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Il Parlamento Europeo ieri ha approvato, con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni, la normativa che ha l’obiettivo di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’UE e tutti gli ecosistemi entro il 2050, per garantire il rispetto degli obiettivi europei in materia di biodiversità e clima e migliorare la sicurezza alimentare. Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Proprio per questo il 22 giugno scorso la Commissione ha proposto un regolamento sul ripristino della natura, in modo da recuperare le aree terrestri e marine più danneggiate, garantendo anche benefici economici in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici. Per garantire il successo della norma gli Stati membri dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. Si parla di foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli, a partire dalle zone Natura 2000. I paesi dovranno adottare piani con le linee strategiche da seguire per raggiungere gli obiettivi. Per quanto concerne gli ecosistemi agricoli, è stata introdotta una certa flessibilità: gli obiettivi restano gli stessi ma l’obbligo di ripristino viene valutato sulla base degli sforzi compiuti e non sui risultati. 13/07/2023 Legge su ripristino della natura, ok dal Parlamento Europeo Il Parlamento Europeo ha approvato, con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni, la Legge sul Ripristino della Natura, ribaltando la mozione di qualche giorno fa della Commissione Agricoltura e Ambiente di respingere la Legge. I Deputati hanno sottolineato l’importanza di ripristinare gli ecosistemi nel contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, limitando anche i rischi per la sicurezza alimentare. Gli obiettivi della nuova Legge La proposta di legge non obbligherà a creare nuove aree protette in UE e non bloccherà la costruzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile, considerate di interesse pubblico. La nuova norma dovrà aiutare a rispettare gli obiettivi internazionali fissati nell’ambito del quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal, prevedendo in particolare che entro il 2030 siano attuate misure di ripristino della natura che coinvolgano almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’UE. Il Parlamento prevede anche la possibilità di rinviare gli obiettivi in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali. La proposta del Parlamento è di applicare la normativa dopo che la Commissione avrà aggiornato i dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e i vari Paesi avranno stabilito le aree da ripristinare per i diversi habitat. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale gap tra il fabbisogno finanziario per il ripristino e i finanziamenti UE disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario, attraverso un apposito strumento UE. Il relatore César Luena (SD, ES) ha dichiarato: “La legge sul ripristino della natura è un elemento essenziale del Green Deal europeo e segue le raccomandazioni scientifiche per ripristinare gli ecosistemi europei. Ora dobbiamo continuare su questa strada, difendere il trattato durante i negoziati con gli Stati membri e raggiungere un accordo prima della fine del mandato di questo Parlamento approvando il primo regolamento sul ripristino della natura nella storia dell’UE”. Il Parlamento europeo avvierà ora i negoziati con il Consiglio UE sul testo definitivo della legge. Ottima occasione per il nostro paese e la salvaguardia del paesaggio Maria Cristina Tullio, presidente AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), parla di un’ottima occasione per l’Italia per recuperare aree cementificate o abbandonate, aiutando la biodiversità, il rafforzamento di corridoi verdi e risolvendo problemi di erosione idrogeologica, anche in ambito urbano. “Chiediamo al governo di destinare una parte consistente delle risorse del PNRR a interventi di restauro naturalistico che vadano in questa direzione. Interventi come la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, per accogliere i flussi di acque improvvisi e concentrati, determinati dal cambiamento climatico in corso, ma anche fitodepurando e recuperando le acque per rimandarle in falda filtrate e/o per il loro riutilizzo a scopo irriguo, negli ormai periodici periodi di siccità”. Il WWF, pur esprimendo soddisfazione, parla di una vittoria a metà, sottolineando che i deputati hanno approvato una Legge più debole della proposta originaria del Consiglio Europeo, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi di ripristino dell’ambiente marino, delle torbiere e delle foreste, e cancellando l’articolo sull’accesso alla giustizia. Il Parlamento ha infatti eliminato l’articolo che prevedeva il ripristino della natura “nei terreni agricoli, comprese le torbiere, rinunciando ad un elemento essenziale per aumentare la capacità dell’Europa di sequestrare il carbonio”. Sono inoltre state cancellate le azioni volte alla tutela degli impollinatori, che rappresentano un valido aiuto per la sicurezza alimentare. Giuseppe Bonanno, Direttore di FSC Italia parla di un grande passo avanti e ricorda il ruolo fondamentale delle foreste che “preservano l’80% della biodiversità terrestre: ciò significa 60 mila diverse specie di alberi, l’80% delle specie di anfibi, il 75% delle specie di uccelli e il 68% delle specie di mammiferi, ed è fondamentale conservare e ripristinare aree disboscate o sottoposte a degrado”. Articolo aggiornato – Prima pubblicazione 13 luglio 2023 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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