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Il limite di emissioni di CO2 che l’Italia non può superare per rispettare l’aumento della temperatura globale entro 1,5° è di 3,8 miliardi di tonnellate. Lo Studio firmato Eurac Research. L’opportunità economica legata alle diminuzioni delle emissioni la redazione Indice degli argomenti: La decarbonizzazione dell’Italia I costi del sistema energetico italiano Il limite di emissioni che l’Italia può emettere Eurac Research ha pubblicato un interessante Studio che analizza costi ed opportunità economiche per il nostro paese legate alla transizione energetica. Un dato su tutti: per rispettare gli accordi di Parigi e limitare entro 1.5° l’aumento della temperatura globale, l’Italia può emettere 3,8 miliardi di tonnellate di CO2. Eurac sottolinea però che la decarbonizzazione del sistema energetico è possibile e nella ricerca traccia la strada da seguire. La decarbonizzazione dell’Italia La normativa europea chiede la riduzione entro il 2030 del 40% delle emissioni inquinanti rispetto al 1990 e che le rinnovabili coprano almeno il 30% dei fabbisogni. Gli esperti di Eurac Research, a partire dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), definito per garantire il rispetto di queste quote, hanno calcolato i costi del sistema energetico previsto dal PNIEC e le opportunità che si possono generare per il sistema paese. Grazie a un avanzato modello matematico (sviluppato da Eurac Research partendo da un software creato dalla Aalborg University), che considera migliaia di combinazioni energetiche, sull’andamento orario della produzione e dei consumi di energia elettrica, termica e dei trasporti in un intero anno, hanno individuato le migliori combinazioni tra costi ed emissioni, indicando anche possibilità alternative di decarbonizzazione e valutando il loro impatto sul carbon budget per l’Italia. I costi del sistema energetico italiano Dallo studio dell’Eurac Research, emerge che oggi il sistema energetico italiano costa circa 60,6 miliardi di euro l’anno, più della metà dei quali utilizzati per l’acquisto di combustibili fossili dall’estero (gas naturale e petrolio in primis). Tra gli obiettivi previsti dal PNIEC vi è la crescita significativa del fotovoltaico, da 19 a oltre 50 gigawatt installati e dell’eolico, da 9 a oltre 18 gigawatt, lo sviluppo di sistemi di stoccaggio per immagazzinare l’energia, l’aumento dell’utilizzo di biocombustibili avanzati e della mobilità elettrica. Secondo l’analisi di Eurac si tratta di interventi che faranno crescere il costo complessivo annuale del sistema energetico italiano circa del 5,4%. Gli scenari alternativi per una maggiore riduzione di emissioni a parità di spesa energetica I ricercatori pur sottolineando che la strada segnata dal PNIEC sia positiva rispetto ai target fissati per il 2030, sottolineano però che non è sufficiente per garantire l’obiettivo definito dalla COP21 di Parigi, sottoscritto anche dall’Italia, di mantenere l’aumento medio della temperatura globale sotto i 1,5°C. Lo scenario energetico alternativo “Advanced 2030” definito dagli esperti di Eurac Research, a parità di costi, permette un ulteriore diminuzione del 10% delle emissioni di CO2, rispetto al PNIEC. Per poterlo realizzare sono indispensabili interventi in tutti i settori: in particolare è necessaria una crescita delle rinnovabili elettriche (86 gigawatt di fotovoltaico e 48 gigawatt di eolico), un programma di riqualificazione efficiente di circa il 30% degli edifici esistenti, in modo da ridurre gli sprechi e rendere più efficienti i consumi, uno sviluppo importante della mobilità elettrica, che dovrebbe coprire circa il 20% del totale dei veicoli, aumentando significativamente lo stoccaggio energetico presente nelle auto. Sulla mobilità elettrica in particolare, l’esempio delle strategie sviluppate dai paesi del Nord Europa, mostra che la transizione in tempi piuttosto rapidi sia possibile con ottimi ritorni sia sul fronte del valore aggiunto per l’economia che della diminuzione delle emissioni, verso una decarbonizzazione più spinta. Certo è necessario mettere in campo incentivi per l’acquisto delle auto elettriche e sgravi per il loro utilizzo, realizzare infrastrutture di ricarica su tutto il territorio. Secondo lo Studio sarebbe necessario un intervento legislativo anche per la crescita delle rinnovabili elettriche, ancora oggi il loro sviluppo è infatti rallentato da una burocrazia complessa e dalla mancanza di una regolamentazione stabile. Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per energie rinnovabili di Eurac Research, sottolinea che si tratta certamente di un percorso molto ambizioso ma che dalla diminuzione delle emissioni si può generare un’importante crescita economica. Basti pensare che l’adozione dello scenario Advanced permetterebbe di diminuire i costi legati all’importazione di combustibili fossili di più di 7,3 miliardi all’anno rispetto ad oggi, con la possibilità di investire tali risorse nella “produzione di energia rinnovabile in loco, nell’efficientamento energetico degli edifici e in un sistema energetico più flessibile e digitale, creando posti di lavoro e sostenendo l’economia locale”. Il limite di emissioni che l’Italia può emettere Lo scorso luglio un articolo pubblicato sulla rivista Nature calcolava che la popolazione globale può emettere 480 miliardi di tonnellate di CO2 se vuole avere il 50% di probabilità di mantenere l’aumento medio della temperatura globale sotto 1.5°C. L’Italia avrebbe a disposizione 3,8 miliardi di tonnellate di CO2. Possono sembrare molti ma in realtà con il sistema energetico attuale il nostro carbon budget sarà esaurito in soli dieci anni. PNIEC e scenario Advanced 2030 non risolvono il problema ma aiutano a posticipare di qualche anno l’esaurimento della quota. David Moser, responsabile dello studio di Eurac Research spiega in ogni caso che la forte diminuzione dei costi delle principali fonti rinnovabili potrebbe velocizzare la transizione energetica del nostro paese, sollecitata dallo stesso mercato. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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