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Da Renovate Italy un approfondimento sulla necessità di rimodulare gli incentivi, con regole chiare, per la deep renovation dei condomini. Soluzione conveniente anche per lo Stato Virginio Trivella di Renovate Italy spiega quali potrebbero essere i vantaggi della riqualificazione energetica profonda dei condomini, sostenuta da specifici incentivi, che potrebbe stimolare investimenti e rappresentare un volano per l’intera economia. Da più parti ormai si rinnova l’intenzione del Governo di voler confermare le detrazioni fiscali dell’ecobonus per i prossimi anni estendendole anche agli interventi di rinnovamento in chiave energetica nei condomini. Ma si tratta di un intervento sufficiente? Renovate Italy – organizzazione italiana che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito – da molto tempo promuove gli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare, che aiuterebbero anche a rispettare gli impegni assunti dall’Italia per l’ambiente e il clima, a partire dalla sottoscrizione dell’Accordo di Parigi, di cui a breve dovrebbe arrivare la ratifica del Bel paese, dopo che il parlamento europeo ha approvato la ratifica dell’UE lo scorso 5 ottobre. L’analisi di Renovate Italy va oltre l’ecobonus, strumento che in questi anni ha funzionato stimolando specifici settori industriali ma non ha dato una vera svolta al mercato edile che dal 2008 vive una crisi senza precedenti. E’ dunque necessario pensare alla deep renovation profonda del parco nazionale di edifici, come strategia in grado di cambiare la prospettiva e di stimolare lo sviluppo di tutto il settore. Punto di partenza perché tale politica possa essere efficace è la rimozione degli ostacoli normativi e burocratici. La vera novità è che dalle ultime dichiarazioni il Governo sembra intenzionato a seguire questa strada, confermando la necessità di attivare l’enorme bacino dei condomìni, puntare sugli interventi completi, premiare i risultati, rendere più stabile il quadro. Renovate Italy nel documento realizzato sottolinea che il punto di partenza della deep renovation è quello della riqualificazione degli involucri – facciate, tetti, serramenti, sistemi di ventilazione – e della sostituzione degli obsoleti impianti di climatizzazione con sistemi più performanti. Un vasto piano di riqualificazione dello stock immobiliare assicurerebbe molteplici vantaggi e benefici in termini di sviluppo, occupazione, ambiente, salute, sicurezza energetica. A titolo di esempio parlando del profilo fiscale, i dati ufficiali del sistema di incentivazione tedesco evidenziano che ogni euro pubblico investito crea entrate addizionali da 4 a 5 euro. Per stimolare davvero e in grande interventi di riqualificazione Renovate Italy evidenzia le principali priorità che riguardano la certezza degli inventivi, la loro convenienza e la loro appetibilità, così da renderli fruibili in meno tempo. In questo modo si potrebbe coinvolgere la finanza privata, che potrebbe anticipare le risorse. La certezza può invece trasformare l’incentivo in moneta sonante, che per il cittadino medio ha un appeal ben diverso da una detrazione decennale. Inoltre è necessario semplificare norme e burocrazia eliminando tutti le complicazioni che rendono difficile affrontare in condominio le decisioni legate alla riqualificazione. Renovate sottolinea che è necessario che gli incentivi non creino nuovo debito pubblico in misura incompatibile con i vincoli di bilancio. Non si tratta in realtà di un vero problema, sottolinea Virginio Trivella, considerando che già oggi per le ristrutturazioni, stiamo impegnando 15 miliardi all’anno sotto forma di detrazioni fiscali, e di questi solo 2,3 sono per l’efficienza energetica. Si tratta, ci dice Renovate Italy, di un meccanismo conveniente anche per lo Stato. Si legge infatti nel documento stampa che l’effetto indotto sulla base imponibile dalla stimolazione delle riqualificazioni profonde è vicino al 100%, perché la deep renovation è un meccanismo che oggi non fa praticamente nessuno. Se poi si considera che il moltiplicatore degli investimenti generato dall’edilizia è tra i più alti, se non il più alto, tra i settori produttivi, il gioco sembra fatto e permette di coprire completamente le detrazioni con le entrate generate dagli interventi di riqualificazione indotti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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