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A cura di: Raffaella Capritti Indice degli argomenti Toggle Ghiacciai italiani: countdown già iniziatoServe un’azione immediata e coordinata Il 2025 è l’anno internazionale della conservazione dei ghiacciai e il 21 marzo si è celebrata la giornata internazionale a loro dedicata. In questa occasione sono stati presentati una serie di Rapporti – delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e del World Glacier Monitoring Service (WGMS) – che non lasciano spazio a dubbi: il mondo si trova a un punto di non ritorno. Stiamo perdendo i ghiacciai a un ritmo mai visto prima: cinque degli ultimi sei anni hanno registrato il ritiro più rapido della massa glaciale nella storia delle osservazioni, e tra il 2022 e il 2024 si è consumata la più grande perdita triennale di ghiaccio mai rilevata. “Stiamo assistendo a un cambiamento senza precedenti nei ghiacciai”, ha dichiarato Sulagna Mishra del WMO – “In molti casi, si tratta di un processo irreversibile”. Il motivo principale? Il riscaldamento globale indotto dalle attività umane, che sta sciogliendo le riserve di acqua dolce più importanti del pianeta. I ghiacciai, esclusi i ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide, hanno perso oltre 9.000 miliardi di tonnellate di massa dal 1975. È come se fosse sparito un blocco di ghiaccio grande quanto la Germania e spesso 25 metri. Ma i numeri non bastano a capire la portata del problema. Il collasso glaciale implica conseguenze devastanti per centinaia di milioni di persone che vivono a valle e dipendono da queste riserve idriche stagionali. Ogni millimetro di innalzamento del livello del mare, causato per il 25-30% dallo scioglimento dei ghiacciai, espone tra 200.000 e 300.000 persone in più a rischi di inondazioni annuali. Ghiacciai italiani: countdown già iniziato Anche in Italia, il tempo stringe. Secondo Greenpeace, abbiamo già perso 136 ghiacciai dal 2000 a oggi, e se le emissioni non verranno drasticamente ridotte, il 94% della superficie glaciale delle Alpi italiane potrebbe scomparire entro il 2100. Una perdita che metterebbe in crisi l’approvvigionamento idrico estivo, essenziale per agricoltura, energia idroelettrica e usi civili. Perdita superficie totale dei ghiacciai in Italia (2000-2100) a causa del cambiamento climatico. Fonte Greenpeace Lo scenario peggiore, secondo i modelli sviluppati con il Politecnico di Zurigo e il WSL, prevede che la superficie glaciale italiana passerà dagli attuali 379 km² a soli 22,8 km², lasciando sopravvivere appena 75 ghiacciai, nessuno dei quali in Veneto o Friuli-Venezia Giulia. Nel 2100 in Italia rimarranno solo 75 ghiacciai a causa del cambiamento climatico – Fonte Greenpeace Al contrario, se si rispettassero gli Accordi di Parigi sul clima, potremmo conservare più di 94 km² di ghiaccio e risparmiare 800 milioni di metri cubi d’acqua, una risorsa preziosissima in un futuro segnato dalla siccità. «Se non vogliamo dire addio per sempre ai nostri ghiacciai, dobbiamo mettere un freno alla crisi climatica e adottare un impiego sostenibile delle risorse idriche», ha affermato Federico Spadini di Greenpeace Italia. La perdita dei ghiacciai non è soltanto un dramma paesaggistico o simbolico, ma un’emergenza idrica. Il ciclo naturale che garantiva acqua dolce in estate grazie allo scioglimento dei ghiacciai, e che veniva ricostituito dalle nevicate invernali, è a rischio collasso. Se questo equilibrio viene meno, perdiamo una riserva d’acqua insostituibile. Serve un’azione immediata e coordinata La Giornata Mondiale dei Ghiacciai del 21 marzo 2025, istituita nell’ambito dell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai promosso da UNESCO e WMO, è molto più di una commemorazione. È un invito globale ad agire, come sottolineato nell’articolo di Infobuildenergia. Il messaggio è forte e chiaro: la sopravvivenza dei ghiacciai è una questione di sicurezza climatica, di gestione delle risorse idriche e di giustizia intergenerazionale. I ghiacciai non sono solo spettacolari formazioni geologiche, ma veri e propri “serbatoi d’acqua” naturali, fondamentali per la sopravvivenza di milioni di persone. È necessaria una mobilitazione collettiva, dal livello locale a quello internazionale. Servono politiche climatiche coraggiose, finanziamenti per la ricerca e monitoraggio continuo dei fenomeni cryosferici. Ma soprattutto serve consapevolezza diffusa, affinché le scelte quotidiane dei cittadini si allineino con gli obiettivi di tutela ambientale e resilienza climatica. Come ha concluso il glaciologo Michael Zemp, «consiglio di portare i vostri figli a vedere i ghiacciai. Capiranno cosa sta cambiando, e quanto pesante è il fardello che stiamo lasciando alle prossime generazioni». Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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