzo di un approccio accurato e coerente. Quando si deve fare la diagnosi energetica Esistono alcuni casi in cui la diagnosi energetica non è una scelta arbitraria del proprietario dell’edificio. In ambito residenziale, ad esempio, la diagnosi energetica è obbligatoria per coloro che intendono operare una riqualificazione profonda di un edificio. La normativa fornisce un elenco di casi in cui è obbligatoria, a seconda degli interventi che intendiamo effettuare. Cambiando settore, vige l’obbligo di energy audit per le imprese che consumano molta energia e per tutti gli edifici pubblici che sono sottoposti ad un intervento di ristrutturazione che riguardi più del 15% dell’immobile. Fare una diagnosi energetica ha un costo, ma permette di accedere alle agevolazioni fiscali concesse per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili, oltre a garantire un risparmio per la gestione dell’edificio negli anni successivi. Come si svolge una diagnosi energetica Intervenire su un edificio esistente in modo responsabile e corretto prevede necessariamente un elevato grado di conoscenza dello stato di fatto. Per quanto ottimale in alcuni contesti, ogni soluzione può non essere adatta in altre situazioni. Ecco perché è importante conoscere tutti quegli aspetti di un edificio che ne determinano il comportamento. Dietro eccesive dispersioni, problemi di umidità, infiltrazioni di varia natura, ci sono delle cause che vanno approfondite. Questo processo parte con l’analisi dei consumi attuali per il funzionamento dell’edificio, anche attraverso la lettura e la raccolta dei dati presenti in fatture e bollette. Le informazioni possono essere raccolte anche attraverso appositi monitoraggi dei consumi, mettendo sempre in relazione i dati rilevati con il comfort percepito dagli abitanti dell’edificio. Fondamentale per un quadro completo dello stato dell’edificio, è poi lo svolgimento di un sopralluogo tecnico utile a indagare anche le condizioni dell’involucro. Ponti termici, stati di degrado, condizione dei serramenti, stato di conservazione e l’efficienza degli impianti sono tutti elementi da prendere in considerazione in questa fase. Calcolato il fabbisogno energetico dell’edificio oggetto di esame, sarà quindi possibile ricercare le cause di eventuali anomalie sorte da un confronto con i consumi effettivi registrati nel primo step illustrato. Nel caso siano necessari particolari approfondimenti, l’auditor può ricorrere a diverse indagini strumentali per verificare fattori quali la qualità dell’aria o il comfort termoigrometrico interno. Raccolte tutte le informazioni e le misure necessarie, verrà steso un report di diagnosi energetica, con lo scopo di supportare la decisione in merito gli interventi da intraprendere. La normativa stessa, infatti, richiede che la diagnosi energetica degli edifici sia accompagnata da un confronto di diverse ipotesi progettuali, così da definirne le migliori. I software per la diagnosi energetica Esistono appositi software che supportano gli auditor in questa fase, con la possibilità di simulare il comportamento dell’edificio con l’attuazione di diverse alternative progettuali. Il Software Blumatica Diagnosi Energetica per esempio permette di conoscere il reale consumo energetico dell’edificio, valutare gli interventi di miglioramento energetico sotto il profilo costi-benefici e redigere una dettagliata relazione di calcolo. E’ possibile personalizzare tutti i parametri di input in funzione dell’effettivo uso del sistema fabbricato-impianto e il software consente di effettuare il confronto nelle varie stagioni dei consumi reali simulati con quelli reali desunti dalle bollette. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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