Headquarters Diesel



Il complesso edificato è composto da cinque corpi principali organizzati attorno un asse centrale che, da sud a nord, attraversa l’insediamento separandolo in due macroaree raccolte attorno alle corti interne e collegate fra loro da percorsi coperti sopraelevati. Le attività ospitate sono numerose e molto differenziate: dal magazzino materie prime e campionari all’area espositiva, dal blocco per uffici su tre livelli agli spazi collettivi come fitness center e ristorante, dalla showroom all’auditorium multifunzionale, dal centro elaborazione dati ai servizi generali. L’asilo e la guardiania con spazi tecnologici sono ospitati in costruzioni a sé stanti, immerse nel verde assieme ai parcheggi e ai campi per l’attività sportiva all’aperto.
L’intervento è firmato dall’arch. Pierpaolo Ricatti (Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana con Umberto Riva) in strettissima collaborazione con il team professionale di Jacobs Italia s.p.a., primaria società di ingegneria che ha curato il management e l’engineering dell’intera operazione dalle prime fasi di progettazione fino al completamento dei lavori.
Il concept progettuale, le innovative soluzioni costruttive e tecnologiche, l’attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica dell’intero insediamento e le modalità di attuazione della sicurezza in cantiere pongono la realizzazione all’avanguardia nel panorama italiano ed europeo.

L’organigramma
Per il progetto Headquarters Diesel, Jacobs Italia ha messo in campo una squadra composta dai più importanti e qualificati fra manager e tecnici attivi in azienda. Project Manager è stato Gianpietro Monfredini, che ha fra l’altro coordinato l’articolato team di cantiere così composto:
Sergio Baltuzzi – Direttore dei Lavori
Pietro Boerio – Direttore Lavori Strutture
Claudio Meroni – Coordinatore della Sicurezza
Riccardo Ganda – Construction Manager
Alessandra Alzetta – Site HSE Engineer
Luigi Careri – Civil Site Supervisor
Fabio Mantica- Civil Site Supervisor
Pierluigi Calzighetti e Umberto Fortunati – Electrical Site Supervisor
Stefano Gerardini ed Emilio Nebuloni – Mechanical Site Supervisor
Walter Amati – BAS Site Supervisor

Un progetto integrato
L’intero iter ideativo è stato caratterizzato da un processo di progettazione integrato nel quale il team di project management, progettisti e supervisori di cantiere di Jacobs Italia ha messo a sistema insieme all’architetto Ricatti:
– le istanze architettoniche e d’immagine dell’edificio, sviluppando i progetti edilizio, strutturale, impiantistico con tutti gli approfondimenti di dettaglio tecnologici e costruttivi, dalla progettazione alla realizzazione;
– le modalità di riduzione dell’impatto ambientale e di efficienza prestazionale dell’intervento, secondo criteri di assoluta avanguardia nel panorama dell’edilizia contemporanea.
Ecco, in sintesi, gli ambiti tematici che hanno informato l’attività di progettazione integrata.
Sostenibilità del sito
Il complesso insiste su un lotto già urbanizzato, recuperato senza utilizzare aree vergini e attentamente bonificato. Quando possibile, le strutture esistenti sono state riutilizzate limitando non solo i costi di costruzione, ma soprattutto l’impiego di materie prime per le opere civili e accessorie previste.
L’effetto termico cosiddetto dell'”isola di calore“, generato dal riscaldamento estivo che si propaga dall’involucro dell’edificio, è stato contrastato grazie alle caratteristiche del progetto architettonico sia riducendo al minimo le superfici riflettenti circostanti (strade, parcheggi, etc.), sia utilizzando largamente tetti verdi e integrando l’impianto fotovoltaico sulla copertura.
Per alterare il meno possibile l’equilibrio idro-geologico del sito sono state previste ampie superfici esterne percolanti e impiantati circa 500 alberi di specie autoctone. Oltre a ridurre l’erosione superficiale, questo accorgimento riduce il carico sulla rete idrica pubblica.
Utilizzo delle acque
Specifiche soluzioni per la riduzione del consumo di acqua potabile hanno interessato il recupero e la depurazione delle acque meteoriche, intercettate da tetti e superfici piane, per il riuso a scopo irriguo dei giardini e l’alimentazione delle utenze non potabili interne all’edificio.
L’impianto idrico interno è perciò separato in due linee, per usi potabili e non: la prima prevede l’impiego di limitatori di erogazione sui terminali; la seconda è attestata su una vasca di raccolta della capacità di circa 430 metri cubi.
Energia e consumi
La strategia utilizzata per affrontare il delicato tema del contenimento dei consumi, dell’approvvigionamento e dell’efficienza energetica complessiva dell’insediamento è stata articolata in quattro ambiti:
– ridurre le necessità energetiche dell’edificio (involucro a elevate prestazioni termoisolanti; impiego di elementi ombreggianti attivi e passivi; adozione di sistemi automatizzati per il controllo del funzionamento degli impianti termomeccanici e d’illuminazione artificiale);
– utilizzare risorse energetiche gratuite (solare fotovoltaico; solare termico; illuminazione naturale; pompe di calore);
– recuperare l’energia termica altrimenti dispersa (recuperatori di calore per l’aria espulsa; free coooling; impiego dell’energia termica da cogenerazione);
– incrementare l’efficienza degli apparati (uso di terminali in ambiente a elevata efficienza e a ridotta domanda energetica; impiego di inverters nel funzionamento degli impianti idronici e aeraulici; uso di generatori energetici di ultima generazione).
Materiali
L’attenzione posta alla sostenibilità dei materiali e dei prodotti utilizzati ha riguardato l’impiego di materiali ricilabili e/o riciclati e a basso contenuto energetico durante l’intero ciclo di vita, fra cui si segnalano: gabbie di alleggerimento delle solette in sfere di polietilene riciclato; raccolta separata dei materiali di scarto per il possibile recupero; uso diffuso di materiali naturali di provenienza locale, di prodotti certificati a basso impatto ambientale e a ridotto o nullo contenuto di sostanze inquinanti.
Qualità e comfort ambientale
La qualità dell’ambiente (Indoor Environmental Quality) è stata raggiunta mediante: sistemi di diffusione dell’aria a bassissima velocità (inferiore a 0,15 m/s); ottimizzazione del controllo della temperatura; ridotti livelli di rumorosità (inferiore a 30 dBA); alto grado di ricambi dell’aria (almeno 40 metri cubi ogni ora per persona); utilizzazione di sistemi per la protezione dal gas radon.
Il sistema di supervisione degli impianti termomeccanici ed elettrici provvede al controllo locale di tutti i parametri connessi al comfort ambientale e al consumo energetico, in rapporto all’uso degli spazi da parte degli utenti, permettendo la regolazione locale secondo le abitudini personali.

Lo scheletro strutturale
La progettazione delle strutture portanti è stata informata al metodo di calcolo degli stati limite in campo elastico lineare, sviluppato sulla base di un’analisi sismica di tipo dinamico modale con spettro di risposta secondo i seguenti parametri:
– struttura di classe 1 con vita utile pari a 50 anni;
– periodo di ritorno dei fenomeni naturali 500 anni;
– zona sismica 3 (ag = 0,15g);
– categoria del suolo B.
La pressione ammissibile sul terreno è stata tenuta non superiore ai 3,5 ÷ 4,0 daN/cm2.
L’intero processo di progettazione delle strutture è stato basato sulla modellazione virtuale mediante evoluti software specializzati, che hanno confermato un’impostazione progettuale pragmatica nella scelta di soluzioni diversificate a seconda delle esigenze sotto diversi profili:
– parametri dimensionali, caratterizzati da luci notevoli per favorire la flessibilità degli spazi interni;
– obiettivi di sostenibilità ambientale prefissati;
– velocità e la sicurezza in fase di realizzazione;
– durabilità e ridotta manutenzione in esercizio.
Fra le scelte più significative si distinguono:
– l’utilizzo diffuso di strutture in calcestruzzo armato, gettate in opera o prefabbricate;
– il limitato ricorso ai giunti strutturali, concentrati nei soli tratti d’interfaccia fra i fabbricati;
– l’adozione di pilastri in elevazione inclinati e di notevole altezza e snellezza;
– l’impiego di solai alleggeriti gettati in opera del tipo a piastra, senza travi, con alcuni impalcati appesi ai piani sovrastanti per mezzo di tiranti in acciaio;
– l’uso di strutture in carpenteria metallica per la costruzione di spazi specifici.

Una pelle ad alte prestazioni
L’edificio degli Uffici è il più complesso dal punto di vista della varietà delle soluzioni d’involucro, con molteplici stratigrafie di tamponamento montate su differenti supporti. La facciata continua a moduli indipendenti comprende vetrocamera selettivi a controllo solare dalle dimensioni considerevoli, con aperture a sporgere che realizzano la ventilazione e specchiature in vetrocamera spandrell retro-coibentato, e un rivestimento opaco composto da elementi in rame aggraffato e, alla sommità, in legno.
Al piano terra, le ampie vetrate in modulo singolo e doppio sono connotate da elementi metallici portanti oppure, come nel caso delle vetrate di accesso al Foyer e all’Auditorium, da lastre accostate e sigillate, senza montanti verticali, inserite a scomparsa fra pavimento e soffitto. I frangisole sono stati accuratamente progettati per differenziare il proprio effetto formale in funzione delle diverse destinazioni d’uso degli spazi interni.
L’involucro del Magazzino/Museo prevede tamponamenti vetrati (strutture in alluminio Schüco SFC85 e vetrazioni pirolitiche di colore grigio, trasparenti e cieche, con aperture motorizzate a sporgere) e superfici in fibrocemento con cromie che lo differenziano dal resto del complesso. Il fronte delle baie di carico è costituito da facciate vetrate continue (reticolo a montanti e traversi Schüco FW50+ con tamponamenti in vetrocamera opalino a bassa emissività).
La Guardiania/Centrale tecnologica è protetta da una facciata strutturale con vetrocamera basso emissivo a controllo solare e da un rivestimento in doghe di rame aggraffato, materiale ripreso nell’involucro dell’Asilo con stratigrafie a elevate prestazioni termoisolanti in abbinamento a scandole in legno e a superfici trasparenti che ne connotano i fronti.
Oltre agli aspetti tecnologici, le prestazioni dei materiali e dei prodotti utilizzati presentano valori di trasmissione termica inferiori ai limiti di legge e con prestazioni superiori in percentuale variabile fra 10% e 20% per le superfici vetrate.
Una specifica consulenza è stata attivata con il Dipartimento BEST del Policlinico di Milano allo scopo di ottimizzare i risultati dell’integrazione fra impianti e involucro in termini di efficienza energetica: Uffici e Auditorium hanno ottenuto la Certificazione Energetica in Classe A (Indice Energia Primaria per il riscaldamento (EPi) pari a 2,97 kWh/m3), mentre l’Asilo è stato classificato A+ (EPi pari a 0 kWh/m3).

Gli impianti termomeccanici
Le scelte operate in ambito impiantistico dimostrano un’elevata attenzione agli aspetti ambientali e gestionali, fondamentali per dare concretezza nel tempo alla strategia complessiva di sostenibilità dei manufatti realizzati.
Il sistema di cogenerazione produce contemporaneamente energia elettrica e termica, permettendo l’impiego di quest’ultima anche per il raffrescamento estivo (trigenerazione) attraverso gruppi frigoriferi ad assorbimento. Le caldaie a condensazione consentono il recupero dell’energia termica altrimenti dispersa dai fumi, aumentando l’efficienza generale degli apparati per la produzione del calore.
Questi sistemi tradizionali sono supportati da un impianto solare termico (circa 60 metri quadrati di collettori piani), per la generazione di acqua calda sanitaria ,e da un campo fotovoltaico (circa 5.000 metri quadrati di superfici in silicio amorfo a film sottile, con potenza di picco pari a 200 kW) integrato alla copertura.
I gruppi frigoriferi ad alta efficienza, condensati ad acqua di torre, le elettropompe di circolazione dei fluidi e gli organi meccanici nelle unità di trattamento dell’aria sono dotati di inverters per ottimizzarne il funzionamento a seconda delle esigenze. La presenza di recuperatori di calore sull’aria di espulsione permette di massimizzare l’efficacia energetica dei sistemi preposti al comfort termoigrometrico interno.
A seconda delle esigenze, i terminali in ambiente sono stati opportunamente differenziati:
– impianto ad aria primaria e travi fredde attive a 4 tubi per gli tutti gli uffici, ovunque posizionati nell’edificio;
– pannelli radianti a pavimento nel Magazzino;
– pannelli radianti a parete in sandwich d’alluminio per il Museo.
– sistemi misti a tutt’aria, radianti a pavimento, travi fredde, ventilconvettori e split per alcuni spazi specifici quali reception, showroom, ristorante e cucina, palestra, c.e.d., etc.
Nell’Asilo la produzione di calore e freddo è affidata a un sistema basato su pompe di calore, con impianto a tutt’aria e superfici radianti a pavimento affiancati da umidificatore/deumidificatore.

L’impegno per la sicurezza
La sicurezza di tutto il personale interessato alla realizzazione delle opere è stata indirizzata verso l’obiettivo “Zero Infortuni”, un risultato ambizioso ma indispensabile per il successo dell’intera commessa, caratterizzata da impegnative condizioni al contorno:
– 20 appaltatori principali selezionati, che hanno fatto ricorso a ben 209 imprese subappaltatrici;
– 1.590 le maestranze complessivamente impegnate, con una punta di 350 compresenze giornaliere e una presenza media in cantiere di solo due mesi e mezzo;
– maestranze provenienti da 16 differenti nazionalità, il 60% delle quali d’origine est e nord europea, africana e sudamerica.
Il sistema di gestione della sicurezza è stato implementato da tutti gli attori presenti in cantiere per raggiungere elevatissimo standard operativi, grazie a specifici momenti di formazione-informazione, pianificazione, monitoraggio e  valutazione del grado raggiunto e, quindi, di ri-modulazione e integrazione del sistema applicato.
Inizialmente l’attuazione concreta del metodo si è dimostrata estremamente difficoltosa sia per l’elevato ricambio delle maestranze, sia per la rapida evoluzione del cantiere. Dopo alcuni episodi iniziali, tutti con prognosi non grave, la consapevolezza degli operatori è costantemente cresciuta e, grazie al continuo affinamento del sistema di gestione,  l’attività preventiva è risultata sempre più efficace. I lavori sono stati conclusi senza infortuni rilevanti.

Headquarters Diesel: le ragioni del progetto
Abbiamo chiesto all’Architetto Pierpaolo Ricatti (Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana con Umberto Riva)  di raccontarci le ragioni, le finalità e le eventuali difficoltà di un progetto che, ci pare, doveva saper rispondere ad una serie di istanze, tutte imprescindibili, ma che possono apparire perfino contraddittorie. Un rapporto organico con un’area geografica complessa, le esigenze funzionali e di immagine di una committenza dalla forte personalità, la scala  stessa dell’intervento capace di dare  risposte operative e perfino ricreative ad un migliaio di addetti e non solo.

Per quanto riguarda il territorio l’Architetto ci spiega come il progetto tenti di recepire  e superare i contrasti del paesaggio. Nel segmento vicentino, infatti,  la Pedemontana Veneta è caratterizza dal ritmo sincopato di case isolate su lotto, ville più o meno antiche, lacerti di antico paesaggio agrario, aree produttive. Diviene paesaggio soltanto quando fa emergere colline, altopiani, corsi d’acqua nell’area di Breganze dove ha sede il nuovo Headquarters Diesel.  Realizzato in un’ex area industriale (fabbricato Moto Laverda), recuperato il terreno occupato da un’industria meccanica, il progetto ha voluto aprirsi alle situazioni esistenti, deliberatamente assunte e riscattate in senso urbano. L’articolazione di pieni e vuoti  ha favorito un’architettura leggera, luogo di mediazione tra spazio esterno ed interno. Ottimizzando le altezze dei volumi e modellando il terreno per una morfologia ricreata e articolata si sono create relazioni visive con il contesto, corti interne, campi sportivi, giardini pensili. Per chi osserva il fabbricato da lontano scopre come esso anziché imporsi sul contesto abbia una funzione di filtro esaltando le caratteristiche più significative del paesaggio, divenendo segno tra i segni, cangianti ad ogni prospettiva. Dall’interno di ogni spazio creato, d’altra parte, si possono leggere e godere tutte le suggestioni offerte dal territorio. La scelta stessa dei materiali, dal policarbonato al fibrocemento, ai rivestimenti in rame se da un lato favorisce percorsi visivi e trasparenze, dall’altro garantisce un forte risparmio energetico grazie alle  contenute dispersioni termiche, in sinergia con l’uso di energie rinnovabili e il riutilizzo dell’acqua.

Visto come si è sviluppato il progetto, con luoghi operativi e ricreativi, giardini e corti interne, auditorium e perfino una scuola materna, più che di un fabbricato sembra  piuttosto trattarsi di una cittadella.

Il nuovo Headquarters, risponde l’architetto Ricatti, si compone essenzialmente di cinque complessi edilizi: edificio uffici, edificio magazzini/museo, auditorium, asilo ed edificio tecnologico/guardiania. Le attività principali sono il Magazzino di ricevimento e spedizione di materie prime e campionari; il Magazzino archivio storico (Museo); Parcheggi privati coperti e scoperti; il Blocco uffici su tre livelli fuori ed un livello tecnico al piano interrato; il Fitness center, campo da squash e campi di calcetto; il Ristorante aziendale e cucina; Showroom; Auditorium multifunzionale e foyer per eventi; il Centro Elaborazione Dati; l’ Asilo nido e la scuola materna; Guardiania ed ingresso principale; le Centrali tecnologiche.
La pianificazione, continua l’architetto, è diventata un atto strategico dell’azienda nella definizione del programma funzionale. Lo studio propedeutico di space planning e dell’analogo studio logistico per i magazzini è stato finalizzato alla raccolta e all’analisi delle esigenze Diesel, da considerare come base per la predisposizione del Master Plan e le successive fasi di progettazione. Lo studio si è spinto fino a proporre criteri di modularità e di flessibilità, imponendo un modulo di pianificazione, su cui si è anche verificato il budget di investimento. L’accesso mediano imposta un percorso in direzione sud-nord che divide le due aree del sistema organizzativo aziendale: a ovest l’area dei magazzini con relativi piazzali di manovra, a est quella degli uffici. Al secondo e al terzo livello gli uffici si estendono con due collegamenti aerei a nord e a sud, sovrapponendosi in parte ai volumi dei magazzini. Tramite l’articolazione di spazi autonomi e nel contempo collegati secondo un impianto planimetrico che gerarchizza gli spazi di natura comunitaria e quelli di natura privata, ci si ritrova attorno ad un’idea di benessere fondata su un migliore contesto di vita.
Queste aree, a specificità diversa, sono integrate nella modellazione del terreno (cortili capaci di facilitare l’orientamento e i flussi di distribuzione e di determinare chiare polarità di accesso) costituendo la base che si relaziona con il sito e diventa incrocio tra sostenibilità ambientale e valore paesaggistico. La scala dell’intervento, tale da soddisfare tanto le necessità a livello individuale, quanto le condizioni spaziali richieste per un migliaio di addetti, recupera la valenza iconica dell’edificio, che da lontano offre al visitatore una complessità spaziale che riflette quella del programma e ricompone il paesaggio circostante.

Fortemente voluto da Renzo Rosso, fondatore e guida del gruppo Diesel, per unificare in un unico complesso tutte le attività del colosso della moda e del lifestyle, la nuova sede aziendale è entrata in piena attività da pochi mesi. E’ il risultato conseguito da molteplici contributi creativi e tecnici. Abbiamo chiesto all’architetto Ricatti quale sia stato il livello di collaborazione con la committenza e con un team tanto vasto.

Diesel, ci racconta il progettista, è riuscita a coinvolgere lo studio Ricatti (progetto architettonico) e Jacobs Italia (Ingegneria) in un programma dove progetto e realizzazione sono stati monitorati da un proprio project manager. Tutte le decisioni, dalla dimensione delle diverse unità funzionali alla scelta dei materiali, alla contiguità e interdipendenza delle diverse attività sono state discusse con il Diesel Creative Team. La strategia dell’architetto è dovuta penetrare nel profondo dell’identità del cliente e accettare la sfida dei paradigmi vigenti all’interno di una progettazione aziendale. Fra questi l’individuazione di un appropriato “livello”architettonico, l’elencazione e l’integrazione dei punti di contatto dell’incarico al progettista con le altre attività che creano l’immagine aziendale.
L’architetto diviene uno dei partecipanti al regno dei segni e dei segnali, consapevole di non essere  artefice esclusivo di segni e spazi. Si tratta, quindi, di un metodo di progettazione integrata, un lavoro corale che vede coinvolti, assieme all’architetto, strutturisti, impiantisti e organizzatori del lavoro. Naturalmente, nelle realizzazioni a questa scala, si intrecciano competenze tecniche piuttosto complesse, dove non esistono soluzioni predeterminate, sia per quanto riguarda gli impianti, sia per l’organizzazione del lavoro. Si tratta, pertanto, ogni volta di inventare e, quando ci si siede attorno ai tavoli  dove i singoli saperi tecnici confrontano le proprie soluzioni, l’architetto ha un ruolo decisivo. E’ la convergenza degli apporti specifici, secondo una logica di team.

L’intervento Schuco
1. Edificio uffici su tre livelli fuori terra a sud e quattro livelli a nord
L’involucro prevede tamponamenti con molteplici stratigrafie vetrate e metalliche su svariati supporti. La facciata continua a moduli indipendenti, appositamente studiata e messa a punto presso il Centro Prove di Schüco Italia dove ha brillantemente superato i test di tenuta acqua-aria-vento e di resistenza agli urti, svolti alla presenza di un ente notificato secondo la norma di prodotto EN 13830, per la marcatura CE, prevede tamponamenti in vetrocamera selettivo a controllo solare con considerevoli dimensioni delle specchiature che riescono a coprire per la più parte dei fronti l’interpiano. Le aperture a sporgere, nelle varie dimensioni fino a raggiungere larghezza 1350 mm e 3800 mm di altezza , perfettamente integrate nei profili, offrono la corretta ventilazione. Le specchiature in vetrocamera spandrell retro coibentato sono sui toni del verde. Il rivestimento in rame aggraffato, copre le zone degli aggetti verso nord ed est con un orientamento orizzontale. Le doghe di rame aggraffato hanno differenti altezze e si sviluppano su 3 moduli da 1350. Le giunzioni orizzontali sono sfalsate. Le sottostrutture di supporto sono direttamente in aggetto sui moduli di facciata continua e realizzano gli sporti rivestiti in rame frontalmente e agli intradossi, in legno nelle sommità per poi continuare nei terrazzi come calpestio. Le ampie vetrate del piano terra, su modulo singolo e doppio, sono connotate da elementi metallici portanti con sezione architettonica omogenea con il resto dell’involucro. L’andamento in pianta differisce dai piani superiori per i  continui cambi di direzione prima interni poi esterni che realizzano interessanti aggetti raccordati all’estradosso con elementi di registro tra tamponamento superiore e cappelli in sommità. Le vetrate di accesso al Foyer e all’Auditorium, sono state realizzate con vetrate a doppio modulo di altezza di circa 4000 mm con lastre accostate sigillate senza montanti verticali ed inserimenti a scomparsa in corrispondenza di pavimento e soffitto. Sulla prima corte di ingresso a sud è stato inserito un elemento frangisole appositamente progettato e realizzato per risolvere l’esigenza architettonica di continuità delle pale frangisole.
Così come per il volume sospeso della corte nord che è al centro del ristorante e domina lo spazio con un fronte di dodici metri aggettando per sette verso l’esterno. Il materiale di rivestimento, listelli verticali di rovere a tutta altezza con sottostruttura a scomparsa, realizzano un frangisole con effetto vedo non vedo che dona al volume la privacy richiesta. Vetrate a tutta altezza senza montanti in vista sui lati ed aperture a scorrere per accedere alla terrazza con la presenza del rivestimento ligneo che riprende i materiali impiegati nella corte sud. Ai lati del volume in aggetto vi è la presenza di un tamponamento vetrato su doppio volume in altezza.

2. Magazzino / Museo storico
L’involucro del magazzino prevede i tamponamenti vetrati e i rivestimenti in fibrocemento con cromie che si staccano dal resto del complesso. Le vetrate sono realizzate con strutture in alluminio della serie Schüco SFC85 con modifiche agli estrusi per adattarsi alle esigenze architettoniche. Le specchiature di larghezza 2700 mm sono tamponate con vetrazioni pirolitiche di colore grigio trasparenti e cieche con aperture motorizzate a sporgere. Nella parte inferiore della vetrazione è presente una griglia a lamelle in alluminio estruso di colore argento che realizza un marcapiano tra vetro e rivestimento in fibrocemento anch’esso di colore grigio scuro. Tale rivestimento è presente a perimetro sui tre lati nord, est e sud complanare con le facciate vetrate, mentre ad ovest si protende verso l’esterno a mascherare il frontale della pensilina metallica a protezione delle baie di carico. Il fronte delle baie di carico, è costituito da facciate vetrate continue con reticolo a montanti e traversi della serie Schüco FW50+ con passo di 4050 mm di larghezza. I tamponamenti sono realizzati con vetrocamera opalino a bassa emissività, che consente una ottimale illuminazione naturale dei locali pur garantendo la privacy delle operatività interne. Affinché le aperture ad impacchettamento sezionale siano complanari con la facciata continua, è stato messo a punto un sistema di apertura a sporgere motorizzato di 4050 mm di larghezza integrato al reticolo. Un rivestimento in materiale termoplastico dalla colorazione neutra dona leggerezza alle superfici importanti del volume del Museo che sovrasta il piano delle baie di carico. L’estradosso del volume si allinea a quello dell’edificio uffici, collegandosi attraverso un ponte interamente rivestito con lamiera stirata colore argento. Alla base una griglia riprende quella prevista alla base delle vetrate del magazzino e ha la funzione di permettere la ventilazione naturale delle intercapedini che isolano perimetralmente il volume Museo.

3. Guardiania / Centrale tecnologica
La guardiania è posizionata a lato dell’ingresso pedonale e centrale rispetto al fronte sud ed è realizzata in facciata strutturale Schueco e AVZ Scarl con vetrazione camera basso emissiva a controllo solare. L’edificio Centrale Tecnologica è interamente rivestito con doghe di rame aggraffato posato mediante sottostruttura continua in lamiera grecata di acciaio su pannellatura di prefabbricato cementizio. La particolare sagoma dell’involucro a cuneo orientato verso l’ingresso pedonale lascia spazio superiormente ad un pensilina anch’essa completamente rivestita che sovrasta la guardiania. Particolare la integrazione, nel lato nord, di un fronte realizzato da ante apribili di modulo 1350 mm per 3600 mm di altezza, interamente grigliate costruite artigianalmente, che tamponano le aperture dei locali dedicati ai macchinari elettrici ed elettromeccanici.

4. Edificio Asilo
L’edificio, adagiato lungo il perimetro nord del lotto, è caratterizzato dalla compresenza di rame, legno e vetro che connotano i fronti del volume e presenta verso la strada di accesso dalla provinciale un fronte interamente rivestito in rame aggraffato con stratigrafie isolanti per ottenere prestazioni eccellenti in termine di isolamento termico. Le scansioni delle aggraffature del rame a perimetro si trasformano in sovrapposizione di scandole di legno che rivestono le pareti che danno sul giardino. Unico taglio vetrato del fronte nord l’ingresso principale incastonato in rientranza con spalle rivestite in rame.

La progettazione e realizzazione delle facciate è avvenuta in partnership Schüco e AVZ Scarl la quale ha eseguito anche la posa in opera.
AVZScarl ha sede a Noventa Padovana, in provincia di Padova. AVZ Scarl è società costituita da Aghito Zambonini Spa e da Vega Systems Srl.

RIEPILOGO DELLE SUPERFICI DEI RIVESTIMENTI DEL COMPLESSO

Curtain Wall con costruzione speciale Schüco-AVZ  a moduli e vetrazione ad incollaggio strutturale – mq. 11.900

Curtain Wall con costruzione speciale Schüco-AVZ a montanti e traversi e vetrazione a ritegno meccanico a scomparsa – mq. 3.600

Coperture con costruzione montanti e traversi Schüco con aperture motorizzate – mq. 1.500

Curtain Wall Schüco SFC85 con costruzione montanti e traversi e vetrazione ad incollaggio strutturale – mq. 1.600

Curtain Wall Schüco FW50+ con costruzione montanti e traversi – mq. 850

Rivestimento metallico in rame aggraffato – mq. 11.500

Brise soleil ed elementi grigliati in rame pressopiegato – mq. 650

Rivestimento in materiale termoplastico –  mq. 2.600

Rivestimento in fibrocemento – mq. 2.450

Rivestimento in listelli di larice thermowood – mq. 1.500

Stahlbau Pichler ha realizzato la struttura metallica



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