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Indice degli argomenti: Che cos’è una casa passiva Che cos’è una casa attiva Casa passiva e casa attiva: ecco le differenze Il valore aggiunto della bioedilizia Il risparmio energetico è uno dei principali obiettivi quando si progettano i nuovi edifici. La combinazione di una progettazione intelligente e attenta, secondo i principi della bioclimatica, di impianti e tecnologia efficienti e di tecniche di costruzione adeguate, ha permesso di raggiungere risultati sempre migliori, fino ad azzerare il fabbisogno energetico degli edifici. L’importanza di ridurre i consumi di energia è cresciuta negli ultimi anni anche per una attenzione sempre maggiore alle problematiche ambientali in generale. Anche le case, quindi, sono sempre più rispettose dell’ambiente, riducendo l’energia consumata e il loro impatto ambientale. Ma è opportuno specificare che risparmio energetico e bioedilizia non sono la stessa cosa. Un edificio, infatti, può garantire un elevatissimo risparmio energetico pur non essendo costruito secondo i principi della bioedilizia. Approfondiamo, allora, cosa si intende per edifici passivi, attivi e quale è il valore aggiunto che la bioedilizia può dare loro. Che cos’è una casa passiva Si parla di “edifici passivi” dalla fine degli anni ’70 e la Passivhaus nasce in Germania nel 1988, quando venne creato un apposito protocollo. In generale, comunque, con “casa passiva” si indica un edificio che è costruito in modo tale da non necessitare di sistemi attivi tradizionali, come una caldaia, per la climatizzazione degli ambienti interni, ma senza rinunciare al comfort interno. Per costruire una casa passiva è fondamentale studiare in ogni dettaglio la progettazione della stessa, scegliendo accuratamente aspetti come l’orientamento, la forma, le strutture e i materiali da utilizzare. Una casa passiva, infatti, deve essere in grado di sfruttare al meglio tutto ciò che la natura offre. Il calore del sole viene captato attraverso le superfici vetrate o realizzando serre solari e per il periodo estivo si predispongono appositi sistemi di ombreggiamento, ricorrendo ad esempio a dei frangisole orientabili e alla vegetazione caducifoglie. Inoltre, si devono scegliere i materiali giusti, che garantiscano i massimi livelli di isolamento termico, ma anche un’adeguata massa termica. Sono da prediligere la luce e la ventilazione naturali, ad esempio spesso si realizzano apposite aperture e tubazioni per il ricambio d’aria sotterranee, così da mantenere più costante la temperatura dell’aria in ingresso anche in inverno. In un edificio passivo, inoltre, per il calore si sfruttano gli apporti interni dovuti alla presenza delle persone e al funzionamento di eventuali elettrodomestici. Chiaramente, in base al clima e alla regione, cambieranno le strategie progettuali, ma generalmente, con uno studio attento di tutti questi aspetti, si realizza un edificio che richiede pochissima energia per funzionare. Che cos’è una casa attiva Una casa attiva, come si intuisce dallo stesso nome, è un edificio in grado di produrre più energia rispetto a quanto sia necessario per assicurare il suo funzionamento. Si può dire che la casa attiva faccia un passo in più rispetto a quella passiva, andando oltre l’obiettivo di risparmiare più energia possibile durante la fase di vita. Tutta l’energia prodotta in eccesso durante il funzionamento dell’edificio, infatti, arriva in qualche modo a compensare l’energia prodotta per la costruzione della casa. Anche da un punto di vista economico, produrre più energia di quanta se ne usi diventa vantaggioso. Concettualmente, la casa attiva non si discosta dai principi visti nel paragrafo precedente per la casa passiva, ma ricorre alle fonti rinnovabili per produrre più energia di quanta ne serva. In una casa attiva, infatti, non mancano sicuramente i pannelli solari e il fotovoltaico. Casa passiva e casa attiva: ecco le differenze Come abbiamo visto, quindi, le differenze tra un edificio passivo ed uno attivo fondamentalmente risiedono nella quantità di energia prodotta. In una casa passiva l’obiettivo è quello di ridurre al massimo i consumi di energia e si studiano tutte le soluzioni progettuali che permettono all’edificio di garantire il comfort interno ai suoi occupanti in modo “naturale”, riducendo al massimo il contributo dei sistemi attivi. In una casa attiva, invece, fin dalla progettazione, l’edificio e i suoi impianti sono studiati con lo scopo di produrre energia in esubero da reimmettere in rete, trasformandosi in un investimento interessante per i proprietari. Più che due soluzioni alternative, quindi, possono essere considerate una l’evoluzione dell’altra, grazie anche allo sviluppo vissuto nel mondo della tecnologia, della domotica e della ricerca di materiali sempre più performanti. Molto spesso queste definizioni vengono confuse o non sono sempre chiare, soprattutto perché non sono le uniche. Un’altra tipologia di dicitura sempre più diffusa è, ad esempio, quella di NZEB (Nearly Zero Energy Building), che si distingue dalla casa passiva sia per normativa di riferimento, che logica progettuale. Mentre in una casa passiva l’involucro ha un ruolo fondamentale per ridurre i consumi almeno sotto i 15 kWh annui, come indicato dal Passivhaus Insitute, in un NZEB è necessario che sia raggiunta una quota specifica di produzione di energia da fonte rinnovabile. Un NZEB, però, non è necessariamente una casa attiva, in quanto non produce più energia di quanta ne richiede per funzionare, ma cerca proprio un equilibrio tra produzione e consumi. Il valore aggiunto della bioedilizia La casa passiva e la casa attiva nascono da una nuova consapevolezza del tema ambientale e sono il frutto della volontà di rendere il mondo costruito il più sostenibile possibile. Il tema dell’energia è sicuramente importante, ma sia la casa passiva, che la casa attiva, possono essere ancora più rispettose dell’ambiente dal momento in cui le si progetta e realizza secondo i principi della bioedilizia. La bioedilizia si sposa benissimo con il concetto di casa passiva e attiva, perché bioedilizia significa progettare in relazione al contesto, utilizzare prodotti naturali, prediligere ciò che è riciclato o riciclabile, favorire la ventilazione e l’illuminazione naturale e anche risparmio energetico. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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