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Indice degli argomenti: Che cos’è la ristrutturazione profonda Innovazione e deep retrofit: cosa cambia da una tradizionale ristrutturazione La situazione del deep retrofit in Italia La ristrutturazione integrata degli edifici per il successo dell’European Green Deal L’efficienza energetica è uno dei principali obiettivi presenti e futuri per il mondo dell’edilizia, che oltre a ricorrere all’energia pulita e rinnovabile, cerca di ridurre il più possibile il proprio fabbisogno energetico. In Europa e poi in Italia, si sono posti precisi obiettivi in termini di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni e l’edilizia offre un’ottima opportunità per interventi dai grandi risultati. Per raggiungere questi obiettivi, infatti, è necessario intervenire in modo sempre più sistematico sui “vecchi” edifici esistenti, che rappresentano una buona fetta del parco immobiliare italiano. Le analisi dicono che in Italia vi sono circa 12,1 milioni di edifici residenziali, il 74% di questi è stato realizzato prima degli anni ’80, si tratta dunque di abitazioni vecchie ed energivore. Infatti, mentre le nuove costruzioni sono realizzate secondo standard sempre più elevati di efficienza, sono ancora tantissimi gli edifici esistenti dalle pessime prestazioni, responsabili di una buona fetta di emissioni e di consumi energetici. Il risparmio energetico, infine, genererebbe anche enormi risparmi per l’energia non consumata, ma anche la crescita di figure professionali specializzate e, in generale, un aumento dei posti di lavori nel campo. Che cos’è la ristrutturazione profonda La riqualificazione dell’esistente può coinvolgere la struttura, l’involucro e gli impianti, con lo scopo di migliorare la sicurezza dell’edificio, il comfort interno e le prestazioni energetiche. Quando la riqualificazione di un edificio ne comporta un netto miglioramento in termini di prestazioni energetiche, si parla di “deep retrofit”, ovvero di ristrutturazione profonda. Nei casi in cui si procede con questo tipo di ristrutturazione, i consumi di energia dell’edificio dopo l’intervento si riducono notevolmente, fino a diventare quasi nulli. In un certo senso, si può dire che il deep retrofit permetta addirittura di trasformare un edificio esistente, anche datato, in un NZeb. Chiaramente, non sempre si può sperare di raggiungere questo ambizioso obiettivo, ma per essere un intervento di deep retrofit, una ristrutturazione deve comunque garantire almeno il 60% in meno di consumi energetici. Altre tipologie di ristrutturazioni, invece, apportano comunque un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio, ma inferiori. Questo notevole miglioramento delle prestazioni, permette anche di velocizzare il rientro dell’investimento, poiché il risparmio economico durante tutta la vita dell’edificio, rispetto alle condizioni precedenti, è davvero notevole e il valore immobiliare dell’edificio cresce. Gli interventi di deep retrofit possono essere realizzati in generale su tutte le tipologie di edifici, siano essi pubblici o privati, e per riuscire davvero a decarbonizzare il comparto edilizio il tasso di ristrutturazioni annuo deve crescere. Innovazione e deep retrofit: cosa cambia da una tradizionale ristrutturazione Anche in una ristrutturazione tradizionale e in una riqualificazione energetica si migliorano le prestazioni dell’edificio, ma nel caso del deep retrofit, si cerca di svolgere tutto in modo più veloce e meno invasivo per le persone che vivono gli edifici. Per questo motivo, assumono un ruolo importante l’innovazione e l’industrializzazione dei processi, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie, tra cui va sicuramente annoverato il BIM. Inoltre, per grandi interventi di deep retrofit, si cerca di ricorrere a nuovi modelli di business, con collaborazioni tra i soggetti coinvolti, e di supporto finanziario. Gli ottimi risultati del deep retrofit sono dovuti al fatto che l’intervento riguarda in modo complessivo l’intero sistema edificio-impianto e inizia necessariamente dopo una preventiva diagnosi energetica di partenza. Lo scopo di tutto ciò, è quello di rendere gli interventi di deep retrofit altamente efficaci, ma anche economicamente accessibili. I vantaggi del deep retrofit, del resto, sono molti e coinvolgono tutti i soggetti coinvolti, dagli abitanti che vedono migliorato il comfort interno e ridotte le spese, ai proprietari dell’immobile, il cui valore cresce. La situazione del deep retrofit in Italia Come già anticipato, anche in Italia il risparmio energetico e la riqualificazione degli edifici sono obiettivi primari, soprattutto considerando l’elevato numero di edifici esistenti che caratterizza il nostro Paese. Per far crescere l’interesse e l’attuazione di interventi di retrofit, oltre all’applicazione del sapere tecnico già disponibile, è necessario che vengano definiti anche chiari indirizzi in ambito regulatorio e normativo. Infatti, sarebbe opportuno approfondire in modo specifico la materia, riducendo eventuali ostacoli e rigidità dovute alle attuali normative edilizie. Allo stesso tempo andrebbe incoraggiato e premiato ogni intervento di deep retrofit, un po’ come in passato si è fatto con l’ecobonus, utile per incentivare i normali interventi di riqualificazione energetica. Queste strategie, infatti, potrebbero essere utili a ridurre i principali ostacoli alla diffusione del deep retrofit, tra i quali si trova proprio la necessità di compiere ingenti investimenti iniziali. La ristrutturazione integrata degli edifici per il successo dell’European Green Deal Il primo giorno della Commissione Europea di Ursula von der Leyen, 12 grandi associazioni europee per l’energia pulita hanno unito le forze, chiedendo una strategia coraggiosa per la ristrutturazione del patrimonio edilizio dell’UE da inserire nell’European Green Deal – con al centro le energie rinnovabili in loco, l’efficienza energetica e le soluzioni energetiche intelligenti. Alla luce del fatto che il Parlamento europeo ha appena dichiarato un’emergenza climatica a livello continentale, la dichiarazione sottolinea la necessità di sviluppare azioni ambiziose per la ristrutturazione del parco immobiliare esistente in Europa, che rappresenta il 36% delle emissioni di CO2 e circa la metà del fabbisogno energetico totale europeo. I firmatari esortano la Commissione a garantire che le politiche di Green Deal includano meccanismi di finanziamento semplificati, razionalizzati e accessibili a tutti gli europei, l’attuazione di una strategia per garantire una forza lavoro qualificata in tutti i settori del mondo edile e la promozione di strategie di ristrutturazione profonda e integrata, adeguate alla diversità e all’eterogeneità dell’ambiente edificato europeo. Le associazioni sottolineano che le soluzioni necessarie per affrontare questi problemi esistono già, pensiamo agli involucri ad alte prestazioni, prodotti e servizi ad alta efficienza energetica, energie rinnovabili in loco, impianti di stoccaggio dell’energia e sistemi di gestione dell’energia abilitati alla tecnologia digitale…E’ necessario che la Commissione adotti strategie concrete per facilitare la loro introduzione. La creazione di una piattaforma di attuazione a più livelli per le ristrutturazioni edilizie – che coinvolga i responsabili delle decisioni a livello locale, nazionale ed europeo, nonché i rappresentanti dei settori dell’energia, dell’edilizia e del finanziamento – sarà fondamentale per garantire l’attuazione di queste strategie. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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