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Si tratta di una base dalla quale il Parlamento partirà per condurre le trattative con il Consiglio e la Commissione per trovare un accordo finale. Perché questa decisione segna una svolta? Perché il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di CO2 in Europa secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente. Ad aggravare la situazione è il fatto che le auto sono utilizzate il più delle volte per trasportare una sola persona. Si potrebbe ridurre notevolmente l’impatto se ci fossero più passeggeri per singolo veicolo. Modalità di trasporto, come gli autobus o i treni, rimangono, quindi, le alternative più green. Cosa succede dal 2035 al settore automobilistico? Dal 2035 phase out della vendita delle nuove automobili con motore a combustione interna (benzina, diesel, gpl, metano) e dal 2040 per i furgoni commerciali. Fra meno di 15 anni si potranno vendere solo auto elettriche e a idrogeno. Si tratta di una decisione coerente con una delle proposte contenute nel pacchetto clima “Fit for 55” approvato dalla commissione europea lo scorso luglio, che prevede una serie di misure a sostegno della transizione ecologica e della decarbonizzazione, così da assicurare la riduzione emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Naturalmente perché questo passaggio possa avvenire – 15 anni sembrano tanti ma in realtà il 2035 è dietro l’angolo – è necessario che tutta l’Europa sia dotata di in una rete di infrastrutture affidabile che permetta agli automobilisti di ricaricare o rifornire velocemente il proprio veicolo. L’obiettivo è quello di poter avere un trasporto stradale netto zero entro il 2050 e la capacità di ricarica dovrà, dunque, essere estesa installando stazioni di rifornimento elettriche a intervalli regolari sulle principali autostrade: nel pacchetto Fit for 55 si parla di ogni 60 chilometri per la ricarica elettrica e ogni 150 chilometri per il rifornimento di idrogeno.Per raggiungere l’obiettivo i veicoli a emissioni zero devono rappresentare il 61% delle vendite globali di nuovi veicoli passeggeri entro il 2030, il 93% entro il 2035 e l’ultimo veicolo ICE di qualsiasi segmento deve essere venduto entro 2038 (dal Long-Term annuale della società di ricerca BloombergNEF). La situazione in Italia Per quanto riguarda l’Italia, sul sito del Mite si legge che saranno messe in campo tutte le “soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di “neutralità tecnologica” valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dell’idrogeno, nonché riconoscendo – per la transizione – il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia”. Nei prossimi anni sarà, inoltre, introdotto un nuovo mercato della CO2 per il trasporto su gomma e per gli edifici i cui introiti confluiranno in un fondo sociale per il clima del valore di 70 miliardi in 7 anni, che in parte servirà per cofinanziare gli aiuti nei vari paesi per l’acquisto di auto a 0 emissioni. Infine c’è la proposta di aumentare gradualmente, a partire dal 2023, le imposte sui carburanti e diminuire quelle sull’elettricità. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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