Rottamazione per le due ruote e negozi green corner, il decreto Clima in GU

Il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale è più snello e non c’è più il taglio ai sussidi fossili. Arriva l’eco-bonus anche per la rottamazione dei motocicli e per gli scuolabus a basso impatto ambientale. Il provvedimento scende da 14 a 11 articoli e rimette in campo gli incentivi per la vendita dei prodotti sfusi o alla spina. Ma perde anche l’eco-Cipe, il Comitato interministeriale ad hoc sui cambiamenti climatici, la legge biennale. Diventa più sostanziosa la parte dedicata ai rifiuti e al superamento delle infrazioni europee in materia ambientale. Il provvedimento, ora più schematico, dovrebbe essere anche maggiormente omogeneo alla stesura della prossima Manovra, e al ddl collegato sulla transizione ecologica.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n° 241 del 14 ottobre 2019 il Decreto Clima che entra in vigore oggi. Dal provvedimento esce anche la legge biennale (collegata alla manovra) dedicata al clima e la campagna di informazione per le scuole sui cambiamenti climatici (con il Programma #iosonoAmbiente, da 2 milioni per ciascuno degli anni 2020, 2021, 2022).


11/10/2019

Rottamazione per le due ruote e negozi green corner, il nuovo decreto Clima

Nuovo decreto clima in CDM

Arriva l’eco-bonus anche per la rottamazione dei motocicli e per gli scuolabus a basso impatto ambientale. L’ultima versione della bozza di decreto Clima, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, cambia ancora aspetto; e oltre a essere più snella (scende da 14 a 11 articoli) rimette in campo gli incentivi per la vendita dei prodotti sfusi o alla spina, con una disposizione specifica denominata ‘green corner‘.

Al netto però degli “ultimi ritocchi” – su cui il governo sta lavorando, così come riferito dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa – alcuni punti di sostanza vengono cancellati da questa nuova bozza. Come per esempio il Cipe che non sarà più luogo di armonizzazione delle politiche economiche in chiave ecologica, tant’è che salta il Comitato interministeriale ad hoc sui cambiamenti climatici; così come la legge biennale (collegata alla Manovra) dedicata al Clima.

Non c’è più spazio neanche per il taglio progressivo dei sussidi ambientalmente dannosi (che però rientrerà nella legge di Bilancio; una misura che, con l’abbattimento inizialmente immaginato del 10%, vale circa 1,7 miliardi). Mentre assume più sostanza la parte dedicata ai rifiuti e alle disposizioni per il superamento delle infrazioni europee in materia ambientale. Il provvedimento appare ora più schematico nella struttura degli argomenti; cosa che dovrebbe riuscire a renderlo maggiormente omogeneo alla stesura della prossima Manovra, e al ddl collegato sulla transizione ecologica. Sul punto Costa è stato chiaro: è “un percorso che inizia ed è condiviso da tutto il Governo”.

Le risorse per l’eco-rottamazione sono contenute in un Fondo chiamato ‘Programma sperimentale buono mobilità‘, e hanno una dotazione totale di 255 milioni. Il ‘buono mobilità‘ è destinato ai cittadini residenti nei Comuni sotto procedura d’infrazione Ue per smog che, entro il 31 dicembre 2021, cambiano auto (fino ai modelli Euro3) o motocicli (fino alla classe Euro2 e Euro3 a due tempi); vale 1.500 euro per i primi e 500 euro per i secondi. Il ‘buono’ – che non costituisce reddito imponibile – potrà essere utilizzato entro i successivi tre anni per abbonamenti al Trasporto pubblico locale (Tpl), altri servizi, e anche per biciclette anche a pedalata assistita.

Il ministero dell’Ambiente mette sul tavolo poi fino a 40 milioni di euro per finanziare progetti per le corsie preferenziali per il Tpl (anche presentati da più Comuni in forma associata) purché all’interno di aree – con popolazione superiore a 100mila abitanti – sotto procedura di infrazione europea per la qualità dell’aria.

30 milioni di euro sono destinati alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane nelle città metropolitane.

Il provvedimento pensa anche alle scuole, o meglio a come arrivarci: il ministero dell’Ambiente mette a disposizione fino a 20 milioni di euro per gli eco-scuolabus. Si tratta di mezzi – “selezionati” dallo stesso ministero in base al numero di bambini e all’impatto ambientale – di trasporto ibridi, elettrici o non inferiori a Euro6 immatricolati però dal primo settembre di quest’anno in poi. Si tratta di “progetti sperimentali” dedicati agli asili e agli alunni delle scuole elementari.

Intanto, nella bozza resiste la campagna sui cambiamenti climatici per le scuole (con il Programma #iosonoAmbiente, da 2 milioni per ciascuno degli anni 2020, 2021, 2022). Sono confermati anche gli interventi dedicati alla riforestazione e la norma per pubblicità dei dati ambientali.

La norma sui green corner vale 5mila euro di contributo economico a fondo perduto per i negozianti che venderanno “prodotti sfusi o alla spina, alimentari e per l’igiene personale”. Questo purché il contenitore non sia monouso. L’aiuto viene distribuito in base all’ordine di presentazione delle domande e il limite complessivo delle risorse è di 20 milioni per gli anni 2020 e 2021.

Soddisfatto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha fortemente sostenuto il Decreto: “E’ il primo atto normativo del nuovo governo – afferma il ministro – che inaugura il Green New Deal: il primo pilastro di un edificio le cui fondamenta sono la legge di bilancio e il Collegato ambientale, insieme alla legge Salvamare, in discussione alla Camera, e a ‘Cantiere ambiente’, all’esame del Senato. Tengo a precisare – sottilinea Costa – che la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, inizialmente prevista nel decreto clima, è contemplata nella legge di bilancio. La nostra idea è fare un taglio costante negli anni, da qui al 2040, ma senza penalizzare nessuno. Con le necessarie limature e concertazioni cercheremo di dar luce al miglior provvedimento possibile, con l’obiettivo principale di tutelare l’ambiente, salvaguardando al tempo stesso il nostro sistema produttivo”.”.


1/10/19

Cambia la rottamazione e salta il taglio ai sussidi fossili, il nuovo decreto Clima

L’ultima bozza è meno economica ma più organica. Si punta tutto sulla Legge di Bilancio. Non ci sono più gli incentivi ai prodotti alla spina, eliminate le agevolazioni ai parchi. Guadagna due importanti novità, come la campagna per le scuole sui cambiamenti climatici e un sostegno alla ricerca per lo sviluppo sostenibile. Ancora in bianco l’end of waste, per la filiera industriale dell’economia circolare. Arriva una Commissione interministeriale ad hoc. Il provvedimento diventa più snello nel testo; ma molte norme avranno bisogno di una serie di decreti attuativi e soprattutto dell’adeguato spazio nella Manovra.

Cambia la rottamazione e salta il taglio ai sussidi fossili, il nuovo decreto Clima

Indice degli argomenti:

Rispetto alla prima bozza cambia la rottamazione, salta il taglio ai sussidi fossili, non ci sono più gli incentivi ai prodotti alla spina, così come l’eliminazione delle agevolazioni ai parchi.

La nuova bozza del decreto Clima si trasforma nella forma e nei contenuti: più snella nel testo, si presenta con una maggiore organicità tra i diversi temi ma risulta meno incisiva a livello economico.

Bisogna però mettere in evidenza che – proprio mentre il movimento di giovani, ispirati da Greta Thunberg, scende in piazza per manifestare sul clima – il provvedimento guadagna due importanti novità, come la campagna per le scuole sui cambiamenti climatici e un sostegno alla ricerca per lo sviluppo sostenibile che intreccia anche l’attività industriale (anche se per ora sembra avere più un valore di intenzione invece che di dotazioni specifiche).

Il provvedimento – che la volta scorsa era entrato e uscito dalla porta di Palazzo Chigi senza il varo del consiglio dei ministri, tra i malumori nella maggioranza e nei diversi ministeri – ora non si presenta più come una mini-finanziaria già scritta; ma è un provvedimento che si presta a una “maggiore condivisione” e a una serie di “concertazioni” (per esempio con l’Economia, i Trasporti, e lo Sviluppo) che prima mancavano. Anche se molte delle norme avranno bisogno di una serie di decreti attuativi, e soprattutto dell’adeguato spazio nella Legge di Bilancio.

Il provvedimento – che al momento contempla 14 articoli e assume la definizione di ‘Misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria’ – dovrebbe comunque essere portato in Cdm per il tre ottobre, come annunciato da Sergio Costa nel giro di due riunioni di governo, soprattutto per dare il tempo necessario ai tecnici di rifinire il lavoro.

Cosa cambia

Punta a una ‘rivisitazione’ della rottamazione delle vecchie auto, fino a modelli Euro 4. Arriva subito, già da quest’anno con 5 milioni (100 milioni nel 2020 e altrettanti nel 2021) ma soltanto ai cittadini residenti nei Comuni sotto procedura d’infrazione per lo smog; verrà dato in cambio un ‘buono mobilità’ pari a 1.500 euro (meno dei 2.000 previsti in precedenza) che potrà essere speso per abbonamenti al trasporto pubblico ma anche per altri servizi per esempio di car- sharing, e ha una durata di tre anni.

Cambia anche la disposizione sugli scuola-bus green che dovranno essere Euro 6: viene previsto il finanziamento per due anni, resta il Fondo da 10 milioni l’anno (per il 2020 e il 2021) per asili, scuole elementari e medie, sia comunali che statali, delle città metropolitane maggiormente inquinate, sotto procedura di infrazione Ue sulla qualità dell’aria; ma sparisce la detrazione per le famiglie da 250 euro per le spese sostenute.

Cosa non c’è più

Non c’è più traccia della norma che spingeva i prodotti sfusi cioè senza il packaging. Così come non si ritrova più il taglio graduale ai sussidi ambientalmente dannosi (del peso totale, al 2040, di circa 17 miliardi); anche se i tecnici al lavoro sul testo starebbero provando a reinserirla con delle modifiche specifiche e in una formula che demanderebbe comunque alla Manovra.

Saltano anche le agevolazioni per i parchi, che nella prima versione del decreto diventavano zone economiche speciali. E resta ancora in bianco la definizione dell’end of waste (cioè la definizione della qualifica di cessazione di rifiuto) per sbloccare la filiera dell’industria dell’economia circolare.

Cosa entra

Ma per assaggiare il sapore dei buoni principi salva-clima, che la nuova stesura del decreto intende portare avanti, si deve passare alla lettura delle novità. Come l’introduzione di una campagna di informazione e sensibilizzazione sui cambiamenti climatici dedicata agli studenti delle scuole; il nome è epico, ‘L’ambiente siamo noi‘, e partirà dall’anno scolastico in corso con 500mila euro di risorse messe a disposizione dal ministero dell’Ambiente.

O come la nascita di una Commissione interministeriale ad hoc sul clima, ospitata all’interno del Cipe. Avrà una composizione politica; a presiederla il presidente del Consiglio o il ministro dell’Ambiente, con all’interno praticamente l’interno governo, con i ministri di Economia, Esteri, Trasporti, Istruzione, Sviluppo economico, Agricoltura, Salute, Affari regionali, oltre che la Protezione civile.

Lavorerà insieme con la Piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria (confermata anche in questa bozza, e composta da 20 esperti, con l’obiettivo di dare supporto tecnico e scientifico alla Commissione). Arriva poi un Programma strategico nazionale “per il contrasto ai cambiamenti climatici” con l’obiettivo di assicurare entro 5 anni il rinnovo integrale dei mezzi del trasporto pubblico. L’approvazione del Programma toccherà alla Commissione interministeriale istituita in ambito Cipe, che dovrà definire anche tempi di realizzazione e risorse economiche “disponibili a legislazione vigente, anche sulla base del Piano nazionale clima e energia”.

Altre disposizioni riguardano industrie e cambiamenti climatici, la depurazione, e anche la divulgazione pubblica in tempo reale delle informazioni sull’inquinamento dell’aria.

Il Def, la chiave del clima

Ora bisognerà aspettare la fine del conto alla rovescia per la prima Legge di Bilancio. Qualcosa dei piani verrà svelata già nella nota di aggiornamento al Def che permetterà di capire il quadro e lo spazio di movimento economico per il 2020-2021-2022. Si dovrebbe riuscire a guadagnare un altro po’ di flessibilità in Europa, arrivando – secondo indiscrezioni – al 2,2% di deficit.

Tra le ipotesi su alcune eco-misure che al momento potrebbero trovare posto in Manovra, ci sarebbero una tassa su imballaggi e plastica (secondo il possibile scenario dello 0,2%), oppure reinserire proprio quel taglio ai sussidi ambientalmente dannosi, sicuramente in modo graduale e in una formulazione condivisa dalle diverse anime della maggioranza di governo.

La chiave per aprire la serratura di una maggiore flessibilità potrebbe essere infatti quella degli interventi per la lotta ai cambiamenti climatici, e misure in favore dello sviluppo sostenibile, di quel Green new deal che il premier Giuseppe Conte ha declinato ancora una volta pochi giorni fa alle Nazioni Unite. Il rischio è che la lotta ai cambiamenti climatici diventi però soltanto un contenitore per non fare nuovo debito, e nell’immediato ottenere quei margini in Europa che altrimenti non ci sarebbero. Se le cose stanno così si vedrà già dalla risposta, in termini di risorse, che arriverà dalla prossima Legge di Bilancio.


20/9/2019

Il decreto Clima è pronto, stop a tutti i sussidi inquinanti entro il 2040

Le risorse recuperate dal taglio agli aiuti ai sussidi fossili, che valgono quasi 17 miliardi, andranno in un Fondo ad hoc per innovazione e tecnologia. Previsto un bonus di 2mila euro per la rottamazione delle vecchie auto, incentivi agli scuolabus ‘green’, un Programma sulla qualità dell’aria a Palazzo Chigi, incentivi per la vendita di prodotti alla ‘spina’ (svestiti del packaging), per i parchi un rilancio ‘economico’. Ma si apre il capitolo delle coperture di bilancio che potrebbe rallentare il percorso del testo

Il decreto Clima è pronto, stop a tutti i sussidi inquinanti entro il 2040

Indice degli argomenti:

Il decreto Clima è pronto. E parla da subito la lingua della sostenibilità, almeno nelle dichiarazioni di intenti, dal momento che punta al taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, vero e proprio agognato miraggio per la decarbonizzazione dell’economia.

Per l’Italia potrebbe essere la rivoluzione verde, quel ‘Green new deal’ più volte declinato dal premier Giuseppe Conte nel discorso sulla fiducia; e secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è “significativo” che il primo atto del governo sia in materia ambientale. Una rivoluzione che viaggia sui binari della sostenibilità e che mette in fila alcune misure, come lo stop progressivo ai sussidi fossili (che oggi valgono quasi 17 miliardi) e il bonus di 2mila euro per la rottamazione delle vecchie auto.

Misure che però devono essere incorporate nella Legge di Bilancio da scriversi di qui a breve. Il decreto, oltre a essere il cuore dello sviluppo sostenibile del nostro Paese, dovrebbe rappresentare nell’immediato un punto fermo da rimarcare a livello internazionale in vista del prossimo vertice delle Nazioni Unite tra pochi giorni a New York; senza contare poi le aspettative che l’Europa, targata Ursula, ha posto molto in alto, caricando di non poche responsabilità il prossimo ‘nuovo’ commissario agli Affari economici che, guarda caso, è Paolo Gentiloni.

Il testo

Il decreto – nella sua definizione ufficiale ‘Misure urgenti per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia verde’ – conta quattro capi (tra cui quelli dedicati al miglioramento della qualità dell’aria, allo sviluppo dei parchi nazionali e tutela degli ecosistemi, all’economia circolare) e contempla 14 articoli.

La qualità dell’aria

Nel capitolo dedicato al miglioramento della qualità dell’aria, il tema dominante è quello della progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (articolo 6). Per il Catalogo stilato dal ministero valgono oggi 16,7 miliardi.

La qualità dell'aria nel nuovo decreto Clima

Si comincerebbe con un taglio di almeno il 10% già dal 2020 fino al loro annullamento entro il 2040. Una misura che – viene spiegato – dovrà trovare spazio nella Legge di Bilancio, e che determinerà “un aumento del gettito tributario con effetti positivi per i conti pubblici”.

Tanto che le risorse che lo Stato recupera andranno in un Fondo ad hoc al ministero dell’Economia (per il 50%) per finanziare “innovazione, tecnologie, modelli di produzione e consumo sostenibili”.

C’è poi tutta la parte dedicata ai trasporti. In particolare con un programma di incentivazione del trasporto sostenibile come per esempio un bonus fiscale da 2mila euro per i cittadini che risiedono nelle città metropolitane inquinate – in zone che ricadono sotto procedura di infrazione comunitaria – e che rottamano autovetture fino alla classe Euro 4; in sostanza un credito che i cittadini possono utilizzare, entro i successivi cinque anni, per abbonamenti al trasporto pubblico locale, con servizi di sharing mobility per veicoli elettrici o a zero emissioni.

Altri incentivi, con 10 milioni all’anno (e una detrazione fino a 250 euro sulle spese sostenute dalle famiglie), riguardano il servizio di scuolabus ecosostenibile per gli asili e le scuole elementari e medie sempre per le città più inquinate.

La lotta ai cambiamenti climatici

La lotta ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria diventano poi argomenti che approderanno direttamente a Palazzo Chigi, dove sarà istituita una piattaforma ad hoc di cui faranno parte, tra gli altri, anche il ministro dell’Economia, delle Infrastrutture, dello Sviluppo economico.

Compito essenziale sarà quello di redigere un Programma nazionale per il monitoraggio e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, monitorare gli investimenti sulla mobilità sostenibile e l’abbandono delle fonti fossili di produzione di energia, studiare gli impatti positivi occupazionali, sanitari ed economici derivanti da una riduzione delle emissioni. Sono previste anche azioni di rimboschimento e l’avvio del premio annuale ‘Città verde d’Italia’.

Altre misure riguardano la necessità di tenere in considerazione nella valutazione delle opere la loro stessa capacità di resilienza (adeguamento e adattamento) ai cambiamenti climatici; l’introduzione della Valutazione di impatto sanitario (Vis) per gli impianti compresi nei Siti di interesse nazionale, cioè le aree maggiormente inquinate del Paese e da bonificare.

I parchi diventano ‘economia’

In questa chiave i parchi nazionali, e il loro territorio, vengono istituiti come “zone economiche ambientali a regime economico speciale”; sono previste, in alcuni casi, detrazione fiscale e concorso alle spese pubbliche (per esempio 2,5 milioni per le micro, piccole e medie imprese di rifiuti e rinnovabili), oppure finanziamenti fino a 30mila euro a tasso zero per le attività produttive eco-sostenibili, fino a un massimo di 10 milioni di euro.

Economia circolare

L’economia circolare è l’anima del modello che si intende perseguire, e viene spinta da un maxi-sconto del 20% (per tre anni) sui prodotti sfusi, ovvero alla ‘spina’, e cioè senza il packaging per evitare gli imballaggi delle confezioni di alimentari e detergenti; lo sconto vale sia per gli acquirenti che per i venditori sotto forma di credito di imposta (fino a un massimo di 10 milioni l’anno).

Il testo prevede anche una modifica al primo decreto Sicurezza quando dispone una velocizzazione dei piani di emergenza interna per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. E lascia uno spazio in bianco (sotto il titolo ‘cessazione della qualifica di rifiuto’) per la predisposizione della norma sull’end of waste, ovvero sulle regole per definire il fine vita dei rifiuti; potrebbe essere un modo per offrire una strada privilegiata per queste disposizioni che riguardano la filiera industriale dell’economia circolare, e che serviranno a sbloccare l’impasse delle imprese che aspettano di capire cosa (e come) possono recuperare e riciclare.

 

Il nodo delle coperture e i malumori in maggioranza

Ma ci pare ci siano problemi di coperture e alcuni malumori all’interno della maggioranza (non soltanto dei renziani ma anche all’interno del M5s). Al primo esame in Consiglio dei Ministri di ieri sono infatti emersi i problemi di coperture ed è necessario trovare soluzioni per reperire le risorse, il decreto sarà esaminato a questo scopo insieme al ministro dell’Economia; un’ipotesi aperta sarebbe, al momento, quella di utilizzare le ‘aste verdi’ per le coperture.

Scarica il testo del Decreto Clima

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