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Img by Piaxabay Nonostante l’estate sia iniziata in ritardo (a causa di un sistema di alta pressione che si è formato in Canada sud-occidentale e nel nord-ovest degli Stati Uniti, abbastanza usuale ma mai osservato con tanta forza) e ci siano state nevicate insolitamente pesanti anche a giugno, per il 25° anno di fila la calotta glaciale della Groenlandia ha perso più massa nei mesi caldi di quella guadagnata in inverno. E’ quanto emerge da un nuovo rapporto pubblicato dal servizio di monitoraggio artico danese Polar Portal, che fa parte dell’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite WMO. In particolare un’ondata di calore a fine di luglio, con temperature di 23,4°C, ha causato una notevole perdita di ghiaccio in soli due giorni. In termini di “total mass balance”, ovvero la somma dello scioglimento superficiale, della perdita di pezzi di ghiaccio dagli iceberg e dello scioglimento delle “lingue” del ghiacciaio a contatto con l’acqua di mare, la calotta glaciale ha perso circa 166 miliardi di tonnellate tra agosto 2020 e agosto 2021. Il che significa che alla fine della stagione il bilancio di massa superficiale dello stato di ghiaccio è di circa 396 miliardi di tonnellate, il 28° livello più basso registrato, nella serie temporale di 41 anni. Secondo il Rapporto il 2021 è stato un anno particolare per vari motivi. Le precipitazioni alla Summit Station, che si trova in cima allo strato di ghiaccio ad un’altitudine di 3.200 metri sul livello del mare, sono state registrate sotto forma di pioggia e ci sono state inondazioni nella città di Qaanaaq nel nord-ovest della Groenlandia. C’è stata, rispetto agli anni precedenti, un’accelerazione della perdita di ghiaccio sull ghiacciaio Sermeq Kujalleq. Per fortuna le nevicate invernali sono state vicine alla media del periodo tra il 1981 e il 2010, una buona notizia, perché una combinazione di basse nevicate invernali e un’estate calda può portare a perdite di ghiaccio molto gravi, come è avvenuto nel 2019. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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