Dal nuovo green deal al vecchio ecobonus, le misure verdi della Manovra

La plastic tax, la lotta alla CO2 e lo sviluppo di progetti sostenibili per le imprese. Nasce anche una commissione taglia-fossili per studiare la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. Arrivano i Green bond per finanziare interventi delle amministrazioni dello Stato e sostenere programmi per la lotta ai cambiamenti climatici. Il ministero dell’Economia potrà concedere garanzie a fino all’80% per la decarbonizzazione, l’economia circolare e la rigenerazione urbana. C’è poi la tassa sulle auto aziendali tarata sulle emissioni, e un insieme di interventi dedicati al biogas, alle estrazioni e all’efficienza energetica delle scuole

Dal nuovo green deal al vecchio eco-bonus, le misure verdi della ManovraIndice degli argomenti:

C’è il nuovo green deal, con tanto di risorse, e c’è anche la proroga del vecchio eco-bonus (con aggiustamenti). Le misure ‘verdi’ contenute nel testo della Manovra, che diventerà legge di Bilancio in questa versione (dopo l’approvazione alla Camera), spaziano su vari e fronti per esempio con l’arrivo della plastic tax (con un’ulteriore piccola rimodulazione), passando anche per l’energia con gli incentivi sugli impianti a biogas fino allo stop dell’esenzione sulle prime estrazioni di gas per i grandi giacimenti (incluso lo stralcio della norma sullo spostamento della fine del mercato tutelato al 2022 che dovrebbe finire per entrare nel decreto Milleproroghe ormai prossimo).

Le principali misure della Legge di Bilancio

Fondo Green new deal

Arriva il Green new deal con una dotazione di 470 milioni per il 2020, di 930 milioni per il 2021, di 1,4 miliardi gli anni 2022 e 2023.

Una parte della dotazione – per una quota non inferiore a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021, 2022 – sarà destinata a interventi per la riduzione delle emissioni di gas serra; mentre 20 milioni all’anno (per il 2020, 2021, 2022, e 2023) saranno destinati alle iniziative da avviare nelle Zone economiche ambientali, le cosìdette Zea (che ricadono nei parchi nazionali). 

Eco-bonus

Sono state confermate anche per il 2020 le detrazioni fiscali del per la riqualificazione energetica, gli impianti di micro-cogenerazione, le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione. Ecobonus confermato anche agli enti titolari della gestione delle case popolari e agli enti con finalità sociali.

Rimarranno invariate le aliquote del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica e del 50% per quelli relativi alle ristrutturazioni edilizie.

E’ stato introdotto il bonus facciate che prevede una detrazione del 90% gli interventi volti al recupero/restauro della facciata esterna degli edifici esistenti.

Il bonus verde dovrebbe essere confermato e inserito nel decreto Milleproroghe.

Lo sconto in fattura sugli interventi di riqualificazione energetica di aree comuni degli edifici condominiali, resta soltanto oltre i 200mila euro. La platea del pubblico potrà optare per uno sconto in fattura, invece che per la detrazione, su grandi lavori di efficientamento energetico e soltanto per interventi di ristrutturazione di primo livello, per le parti comuni degli edifici condominiali.

Plastic tax

Via libera alla plastic tax sui prodotti in plastica monouso. La nuova tassa, che partirà da luglio, sarà di 45 centesimi per ogni chilogrammo.Plastic Tax nella legge di bilancio 2020Includerà anche i prodotti in tetrapak. Sono esclusi dalla misura i prodotti in plastica riciclata e quelli composti con una percentuale di plastica inferiore al 40%.

Commissione taglia-fossili

Nasce una commissione dedicata al taglio delle fonti fossili. Nello specifico, il gruppo – che si insedierà al ministero dell’Ambiente, per studiare la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi – dovrà occuparsi della ridefinizione e di mettere a punto proposte legate alla transizione energetica.Legge Bilancio 2020, istituita una commissione taglia fossiliLa commissione taglia-fossili dovrà essere istituita entro gennaio 2020; l’elenco dei sussidi ‘cattivi’ per l’ambiente da eliminare dovrà essere creato entro il 31 ottobre. Alla guida della commissione ci sarà il ministro dell’Ambiente, insieme con un rappresentante del ministero dell’Economia, del ministero dello Sviluppo economico, del ministero dei Trasporti, del ministero delle Politiche agricole, oltre a tre esperti.

Green bond

Per finanziare interventi delle amministrazioni dello Stato e sostenere programmi per la lotta ai cambiamenti climatici, alla riconversione energetica, all’economia circolare, alla protezione dell’ambiente e alla coesione sociale e territoriale, arrivano i Green bond.

Progetti green con garanzia del ministero dell’Economia

Il ministero dell’Economia potrà concedere garanzie a titolo oneroso fino a un massimo dell’80% per programmi di investimento e operazioni, anche in partnership tra pubblico e privato, per la realizzazione di progetti economicamente sostenibili.

Gli obiettivi sono la decarbonizzazione, l’economia circolare, la rigenerazione urbana, l’adattamento e la mitigazione dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici. 

Credito alle imprese

Arriva un credito d’imposta per il 2020, 2021 e il 2022 destinato alle imprese che realizzano progetti ambientali grazie a nuovi beni per il 10% delle spese sostenute per brevetti, consulenze e lavoratori dipendenti.

Auto aziendali

Arriva la tassa sulle auto aziendali; scatterà da luglio 2020, soltanto per le nuove immatricolazioni e sarà basata sulle emissioni di CO2. Il cosiddetto ‘fringe benefit’ partirà dal 25% per i veicoli con emissioni di CO2 sotto i 60 g/km; salirà al 30% per quelli compresi tra 60 e 160 g/km, al 40% (che diventerà 50% dal 2021) per quelli compresi tra 160 e 190 g/km, per poi arrivare al 50% nel 2020 (e al 60% dal 2021) se si superano i 190 g/km.

Parco eco-mezzi per la pubblica amministrazione

Dal primo gennaio 2020 la pubblica amministrazione dovrà rinnovare il parco auto per almeno il 50% con l’acquisto oppure il noleggio di mezzi alimentati a energia elettrica, ibrida, idrogeno.

Accise carburanti

Potrebbe arrivare un nuovo aumento per le accise sui carburanti dal 2021. Questo, se la corrispondente clausola di salvaguardia non verrà sterilizzata il prossimo anno; gli aumenti delle accise sulla benzina potrebbero essere di 1,2 miliardi nel 2021, 1,7 miliardi nel 2022 e 1,9 miliardi nel 2023. 

Royalty

Viene fermata l’esenzione delle royalty sui grandi giacimenti di gas. Dal 2020 le esenzioni delle royalty si applicano soltanto alle concessioni di coltivazione con una produzione all’anno inferiore o uguale a 10 milioni di Smc di gas in terraferma, e con una produzione inferiore o uguale a 30 milioni di Smc di gas in mare. Gli altri giacimenti sono esclusi da questa esenzione.

Biogas

Pronti gli incentivi per gli impianti a biogas in scadenza e in esercizio dal 2007. L’incentivo sarà erogato per l’energia da fonti rinnovabili e per un massimo di 15 anni. Anche se il via libera finale agli incentivi spetta alla commissione Europea. In seguito sarà l’Arera (l’Autorità di regolazione per l’energia le reti e l’ambiente) a definire le risorse e le coperture; la modalità di attuazione spetta invece al ministero dello Sviluppo economico.

Piero Gattoni, Presidente del Consorzio Italiano Biogas, accoglie con soddisfazione l’approvazione in Legge di Bilancio del nuovo sistema di supporto per gli impianti di biogas e le nuove misure per l’utilizzazione agronomica del digestato: “L’approvazione di queste norme è per noi un segnale politico forte e di indirizzo per il settore del biogas agricolo. Si premiano gli sforzi compiuti negli ultimi quindici anni, durante i quali sono stati investiti oltre 4 miliardi e generati oltre 12 mila posti di lavori stabili. Si tratta di un primo importantissimo passo per dare continuità al patrimonio infrastrutturale strategico realizzato dalle aziende agricole che, investendo in tecnologia e sostenibilità, hanno implementato negli anni, un modello di economia circolare in agricoltura, divenuto un’eccellenza del nostro ‘made in Italy’.”

Piano eco-scuole

E’ previsto anche un Piano nazionale di interventi per l’efficienza energetica delle scuole pubbliche, con un decreto del ministro dell’Istruzione.

Bollette più basse per le case popolari

Le case popolari potranno beneficiare dello scambio ‘collettivo’ di energia elettrica da fonti rinnovabili; la norma introduce la possibilità per gli enti che si occupano di edilizia residenziale pubblica, come per gli Ater, di usufruire dello scambio sul posto di energia prodotta da condomini e case popolari; il disavanzo di energia non consumata potrà così essere usato da altre case invece che andare a finire sulla rete nazionale. In questo modo oltre che autoconsumo si potranno tagliare le bollette; chi ne usufruirà avrà uno sconto del 70% anche sugli oneri di sistema.

Ci sono poi misure per la bonifica dell’amianto (con il Fondo che viene incrementato di 4 milioni per il 2020, il 2021 e il 2022, l’avvio del Centro studi sui cambiamenti climatici (con a disposizione 500 milioni dal 2020), per l’efficienza energetica e lo sviluppo di territori sostenibili dei Comuni (500 milioni all’anno per il 2020, 2021, 2022, 2023, 2024).

Inoltre due interventi sulle accise. Il primo, riguarda l’esclusione dell’accisa agevolata per il gasolio commerciale per i mezzi di categoria Euro3 e inferiori, a partire dal primo marzo 2020; e dal primo gennaio 2021 anche per quelli Euro4. Il secondo, riguarda la produzione di energia elettrica con una rimodulazione e un innalzamento delle accise (da 4,60 a 12 euro ogni 1.000 chilogrammi) per esempio su carbone, lignite e coke usati per il riscaldamento dalle imprese; l’aumento è più sostenuto se l’uso riguarda altri soggetti (da 9,20 a 15 euro ogni 1.000 chilogrammi). Infine viene ricomposto lo stato dell’arte del Green climate fund con uno stanziamento di 33 milioni il 2020, 2021, 2022 e il 2023; portato poi a 66 milioni per il 2024, 2025, 2026, 2027, e il 2028.


11/12/19

Accordo sulla Manovra, la plastic tax a 0,40 centesimi

La tassa partirà da luglio, quella sullo zucchero da ottobre. La legge di Bilancio dopo l’accordo di maggioranza arriva a 32 miliardi, ma le tensioni nel governo non finiscono. Intanto di plastica se ne produce più dell’acciaio, con un giro d’affari che vale 350 miliardi. L’Italia è al secondo posto per consumi in Europa.Accordo sulla Manovra, la plastic tax a 0,40 centesimiIndice degli argomenti:

La plastic tax partirà da luglio. Con un ritocco anche nel peso; sarà tarata a 0,40 centesimi al chilogrammo. Perdendo per strada almeno 100 milioni del valore iniziale ipotizzato.

Da un lato la lotta alla plastica in nome dell’ambiente dall’altro la necessità di trovare delle nuove risorse, l’accordo sulla plastic tax arriva (probabilmente) all’ultima fermata dopo ore convulse nella maggioranza di governo.

Momenti di tensioni culminati con il premier Giuseppe Conte che ha deciso alla fine della trattativa di salire al Colle per comunicare lo stato di salute della tenuta del governo e per stemperare le voci sulle trame politiche, in vista di un possibile voto anticipato, che si sono rincorse nelle ore più critiche dello scontro interno.

Insieme alla plastic tax viaggia in parallelo la sugar tax, la tassa sullo zucchero (più precisamente sullo zucchero aggiunto nelle bevande) slittata di nove mesi (che valeva circa 233 milioni di entrare, e che ora con lo spostamento a ottobre avrà una forza dimezzata).

In generale insieme le due tasse valgono 300 milioni a regime; con un rodaggio che dovrebbe finire non prima del 2022. E più in generale, con l’intesa raggiunta, si è messo un punto sulle coperture dell’intero pacchetto di misure, soprattutto le cosìdette micro-tasse, contenute nella Manovra. Una legge di Bilancio che dovrebbe essere arrivata così a 32 miliardi.

La ricetta è ormai scritta, ora bisogna soltanto eseguirla. La lista delle cose da fare riguardano l’ampliamento del pacchetto Industria 4.0 e il rafforzamento degli interventi dedicati agli enti locali.

La plastic tax, con la nuova proposta di revisione, subisce un taglio di circa l’85% passando da 1,1 miliardi a poco più di 300 milioni. La tassa non si applicherà sui prodotti monouso in plastica riciclata e su tutti i contenitori di medicinali e dispositivi medici.

Il risultato complessivo dell’accordo sulla Manovra, raccontato dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani, è che ci sono misure di riduzione della pressione fiscale che superano i 27 miliardi, taglio delle tasse ai lavoratori (3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi a regime), conferma dei bonus per l’edilizia e rafforzamento degli incentivi per gli investimenti delle imprese; vengono stanziati 59 miliardi di investimenti pubblici per l’economia verde e le infrastrutture (11 miliardi nel triennio 2020-2022). 

Viaggio nel mondo della plastica

Un mondo fatto di chimica, di polimeri e di combinazioni innovative. Dove, in tempi di Ilva, bisogna sapere che oggi se ne produce più dell’acciaio.

La produzione mondiale vale 350 milioni di tonnellate. Una crescita esponenziale se si pensa che nel 1964 se ne sfornavano 15 milioni. Con un balzo deciso nel 1990, quando la produzione della plastica ha superato quella dell’acciaio. In Europa la produzione è stata di 64 milioni di tonnellate nel 2017.

Il più grande produttore al mondo è la Cina, responsabile del 29% del totale delle materie plastiche. Al secondo posto c’è l’Europa con il 19%, seguita dai Paesi del Nord America con il 18%.

L’Asia produce complessivamente la metà di tutta la plastica del mondo, mentre Africa e Medio Oriente arrivano insieme al 7%, l’America Latina al 4%.

Tra i maggiori utilizzatori c’è l’Europa: la domanda è arrivata a 49,9 milioni di tonnellate.

La classifica vede sei Paesi che da soli raggiungono il 70% del consumo europeo: Germania 24%; Italia 14%; Francia 9,6%; Spagna 7,7%; Regno Unito 7,5%; Polonia 6,3%.

Dal punto di vista economico, la filiera in Europa conta quasi 60mila aziende, che danno lavoro a oltre 1,5 milioni di persone. Il giro d’affari è vicino a 350 miliardi di euro, con un bilancio commerciale in attivo per circa 15 miliardi di euro. Gli imballaggi sono al primo posto per utilizzo della plastica con il 39,9%; seguono le costruzioni con il 19,7%, l’industria dei trasporti con il 10% e il settore elettrico e elettronico con il 6,2%.

L’Italia

Secondo gli ultimi dati dell’Istat le imprese appartenenti al settore della fabbricazione di imballaggi in plastica sono 1.540 (lo 0,4% delle imprese italiane manifatturiere). I posti di lavoro offerti sono pari a quasi 30mila. E hanno un fatturato di oltre 8 miliardi di euro. In particolare circa un terzo del valore aggiunto nazionale si produce in Lombardia (34,7%). 

Quella primaria e quella riciclata

Tra le tante analisi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e di Fise Unicircular (le imprese dell’economia circolare) – contenute nel nuovo rapporto ‘L’Italia del riciclo 2019′ – c’è uno spazio ad hoc dedicato alla plastica.

Gli imballaggi – viene spiegato – sono il principale campo di applicazione delle materie plastiche: in Europa rappresentano quasi il 40% della plastica trasformata. Nel 2016 il 41% degli imballaggi raccolti è stato riciclato e il 39% avviato a recupero energetico.

Gli imballaggi immessi al consumo in Italia è stato di 2.292.000 tonnellate nel 2018. La raccolta differenziata gestita dal Consorzio Corepla è stata di 1.220.000 tonnellate l’anno scorso (più 14% rispetto all’anno prima). Negli ultimi 10 anni la filiera degli imballaggi in plastica ha visto aumentare l’immesso al consumo di 200.000 tonnellate, il riciclo di 322.000 tonnellate. Il recupero complessivo (cioè riciclo più recupero energetico) è aumentato di 616.000 tonnellate in 10 anni, con un incremento del 21% del tasso di recupero rispetto all’immesso al consumo.

In generale, dal rapporto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile emerge che in Italia l’industria del riciclo è “un settore strategico per il Paese”. Gli ultimi dati raccontano di come le 1.200 imprese dell’economia circolare abbiano trattato 18 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico, riuscendo a fornire 12 milioni di tonnellate di materie prime seconde all’industria nazionale. E proprio i rifiuti da imballaggi sono un nostro punto di forza. 

Le bioplastiche

Cresce anche l‘industria delle bioplastiche (che in base ai testi della norma contemplata in Manovra non dovrebbe esser toccata dalla plastic tax): nel 2018 il fatturato è aumentato del 26%, la produzione del 21%, gli addetti del 4% e anche le aziende del 4%.

In Italia nel 2018 – in base allo studio di Plastic consult – l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili è rappresentata da 252 aziende, suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (5), produttori e distributori di granuli (20), operatori di prima trasformazione (162), operatori di seconda trasformazione (65).

Gli addetti sono 2.550, mentre la produzione è stata di 88.500 tonnellate. Il fatturato complessivo di 685 milioni di euro. Secondo lo studio di Plastic consult, che individua una cinquantina di imprese di prima trasformazione che ha effettuato test sui polimeri compostabili, è “ragionevole prevedere un progressivo incremento del numero di imprese anche nei prossimi anni”. Nel complesso il comparto ha aumentato il proprio valore di oltre l’85% rispetto ai primi anni di attività. I settori di applicazione sono per il 61% la produzione delle buste monouso per la spesa, il 19% per i sacchi ultraleggeri e il restante 20% suddiviso tra sacchi per la raccolta dell’organico, per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene personale.


18/10/19

 Manovra: due miliardi subito dalle tasse sull’ambiente, e arriva la plastic tax

La Manovra vale 11 eco-miliardi in tre anni. Dialettica con dl Clima anche su inquinamento. La Legge di Bilancio dovrebbe riflettere il Dpb che per il Green new deal del governo punta a un coinvolgimento di tutti i ministri sulla sostenibilità. Contiene misure che da un lato puntano a scoraggiare l’inquinamento e dall’altro a spingere lo sviluppo sostenibile. Prorogato l’eco-bonus, e inserite formule dedicate al gasolio e all’energia. Il Green new deal, per il momento, si compone così anche del decreto Clima, del collegato Ambientale (da scrivere insieme ai suoi 50 miliardi per la rigenerazione delle città), e della legge Salva-mare che al centro della sua azione pone sempre la lotta alla plastica.Legge di bilancio 2020: plastic tax ed ecobonusIndice degli argomenti:

E’ necessario reperire nuove risorse, e su questo fronte l’ambiente può dare una mano alla Legge di Bilancio. Si aggira intorno ai 2 miliardi il gruzzolo che – grazie alla rimodulazione selettiva delle agevolazioni fiscali, al taglio progressivo dei sussidi dannosi per l’ambiente, e alla tassa sugli imballaggi di plastica – si potrà destinare alla promozione della sostenibilità.

E in tre anni per l’ambiente ci sarebbero a disposizione risorse per 11 miliardi. La Manovra – che dovrebbe riflettere il Documento programmatico di bilancio (Dpb), in cui si prova coinvolgere tutti i ministri su questa linea – contiene misure che da un lato puntano a scoraggiare l’inquinamento e dall’altro a spingere lo sviluppo sostenibile, cercando di tenere insieme il binomio ‘economia e ambiente’. Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa “oggi tutti i ministri sono obbligati a tenere conto dell’ambiente nel prevedere investimenti”.

Il Green new deal annunciato dal governo, per il momento, si compone così del decreto Clima, delle misure ‘scoraggia-inquinamento’ che diventano eco-ricette buone alla composizione della Manovra, del collegato Ambientale (da scrivere insieme ai suoi 50 miliardi per la rigenerazione delle città); e non da ultimo della legge Salva-mare, che al centro della sua azione pone sempre la lotta alla plastica.

La cosìdetta plastic tax è la vera new entry, anche se ormai veniva data da giorni per scontata: dal primo giugno 2020 il suo peso sarà pari a un euro per ogni chilo di imballaggio di plastica.

Molto critica su questo punto Mineracqua, Federazione Italiana delle Industrie delle Acque Minerali Naturali e delle Acque di Sorgente, che in un comunicato sottolinea che si tratta di una scelta in totale contrapposizione con la nuova Direttiva Europea sulle plastiche monouso “Single-Use Plastics”, che mette al bando posate, piatti, cannucce, cotton fioc, miscelatori per bevande, ma non vieta le bottiglie di Pet. Anzi, riconosce la riciclabilità al 100% del Pet fissando ambiziosi obiettivi di raccolta e riutilizzo del riciclato da raggiungere entro il 2029/2030. “La supertassa graverà sulle imprese che utilizzano Pet e già versano per ogni tonnellata di questo materiale acquistato un contributo che – a seconda del Consorzio di raccolta e riciclo – va da 188 a 208 €/Tonnellata. La ventilata tassazione di €1000/tonnellata su tutta la plastica immessa sul mercato farebbe sì che su ogni tonnellata di Pet che viene acquistata al prezzo corrente di circa 850-900 €/tonnellata, si debba pagare una tassa di €1.000 più Iva. Questa tassa inciderebbe, quindi, per più del 100% sul costo della materia plastica”. Ciò significherebbe un aumento anche per i consumatori di circa 5/7 centesimi al litro. Nel complesso, sottolinea l’Avvocato Ettore Fortuna, Vicepresidente di Mineracqua “tra Iva, Contributo Ambientale Conai, Plastic Tax, oneri per concessioni e contributi comunali su un prodotto di largo consumo, di uso alimentare e di soddisfacimento di esigenze primarie del consumatore, graverebbe alla fine una tassazione complessiva di circa il 60% del prezzo di vendita. Non dimentichiamo poi, che il nostro settore occupa complessivamente 40.000 unità, tra diretti e indiretti, i primi in aree non industrializzate dove non esiste occupazione alternativa”.

Sulla scia dell’abbattimento dei sussidi fossili, trova spazio in Manovra l’eliminazione del beneficio sul gasolio per i veicoli Euro3 e Euro4, e una tassa per i prodotti inquinanti impiegati per la produzione di energia; ed è previsto un incremento dal 30% al 100% nella determinazione della base imponibile ai fini Irpef del reddito ritraibile per le auto aziendali più inquinanti.

Non diventa ancora una misura strutturale ma rimane ‘roba’ da Finanziaria, la proroga dell’eco-bonus e del sisma-bonus: cioè delle detrazioni per la riqualificazione energetica, per gli impianti di micro-cogenerazione e per le ristrutturazioni edilizie; si aggiunge un aiuto anche per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata.

Valgono 50 miliardi i fondi dedicati a investimenti statali e di enti territoriali per investimenti privati, in chiave ‘verde’. Ma come è probabile questa formula di eco-risorse dovrebbe essere contenuta nel disegno di legge collegato, dal titolo indicativo ‘Green new deal’, sulla transizione ecologica.

Per il taglio graduale ai sussidi ambientalmente dannosi si giocherà invece una partita basata sull’equilibrio: secondo le anticipazioni di Costa “vanno trasformati in sussidi ambientalmente positivi: cioè alla medesima categoria a cui chiedi un sacrifico, a quella stessa categoria offri un vantaggio”; questo affinché “il saldo economico sia zero ma la tutela ambientale sia massima”. In questo senso potrebbe ricavarsi un piccolo spazio anche una norma sulle royalty dovute allo Stato dalle aziende petrolifere: le royalty sull’estrazione di idrocarburi, “vanno sempre pagate – ha fatto presente Costa – credo sia giusto che si paghi in modi proporzionale”, dal momento che oggi sotto una certa soglia niente è dovuto; questo, perché si tratta di “un beneficio che invece dovrebbe andare nelle tasche degli italiani. Se questo punto lo trovassimo nella Legge di Stabilità nessuno avrebbe niente da dire”.

La manovra apre una dialettica di omogeneità con il decreto Clima

Coerenza sia sul fronte della plastica che su quello della qualità dell’aria e dei cambiamenti climatici. La plastic tax inserita in Legge di Bilancio si riflette nella norma sui ‘green corner‘ per la vendita dei prodotti sfusi o alla spina contemplata dal provvedimento voluto dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa: un meccanismo (del valore di 5mila euro di contributo economico a fondo perduto per i negozianti, per un limite complessivo di 20 milioni per il 2020 e il 2021), che diventa una specie di combinato disposto perché da un lato si tassano gli imballaggi in plastica scoraggiandone cosi la diffusione e dall’altro si incentivano i negozi a commercializzare, per esempio, bagnoschiuma, detersivi o pasta purché privi del tradizionale packaging.

Mentre sul versante della qualità dell’aria, il decreto Clima mette in campo risorse per l’eco-rottamazione con un Fondo ‘Programma sperimentale buono mobilità’ da 255 milioni: il buono mobilità vale per i cittadini che vivono in aree sotto procedure d’infrazione Ue per lo smog; e i 1.500 euro per la rottamazione delle auto (fino ai modelli Euro3) e i 500 euro per i motocicli (fino alla classe Euro2 o Euro3 a due tempi), entro il 31 dicembre 2021, potranno essere utilizzati per i successivi tre anni per abbonamenti al Trasporto pubblico locale, altri servizi, e anche per biciclette anche a pedalata assistita. Sempre per le città più inquinate ci saranno a disposizione 20 milioni di euro per degli eco-scuolabus, ovvero mezzi (ibridi, elettrici oppure non inferiori a Euro6 immatricolati dal primo settembre di quest’anno in poi) selezionati dal ministero in base al numero di bambini e all’impatto ambientale.

Sulla plastic tax però qualcosa potrebbe cambiare vista anche l’alzata di scudi del mondo produttivo, Confindustria in testa. In particolare potrebbe aprirsi un confronto per sostenere a livello sociale ed economico (lavorativo soprattutto) la transizione ecologica: Costa pensa a un tavolo al ministero dell’Economia perché – ha spiegato – quella che si chiama “giusta transizione vuol dire proprio non lasciare indietro nessuno. E bisogna perciò aiutare le aziende a cambiare per dirigersi insieme verso una produzione che tuteli l’ambiente”.

Altra idea lanciata dal ministro è quella di “immaginare di mantenere una tassazione sulle plastiche non biodegradabili e non biocompostabili, cioè quelle non eco-compatibili e non riciclabili”; continuando a “salvaguardare quelle che sono biocompatibili perché diventano materia prima seconda. E’ un’idea sulla quale si può ragionare. Io la vedo possibile. Fermo restando però una diminuzione degli imballaggi che è in linea con il decreto Clima”, nella parte dedicata alla vendita dei prodotti sfusi o alla spina. La questione si snoda così: “In generale cominciamo a sviluppare meno imballaggi e a togliere dal mercato le plastiche che alla fine non ricicla nessuno. Poi, abbiamo il bio-compost diminuendo il packaging; in questo modo abbiamo la possibilità di sviluppare anche una tecnologia italiana in cui noi siamo leader. L’Unione europea ce lo consentirebbe. Oggi il nuovo binario sul quale ci si muove a livello mondiale è questo, dove le due cose collimano, vanno insieme, non sono distoniche”.


16/10/19

Legge di Bilancio 2020, OK salvo intese

Il Consiglio dei ministri ha approvato nella notte del 15 ottobre il dl fiscale e la Legge di Bilancio 2020“salvo intese”. Confermati ecobonussismabonus, bonus mobili e introdotta una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici.

a cura di Raffaella CaprittiLegge di Bilancio 2020, OK salvo inteseSi è concluso in tarda notte martedì 15 ottobre il Consiglio dei Ministri che ha approvato ‘Salvo Intese’ il Decreto fiscale che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili, la Legge di Bilancio 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022. Il testo della manovra viene ora trasmesso alla Commissione europea per le opportune valutazioni sulla sua sostenibilità economica.

Tra i principali cardini il Governo punta su blocco dell’aumento IVA, riduzione del cuneo fiscale a carico dei lavoratori, lotta all’evasione fiscale, incentivi ai pagamenti elettronici, fondi per le famiglie e per le persone diversamente abili.

Detrazioni fiscali: confermati ecobonus

Per quanto riguarda edilizia e ambiente sono state confermate anche per il 2020 le detrazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica e del 50% per quelli di ristrutturazione. Non sappiamo se il bonus verde sarà o meno confermato per il 2020. Un altro aspetto non chiaro è quello dello sconto in fattura alternativo all’ecobonus introdotto dal Decreto Crescita e che continua a suscitare molte polemiche.

Inoltre è stato introdotto per il 2020 l’ecobonus per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (il ‘bonus facciate’) voluto dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, per dare un nuovo volto alle nostre città. Su twitter lo stesso ministro ha commentato con molta soddisfazione: “Nella legge di bilancio una norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane. Con il #bonusfacciate un credito fiscale del 90% per chi rifà nel 2020 la facciata di casa o del condominio, in centro storico o periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni!”

Sostegno alle imprese che investono per innovare i propri impianti: continuano gli incentivi del programma “Industria 4.0”, tra cui il Fondo centrale per le piccole e medie imprese; il super e l’iper ammortamento per beni tecnologici, software ed economia circolare; il rifinanziamento della legge Sabatini; il credito di imposta per la “Formazione 4.0”.

Nell’ambito del green new deal sono introdotti nuovi fondi per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali e per la realizzazione di realizzazione di investimenti privati sostenibili.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sottolineato che “La manovra è espansiva, pure in un quadro di finanza pubblica particolarmente complesso siamo riusciti a evitare l’incremento Iva che era il nostro primo obiettivo e poi potendo ridisporre di risorse finanziarie aggiuntive che si sono manifestate nelle ultime settimane siamo riusciti a costruire una manovra che realizza vari punti del programma di governo”.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha ricordato che le coperture ci sono e deriveranno principalmente dalla lotta all’evasione fiscale.

Tra le prime reazioni Leonardo Caruso, presidente di Anaci Milano, l’associazione nazionale degli amministratori di condominio ha espresso soddisfazione per la proroga delle detrazioni per gli interventi di efficientamento e ristrutturazione. “Si tratta di una buona notizia che, per quanto riguarda Milano, può produrre effetti importanti e positivi. Basti pensare che in città ci sono 22 mila immobili che hanno più di 50 anni, e molti di più sono quelli costruiti prima del 1990″ anno in cui è stata emanata la legge 10 sul tema energetico e quindi senza attenzione agli aspetti del risparmio energetico e della sicurezza sismica. “Intervenire su questi immobili vorrebbe anche dire far lavorare migliaia di persone”.


4/10/19

Nel Def l’impalcatura per lo sviluppo sostenibile del Paese

Il governo vede nel Green new deal “uno degli assi” della Legge di Bilancio in grado di orientare “gli investimenti verso una maggiore sostenibilità”. C’è un ddl collegato a Manovra. Il ministro dell’Economia lancia i green bond e punta 50 miliardi sulla transizione ecologica. E l’Europa dovrebbe tenere il pacchetto di misure fuori dal conteggio del 3%. Nella Nota di aggiornamento si parla di “promozione del benessere equo e sostenibile”. Viene prevista la realizzazione di un Piano di investimenti pubblici sinergici a quelli privati perché “la sfida ambientale non può essere vinta opponendo la protezione dell’ecosistema alla crescita”.

a cura di Tommaso TetroNel Def l’impalcatura per lo sviluppo sostenibile del PaeseLa Nota di aggiornamento al Def è la nuova impalcatura su cui costruire lo sviluppo sostenibile del Paese. Così almeno stando alla presentazione che il governo ne ha fatto. Si parte con un disegno di legge collegato alla prossima Manovra. E si prosegue con la possibilità che arrivino presto degli eco-titoli di Stato per il nostro Paese, dei green bond dedicati a “finanziare e sostenere investimenti nel campo della sostenibilità ambientale”, come ha proposto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sulla scia di quanto sta accadendo in Germania dove però l’idea, che non è piaciuta a tutti incontrando non poche difficoltà, ha perso energia, nonostante l’ipotesi di trasformare il Paese – ormai in un empasse di crescita economica – in un hub finanziario dedicato all’ambiente. A questo poi si aggiungono due Fondi ad hoc, da 50 miliardi in tutto, per la transizione energetica, la riqualificazione urbana e le fonti rinnovabili.

Il Green new deal

E’ un sentiero da percorrere, quello del Green new deal che è diventato per il governo una vera e propria “strategia”. Tanto che Gualtieri parla di “green new deal” come “uno degli assi della Manovra”, una priorità per il governo, in grado di orientare “gli investimenti verso la transizione ad una maggiore sostenibilità”: ci saranno per questo due Fondi (a seconda della funzione e della destinazione d’uso delle risorse) in totale da 50 miliardi spalmati su un arco temporale di qualche anno (ancora da definire in modo puntuale) da indirizzare a riqualificazione urbana, innovazione tecnologica, e rinnovabili. Sul punto ci sarebbe anche la specifica richiesta all’Europa di tenere il pacchetto di misure fuori dal conteggio del 3%.

La prossima Manovra (del peso di circa 30 miliardi e il 2,2% di deficit) dovrebbe portarsi dietro – stando alle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte – “un corredo di misure” con “l’obiettivo di rendere l’Italia più verde, ancora più sicura per le sue infrastrutture, digitalizzata, e veramente moderna, con una burocrazia ridotta e semplificata.

Un’Italia che guarda ai più deboli e non li abbandona”. La speranza, naturalmente, è che la chiave dello sviluppo sostenibile non sia soltanto usata come apri-porte in Europa per ottenere una maggiore flessibilità e qualche punto di deficit in più. Cioè non soltanto un contenitore più o meno vuoto da riempire quando serve ma anche un pieno di contenuti, e di risorse.

Dovrebbe essere la volta buona questa per inserire degli incentivi alle industrie e un Piano di sostegno agli investimenti green. Nella Nota di aggiornamento al Def vengono indicati 23 ddl come collegati alla Manovra; e tra questi spicca proprio quello sul Green new deal, che potrebbe contenere la norma per la riduzione progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi (sostanzialmente per tagliare gli incentivi alle fossili) e dovrebbe valere (calcolando il 10% come primo taglio) circa 1,7 miliardi. In questo modo si spiegherebbe anche la sua eliminazione dal decreto Clima che prima invece conteneva questa disposizione.

In generale per Palazzo Chigi gli interventi “saranno prevalentemente volti ad assicurare la crescita economica in un contesto di sostenibilità delle finanze pubbliche, attraverso l’incremento degli investimenti pubblici, in particolare di quelli per l’innovazione, per la conversione all’economia verde e per il potenziamento delle infrastrutture materiali, immateriali e sociali, e la lotta all’evasione fiscale”.

Il ministro Gualtieri nella sua introduzione alla Nota di aggiornamento al Def definisce il “green new deal” come “il perno della strategia di sviluppo del governo”. Che – viene spiegato – “si inserirà nell’approccio di promozione del benessere equo e sostenibile, la cui programmazione è stata introdotta in Italia in anticipo sugli altri Paesi europei e che il governo intende rafforzare in tutte le sue dimensioni”.

Tra i punti che questa strategia dovrà toccare, il contrasto ai cambiamenti climatici, la riconversione energetica, l’economia circolare, la protezione dell’ambiente e la coesione sociale e territoriale. Inoltre dovrà prevedere la realizzazione di un Piano di investimenti pubblici sinergici a quelli privati. “La sfida ambientale – continua la Nota di aggiornamento al Def – non può essere vinta opponendo la protezione dell’ecosistema alla crescita o affrontata in chiave di contrasto con il mondo produttivo e degli investimenti privati”.

In base al Rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali allegato alla Nota di aggiornamento del Def, sono in totale 513 le tax expenditures (cioè varie agevolazioni fiscali che riducono il prelievo per alcuni contribuenti) in carico allo Stato. Le prime per numero sono quelle definite per le politiche economico-finanziarie, pari a 115, quelle per l’energia 29, mentre per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente sono 5. Il governo “sostiene la necessità di una riduzione delle spese fiscali e sussidi dannosi per l’ambiente. Insieme a nuove imposte ambientali, la revisione dei sussidi consentirà di aumentare il gettito dello 0,1% del Pil”, pari a 1,8 miliardi (più o meno quanto vale il taglio del 10% dei sussidi alle fossili che veniva ipotizzato nella prima bozza del decreto Clima).

Naturalmente qualcosa di più chiaro, e definito, sarà possibile vederlo nella prima stesura della Legge di Bilancio; e sicuramente nell’anteprima che il governo invierà in Europa per il vaglio sui saldi e la tenuta di bilancio. E molto di più, anche in termini di risorse, si vedrà dalla risposta sull’equilibrio e sul rispetto delle regole.

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