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Virginio Trivella di Renovate Italy interviene nel dibattito sul futuro dell’ecobonus, proponendo un’analisi sull’incentivazione degli interventi di Deep renovations, più costosi e incisivi In questo periodo si parla molto della possibile conferma dell’ecobonus anche per il 2017, qualche giorno fa anche il ministro elle Infrastrutture Graziano Delrio ha confermato l’intenzione del Governo di estendere le detrazioni del 65% anche ai condomini. Nel dibattito interviene Virginio Trivella di Renovate Italy – organizzazione italiana che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito – che propone un interessante approfondimento sui criteri per definire gli incentivi per le riqualificazioni profonde, promuovendo gli interventi più incisivi che l’attuale ecobonus non ha sostenuto, a partire dalle richieste dell’Europa. La Direttiva 2010/31/UE in particolare chiede che gli Stati Membri intervengano, trasformando il proprio patrimonio edilizio in edifici a energia quasi zero (NZEB). L’esigenza è stata recentemente ribadita nella Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2016 che chiede di realizzare gli edifici a energia quasi zero entro il 2050, in modo da conseguire gli obiettivi della COP21 e dalla Raccomandazione della Commissione Europea del 29 luglio 2016, che chiede gli Stati membri di accelerare le azioni perché tutti gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero entro i termini prescritti dalla direttiva. L’italia si è già dotata di una propria definizione di Nearly Zero Energy Building: ai sensi del D.M. 26 giugno 2015 “requisiti minimi”. Renovate Italy sottolinea che solo attraverso la riqualificazione energetica profonda dell’intero stock immobiliare si possono massimizzare i benefici economici, sociali, ambientali, migliorarando anche le prestazioni antisismiche, tema tristemente attuale in questi giorni che seguono il terribile terremoto del 24 agosto. Per stimolare la Deep Renovations degli edifici e assicurare una diminuzione dei consumi dal 40 all’80%, recentemente l’Enea ha presentato una proposta di un nuovo meccanismo di incentivazione per la riqualificazione profonda dei condomini che va oltre l’attuale ecobonus, che non ha avuto successo per nessuna tipologia di edificio (condominiale, uniìfamiliare o residenziale che sia…) e non si è dimostrato in grado di affrontare il problema dell’anticipazione dell’investimento necessario per realizzare gli interventi, anche a causa dell’eventuale incapienza fiscale dei beneficiari. L’Enea propone che gli interventi siano finanziati tramite un fondo ad hoc, gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, mentre la restante parte sarebbe coperta grazie al risparmio economico generato in bolletta. Perché la formula proposta possa essere davvero efficace, è indispensabile che il nuovo incentivo sia stabile per un periodo pluriennale, in modo da riuscire a creare una solida domanda di servizi e tecnologie per l’efficienza energetica. Suggerimenti per sostenere gli incentivi per le riqualificazioni profonde Per il successo di un incentivo per le riqualificazioni profonde del patrimonio immobiliare nazionale, è necessario innanzi tutto che il nuovo incentivo sia universale, ovvero interessi ogni tipologia di edificio e ogni richiedente. Per raggiungere il livello NZEB, richiesto a livello europeo, l’edificio deve assicurare determinate prestazioni di efficienza energetica su ognuna delle tre macro-aree dell’involucro, impianto termico e rinnovabili ed è completamente slegato dalla classe di efficienza energetica. “L’incentivo deve allora riferirsi al raggiungimento delle tre prestazioni (definite dal D.M. 26 giugno 2015 e dal D.Lgs. 28/2011), non al raggiungimento di una classe di efficienza energetica o a un miglioramento rispetto alla situazione ex-ante”. Secondo Renovate Italy affinché l’incentivo sia davvero efficace, è necessaria una maggiore flessibilità delle soglie che danno diritto all’incentivo: “in molti casi (soprattutto per la coibentazione), difficoltà tecniche scoraggiano o impediscono di raggiungere il livello di prestazione obbligatorio; in questi casi l’incentivo, anziché stimolare il raggiungimento della massima prestazione possibile, finisce per diventare un potente deterrente per l’intervento”. In questo modo si può stimolare il reale interesse a raggiungere, nei singoli casi, il massimo livello di prestazione possibile. “Negli edifici senza particolari vincoli tecnici si raggiungeranno i livelli identificativi dello NZEB (e si avrà diritto all’incentivo massimo), negli altri casi si raggiungerà un livello inferiore ma fattibile (e si avrà dunque diritto a un incentivo minore)”. Se è vero che una elevata prestazione energetica può essere assicurata anche attraverso interventi parziali ed effettuati in tempi diversi, è però importante che, a differenza di quanto accade con l’ecobonus, gli interventi a fasi siano incentivati solo se effettuati nel corretto ordine temporale: prima la coibentazione dell’involucro, poi il miglioramento dell’impianto termico, infine lo sfruttamento di fonti rinnovabili di energia. “Solo in questo modo si può raggiungere l’obiettivo della massima riduzione dei fabbisogni di energia e si evita l’installazione di impianti inutilmente sovradimensionati”. Inoltre si potrebbe applicare l’incentivo indistintamente sulle parti comuni del condominio o sulle parti private, sempre però rispettando la corretta priorità. Quando si interviene in modo profondo bisogna considerare tutte le componenti tecnologiche dell’edificio ed è necessario armonizzare i meccanismi di incentivazione per i diversi tipi di intervento, così da ottimizzare benefici e riduzione dei costi. In considerazione dell’importanza sociale e del valore strategico degli interventi di miglioramento del comportamento antisismico degli edifici, può essere consigliabile consentire anche a questi l’accesso al meccanismo di finanziamento proposto da ENEA, anche se tali interventi non comportano benefici sulla bolletta energetica. “Occorre quindi evitare di mettere in carico ai soggetti realizzatori la quota non finanziata dalla Cassa Depositi e Prestiti”. In relazione al ruolo delle ESCO Renovate sottolinea che si tratta di società che uniscono competenze tecniche a capacità finanziarie, che però a volte mancano delle competenze in materia di ristrutturazione edile necessarie per ottimizzare gli interventi di riqualificazione e i risultati. E’ dunque necessario che l’incentivo non sia erogato esclusivamente in presenza di una ESCO, ma che sia consentita anche l’autonoma operatività delle imprese edili che spesso hanno competenze tecniche e capacità finanziarie. Si potrebbe invece prevedere la presenza di un EGE (Esperto in Gestione dell’Energia), che verifichi i soli aspetti energetici dell’intervento. Il modello proposto da ENEA non risolve completamente il problema dei condomìni che presentano situazioni di particolare disagio economico, per i quali bisogna pensare a un sistema di garanzia pubblica. “In presenza di condizioni di inaffidabilità superiori a una soglia piuttosto bassa, la quota di finanziamento non coperta dalla Cassa Depositi e Prestiti stenterebbe a trovare copertura a cura degli operatori privati (ESCO, imprese o banche). La soluzione di questo problema difficilmente può essere trovata al di fuori di un sistema di garanzia pubblica, che potrebbe essere attivato facoltativamente in abbinamento al nuovo sistema di incentivazione”. Ostacoli tecnici da superare Renovate Italy nell’approfondimento proposto evidenzia la necessità di eliminare alcuni ostacoli tecnici contenuti nelle norme vigenti, che rendono difficile la realizzazione degli interventi di manutenzione e di riqualificazione energetica degli edifici. “Sono innumerevoli i casi di progetti di manutenzione straordinaria di facciate attualmente bloccati a causa dell’impossibilità di individuare soluzioni tecnologiche efficaci sotto il profilo dei costi o, semplicemente, soluzioni fattibili conformi ai requisiti vigenti. L’analisi tecnica degli ostacoli posti dal D.M. “requisiti minimi”, che in molti casi paralizzano le decisioni di ristrutturazione importante di secondo livello ma anche quelle di semplice riqualificazione energetica, è in corso di approfondimento e sarà corredata di proposte per il loro superamento. Parimenti, gli interventi di ristrutturazione importante di primo livello (che trasformano gli edifici in NZEB ) sono spesso fortemente ostacolati, quando non resi impossibili, dalle 9 prescrizioni del D.Lgs. 28/2011”. E’ dunque importante che vengano emanati provvedimenti correttivi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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