Fotovoltaico e finanziamenti: lo scenario attuale e le prospettive offerte dal Decreto FER X 31/10/2024
Indice degli argomenti: Quali sono le opportunità per avviare comunità energetiche in Sicilia? Oltre alle CER si parla anche di gruppi di acquisto solare, ci sono analogie? A livello normativo cosa manca che stimoli lo sviluppo delle comunità energetiche in Sicilia? L’energia solare quanto potrebbe rendere autonoma energeticamente la Sicilia Si fanno spazio le comunità energetiche in Sicilia, sesta regione italiana per numero di impianti e potenza installata. La Regione Sicilia di recente ha previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro in contributi a fondo perduto per finanziare la loro realizzazione. La Fondazione Con il Sud ha lanciato a giugno il “Bando per le comunità energetiche e sociali al Sud”, mettendo a disposizione 1,5 milioni di euro per favorire la loro nascita nelle regioni meridionali. Nello stesso mese Enel X ha annunciato la nascita, a Ragusa, della prima comunità energetica agricola italiana di autoconsumo collettivo, progetto supportato dalla stessa società energetica in collaborazione con la Banca Agricola Popolare di Ragusa. Esso prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 200 kW di potenza e di una piattaforma di gestione della stessa comunità, a disposizione di un gruppo di aziende agricole locali. Sempre in provincia di Ragusa sono stati avviati i lavori di costruzione del parco agrivoltaico in località Landolina a Scicli, di proprietà di Falck Renewables. Lo scorso dicembre, è stata presentata a Siracusa la Rete delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali, iniziativa promossa da Legambiente con la Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est e il Comune di Ferla (Siracusa). Sono solo alcuni esempi recenti che mettono in luce le potenzialità di avviare progetti rinnovabili nell’isola, specie legati al fotovoltaico. E le comunità energetiche per la Sicilia potrebbero essere un’opportunità unica, anche rispetto ad altre regioni. «Ci sono due ragioni precise per cui vale la pena crearne. È la regione italiana col reddito pro capite più basso dopo la Calabria. La comunità energetica consente di abbattere la bolletta a famiglie, imprese, associazioni, e pubbliche amministrazioni che decidono di farne parte. Inoltre, la Sicilia è la regione più soleggiata in Italia e benché ospiti oltre 60mila impianti fotovoltaici, quasi tutti su tetto, il numero di impianti è irrisorio rispetto ad un patrimonio edilizio fatto di 1 milione e 720mila edifici». A rispondere è Mario Pagliaro, chimico al CNR e docente di nuove tecnologie dell’energia e fondatore del Polo Fotovoltaico della Sicilia, un centro di ricerca e formazione congiunto con il gruppo del professor Leonardo Palmisano all’Università di Palermo. Professor Pagliaro, quali sono le opportunità per avviare comunità energetiche in Sicilia? Ci sono già esempi realizzativi L’opportunità più grande, eguale a quella offerta alle altre regioni, sta negli incentivi economici alla produzione, autoconsumo e immissione in rete dell’energia elettrica prodotta. Questo rende bancabile l’investimento a prescindere dalla affidabilità creditizia di chi costituisce la Comunità energetica che in Sicilia, a causa di 80 anni di limitato sviluppo economico, è molto bassa. Riguardo agli esempi, ce ne sono già tanti, e numerose sono le Comunità energetiche rinnovabili che stanno per nascere. Fra le prime c’è una florida azienda vivaistica del ragusano. Fra quelle che stanno per dar vita ad una nuova CER, a fare da capofila è un’associazione che si occupa di recupero dei tossicodipendenti a Messina. Poi ci sono già numerosi piccoli Comuni: da Blufi sulle Madonie a Ferla in provincia di Siracusa. In tanti stanno cogliendo l’opportunità spinti anche dal timore che gli incentivi alle CER possano terminare come di fatto è accaduto con il Superbonus 110% in edilizia. Oltre alle CER si parla anche di gruppi di acquisto solare: quali sono le analogie e le possibilità di connessione? I Gruppi di acquisto solare, due in particolare ed entrambi facenti capo ad associazioni ambientaliste, sono stati un prezioso supporto in Sicilia per diffondere il fotovoltaico fra le famiglie e i cittadini. In anni in cui i prezzi erano molto elevati, i GAS erano in grado di offrire impianti di ottima qualità ad una frazione del prezzo praticato dalle normali imprese di installazione del solare. La Comunità energetica rinnovabile va oltre perché, oltre a rendere bancabile l’investimento per le banche che andranno a finanziare l’impianto, mette insieme tanti soggetti e li incentiva a condividere non solo l’energia autoprodotta. Ma anche lo spirito di iniziativa: al Sud, e in Sicilia in particolare, per precise ragioni storiche nell’economia e nella società dominano il frazionismo e la diffidenza. A livello normativo cosa manca perché si possa aprire maggiormente all’opportunità di energia condivisa, che stimoli anche lo sviluppo delle comunità energetiche in Sicilia? Solo una cosa: una normativa regionale sulla transizione energetica che contenga precise Linee guida per l’integrazione architettonica e paesaggistica delle tecnologie del solare. Tutelando così la bellezza del patrimonio storico-artistico e del paesaggio. Seguendo queste Linee guida, la CER potrebbe installare i propri impianti fotovoltaici sul tetto di pressoché qualsiasi edificio in un territorio come quello della Sicilia che è spessissimo sottoposto a vincoli di tutela. Abbiamo collaborato con l’onorevole Giampiero Trizzino a scrivere questa normativa all’inizio della Legislatura regionale nel 2017. Il disegno di legge 278 del 12 Giugno 2018 non è mai stato discusso. Ma un giorno sarà preso in esame e la Sicilia avrà una legge regionale sulla generazione distribuita e la transizione energetica all’avanguardia. Su 391 Comuni in Sicilia, circa 200 contano meno di 5mila abitanti. Che potenzialità offrono le CER in queste piccole realtà? Enorme. Si tratta di Comuni localizzati nelle zone interne e montuose che sono stati letteralmente abbandonati per mancanza di lavoro. Realizzando Comunità energetiche in Sicilia allargate a centinaia di concittadini, le famiglie di questi piccoli centri si gioverebbero di un enorme risparmio economico sul costo delle bollette dell’energia elettrica che in Sicilia come nel resto d’Italia sono letteralmente fuori controllo. L’energia solare quanto potrebbe rendere autonoma energeticamente la Sicilia? Pressoché integralmente. Solarizzando con soli 5 kW di fotovoltaico il suo enorme parco edilizio costituito da oltre 1 milione e 720mila edifici, e raddoppiando la potenza eolica installata a fine 2020, la Sicilia coprirebbe il proprio intero fabbisogno elettrico. Solarizzando poi i 4mila e 200 ettari disponibili fra cave e miniere esaurite, terreni industriali bonificati e discariche esauste, la Sicilia aggiungerà altri 2000 MW di potenza fotovoltaica. Perché la comunità siciliana possa beneficiare concretamente delle nuove tecnologie dell’energia, serve però che la Regione si doti di un Istituto regionale per l’energia solare che faccia per la Sicilia ciò che fece l’Istituto regionale dei vini per la produzione vinicola siciliana, oggi rinomata nel mondo. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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