Superbonus in condominio, la scadenza al 30 giugno non è per tutti: i casi di esclusione

Si avvicina la data di scadenza fissata per case popolari e per alcuni condomini. Ma ogni regola conosce le sue eccezioni: ecco in quale caso si può andare oltre il 30 giugno e le ultime novità in tema di Superbonus.

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Superbonus in condominio, la scadenza al 30 giugno non è per tutti: i casi di esclusione

Domani è il 30 giugno 2023. Si tratta di un giorno cruciale per molti cittadini che hanno usufruito della maxi agevolazione fiscale del Superbonus, più volte “ritoccata” dal governo.

Il 30 giugno segna la scadenza per molti edifici che hanno intrapreso lavori di efficientamento energetico, come il cappotto termico, i quali devono dimostrare di aver raggiunto almeno il 60% di avanzamento dei lavori.

Ogni regola però conosce le sue eccezioni, e le scadenze del Superbonus non sono da meno: non tutti i condomini hanno come data di scadenza il 30 giugno 2023.

Vediamo in quali casi si può andare oltre e le ultime novità in fatto di bonus edilizi.

Superbonus in condominio, ecco in quali casi non vale la scadenza del 30 giugno

La data del 30 giugno 2023 non significa per tutti una scadenza perentoria. La norma non si applica in maniera generalizzata ai condomini: sono esclusi i cosiddetti “condomini misti. Quali sono?

La legge italiana definisce i condomini misti quegli edifici che, al loro interno, hanno sia immobili ad uso abitativo sia con destinazioni d’uso diverse come negozi, bar uffici e così via.

Nel caso di specie, l’esclusione dalla scadenza fissata al 30 giugno per i lavori del Superbonus non si applica ai condomini che sono in parte destinati all’edilizia popolare.

Superbonus in condominio, ecco in quali casi non vale la scadenza del 30 giugno

Tuttavia affinché non valga la scadenza a fine giugno è necessario soddisfare un requisito: nel condomino sul quale si stanno facendo gli interventi legati al Superbonus, gli appartamenti di edilizia popolare non devono essere la maggioranza.

Superbonus in condominio, la circolare dell’Agenzia delle Entrate

L’eccezionalità dei condomini misti, quelli in cui sono presenti abitazioni di edilizia popolare e privati, è spiegata nella circolare 13/E 13 giugno 2023 dell’Agenzia delle Entrate.

Qui si specifica che la maxi agevolazione fiscale del Superbonus 110% è estesa ai lavori di efficientamento energetico su edifici popolari sempre che, entro il 30 giugno 2023, sia eseguito almeno il 60% dei lavori richiesti.
Nel caso dei condomini misti, se il numero di appartamenti popolari supera quelli di edilizia privata, resta valida da scadenza a fine giugno, altrimenti si slitta a fine anno.

Superbonus in condominio, la circolare dell’Agenzia delle Entrate che chiarisice le scadenze

In poche parole, se la maggior parte degli appartamenti presenti sono di proprietà privata questa disciplina non si applica (e vale invece la data del 31 dicembre 2023). Affinché il condomino possa eseguire i lavori entro la fine dell’anno in coso, serve una delibera assembleare del condominio antecedente alla data del 19 novembre 2022 contenente la Cilas.

30 giugno 2023, la scadenza per le case popolari

Per quanto riguarda i cantieri delle case popolari, la data del 30 giugno è una scadenza cruciale. Entro questo giorno l’avanzamento dei lavori del Superbonus deve raggiungere (almeno) il 60%. Questa è la condizione da soddisfare per mantenere il Superbonus al 110% fino alla fine dell’anno.

E invece, se alla data del 30 giugno è impossibile raggiungere il 60% dei lavori l’agevolazione si applica nella misura del 110% soltanto al primo semestre 2023.

Superbonus, ecco come cambierà nei prossimi anni

L’incentivo fiscale Superbonus ha subito diversi cambiamenti che ne hanno notevolmente ridotto la portata, sia in termini di risparmio economico sia in termini di beneficiari.

Per il 2023, eccetto casi particolari, l’aliquota è stata abbassata al 90% e scenderà ulteriormente nei prossimi anni:

  • fino al 70% nel 2024
  • fino al 65% nel 2025

Tra i motivi che hanno spinto il governo a ridimensionare il bonus ci sono: l’ingente spesa pubblica, le numerose frodi perpetrate da ditte e privati cittadini, nonché l’incagliamento dei crediti derivanti dalle cessioni alle banche.

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